domenica 31 agosto 2008

In Italia il fascismo non c'è...

Accoltellato a Roma un ragazzo che tornava dalla festa in ricordo di
Renato Biagetti

L'articolo di Davide Varì pubblicato su "Liberazione"

Una nuova aggressione di matrice fascista è avvenuta venerdì notte a Roma. Un ragazzo, F.B. di ventotto anni, è stato accoltellato alla gamba mentre tornava dal centro sociale Pirateria. Ne avrà per un mese. Gli aggressori, stavolta - e al contrario di quanto avvenne due anni fa per la morte di Renato Biagetti, liquidata come una rissa tra balordi - hanno lasciato la firma. Mentre il ragazzo era ferito, e inerme a terra, hanno infatti urlato: «Zecche di merda vi accoltelliamo tutte».
«Ma non ti rendi conto che cosa stai facendo?». Sono le ultime parole che F., 28 anni, ha rivolto al suo aggressore prima di crollare a terra ferito da una coltellata, uno squarcio di quindici centimetri alla gamba destra.
No, evidentemente l'aggressore non si rendeva conto di quel che faceva. O forse se ne rendeva conto fin troppo bene visto che prima di fuggire - inghiottito dalla notte e dal buio dal quale era spuntato d'improvviso - ha rifilato anche un calcione a F. che era lì a terra, ferito e inerme. Quando si dice il coraggio. E poi, prima di fuggire, gli insulti: «Zecche di merda vi accoltelliamo tutte».
Insomma, venerdì notte, a Roma, c'è stata l'ennesima aggressione fascista.
Un'aggressione studiata, pianificata e organizzata fin nei minimi dettagli. A cominciare dal giorno scelto per eseguirla: il giorno dell'anniversario della morte di Renato Biagetti, il ragazzo ucciso il 27 agosto di due anni fa a Focene per mano di due giovani.
«Saranno state le tre di notte ed eravamo di ritorno da una festa a Pirateria, una festa per ricordare Renato Biagetti», racconta uno degli aggrediti. «Eravamo in quattro e camminavamo a coppie di due a qualche decina di metri di distanza l'una dall'altra. D'improvviso abbiamo sentito le urla. Ci siamo immediatamente resi conto che eravamo vittime di una aggressione. Non ci hanno dato il tempo di far nulla. Avevano catene e coltelli».
Nulla di casuale, nessuna "fatalità". Quella dell'altra notte è stata una aggressione fascista, un agguato a tutti gli effetti. «Erano lì che ci aspettavano chissà da quante ore - racconta ancora uno dei ragazzi aggrediti -. Hanno tirato fuori le "lame" e alcuni, i più giovani, erano meno esperti, ma altri le padroneggiavano perfettamente. Era gente addestrata». Già, gente abituata ad aggredire di nascosto in tipico stile fascista.
«Avevano le teste rasate, erano armati di coltelli e catene: si è trattato di un vero e proprio agguato premeditato», racconta un altro testimone di quanto accaduto ieri l'altro.
«Dopo il concerto, intorno all'una di notte - racconta - ci siamo spostati al centro sociale Pirateria che dista poche centinaia di metri dal parco dove si era svolto il concerto. Alle quattro abbiamo deciso di tornare a casa, la strada era deserta: dopo alcuni metri abbiamo sentito delle grida: dieci ragazzi vestiti con magliette nere e teste rasate hanno cominciato ad insultarci, quindi, si sono avvicinati e ci hanno aggredito»
«A uno di noi, F., sono state inferte almeno tre coltellate ed una lo ha ferito alla coscia e, una volta a terra, preso a calci in faccia. Anche io sono stato picchiato e scaraventato con violenza a terra».
L'aggressione è durata pochi attimi. «Dopo averci colpito - spiega ancora il ragazzo- sono fuggiti a piedi. E' stata una vera e propria provocazione di stampo neofascista in una serata in cui ricordavamo un nostro compagno ammazzato proprio da estremisti di destra».
E poi quel sinistro riferimento alla morte di Renato Biagetti. Un aggressione, dunque, che ha tutta l'aria di una rivendicazione di quanto accaduto la notte del 27 agosto di due anni fa.
Quel giorno Renato usciva da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene e fu aggredito da due giovani scesi dalla loro auto coltelli alla mano. Gli urlarono di tornare a casa, che quello non era il loro territorio. Colpirono Renato che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale.
Si parlò, e gran parte della stampa parla ancora, di rissa. Ecco, se qualcuno ha ancora qualche dubbio circa la matrice dell'aggressione che ha portato alla morte di Biagetti, quella dell'altra sera sembra fugare ogni dubbio. L'aggressione di ieri e quella di due anni fa è stata una tipica aggressione fascista. Stesse modalità e stesse dinamiche. Ma almeno, e solo per puro caso, stavolta il morto non c'è stato.
Questa volta neanche il sindaco Gianni Alemanno può nascondersi dietro al rissa tra ragazzi: «Esprimo ferma condanna per questo grave episodio di violenza che, secondo le testimonianze delle vittime, sembra essere di natura politica», ha dovuto ammettere il sindaco.
«Mi auguro - ha poi sottolineato Alemanno - che gli inquirenti siano in grado di assicurare subito alla giustizia i responsabili di questo gesto criminale, verificando con assoluta certezza se dietro di esso esista una forma organizzata di estremismo di destra».

