sabato 27 febbraio 2010

La politica, la mafia e i Rom

di Roberto Malini

Milano, 22 febbraio 2010.

"Vogliamo arrivare all'obiettivo reati zero," ha affermato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante un convegno all'Università Cattolica di Milano, dopo aver esaltato la lotta alla criminalità condotta dal governo. La realtà, tuttavia, contraddice in toto, con dati e cifre, le affermazioni di Maroni, perché mai come oggi il crimine è stato così forte e presente in ogni àmbito della società italiana. Allora, è lecito chiedersi, a quali risultati e a quali obiettivi si riferisce il ministro della Lega Nord? La risposta è semplice ed è strettamente connessa alle ideologie del partito del ministro dell'Interno: si è trattato di un'azione repressiva contro gli stranieri, soprattutto i Rom e i migranti colpiti da disagio sociale, spesso profughi da Paesi in crisi umanitaria. Una persecuzione etnica che nulla ha di positivo o utile per la collettività italiana e continuerà a produrre effetti devastanti finché le ideologie intolleranti potranno esprimersi impunemente al di sopra delle norme che tutelano i Diritti Umani. Nel frattempo la criminalità vera, quella che uccide, ricatta, mortifica gli onesti, corrompe gli amministratori pubblici e privati, inquina l'ambiente, rovina la società (e in primis la gioventù) prospera indisturbata.
Esiste in Italia un grave fenomeno deviante, caratterizzato dalla quasi totale apertura culturale, da parte del popolo e dei media italiani, alla presenza mafiosa: si tratta di un fenomeno causato da anni di propaganda sui giornali e in televisione. Le mafie, negli ultimi 20 anni, ma soprattutto nell'ultimo lustro, si sono diffuse in tutti i comparti della società italiana, fino a toccare il "fatturato" record di circa 300 miliardi di euro (di cui 150 legati al traffico di droga) nel 2009. Con un simile potere, non deve stupire che personaggi strettamente collegati alla mafia abbiano raggiunto importantissime posizioni politiche, dando vita a nuovi tentacoli mafiosi, che ormai compenetrano l'economia, la finanza, la pubblica amministrazione. Le politiche recenti, come l'approvazione di leggi contro le intercettazioni telefoniche e lo scudo fiscale, hanno "premiato" le cosche. Ma soprattutto è la minimizzazione della realtà mafiosa (quante volte si legge sui giornali che "lo Stato ha 'quasi' sconfitto la Mafia"?) e la delegittimazione dei pentiti ad aver limitato pesantemente il lavoro dei magistrati impegnati seriamente contro il crimine organizzato. Non meno grave è la mancanza di volontà, da parte dei partiti, di fare pulizia di tutti coloro che sono colpiti da sospetti (o, peggio, indagini) di collusioni o complicità mafiose. Questa attività di prevenzione e "purifica" era consigliata caldamente dal giudice Paolo Borsellino: possiamo considerarla la sua più importante - e ignorata - eredità civile. Oggi si può affermare che i vertici mafiosi non sono più solo in Sicilia, Campania e Calabria, ma al nord o addirittura all'estero, in Svizzera, negli Stati Uniti e in altri Paesi, da dove guidano l'impero economico malavitoso. Ovviamente, tanto ai politici corrotti che ai mafiosi, è indispensabile agire dietro una cortina di fumo, per condurre i loro affari illeciti senza disturbo, per mantenere le posizioni di potere conseguite e le alleanze "istituzionali" senza che la giustizia e le forze dell'ordine possano intralciarli, senza che gli eventuali scandali possano minarne la libertà di azione e l'impunità. Ecco perché politica e mafia, che controllano il 99% dell'informazione in Italia, hanno interesse a creare allarme sociale riguardo ad altri fenomeni, facendo leva su pregiudizi medievali e colpendo i gruppi sociali più vulnerabili: i Rom, con la loro povertà che li costringe all'accattonaggio, a rifugiarsi in case abbandonate o campi dove costruire baracche; i rifugiati, con il disagio provocato dal razzismo e dalla xenofobia (i politici riescono facilmente a presentarli come "parassiti", "barbari" e "invasori"); gli stranieri, che sono accusati di essere asociali e di "rubare il lavoro agli italiani"; gli omosessuali, che con i loro modelli di vita si pongono, secondo gli intolleranti, quale antitesi al concetto tradizionale di "famiglia", cellula del concetto tradizionale di "società". Capri espiatori di un sistema perverso e marcio, i reietti, gli esclusi, i discriminati sono "carne da macello": lo strumento più efficace del malaffare. In questo panorama, gli attivisti e i difensori dei diritti umani sono vissuti come sovversivi, nemici del Paese, anarchici, mentre i movimenti neonazisti e razzisti divengono preziosi alleati dei partiti che vogliono apparire "moderati", ma hanno bisogno di qualcuno che faccia il "lavoro sporco". E' evidente come tali gruppi che incitano all'odio razziale dovrebbero essere messi fuori legge in una democrazia: al contrario, vengono premiati e oggi occupano ministeri, hanno deputati, senatori, sindaci, presidenti di Regione e perfino europarlamentari, mentre i media ospitano i loro deliri, presentati in forma "civilizzata". Nel contempo, le loro frange estremiste operano con violenza, al di fuori della legge. Ancora riguardo agli attivisti e agli operatori umanitari, se poi succede che abbiano l'ardire di diffondere all'estero documenti e prove delle violazioni istituzionali, ecco che vengono intimiditi, perseguitati, fatti oggetto di abusi polizieschi e giudiziari.

