sabato 29 settembre 2007

Voli di Stato

Mai più un altro caso Mastella - Nuove regole: fate il biglietto.
I ministri escono dall’elenco dei vip con il volo di stato garantito.
Dopo lo scandalo di Mastella pizzicato con i figlio sull’aereo blu per il gran premio di Monza, una direttiva di Prodi stabilisce che solo i presidenti e gli ex presidenti della Repubblica, il primo ministro e i presidenti di senato, camera e corte costituzionale avranno diritto al veivolo di stato.
Gli altri dovranno sempre dimostrare che non è possibile il collegamento col volo di linea.

Fonte: Il manifesto 26 settembre 2007

giovedì 27 settembre 2007

Emancipazione americana

Negli Stati Uniti si è aperto uno scontro (di civiltà?) tra il Governo federale e lo Stato di New York. Oggetto della diatriba è la cura del cancro per gli immigrati clandestini.
Un accordo tra lo Stato di New York e "Medicaid" (l'ente nazionale di assistenza sanitaria) prevedeva che quest’ultimo stanziasse alcuni milioni di dollari, cioè una cifra tutto sommato piccola per le casse statunitensi, per coprire le spese di "emergenza sanitaria" a favore dei migranti clandestini.
Adesso il Governo ha deciso di depennare dall'elenco delle emergenze la cura del cancro, e in particolare la chemioterapia, sostenendo che il cancro è una patologia, non un'emergenza e, quindi, l’assistenza sanitaria gratuita non è dovuta.
Il personale medico di New York ha risposto che questa decisione spetta ai medici e i medici ritengono che, anche per i "clandestini" ammalati di cancro, curarsi è una emergenza.
Gli ospedali di New York (che ogni anno ospitano circa 400.000 persone prive dell'assicurazione privata e, di conseguenza, dell’assistenza sanitaria) hanno deciso che, almeno per ora, non interromperanno le chemioterapie gratuite, almeno fino a quando non dovranno fare i conti con il bilancio e se non riceveranno più i rimborsi da Washington…
Le cifre esatte su quanti siano i clandestini che rischiano di perdere l'assistenza e quindi di essere lasciati morire non si sanno con precisione, ma si sa che a New York i clandestini sono circa mezzo milione.
Si sa anche che che a New York ogni anno muoiono di cancro 15.000 persone e si stima che altre 30.000 si ammalino. Di queste, in proporzione alla popolazione, dai mille ai duemila dovrebbero essere clandestini.
E’ agghiacciante pensare che si possa discutere se sia giusto o meno curare il cancro, ma forse questa discussione rischiamo di farla anche noi.
Dopo le privatizzazioni, dopo le ordinanze contro i lavavetri per garantire la sicurezza dei cittadini, , dopo aver “curato” l’economia con la “stabilizzazione” della precarietà sul lavoro, a qualcuno potrebbe venire in mente di lasciar morire i poveri per migliorare la competitività degli ospedali.

E poi non è di moda copiare dagli americani?

lunedì 24 settembre 2007

Università: aboliamo il numero chiuso

Gli studenti sono scesi in piazza contro test e numero chiuso alle università.
Essi rivendicano il libero accesso “ai più alti gradi dell'istruzione”, come prevede la Costituzione, e per questo dicono no a “qualsiasi meccanismo di selezione all'accesso a tutti i corsi di laurea, ancorché basati sulle votazioni riportate nel ciclo secondario superiore o su test sbagliati e senza alcuna relazione con il corso di laurea al quale si vuole accedere”.
Il riferimento è al Decreto delegato Mussi-Fioroni, presentato alle Camere, che prevede per i test d’ingresso un meccanismo fondato su un totale di 105 punti, il 25% dei quali dipendenti dai risultati medi dello studente negli ultimi tre anni di scuole superiori più il voto di maturità.
L'esperienza dimostra però che il rendimento alle scuole superiori non ha alcuna relazione con i risultati durante gli anni universitari.
Con questo metro di valutazione alcuni dei premi Nobel, infatti, sarebbero stati scartati dall'università.
L’Unione degli Universitari chiede l'abrogazione della legge che istituisce il numero chiuso, l'aumento dei finanziamenti per didattica, ricerca e diritto allo studio e l'apertura di un tavolo di confronto tra studenti e ministero per una nuova legge che liberalizzi l'accesso a tutti i corsi di laurea.