Anche stavolta l'aggressione sarà attribuita alla criminalità comune?
Tanto in Italia non è vero che c’è il fascismo… E nemmeno il razzismo…
Ma l'aria che tira è sempre più brutta...

Leggi anche "L'antifascista, questo sconosciuto"

mercoledì 27 agosto 2008

La meglio gioventu'

... era un fatto noto che per gli italiani e sopratutto i giovani essere comunisti significa farsi le canne, portare i capelli lunghi arruffati, barba incolta e pizzetto lungo, giacca di velluto e blu jeans intonati con scarpina scamosciata marroncino, ascoltare Bob Marley e cose del genere..."

Questo è una parte del commento (che mi ha molto colpito) che Vincenzo ha lasciato sul mio post precedente "Tira una brutta aria...", un articolo di Giovanna Casadio sulla vicenda del giovane di Catania tolto alla madre su segnalazione dei Servizi Sociali perchè iscritto ai Giovani Comunisti.

Ma qual'è in Italia la realtà giovanile?
Io ripongo nei giovani molta fiducia e credo nelle loro enormi potenzialità che però vanno coltivate, prima di tutto con l'esempio.
I giovani sono il nostro "prodotto" e se il "prodotto" viene difettoso, la colpa non è loro, perlomeno non tutta, ma di chi ha messo in piedi la "catena di montaggio"...


Di seguito un articolo di Enrico Miele

"La gioventù italiana, quanto a coscienza civile e impegno politico, è una delle migliori d'Europa".
La frase non è un commento ironico sulla vicenda di Catania, bensì rappresenta il giudizio del ministro Giorgia Meloni su un'indagine commissionata dall'agenzia nazionale per i giovani. L'inchiesta tratteggia le nuove generazioni come "bamboccione" e pessimiste ma più impegnate sul fronte sociale e politico rispetto alla media europea.
Sarà paradossale, ma i risultati di quest'inchiesta arrivano poche ore prima che il giudice della prima sezione civile del tribunale di Catania, Massimo Esher, affidi al padre l'affidamento del figlio di 16 anni, perché, tra le altre cose, sarebbe iscritto ai giovani comunisti.
Per fortuna il ragazzo non è solo. Dalle oltre mille interviste, realizzate a luglio dalla Gallup, emerge che i giovani italiani iscritti a un partito politico sono più del doppio della media europea (11% contro il 5). L'interesse per la politica, alcuni direbbero per la democrazia, è da noi "considerevole", se è vero che uno su tre segue la politica nazionale e uno su cinque le cronache cittadine. Tre su quattro (76%) hanno votato negli ultimi tre anni alle elezioni, sia politiche che amministrative, percentuale che nella Ue scende a 62%. Diffuse le manifestazioni, pratica nella quale i giovani italiani primeggiano al fianco dei coetanei spagnoli e francesi. Come dire, l'impegno politico è importante, basta che per un giudice non si traduca in gesti concreti. O peggio, nell'avere una tessera di partito."

mercoledì 20 agosto 2008

Tira una brutta aria...

Sedicenne tolto alla madre perchè milita in Rifondazione

Articolo di Giovanna Casadio
pubblicato su La Repubblica.it
il 20 agosto 2008

Non commento: è meglio...