Gruppo EveryOne

venerdì 19 febbraio 2010

Libertà di cura: Eluana un anno dopo


Pubblico l'e-mail che mi è pervenuta da Senatore Ignazio Marino in quanto firmataria dell'appello per la libertà di scelta in ordine ai trattamenti sanitari.


“Si tratta di un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione quello cioè di affermare che non possono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie”.


Aldo Moro, dibattito sull'articolo 32 della Costituzione, Commissione per la Costituzione della Repubblica Italiana, 28 gennaio 1947

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro, dopo 17 anni passati senza coscienza in un letto, divenne finalmente libera. Direi liberata, dall'impegno civile di un padre esemplare e dal sussulto democratico di una parte del Paese che non tollerava l'illecita invadenza dello Stato nell’imporre ad una persona terapie non volute per prolungarne l’agonia.
Il dibattito sul testamento biologico fu allora travolto e nell'Aula del Senato si arrivò all'approvazione di una legge contro la libertà di scelta, calpestando il principio dell'autodeterminazione dell'individuo.
Oggi vi scrivo per ribadire, ad un anno dall'appello sul sito www.appellotestamentobiologico.it che vi ha visti firmatari, insieme a personalità del mondo giuridico, della cultura, dello spettacolo, dello sport (da Gustavo Zagrebelsky a Marcello Lippi, da Eugenio Scalfari a Luciana Littizzetto): non permettiamo che venga dato il via libera a una legge contro la libertà di scegliere.

La legge approvata dalla destra al Senato lo scorso marzo è adesso all'esame della Camera dei Deputati che la renderà presto definitiva. Si tratta di una norma contro la libertà individuale nella scelta delle terapie. Di fatto impone a tutti noi l'obbligo di terapie mediche quali la nutrizione e l'idratazione artificiali, anche se siamo contrari ad esse, anche se servono solo a prolungare una irreversibile agonia.

La strada da percorrere è un confronto aperto e libero da condizionamenti ideologici, per una legge che tutti condividano. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha mostrato aperture in tal senso, ma il Governo sembra voler utilizzare la propria forza per imporre un voto ideologico sul testamento biologico, contro le evidenze scientifiche e la libertà individuale.

Il mio impegno su questi temi continua più forte di prima.

Per questo chiedo a voi, donne e uomini liberi e laici, di esercitare i vostri diritti di cittadini, promuovendo un'azione di pressione sulla Camera dei Deputati.

E' il momento di fare sentire la nostra voce: scriviamo al Presidente Fini, utilizzando un modello di lettera che vi allego oppure scrivendo un testo diverso. Se saremo in tanti riusciremo a fare "massa critica" e non resteremo inascoltati.

