venerdì 28 settembre 2012

Consiglio comunale del 27/09/2012


Giovedì 27 settembre alle ore 21,00 si è tenuto il Consiglio comunale che ha discusso i punti sotto riportati.
Spettatori presenti: due.


Le comunicazioni del Sindaco hanno riguardato alcune iniziative come inaugurazioni e mostre.
E’ seguita poi l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti (9 luglio, 23 agosto e 6 settembre).
Il punto successivo ha riguardato un prelievo dal fondo di riserva di 8.000 euro di cui 3.000 per spese relative ad un ricorso al T.A.R. 
Abbiamo chiesto al Sindaco che cosa riguardava questo ricorso, ma ci ha risposto che non se lo ricordava perché ne abbiamo diversi. Preferiamo non commentare…
E’ seguita una variazione al bilancio di previsione sulla quale ci siamo astenuti così come sul punto successivo cioè l’atto ricognitivo a salvaguardia degli equilibri di bilancio ai sensi dell’art. 193 del D. Lgs. 267/2000, con il quale viene dato atto del permanere del pareggio di bilancio e dell’assenza di debiti fuori bilancio. 
E ci mancherebbe altro, visto che appena due mesi fa abbiamo ripianato un debito fuori bilancio di quasi 200.000 euro!
Ci siamo astenuti anche sull'approvazione del regolamento per l’effettuazione delle spese di rappresentanza e per le spese connesse al funzionamento degli organi di governo in quanto questo regolamento non fissa i limiti di spesa. 
Ad onor del vero, nel nostro Comune non si è mai abusato di questo strumento, ma il caso Lazio poteva far riflettere…
La modifica al regolamento per la costituzione del gruppo comunale di volontariato di protezione civile, che vorrebbe permettere ai minorenni la partecipazione, seppur discusso è stato rinviato in quanto la 1^ Commissione non aveva espresso il proprio parere perché in sede di esame non aveva avuto informazioni ritenute essenziali ai fini di un parere appropriato.
L’ultimo punto, cioè l’accorpamento al demanio stradale di un frustolo di terreno in via Lesti, riguardava l’acquisizione oggi di una parte del terreno dove sorge l’acquedotto che per errore non era stata acquisita negli anni ’80.  

martedì 18 settembre 2012

"Sono i bambini che seducono i preti"


 Le scioccanti rivelazioni di un frate francescano
 
Padre Benedict Groeschel è un frate francescano, piuttosto noto negli Stati Uniti per essere stato il fondatore dell'ordine monastico del Rinnovamento.
Già autore di libri di successo e protagonista di alcuni programmi televisivi, questa volta ha raggiunto la massima popolarità, anche oltre i confini degli States, per alcune dichiarazioni che definire choccanti è poco. Intervistato dal National catholic register, a proposito dello scabroso tema degli abusi sui minori da parte dei prelati, padre Groeschel ha argomentato in questo modo: “Spesso accade che sia il bambino a sedurre il prete e non viceversa”.
Groeschel, nel corso degli anni vicino a diversi prelati accusati di violenze, ha provato a spiegare le sue ragioni.
“La gente ha in mente quest'immagine di persone con cattive intenzioni, praticamente degli psicopatici. Ma non è così, Mettiamo il caso di un uomo in preda a un serio esaurimento nervoso e di un giovane che gli si avvicini. In molti casi è proprio quest'ultimo a sedurre il sacerdote”, ha aggiunto. Poi, ha rincarando la dose, affermando che nella maggior parte dei casi, trattandosi di relazioni eterosessuali, o comunque tra uomini e ragazzi, non è possibile parlare di crimini: “Non penso che i preti coinvolti in simili episodi debbano andare galera, perché non avevano intenzione di commettere alcun crimine”.

domenica 9 settembre 2012

Ora una "legge Martini" sul fine vita


Addio a Carlo Maria Martini, profeta del Concilio
di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 6 settembre 2012  

Giulia Facchini Martini, nipote del cardinale Carlo Maria Martini, ha raccontato con semplicità toccante la morte dello zio, con una lettera che comincia così: “Caro zio, zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manifestazione dei sentimenti, questo è il mio ultimo, intimo saluto”. Ci sono brani della lettera che riguardano soprattutto e forse solo i credenti, per i quali “lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi” dopo la morte, dopo che “lì sul letto rimaneva soltanto l'involucro fisico”. Ma ce ne sono altri che ci riguardano tutti, riguardano da vicino ogni cittadino (e del resto, non è stata proprio questa cifra della presenza del cardinale a capo della diocesi di Milano a spingere tanti agnostici e atei a dargli l’estremo saluto ?). 

Scrive Giulia: “Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell'importanza della buona morte”. E sente che parlarne è un dovere, quando vede un malato di Sla che va incontro al feretro. Perciò si rivolge così allo zio: “Avevi paura, non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede. Ne avevamo parlato insieme a marzo e io, che come avvocato mi occupo anche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere in modo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto ricevere. E così è stato”. Ma di questo già è stato scritto, del rifiuto della nutrizione e idratazione artificiali che una sciagurata legge vorrebbe invece rendere obbligatoria per molti morenti. Più importante quello che segue: “Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllo del tuo corpo, di morire soffocato (…). Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quando non ce l’hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dottoressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompagnano alla morte, ti ha sedato”. 

Carlo Maria Martini ha deciso, deciso liberamente e sovranamente, il momento in cui voleva perdere definitivamente conoscenza, non “vivere” più la propria agonia e la propria morte. Questo e non altro, infatti, significa essere sedati. Non sentire più nulla, non provare più nulla, essere “fisicamente non cosciente” (anche se un credente crede, e dunque anche Giulia lo riafferma, che lo spirito misteriosamente resti presente nella sedazione, proprio come presente sarà anche nella morte e dopo, per l’eternità). Essere già, soggettivamente, nel sonno eterno, nell’eterno riposo, nella fine irreversibile di ogni sofferenza e di ogni angoscia. 