Gli dicono che somiglia a Scamarcio, l'attore. A sedici anni, fa piacere. Ma ha promesso che oggi si taglia i capelli arruffati e magari non lo bollano più come comunista. Circolo Tienanmen, tessera dei Giovani comunisti, trovata dal padre, fotocopiata dai servizi sociali, allegata all'ordinanza del Tribunale di Catania, prima sezione civile, per dimostrare nella causa di affido che la madre non sa badare all'educazione del ragazzo il quale ha "la tessera d'iscrizione a un gruppo di estremisti".

Quindi, M. P. - che preferisce non essere citato con il suo nome, visto che lui, ragazzo esuberante, lo conoscono un po' tutti a Catania - è stato di fatto accusato di essere comunista rifondarolo, uno che frequenta "luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope", dove cioè c'è il sospetto che si bevano birre e si fumino spinelli. Nel giudizio degli assistenti sociali, le cose stanno pure peggio perché i comunisti sono "estremisti, il segretario del circolo è un maggiorenne che pare abbia provveduto a convincere all'iscrizione e all'attivismo altri ragazzi", tra cui l'amico del cuore del sedicenne, anche lui una testa matta che lo trascina nella vita "senza regole". Non è l'unica ragione, ovvio, per far pendere la bilancia della contesa sull'affido dalla parte paterna, ma la militanza comunista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. M. P. è stato tolto alla madre e ora assegnato al padre, insieme al fratello più piccolo.

Tra un uomo e una donna, dopo una travagliata separazione, la resa dei conti si scarica spesso sui figli. Cose che succedono, non dovrebbero. La ragione, si sa, non sta mai da una parte sola. Però a Catania, ora ci si è messa di mezzo la politica. Mai infatti i comunisti, rifondaroli o del Pdci, si erano sentiti citati in un tribunale come pericolosi, estremisti, prova provata e sintomo di devianza giovanile. "Fino a ieri si chiamava militanza, e Rifondazione era il partito del presidente della Camera, Fausto Bertinotti; la sinistra comunista aveva due ministri nel governo Prodi", si sfoga Orazio Licandro, responsabile dell'organizzazione del Pdci. Nel partito di Diliberto hanno suonato l'allarme: comincia così la caccia alle streghe, usando in una storia delicata e complessa di affido familiare lo spauracchio dei comunisti, "è l'anticamera della messa al bando, siamo ormai extraparlamentari e anche pericolosi. Non è fascismo? Poco ci manca". Elencati nel dossier del tribunale infatti ci sono la tessera, con il costo dell'adesione, il faccione di Che Guevara e la fede nella rivoluzione riassunta nella frase "No soy un libertador, los libertadores existen, son los pueblos quienes se liberan".

C'è inoltre la parodia di una canzone dei Finley "Adrenalina", ode alla cocaina, riferimenti che mandano in tilt un padre come una madre. Mamma Agata, medico ospedaliero, è disorientata. Il Tribunale la obbliga intanto a versare 200 euro al mese al marito per il mantenimento dei figli, a lasciare la casa nel comune etneo dove la famiglia risiedeva. Nel più pessimista dei suoi incubi, racconta, si aspettava un affido condiviso. L'Istat calcola che ormai in Italia i figli bipartisan del divorzio stanno crescendo fin quasi a diventare sette su dieci. Dev'essere la storia di un'altra Italia, non cose che capitano qua, da queste parti a Catania, taglia corto Agata. Non è disposta a riconoscere argomenti e legittimità delle richieste paterne, che invece ci sono. E il figlio? "Va al mare e studia, ha avuto tre debiti al penultimo anno del classico - greco, latino e filosofia - d'altra parte come può essere sereno con questa guerra in atto?".