Per scrivere a Gianfranco Fini manda un'email a: fini_g@camera.it

Ignazio Marino

Presidente Fini,
sono un sostenitore dell'appello per il testamento biologico (www.appellotestamentobiologico.it) promosso dal senatore Ignazio Marino e da numerose personalità del mondo giuridico, scientifico e culturale italiano.
La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, approvata dal Senato sarà presto all'esame dell'Aula della Camera dei Deputati.
Le scrivo per invitarLa a non ignorare la mia voce.
Chiedo una legge per il diritto alla salute ma contro l’obbligo alle terapie.
Chiedo una legge laica, tracciata nel solco dell'art. 32 della nostra Costituzione.
Mi auguro che il Suo contributo sia determinante nell'aprire una nuova fase di riflessione e condivisione su un testo che attualmente è contro le evidenze scientifiche e la libertà individuale.
Un confronto che consenta di uscire da un’impostazione ideologica, rendendo la legge utile per le persone in modo che ciascuno possa scegliere liberamente a quali terapie sottoporsi e a quali rinunciare.

Grazie.

mercoledì 17 febbraio 2010

Nobel per la pace e criminali di guerra

14 febbraio 2010.

Da ieri l'ospedale di Emergency a Lashkar-gah, nel sud dell'Afganistan, è in attesa di ricevere le vittime dei bombardamenti delle forze anglo-americane che da due giorni colpiscono il villaggio di Marjah, situato a circa 50 km a sud ovest dal capoluogo della provincia di Helmand.
Al nostro staff è stato comunicato che decine di vittime civili in gravi condizioni non riescono ad essere trasferite agli ospedali a causa dei posti di blocco militari che impediscono anche il passaggio di vetture per il trasporto dei feriti. Ci risulta che, a questa mattina, già 6 di loro sono morti perché ne è stata impedita l'evacuazione
Tra i pochi riusciti a raggiungere l'ospedale di Emergency anche un bambino di 7 anni colpito al petto da una pallottola e immediatamente operato.
Emergency denuncia questi gravissimi crimini di guerra perpetrati dalle forze della coalizione internazionale guidate dagli Stati Uniti e chiede che venga aperto un corridoio umanitario per garantire una pronta assistenza ai feriti.

Allistante - Newsletter di Emergency - n. 6

venerdì 12 febbraio 2010

News da Agugliano

Per chi ha voglia di leggere il nostro punto di vista
su quello che succede ad Agugliano...

giovedì 11 febbraio 2010

Consiglio comunale del 09/02/ 2009



Spettatori presenti: circa una decina.

Con le comunicazioni del Sindaco siamo stati messi a conoscenza che la “Giornata della memoria” (27 gennaio) e la “Giornata del ricordo” (10 febbraio) sono state trattate dalla scuola media.
Onestamente ci sembra un po’ pochino…
I verbali delle sedute precedenti (26 novembre e 28 dicembre) sono stati approvati senza alcuna osservazione.

Il secondo punto relativo all’adozione del regolamento per la gestione dei contributi socio-assistenziali a tutela della maternità ed infanzia, cioè sulla gestione dei fondi che la Provincia concede ai Comuni per questo settore, è stato approvato all’unanimità.
Il nostro Gruppo ha fatto notare che la competente Commissione consiliare è stata convocata d’urgenza pur non essendoci la necessità per cui abbiamo chiesto il rispetto del Regolamento del Consiglio.
Inoltre, cosa ben più grave essa si è dimostrata totalmente inutile in quanto nessuno in Commissione (né Presidente né Segretario) ha saputo dare informazioni e spiegazioni circa l’oggetto da trattare!!!

La trattazione del terzo punto ha riguardato una modifica al regolamento edilizio comunale per adeguare la dotazione minima di fotovoltaico nelle nuove costruzioni e prevedere l’obbligo di prestare la polizza fideiussoria nei permessi per nuove costruzioni.
Il voto è stato unanime in quanto l’adeguamento minimo del fotovoltaico è una prescrizione di legge e la polizza fideiussoria va a tutela del Comune per eventuali danni fossero arrecati a proprietà del Comune (strade e marciapiedi) durante i lavori di realizzazione delle nuove costruzioni.

Anche il quarto punto, cioè l’approvazione dello schema di convenzione per l’attuazione delle previsioni urbanistiche dell’area 5, ambito I 1 (inizio di Contrada Gavone) del P.R. G. è stato approvato all’unanimità.