Carlo Maria Martini ha giustamente goduto della libertà di scegliere il momento in cui dire basta, essere sedato, non dover provare più nulla, il momento in cui “una dottoressa con due occhi chiari e limpidi” ha compiuto il gesto che il malato ha chiesto. Questa è l’“alleanza medico-paziente”, troppe volte invocata a sproposito e sadicamente, per imporre al paziente ore e giorni di vigile sofferenza che vorrebbe rifiutare. 

Carlo Maria Martini ha goduto di un privilegio, mentre avrebbe dovuto godere di un diritto. Un privilegio, perché ogni giorno in ogni ospedale italiano ci sono esseri umani, “soggetti deboli”, che rivolgono la stessa richiesta, essere definitivamente sedati, non dover provare più nulla mentre il loro organismo si avvia verso l’ultimo respiro, e che non vengono esauditi, non trovano la loro “dottoressa con due occhi chiari e limpidi”, ma la disumana durezza burocratica che quella sedazione definitiva rifiuta. Malati terminali che per ore, giorni, settimane, sono costretti alla mostruosa altalena di periodi di sedazione alternati a periodi di veglia e coscienza, saturi di quelle angosce che il cardinal Martini ha giustamente preteso di evitare, di non percepire, di lasciar vivere al suo organismo ma non al suo essere cosciente. Ora attraverso le parole affidate alla nipote, chiede a tutti, dunque in primo luogo alle istituzioni “di condividere i suoi [del morente] timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia”. 

Ecco, io credo che il modo migliore per onorare il cardinal Martini sarebbe una “legge Martini” che stabilisca in modo inequivocabile il diritto di ogni malato di scegliere il momento in cui ricevere una sedazione definitiva che lo accompagni in perfetta e irreversibile incoscienza alla morte dell’organismo. Ma sono ancora più certo che la Chiesa gerarchica e i politici che ne sono succubi (quasi tutti, anche a “sinistra”) e gli atei devoti e i falsi liberali che imperversano nei media e il cui nome è Legione, troveranno mille cavilli per dire no. 

martedì 4 settembre 2012

Si può ancora essere fieri di far parte di un partito...

TERREMOTO
LA CAMPAGNA DEL PARMIGIANO PARTIGIANO DEI GAP E DEL PRC 
HA FUNZIONATO. PAROLA DI CASEIFICIO



Ci sono lettere che la grande stampa non riporta perchè non fanno notizia, ci sono storie che molti dei nostri compagni e delle nostre compagne porteranno dentro raccontandole un domani ai loro figli o nipoti. Sono storie di pratiche sociali, di solidarietà attiva, valori scritti nella storia che nessun vento qualunquista cancellerà. Leggendo queste righe di ringraziamento al nostro partito per il progetto "parmigiano partigiano", scritte da parte del Caseificio Novese colpito dal sisma, ho provato grande emozione, come l'hanno provata tutti i compagni e le compagne che si sono adoperati per questa iniziativa. Il PRC come è successo durante il terremoto aquilano è intervenuto nella bassa modenese, tirandosi su le maniche, lavorando con altre associazioni per costruire processi di autorganizzazione e dando una mano concreta a che ne aveva bisogno. L'abbiamo fatto con umiltà, lontano dalle passerelle dei media, mettendo a disposizione i pochi strumenti che abbiamo.  Questa lettera che ci ha inviato il Caseificio Razionale Novese ci dice che politica non è solo comunicati stampa, che la sinistra quando fa la sinistra dimostra ancora di essere la parte migliore del paese. Sentitevi orgogliosi compagni e compagne della comunità che abbiamo costruito e teniamo viva con il lavoro militante. 
Il socialismo diceva Che Guevara, è la scienza dell'esempio, continuiamo così, con il popolo per il popolo contro la crisi.

Piobbichi Francesco - dipartimento organizzazione e pratiche sociali PRC

CASEIFICIO RAZIONALE NOVESE S.C.A.
Via Provinciale 73
41016 NOVI DI MODENA
TEL.  059-670094    
  
AL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
AI GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE

Cari amici,
al termine di questa lunga e difficile estate desideriamo rivolgervi un saluto ed un messaggio.
Il terremoto che ha colpito la nostra terra ha rappresentato un durissimo colpo per la nostra azienda, mettendo in discussione la sua sopravvivenza, con tutto ciò che questo poteva significare in termini di scomparsa di decine di posti di lavoro e di un sapere professionale che ha saputo negli anni produrre un Parmigiano di alta qualità.
La grande campagna di solidarietà da voi promossa nei nostri confronti e l’acquisto di cospicue quantità di Parmigiano da parte dei Gruppi di Acquisto Popolare e delle strutture territoriali del Partito della Rifondazione Comunista ci hanno permesso di superare un momento di enorme difficoltà e di metterci oggi nelle condizioni di potere affrontare il futuro.
Un’iniziativa, la vostra, che non si è rivolta solo a noi, ma che ha parlato il linguaggio della solidarietà e del mutuo soccorso, valori che hanno rappresentato per la nostra Emilia importanti e imprescindibili elementi per il progresso sociale e civile.
Per tutte queste ragioni desideriamo esprimervi la nostra gratitudine, sicuri che la nostra collaborazione continui anche nel futuro.

Un cordiale saluto.

Il legale Rappresentante
Tosi Germano