È arrivato quindi il momento di sostenere con forza che l'università pubblica non può e non deve limitare il diritto allo studio attraverso una selezione che, invece di realizzarsi durante il percorso di studio, si verifica all'ingresso, provocando meccanismi distorti e soggetti a forme di degenerazione, come reso evidente dal recente scandalo sui test di accesso a Medicina.

Attualmente i corsi di laurea a numero prestabilito sono oltre mille, ridotti quest'anno di circa un 15% anche grazie all'intervento del governo, nonostante che le normative europee ci vincolino solo su cinque profili professionali e didattici (medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e ingegneria).

Ma anche su questi cinque corsi di laurea sarebbe possibile intervenire, raddoppiando per esempio il numero degli accessi.

Se si considera che nell'ultimo anno le immatricolazioni nei corsi di laurea in medicina sono state 7000 e a odontoiatria appena 800 si potrebbe pensare che queste restrizioni siamo il frutto della necessità di proteggere i sistemi di riproduzione di alcune corporazioni piuttosto che di programmare la quantità degli accessi in base a una seria stima dei bisogni.

Rifondazione Comunista propone di sopprimere definitivamente il numero chiuso e la logica di competizione ad esso collegata, cominciando con l'abolizione immediata della legge n. 264/99 che ha limitato fortemente il libero accesso ai saperi ledendo un principio basilare, quello dell'uguaglianza.
... Il sapere non è una merce ma un bene comune.

sabato 22 settembre 2007

Consiglio comunale del 21 settembre 2007

Ieri sera si è tenuto un Consiglio comunale abbastanza interlocutorio senza grandi argomenti e di conseguenza senza neanche tanta discussione.
Pubblico assente, come sempre.
Sebbene fossero all’ordine del giorno non ci sono state comunicazioni da parte del Sindaco per cui si è subito passati all’approvazione dei verbali della seduta precedente che non hanno subito variazioni.
Il terzo punto ha trattato l’assegnazione di un lotto ancora libero della zona P.I.P. di Borgo Ruffini alla Ditta “Impresa edile Nisi Costruzioni S.r.l.” di Torrette di Ancona, punto sul quale ci siamo astenuti perché il bando prevedeva già la possibilità di affidamento diretto in caso di esaurimento della graduatoria, per cui non si è ben capito perché la decisione sia stata affidata al Consiglio comunale invece di procedere d’ufficio.
Il quarto punto in discussione è stato la ricognizione sull’attuazione dei programmi e sugli equilibri di bilancio. Sull’attuazione dei programmi non c’è stata relazione, mentre per quanto riguarda il bilancio è stato dato atto della non esistenza di debiti fuori bilancio e della regolarità dell’andamento contabile.
Il quinto punto ha riguardato l’ennesima variazione di bilancio su diversi capitoli. Abbiamo chiesto, in particolare che cosa riguardasse la diminuzione di 1.500,00 euro sul capito “Contributo per la realizzazione delle settimane verdi” e di 12.500,00 euro sul capitolo “Costruzione, ampliamento e completamento di parcheggi”. Ci è stato risposto che quella sulle settimane verdi non è una vera e propria diminuzione, ma uno spostamento ad altri capitoli. Peccato che né il Sindaco né l’Assessore al bilancio ci abbiano saputo dire quali. La diminuzione dello stanziamento per i parcheggi riguarda invece il completamento del parcheggio in Via N. Sauro (ex area Melelli) di cui non hanno ancora deciso le modalità di completamento e gli arredi. E pensare che è finito da mesi! In questi due punti ci siamo astenuti in quanto consideriamo il bilancio un atto di gestione di cui la maggioranza si deve prendere onori ed oneri.
Abbiamo poi approvato all’unanimità il sesto punto riguardante un regolamento d’ambito relativo alle modalità di erogazione dell’assistenza educativa domiciliare ai disabili, così come all’unanimità è stato approvato il settimo punto sulla convenzione con il Comune di Belvedere Ostrense per il servizio di Segreteria comunale. In virtù di questa convenzione, adesso il Segretario comunale sarà presente per il 50% del suo orario di lavoro.
L’ottavo punto ha riguardato l’adozione di una variante al P.I.P. di Borgo Ruffini che riprofila l’area. In questo punto ci siamo astenuti.
L’ultimo punto ha riguardato l’adesione al polo del Comune di Ancona per la gestione delle funzioni catastali passate ai Comuni in virtù del DPCM 14/06/2007. Il punto è stato approvato all’unanimità.
Come Consiglieri comunali siamo a disposizione di ciunque voglia vere maggiori informazioni.