Il quinto punto (Adozione del piano di lottizzazione scheda d’ambito IP 5, sub-ambito A 1) è stato ritirato.

Sulla variante al piano particolareggiato del centro storico di Agugliano ci siamo astenuti perché pur considerandola uno strumento assolutamente necessario non abbiamo condiviso fino in fondo alcune scelte.

Il settimo punto ha riguardato una modifica al regolamento comunale per gli interventi di edilizia minore per consentire superfici maggiori di pergolati e gazebo nel caso di coperture con pannelli fotovoltaici. In pratica, con questa modifica si amplia fino a 26 metri quadrati la superficie di pergolati e gazebi.
Abbiamo votato a favore in quanto l’uso di energie rinnovabili è sicuramente da incentivare, ma vista l’elevata superficie delle strutture abbiamo invitato gli uffici competenti ad una puntuale istruttoria delle pratiche autorizzatorie.

L’ultimo punto concerneva l’approvazione di una convenzione tra l’Unione dei Comuni e i Comuni medesimi per la disciplina dei rapporti di lavoro con il personale dipendente di altre amministrazioni, ai sensi dell’art. 1, comma 557 della legge n. 311/2004.
Il punto è stato approvato all’unanimità.

lunedì 8 febbraio 2010

Scuola pubblica (e Costituzione) demolizione in corso

di Michele Martelli - da Micromega online

In pieno fervore i lavori di Berlusconi III per la demolizione della scuola e dell’istruzione pubblica a favore della scuola e dell’educazione cattolica. Costituzione della Repubblica italiana: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge» (art. 8); «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» (art. 33). Se il governo privilegia la religione cattolica e ne finanzia le scuole, non tutte le religioni sono uguali davanti alla legge. Ce n’è una, la cattolica apostolica romana, che è più uguale delle altre. Palese la violazione della Costituzione. Che, sottoposta alle ruspe della ditta dell’Unto del Signore, continua a perdere pezzi da tutti i lati. Come un edificio in stato di demolizione.

L’“Accordo di revisione del Concordato Lateranense”, firmato da Craxi e Casaroli il 18 febbraio 1984, fu una vittoria di Pirro per lo Stato italiano. In realtà, un colossale inciucio. E la parte dell’inciucista la fece l’inglorioso governo detto allora del Caf (Craxi Andreotti Forlani), non la Chiesa, che dell’accordo intascò utili e vantaggi. La religione cattolica, è vero, perse il privilegio di essere (come dal 1929 al 1984) «la sola religione dello Stato italiano» (Protocollo addizionale dell’Accordo, art. 1), il che scaturì, più che altro, dall’inevitabile presa d’atto dei processi di secolarizzazione in corso nella società italiana (vittorie referendarie su divorzio, aborto ecc.).

Tuttavia la Chiesa, oltre a numerose facilitazioni e regalìe in campo fiscale (vedi l’otto per mille), conservò anche il privilegio dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica.
L’Irc da obbligatorio quale era prima divenne opzionale, ma fu comunque garantito dallo Stato e con i soldi dello Stato, cioè di tutti i contribuenti (cattolici e non). In base all’Accordo, all’atto di iscrizione genitori e studenti avrebbero dovuto scegliere «se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento [l’Irc], senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione» (art. 9.2).

Ma la discriminazione ci fu. Innanzitutto, perché in alternativa all’Irc non fu mai programmato e organizzato nulla di serio; si poteva prestabilire per esempio un’ora di educazione civica e di studio della Costituzione. In secondo luogo, perché, merito all’Irc, l’Accordo attribuiva alle curie vescovili il potere di scegliere, seppure d’intesa con le autorità scolastiche, programmi, orari, libri di testo e profili professionali dei docenti, affinché l’insegnamento religioso fosse «impartito in conformità alla dottrina della Chiesa» (Protocollo addizionale , art. 5). Di fatto, i docenti, pagati dallo Stato, venivano nominati, con annesso potere di revoca, non dai provveditorati scolastici, ma dai vescovi. Così lo Stato sovrano cedeva, e cede tuttora, parte della sua sovranità alla Chiesa, ossia al Vaticano (da ricordare che a firmare il Concordato con Craxi non fu il presidente della Cei, ma il segretario di Stato vaticano).