Non facile certo, spiegare a M. P. che le difficoltà della vita per alcuni, per lui ad esempio, si sono presentate in anticipo. Capita, ma s'impara prima. Difficile a quanto pare, far comprendere al padre che, come scriveva Freud, l'adolescenza è una malattia grave ma per fortuna si guarisce. L'avvocato della madre Mario Giarrusso assicura che tenterà altri approcci, mediazioni, soluzioni. I comunisti denunciano il clima da "anticamera della messa al bando" che si respira nell'isola. M. ha progetti bellicosi per l'autunno, ma tutti davvero poco preoccupanti: una band con gli amici dove lui vuole suonare il basso e la chitarra, la militanza politica, il teatro grande passione. "Con il suo gruppo ha vinto anche un premio", s'inorgoglisce la dottoressa Agata. Nelle relazioni dei servizi sociali e nell'ordinanza del tribunale le si rimprovera di avere nascosto al marito che il ragazzo ha avuto una "irregolare frequenza scolastica", di avere dato il suo beneplacito a "mancati rientri a casa", oltre a una serie di leggerezze anche verso l'altro fratellino (la figlia più grande è maggiorenne). Ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi sotto accusa per le idee del figlio.

Alcuni interventi:

Estremisti e pericolosi. Proprio come sotto il fascismo
Ma quanto fanno ancora paura i comunisti?

giovedì 14 agosto 2008

La vera bestia è l'uomo

Ho ricevuto questa e-mail da Elena che gestisce il sito www.gattopoli.it
Ho ancora il mal di stomaco per il d
isgusto che ho provato per queste "bestie" che di umano non hanno nulla...
"Non ce l'ha fatta! Oscar e' morto tra indicibili sofferenze un'ora fa.
Il suo povero corpicino non ha retto…

Dopo flebo, cateteri, clisterini, antidolorifici, antibiotici, diuretici, e tutto ciò che si è potuto provare grazie anche alle donazioni, è stato necessario addormentarlo...

Vi preghiamo di firmare la petizione... tutto questo non può finire nel silenzio:

http://www.firmiamo.it/scempioaportoempedocleapplicazionedelleleggi


Voleva solo un po' di PAPPA e qualche CAREZZA invece un branco di giovani BESTIE UMANE lo ha PRESO, tenuto, LEGATO, SEVIZIATO, SODOMIZZATO, infilato ossa nel retto fino a lesionare gli organi interni e dopo il sadico divertimento lo hanno SOTTERRATO VIVO...

Tutto ciò davanti a curiosi affacciati alle finestre che non hanno fatto nulla, tranne una signora anonima che ha chiamato ASSUNTA DANI RAMETTA, che si è precipitata sul posto nonostante il senso di soffocamento e di vomito.
Lei sola, dopo aver SCAVATO DISPERATAMENTE, lo ha trovato ed estratto.
Un SOFFICE, POVERO CORPICINO VIOLATO ANCORA AGGRAPPATO AD UN FILO DI VITA.

Non è un film dell'orrore, è quanto successo ieri in una piazza di Porto Empedocle (AG), paese dove si giustifica tutto, perché gli animali continuano a contare meno di niente.

Chiunque voglia partecipare alle ingenti spese veterinarie può farlo con una donazione a "Rametta Dani Assuntina, presidentessa Associazione Animalista Empedoclina Protezione Cani Randagi Onlus"
BANCO DI SICILIA
IT 25 I 0102083041000000248754
BANCO POSTA
N C/C postale: IT50F0760116600000047809983

martedì 12 agosto 2008

La Bocca della Verità

Stiamo distribuendo in questi giorni un nuovo volantino d'informazione sull'operato dell'Amministrazione comunale a cura dei del Gruppi consiliari di opposizione.
Chi lo volesse leggere tutto, lo può trovare qui.

domenica 3 agosto 2008

Chiuso per ferie




Vado a trovare mia figlia in quel di Fornovo di Taro.
Ci sentiamo fra qualche giorno.
Lascio un saluto a tutti quelli che, per scelta o per caso, passeranno di qui...



Intanto, come promesso a coloro che me l'hanno chiesto, pubblico qualcosa sul Congresso di Rifondazione Comunista e precisamente
il documento finale presentato da Giovanni Russo Spena.