venerdì 21 settembre 2007

Contestazioni a Fioroni

Il Ministro Fioroni è stato contestato a Napoli da insegnanti precari e genitori di bambini disabili all’inaugurazione dell'anno scolastico a piazza del Gesù.
Ad accoglierlo striscioni con su scritto «Diritti per tutti» o «Perchè non ci volete più?».
Il Ministro sul palco è stato preceduto dall’intervento di Antonio Rocchetti, presidente dell'associazione “Tutti a scuola”, che raggruppa i genitori di alunni disabili che ha detto: «Complimenti signor ministro per aver complicato la vita a milioni di italiani, per le originali intuizioni che avete inserito in finanziaria elevando il numero di alunni per classe e congratulazioni per aver reso sempre più complessa la certificazione della disabilità provando a far sparire i bambini disabili».
Fioroni è stato fatto oggetto anche di fischi da parte degli insegnanti precari, che hanno chiesto al Ministro un incontro pubblico e la pubblicazione delle graduatorie per gli incarichi annuali.
Nei giorni scorsi Rifondazione Comunista aveva pubblicato il seguente comunicato stampa.
"A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico i tagli agli organici, attuati dal Ministero della Pubblica Istruzione, che colpiscono, in maniera particolare, gli insegnanti specializzati nel sostegno, rischiano di mettere seriamente in discussione il diritto allo studio per migliaia di ragazzi disabili.
Nonostante le minimizzazioni del Ministero le notizie che arrivano dai territori descrivono una situazione allarmante che parla di riduzioni generalizzate degli insegnanti di sostegno, in parte dovute alle nuove procedure per la certificazione dell’handicap e in parte legate a mere esigenze di risparmio.
Le associazioni che difendono i diritti dei disabili stanno provando a quantificare la politica dei tagli: il risultato sarebbe di ben 5000 insegnanti di sostegno in meno a fronte di un aumento del 5% degli alunni “certificati” con disabilità.
Sembrerebbe impossibile che questo governo, che pure ha alimentato grandi aspettative di cambiamento nel mondo della scuola, tenga in così poca considerazione la qualità dell’integrazione scolastica e del diritto allo studio per le persone disabili.
Eppure i dati confermano questa drammatica realtà che va a sommarsi alle mille difficoltà in cui versa l’istruzione pubblica nel nostro Paese (e che rendono ancora più odiosa l’annunciata estensione dei finanziamenti alle scuole private).
Per parte nostra e per tutelare i diritti degli alunni disabili nei prossimi giorni presenteremo un’interrogazione parlamentare e non esiteremo a sostenere e ad attivare ricorsi alla magistratura.
Non va dimenticato, infatti, che, negli anni passati, alla riduzione dei posti di sostegno imposta dal Ministero hanno fatto seguito le sentenze di più di un tribunale che hanno imposto all’amministrazione scolastica di assegnare agli alunni disabili il massimo delle ore possibili, così come indicato dalle relazioni dei servizi medici".