Il governo di Berlusconi, santificatore di Craxi, più craxiano di Craxi, che fa oggi? Discrimina brutalmente chi decide di non avvalersi dell’Irc. E come? Abolendo la scelta. Non de iure, ma de facto. Già nell’ottobre 2008, la ministra Gelmini boicotta l’ora alternativa a quella di religione, facendo sapere di non aver soldi per i docenti: che ogni scuola provveda col “faidate”. Ma senza soldi (glieli aveva scippati Tremonti nella finanziaria 2008-2009, graziando la scuola cattolica), povera scuola pubblica, da te che fai? Dunque, niente (o quasi niente) ora alternativa.

In questi giorni un’altra novità. Dai moduli allegati alla nuova circolare ministeriale per l’iscrizione scolastica dell’anno prossimo, è sparita l’opzione «attività didattiche e formative» in alternativa all’ora di Irc. Si tratta di moduli palesemente illegali, che ignorano sia la Costituzione (art. 8, 33), sia lo stesso Concordato del 1984 (art. 9.2). Un espediente vile, apparentemente innocente e casuale, che toglie a genitori e studenti il diritto di scelta. L’Irc di fatto nuovamente obbligatorio, come dal 1929 al 1984? Chi non lo sceglie, parcheggiato nei corridoi?

Sulla scuola, ancora un’indicibile novità venuta da Tremonti. Vedere per credere: «Ministero dell'Economia e delle Finanze. Informativa 28 dicembre 2009, n. 166: Aumenti biennali docenti di religione»: 220 euro in più in busta paga ai 12 mila docenti precari di religione, a decorrere dal 1 maggio 2010, col recupero degli arretrati dal 1 gennaio 2003. E gli altri precari, con le loro sacrosante aspettative? Ignorati.
Informativa discriminante, ad personam, come le 19 leggi del premier per evitare i processi a suo carico. Il regno orwelliano spande la sua ombra ovunque.

Ma ricordiamoci che la Costituzione, con l’insieme delle sue istituzioni, scuola pubblica compresa, è la nostra casa comune. Perciò, difendiamola dai demolitori!

(27 gennaio 2010)

lunedì 1 febbraio 2010

Consiglio comunale del 20/12/2009


Anche se con grande ritardo, ecco il solito rendiconto sull'ultimo Consiglio comunale.


Nonostante il punto all'ordine del giorno, non ci sono state comunicazioni del Sindaco.
Il secondo punto ha riguardato il programma delle collaborazioni per l'anno 2010 sul quale abbiamo votato contro in quanto il programma di fatto non c'era, ma c'era solo un'indicazione delle possibili figure che nel corso dell'anno l'Amministrazione avrebbe potuto o meno incaricare.
Un serio programma, per essere definito tale, sarebbe dovuto scaturire da un'analisi approfondita dei bisogni del Comune accompagnata dall'individuazione delle figure professionali necessarie a soddisfare tali bisogni e dalla quantificazione dei costi, totalmente assente nella proposta di delibera.
Il terzo punto all'ordine del giorno riguardava l'impegno pluriennale del costo di ammortamento dei corrispettivi dovuti alla "Agugliano servizi S.r.l." per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici.
In pratica si è stabilito che per 20 anni a partire dal 2010 alla Società "Faccio tutto io" si verseranno 43.300,00 euro annui, somma che comprende le spese di realizzazione, assicurazione e manutenzione degli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici.
La cosa strana che abbiamo fatto rilevare nel corso della discussione è che questa cifra comprende anche le voci manutenzione ed assicurazione che per i primi 5 anni sono già garantiti dalla società che ha realizzato l'impianto.
Nel merito non abbiamo avuto una risposta sufficientemente chiara... Ovviamente il nostro voto non ha potuto essere che contrario.
Il quarto e ultimo punto concerneva una convenzione tra i Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Offagna, Polverigi, Santa Maria Nuova e l'Unione per l'esercizio in forma associata di funzioni e servizi inerenti il progetto integrato a sostegno della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
In pratica, la Provincia ha erogato un contributo per l'istituzione di nuovi servizi o l'ampliamento di servizi esistenti in favore delle famiglie (asili nido, centri estivi, colonie, ecc) e persone non auto-sufficienti (trasporto a chiamata). In questo caso il nostro voto è stato favorevole.