1
Il Congresso considera chiusa e superata la fase caratterizzata dalla collaborazione organica con il PD nella fallimentare esperienza di governo dell’Unione, dalla presentazione alle elezioni della lista della Sinistra Arcobaleno e dalla sbagliata gestione maggioritaria della direzione del partito.
Il Congresso prende atto che nessuna delle mozioni poste alla base del VII Congresso nazionale del PRC è stata approvata.
Ritiene necessario e prioritario un forte rilancio culturale, politico e organizzativo del Partito della Rifondazione Comunista.
Respinge la proposta della Costituente di sinistra e qualsiasi ipotesi di superamento o confluenza del PRC in un’altra formazione politica. Il tema dell’unità a sinistra rimane un campo aperto di ricerca e sperimentazione, partendo da questa premessa.
2
Il rilancio del PRC deve essere caratterizzato in primo luogo da una svolta a sinistra. L’esperienza di governo dell’Unione ha mostrato l’impossibilità, data la linea del PD e i rapporti di forza esistenti, di un accordo organico per il governo del paese.
La sconfitta delle destre populiste e della politica antioperaia della Confindustria è il nostro obiettivo di fase. A tale fine, la linea neocentrista che caratterizza oggi il Partito Democratico è del tutto inefficace e sarebbe quindi completamente sbagliata la proposta di ricostruzione del centro sinistra; ci ridurrebbe in una collocazione subalterna all’interno di un contesto bipolare.
Al contrario è necessario costruire l’opposizione al governo Berlusconi, intrecciando la questione sociale con quella democratica e morale, in un quadro di autonomia del PRC e di alternatività al progetto strategico del PD.
E’ importante recuperare l’idea che l’opposizione non è una mera collocazione nel quadro politico ma si configura come una fase di ricostruzione, di radicamento e di relazioni sociali, di battaglia culturale e politica. Nella crisi della globalizzazione capitalistica l’alternativa la si costruisce nella lotta sociale e politica contro il governo Berlusconi, i progetti confindustriali e le visioni fondamentaliste e integraliste. Dentro questa prospettiva è indispensabile rafforzare la sinistra di alternativa, avviando una collaborazione fra le diverse soggettività anticapitaliste, comuniste, di sinistra e aggregando le realtà collettive ed individuali che si muovono al di fuori dei partiti politici sui diversi terreni sociali, sindacali e culturali.
3
Il rilancio del PRC parte dalla ripresa dell’iniziativa sociale e politica. La promozione di lotte, la costruzione di vertenze, la ricostruzione dei legami sociali a partire da forme di mutualità, sono indispensabili al fine di qualificare dal punto di vista dell’utilità sociale il ruolo storico dei comunisti e della sinistra. Così come sono elementi necessari per valutare l’efficacia della nostra presenza nelle istituzioni e per ribadire la nostra alterità e intransigente opposizione rispetto alle degenerazioni della politica. Anche in vista delle prossime elezioni amministrative, ferma restando la piena sovranità dei diversi livelli del partito, anche alla luce dell’importanza assunta dai governi locali nel dispiegarsi di politiche di sussidiarietà, privatizzazione e securitarie, è necessario verificare se gli accordi di governo siano coerenti con gli obiettivi generali che il partito si pone in questa fase.
La lotta contro la manovra economica antipopolare del governo delle destre, l’opposizione alle iniziative razziste e discriminatorie contro i migranti e i rom, il contrasto ai progetti di attacco al pubblico impiego e alla pubblica amministrazione, l’opposizione alla controriforma della giustizia e la questione morale, rappresentano terreni decisivi di iniziativa, di mobilitazione e di allargamento di un movimento di massa contro le politiche del governo.
E’ quindi necessario, fin da subito, che il nuovo gruppo dirigente del partito lavori ad ogni possibile forma di coordinamento della sinistra politica, sociale e culturale al fine di mettere in campo la più ampia e forte mobilitazione contro il governo e la Confindustria. In questo quadro è necessario lavorare per la realizzazione di un nuovo 20 ottobre, una grande manifestazione di massa e una campagna politica di autunno che, partendo da quanti diedero vita all’appuntamento dello scorso anno, raccolga nuove forze, in particolare le espressioni di movimento e di lotta. Rientra in questo percorso l’impegno ad organizzare per il prossimo autunno la Conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori.