mercoledì 19 settembre 2007

Donne irachene

Rana Jalil, quattro figli, l’anno scorso ha perso il marito in un attentato.
Dopo aver passato settimane intere a caccia di lavoro in un paese dove le donne sono sempre più discriminate e dopo che il medico aveva diagnosticato una grave forma di malnutrizione per tutti e quattro i suoi bambini, Rana si è arresa: è andata al mercato più vicino e si è messa in vendita.
E’ una donna piacente Rana e non ha avuto difficoltà a trovare un cliente.
“Quando però mi sono trovata a letto con lui ho cercato di scappare. Fino a quel momento ero stata solo con mio marito e non riuscivo nemmeno ad accettare l'idea. Ma lui mi ha colpita, poi mi ha stuprata e alla fine mi ha pagata. Ho pensato che per me fosse davvero finita. Ma quando sono tornata a casa con il cibo e ho sentito i miei figli gridare per la felicità ho scoperto che l'onore ha ben poca importanza rispetto alla fame dei miei bambini”. Queste le sue parole.
Rana fa parte dell'esercito di vedove disperate presenti in Iraq (350.000 a Baghdad e almeno otto milioni nel resto del paese).
Prima dell'invasione americana le vedove irachene potevano contare su di una piccola pensione governativa, sull'educazione e l'assistenza sanitaria gratuite e, in alcuni casi, perfino sulla disponibilità di una casa fornita dal governo.
Dalla "liberazione", però, tutte le misure di sostegno sociale sono state tagliate costringendo una buona parte delle vedove - almeno il 15% secondo l'organizzazione Women's Freedom in Iraq - a mettersi disperatamente in cerca di matrimoni temporanei o a entrare nel giro della prostituzione, visto che nessuno vuole dar loro lavoro per paura delle rappresaglie dei gruppi fondamentalisti, che prima quasi non esistevano in Iraq.
Secondo l'organizzazione, molto spesso le donne finiscono nella rete del grande traffico: almeno 4.000 donne (il 20% minorenni) sono scomparse dal marzo del 2003 e molte famiglie sono costrette a prendere decisioni terribili.
Abu Ahmed, per esempio, affetto da un grave handicap e anche lui vedovo, per poter nutrire i suoi figli ha venduto la figlia più grande a un trafficante internazionale perché non sapeva come nutrire gli altri quattro bambini.
L'intermediaria di questa operazione, rintracciata da giornalisti di Al Jazeera, ha spiegato all'emittente che il suo ruolo consiste nel convincere le ragazze a partire, promettendo loro una vita migliore appena passato il confine. Una volta arrivate nelle capitali vicine, però, le ragazze irachene non hanno certo vita facile.
La diciassettenne Suha Muhammad, per esempio, venduta dalla madre dopo la morte del padre, è stata immediatamente stuprata al suo arrivo in Giordania dai membri della banda che l'aveva comprata. In seguito è stata ceduta a un’altra banda che riforniva persone importanti in Siria e veniva spesso portata ad Amman per incontrare clienti d'alto profilo.
Il traffico di schiave sessuali nella regione è un problema drammatico quanto sommerso.
Anche questo è un “effetto collaterale” della guerra preventiva voluta dagli americani.

domenica 16 settembre 2007

Per il Darfur

Oggi è un giorno importante.
La nostra capitale ospita la staffetta per il Darfur partita da Oure in Ciad, e supportata da Mia Farrow in qualità di ambasciatrice dell'Unicef.
L'evento prende il via con la staffetta da Portico d'Ottavia per concludersi a piazza Farnese (Campo de' Fiori).
Tedofori d'eccezione saranno Daniele Nahum (Ugei), Tiziana Ferrario (Rai1), Toni Capuozzo (Canale 5), alcuni darfuriani e Monica Guerritore, testimonial dell'iniziativa.


Il programma:

Ore 11,00: mostra fotografica e proiezione video reportage dal Darfur, interventi di associazioni, ospite Presidente Commissione Esteri della Camera U. Ranieri
Ore 13,00: concerto dei Marcosbanda (jazz funk rock), vincitori premio "Voci per la Libertà" 2007

All’iniziativa, promossa da Italians for Darfur, hanno aderito il Comune di Roma, l’associazione Articolo21, la sezione italiana di Amnesty International, Nessuno tocchi Caino, la Comunità Ebraica, l’Ugei e l’associazione “Voci per la libertà”.

DARFUR DAY, per portare alla ribalta della cronaca un genocidio dimenticato dal quarto potere.

