sabato 23 giugno 2012

Capitali in Svizzera


50 miliardi dai capitali evasi in Svizzera: 
cosa aspettiamo?


di Vladimiro Giacchè

Il 17 aprile il Commissario europeo alla fiscalità ha dichiarato la "piena conformità" col diritto comunitario degli accordi stipulati da diversi paesi europei con la Svizzera. Questi accordi prevedono che sui capitali esportati in Svizzera da evasori fiscali sia prelevata una quota sostanziosa che finirà nelle casse dei rispettivi Stati. In cambio, quei capitali potranno restare in Svizzera. L'Austria, che ha siglato un accordo con la Svizzera il 13 aprile, ha fissato l'ammontare di questa una tantum al 30% della cifra complessiva (siamo ben lontani dall'obolo del 5% richiesto a suo tempo da Tremonti).
Se l'Italia imponesse un prelievo del genere sulle somme depositate in Svizzera da residenti italiani, nelle casse dello Stato entrerebbero 50 miliardi.
Monti, che in precedenza si era detto favorevole agli accordi con la Svizzera ma "solo nel quadro di un'intesa comunitaria", ora è diventato disponibile. Ma bisogna fare presto e con tempi certi. Anche perché è sempre più evidente che le misure di finanza straordinaria assunte lo scorso anno (dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti) sono inique. Questo è vero in campo fiscale (contro la progressività prevista dall'art. 53 della Costituzione): si pensi all'aumento delle tasse indirette (che ha fatto ripartire l'inflazione), all'Imu, o alle accise sulla benzina. Ma è vero più in generale: si pensi al blocco dell'indicizzazione delle pensioni a partire dai 1.400 euro lordi, al brusco innalzamento dell'età di pensionamento, alla riduzione dei servizi sociali erogati dagli Enti Locali a causa dei tagli di spesa.
Tutte queste misure hanno colpito severamente la capacità di spesa delle famiglie, ridotto la domanda interna e quindi spinto l'Italia in recessione: infatti chiunque produca per il mercato interno ha avuto un crollo del fatturato.
La Banca centrale europea – che farebbe meglio a riflettere su come fare bene il proprio lavoro – pensa che l'Italia dovrebbe raschiare altri 5 miliardi dal fondo del barile accorpando le province. Noi pensiamo che 50 miliardi prelevati agli evasori sarebbero dieci volte quella cifra. E che, a differenza dei tagli alle prestazioni sociali e dell'aumento delle tasse dirette e indirette, non avrebbero alcuna ripercussione sulla domanda, e quindi alcun effetto negativo sull'economia. Non sarebbe stato meglio partire da lì?

da Il Fatto quotidiano, mercoledì 2 Maggio 2012

domenica 17 giugno 2012

Consiglio comunale del 14/06/2012


Giovedì 14 giugno si è riunito il Consiglio comunale che ha discusso gli argomenti sotto riportati.
Purtroppo il pubblico è stato scarso,come sempre.


Non ci sono state comunicazioni del Sindaco e i verbali delle sedute precedenti sono stati approvati all’unanimità.

All’unanimità è stato approvato anche il regolamento comunale sull’imposta municipale propria (I.M.U.).

Ci siamo invece astenuti su tutti i punti riguardanti tasse e tariffe. In particolare, sulla determinazione delle aliquote I.M.U. per l’anno 2012, che sono state fissate al 4,8 per mille per la prima casa e all’ 8,0 per mille per gli altri fabbricati, l'aggiornamento all’indice ISTAT del 3,2% del valore delle aree fabbricabili all’interno del territorio comunale, alla modifica dell’addizionale IRPEF che è stata portata allo 0,8%. 
Infatti, pur comprendendo le difficoltà in cui versano gli enti locali, non siamo d’accordo sull’impostazione di questi aumenti.

Ci siamo astenuti anche sull’approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari ai sensi dell’art. 58 del D. Lgs. 25/06/2008 n. 112, convertito in legge 06/08/2008 n. 133 in quanto non prevede nulla da alienare anche perché, come ricorderete, gran parte del patrimonio immobiliare del Comune è ormai di proprietà della Società “Agugliano Servizi S.r.l.”.

Abbiamo votato contro al punto riguardante l’approvazione del piano triennale 2012 – 2014 delle opere pubbliche ed elenco annuale 2012.
Scatenando le ire del Capogruppo di maggioranza, abbiamo definito questo piano “il libro dei sogni” in quanto esso prevede solo tre opere (la nuova scuola, il parcheggio sotto i mori e l’ampliamento del cimitero del capoluogo) delle quali molto probabilmente sarà realizzato solo uno stralcio di nuovi loculi in quanto esse allo stato attuale non hanno copertura finanziaria…

Abbiamo votato contro anche all’approvazione del bilancio di previsione annuale 2012, del bilancio pluriennale 2012 – 2014 e della relazione previsionale e programmatica in quanto oltre all’aumento delle tasse e tariffe di cui abbiamo parlato sopra prevede anche una serie pesantissima di tagli alle politiche sociali.