Non è però sufficiente una manifestazione; la ripresa di una iniziativa di lotta, richiede in primo luogo la messa in campo di una forte iniziativa in difesa delle condizioni di vita e di lavoro delle classi popolari; dalla difesa dei Contratti Nazionali di Lavoro alla questione dei salari e delle pensioni, dalla questione dirimente della lotta alla precarietà all’iniziativa contro la disoccupazione nel Mezzogiorno, dalla lotta per la casa alla difesa e sviluppo del welfare.
E’ centrale la questione del reddito, a partire dalla difesa del potere di acquisto di salari e pensioni che va tutelato anche attraverso un meccanismo di difesa automatica del valore reale delle retribuzioni e dal tema ineludibile del salario sociale.
Si tratta di terreni decisivi per ricostruire l’unità del mondo del lavoro, tra nord e sud, tra lavoratori pubblici e privati, tra italiani e migranti, e per ricomporre le attuali cesure tra lavoratori garantiti e atipici. Si tratta di declinare queste lotte intrecciandole al conflitto di genere ed alle relazioni intergenerazionali. Solo la ripresa del conflitto di classe può evitare che la guerra tra i poveri prenda piede nel nostro paese, sedimentando razzismo e xenofobia.
Pur nel rispetto dell’autonomia del sindacato, non possiamo che sottolineare la necessità assoluta che vengano superate le logiche concertative che hanno reso impossibile la difesa dei lavoratori e delle fasce a basso reddito. In questo quadro, riaffermando la necessità di una piena autonomia del sindacato da partiti, governo e padronato, auspichiamo la costruzione di una ampia sinistra sindacale che ponga al centro i nodi della democrazia e della ripresa del conflitto. Così come salutiamo positivamente ogni forma di coordinamento e di cooperazione nell’ambito del sindacalismo di base.
Riteniamo opportuno favorire ogni elemento di conflitto dal basso nei luoghi di lavoro, la rinascita di un protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, l’emergere di momenti di auto-organizzazione, tutti elementi decisivi affinché la battaglia anticoncertativa assuma una dimensione di massa. In questo quadro è necessario un forte investimento nella costruzione della presenza organizzata del partito nei luoghi di lavoro.
Intrecciati con la questione sociale in senso stretto, sono cresciuti nel paese importanti movimenti di lotta su temi decisivi quali la laicità dello Stato, la difesa della Costituzione repubblicana e antifascista, il rilancio della scuola e dell’università pubblica, il diritto alla libertà di orientamento sessuale e la lotta contro ogni forma di discriminazione, omofobia, violenza alle donne e attacco alle loro libertà, al diritto di scelta e di decisione sul loro corpo com’è il tentativo di attacco alla 194 e la legge sulla procreazione assistita, la difesa dell’ambiente su questioni che interessano contesti locali ma pongono problemi generali relativi al modello di sviluppo. Basti pensare alle lotte contro la Tav, contro le grandi opere, contro la proliferazione di inceneritori e rigassificatori. Si deve dare un sostegno attivo a questi movimenti lavorando per una ricomposizione dei conflitti in una strategia globale di trasformazione.
Diritti sociali, civili, ambientali sono per noi le diverse facce di uno stesso progetto: l’alternativa di società.
In questo quadro il VII Congresso del PRC ritiene necessario il lancio di una stagione referendaria sulle questioni della precarietà, della democrazia sui luoghi di lavoro, dell’antiproibizionismo, da gestire con il più vasto schieramento possibile.
4
Il PRC, riprendendo il percorso cominciato a Genova, ribadisce la propria internità al movimento mondiale contro la globalizzazione capitalistica e, in questo quadro, la volontà di intensificare la collaborazione e le relazioni con i partiti comunisti e progressisti, con tutti i movimenti rivoluzionari e le importantissime esperienze latino-americane che si collocano contro le politiche neoliberiste e di guerra, con i popoli in lotta contro l’occupazione militare e per l’autodeterminazione.
In Europa, in particolare, lavora ad un rafforzamento dell’unità delle forze comuniste e di sinistra alternative al Partito Socialista Europeo, sia nell’ambito del Partito della Sinistra Europea sia in quello del Gruppo Parlamentare Europeo della Sinistra Unitaria Europea-Sinistra Verde Nordica, al quale aderiranno i futuri eletti.
Per questo motivo il Congresso dà mandato agli organismi dirigenti affinché alle prossime elezioni europee siano presentati il simbolo e la lista di Rifondazione Comunista – SE sulla base del programma che sarà definito nel prossimo autunno. Questa decisione si deve accompagnare alla ricerca di convergenze, in occasione delle elezioni europee, tra forze anticapitaliste, comuniste, di sinistra, sulla base di contenuti contrari al progetto di Trattato di Lisbona e all’impostazione neoliberista e di guerra dell’ Unione Europea. Il Congresso ritiene gravissima qualsiasi manomissione della legge elettorale per le europee e impegna tutto il partito a contrastare questo progetto con il massimo di mobilitazione democratica di massa.
In Italia, in vista del prossimo vertice del G8, il PRC si deve impegnare, nelle istanze del movimento contro la globalizzazione, a ricostruire lo schieramento di forze politiche e sociali che condusse la mobilitazione contro il G8 di Genova, senza tacere sulle responsabilità del governo Prodi e sull’accondiscendenza del governo Soru nell’individuazione della sede del vertice in Italia alla Maddalena.
Il PRC deve impegnarsi, nell’ambito del movimento pacifista, in ogni lotta contro le guerre in corso nel mondo, contro la NATO e contro tutte le basi militari straniere, a partire da quella di Vicenza, e deve impegnarsi per il ritiro dei contingenti italiani dai teatri di guerra.
5
Il Congresso ritiene necessario rilanciare il partito e il progetto strategico della rifondazione comunista ed impegna il nuovo gruppo dirigente a promuovere ed incoraggiare un effettivo e pluralistico dibattito politico e teorico che prosegua nel segno dell’innovazione e della ricerca. In questo quadro, la ricerca sul tema della nonviolenza non riguarda per noi un assoluto metafisico ma una pratica di lotta da agire nel conflitto e nella critica del potere.
E’ parimenti necessario rilanciare l’indagine sulla morfologia del capitalismo contemporaneo, allargare il lavoro di inchiesta sulla nuova composizione di classe e sulle forme di organizzazione del conflitto.
Il rilancio del partito è impossibile senza la cura del partito stesso.
Il Congresso impegna il nuovo gruppo dirigente a procedere nella riforma del partito, in particolare mettendo in discussione il carattere monosessuato e separato della politica, muovendo dalle indicazioni emerse dalla Conferenza di Organizzazione di Carrara.
E’ necessario impedire ogni degenerazione del partito in senso leaderistico e plebiscitario ed ogni subordinazione del partito alle rappresentanze istituzionali e ai rapporti verticistici con altre forze politiche.
La gestione unitaria del partito, nel rispetto di eventuali dialettiche interne agli organismi dirigenti a tutti i livelli, deve essere intesa come partecipazione ai processi decisionali e non come mero diritto di critica a decisioni assunte da maggioranze o, peggio ancora, da cerchie ristrette di dirigenti.
La democrazia non è una forma qualsiasi di funzionamento del partito. Non si deve ridurre alla pura dialettica tra diverse posizioni né confondere in alcun modo con forme plebiscitarie di consenso. Il tesseramento deve essere strumento di partecipazione alla vita del partito, al suo progetto politico e alle sue decisioni. Non deve mai ridursi a strumento burocratico di conta interna. La democrazia necessita di partecipazione libera ed informata alla formazione di decisioni circa gli indirizzi politici di fondo e le scelte più importanti. In questo quadro la democrazia di genere è elemento essenziale della trasformazione della società per un mondo in cui eguaglianza e differenza siano elementi fondativi dell’autocostituzione di soggettività critiche, consapevoli, sessuate.
Gli organismi dirigenti a tutti i livelli non devono essere retti da una logica elitaria e devono essere fondati sul principio di responsabilità. La rotazione degli incarichi, la non commistione di incarichi di partito con incarichi istituzionali di governo, il rinnovamento costante degli organismi e il superamento del loro carattere monosessuato, l’introduzione di codici etici relativi ai comportamenti connessi ai privilegi sono obiettivi che il Congresso indica come prioritari al nuovo gruppo dirigente.
Il Congresso impegna infine il nuovo gruppo dirigente a lavorare, con gli strumenti opportuni, al miglioramento della formazione di tutti gli iscritti, dai militanti di base ai dirigenti nazionali.

Per chi ne volesse sapere di più, sul sito di "Essere comunisti" c'è una parte dedicata al Congresso

sabato 2 agosto 2008

2 agosto 1980



















ASPETTIAMO ANCORA VERITA' E GIUSTIZIA
E NON DIMENTICHIAMO