Il regolamento per l’effettuazione delle spese di rappresentanza e per le spese connesse al funzionamento degli organi di governo è stato ritirato.

Abbiamo votato a favore dell’approvazione della convenzione con l’associazione “Terra dei Castelli” per il coordinamento delle iniziative di promozione turistica sui territori dei Comuni partecipanti.

Siamo stati costretti a votare contro all’adozione del nuovo regolamento del Consiglio comunale perché, nonostante che noi avessimo accettato tutta una serie di norme che in qualche modo sfavoriscono la nostra azione, la maggioranza non ha voluto mediare sui tempi di risposta alle interrogazioni che passano dagli attuali dieci giorni addirittura a trenta.
E pensare che la nostra proposta era di portare il termine a venti giorni, cioè avremmo accettato il raddoppio dei termini. Evidentemente le nostre richieste danno fastidio…

Abbiamo votato a favore su due ordini del giorno proposti dalla Lega delle Autonomie riguardanti l’imposta municipale propria e il patto di stabilità.

Non abbiamo fatto mancare le nostre proposte quando abbiamo discusso il punto riguardante la verifica delle condizioni di rinnovo delle attività di gemellaggio e i provvedimenti conseguenti.
Abbiamo proposto che i Consiglieri di minoranza siano inviati agli incontri istituzionali con i colleghi di Jonage, che sia relazionato al Consiglio comunale sulle attività di gemellaggio e sul loro esito e che siamo implementate le attività svolte all’interno del territorio comunale al posto delle visite turistiche. Questo potrebbe interessare ed avvicinare le famiglie aguglianesi. Se invece, come accade adesso, i nostri amici francesi passano quasi tutto il loro tempo lontano dal paese, praticamente quasi nessuno si accorge della loro presenza.    

sabato 16 giugno 2012

Non c'è equità senza patrimoniale


di Bruno Contini


Può la seconda fase del governo Monti fare a meno di un ripensamento sull’imposta patrimoniale e/o sulla tassa di successione? I problemi pratici che si frappongono all’introduzione di una imposta patrimoniale sono indubbiamente seri (al di là dell’opposizione politica che troverebbe in Parlamento). Ma sarebbe già un passo avanti se il governo annunciasse l’avvio di una credibile operazione volta a risolverne le modalità di applicazione e fornisse al vasto pubblico una spiegazione esauriente del perché l’Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e di oltre Atlantico.
Dove tale imposta esiste, e fornisce un gettito importante, senza essere messa in discussione neanche dai partiti più conservatori. Ammesso che una valida spiegazione non si riduca alla ben nota questione del livello patologico di evasione fiscale e di esportazione di capitali verso i paradisi fiscali. Come se i paradisi fiscali servissero solo ai ricchi evasori italiani e non a quelli inglesi, tedeschi, francesi – perché ci sono anche quelli - oltre che ai russi e i padroni arabi del petrolio.
La nuova IMU potrebbe configurarsi come una imposta sul patrimonio immobiliare. Ma, sotto questo aspetto, sarebbe molto più equa e convincente se la prima casa ne rimanesse esente o comunque le fosse accordato un trattamento decisamente più privilegiato. La maggioranza degli italiani – anche quelli più tartassati dalla stretta fiscale della prima fase governo Monti - vivono in casa di proprietà. Senza contare che molti, proprietari di casa in una città dove sono nati o hanno avuto il primo lavoro, devono spostarsi altrove perché sono stati trasferiti o hanno trovato un nuovo lavoro, devono pagarsi l’affitto, o più spesso solo una parte di affitto, con il canone che percepiscono nel luogo di origine. Su cui pagano l’IRPEF e potrebbero essere chiamati a pagare l’IMU se non fosse previsto un meccanismo di esenzione non difficile da implementare.
Un’imposta patrimoniale, così come una IMU più equa di quella che sembra aspettarci, non produrrebbe ulteriori contrazioni dei consumi privati, e non avrebbe l’impatto recessivo che la stretta fiscale impone al paese.
E per finire, non si capisce per quale motivo “economico” non venga reintrodotta la tassa di successione, così amata dal vecchio Einaudi, il più illustre di tutti i liberali italiani, proprio in nome di una equità redistributiva che non dovrebbe premiare più di tanto i figli dei ricchi. Anche di questa, ovviamente, se ne capisce il motivo “politico”. Ma il governo dei tecnici non dovrebbe esserne continuamente condizionato, così come sembra darsi il caso su altri provvedimenti, primo fra tutti la riforma del mercato del lavoro.

da sbilanciamoci.info