sabato 15 settembre 2007

Finanziaria: le proposte della Sinistra

Il punto da cui partire è la collegialità e il premier dovrà esserne il garante.
Tre sono le parole d’ordine per la nuova finanziaria: ambiente, innovazione, sociale.
Queste sono le priorità che PRC, PdCI, Verdi e Sd hanno inserito nella proposta fatta al Presidente del Consiglio Prodi per la nuova finanziaria.
Si parte dal principio che, dato che non governa un monocolore Pd, nella stesura della finanziaria il Governo dovrà operare con quello "spirito dell'Unione" che ha permesso la vittoria elettorale e Prodi dovrà farsi garante di questa collegialità.
I partiti della Sinistra ribadiscono, quindi, l'impegno con questo Governo e con questa coalizione, mentre altri si danno un gran da fare per alleanze di "nuovo conio" e "rimpasti" improponibili (leggasi Fassino con la sua “apertura” a Lega ed UDC).
La Sinistra chiede, innanzitutto, che la finanziaria 2008 sia coerente con quanto previsto nel Dpef e nelle risoluzioni approvate in Parlamento.
Pertanto, dovrà prevedere la “destinazione del 40% delle risorse per le nuove iniziative previste tra le spese eventuali (indicate nel Dpef in 10 miliardi annui) a favore di interventi per la completa applicazione del protocollo di Kyoto” e “la finalizzazione delle eventuali maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, qualora permanenti, alla riduzione della pressione fiscale prioritariamente alle fasce più deboli”.
Queste sono cose già decise; la manovra non dovrà far altro che tenerne conto.
Poi ci sono le cose da rivedere: l'accordo del 23 luglio su pensioni e welfare.
Il PRC, com'è noto, vorrebbe modificare la parte sulle pensioni e quella sul welfare, specie nella parte che riguarda scalini e scaloni.
In ogni caso, il documento della "sinistra unita" chiede tre cose principalmente: la garanzia del superamento entro il 31 dicembre della legge previdenziale attualmente in vigore, che ai lavoratori precari sia effettivamente assicurata una pensione pari almeno al 60 per cento della retribuzione e l'eliminazione del tetto che limita il numero dei lavori usuranti.
Per la parte sul riguardante il welfare si propone la predisposizione di un disegno di legge ad hoc, che permetta al parlamento di fare i cambiamenti necessari riguardanti la detassazione degli straordinari, la cancellazione dello staff leasing (misura sulla quale si era dichiarato d'accordo anche il ministro Damiano) e l’abolizione almeno delle proroghe per i contratti a termine.
Sul fisco non ci sono novità rispetto a quanto i partiti della sinistra sostengono da tempo. Si propone l’armonizzazione con aliquota unica del 20% del prelievo fiscale sui redditi da capitale salvaguardando i piccoli risparmiatori, l’utilizzo delle riserve delle banche centrali da destinare alla ricerca e alla scuola, la restituzione del fiscal drag, la rideterminazione degli studi di settore e la trasformazione, a costo zero, degli incentivi alle imprese in riduzione delle imposte (come già si propone di fare il ministro Bersani).
Sul fronte sociale viene ribadita la necessità di una revisione della normativa sull'ICI e di detrazioni fiscali per i canoni di locazione.
Per quanto riguarda l’ambiente si propongono interventi per l'abbattimento delle emissioni dei gas serra, per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e per l'efficienza e il risparmio energetico; si parla di bonifica dei siti inquinati e di contrasto alle ecomafie, di ammodernamento della rete idrica e difesa del suolo e si prevede il rifinanziamento del fondo per la mobilità sostenibile.
La Sinistra non dimentica il tema dei costi della politica e quello del mezzogiorno e chiede, infine, che non vi sia nessun aumento della spesa per armamenti, tanto meno per lo "scudo stellare", ma di prevedere, al contrario, incentivi per la riconversione dell'industria militare al civile.

martedì 11 settembre 2007

Un altro 11 settembre

"Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione."
(Salvator Allende Gossens)



L’11 settembre che ricordo oggi riguarda un popolo del Sud America, quello cileno.

Durante la presidenza Nixon, i cosiddetti "consiglieri" statunitensi (che avrebbero imperversato in buona parte dell'America Latina per tutti gli anni settanta e ottanta) tentarono di impedire l'elezione di Allende tramite il finanziamento dei partiti politici avversari.
Nel settembre del 1970, in Cile viene democraticamente eletto Presidente Salvator Allende Gossens.
Pochi giorni dopo, il Segretario di Stato Kissinger e il Presidente Nixon cospirarono nella Stanza Ovale per "correggere il destino dei cileni che avevano scioccamente eletto l'uomo sbagliato come Presidente”.
Nei tre anni successivi, la CIA complottò violenze, sabotaggio economico e guerra psicologica contro il governo di Allende perchè non si metteva in riga con i voleri di Washington: non permettere ai comunisti di entrare nel governo, non espropriare le proprietà degli Stati Uniti, neanche con indennizzazioni, seguire l'economia del libero mercato, evitare ogni relazione con la Cuba di Castro e mai votare contro gli Stati Uniti in nessun consesso internazionale.
L’11 settembre 1973 le forze armate cilene, con l'incoraggiamento e l'aiuto degli Stati Uniti, lanciarono attacchi di terra e di aria contro il palazzo presidenziale di Salvador Allende, che morì quella mattina.
Dopo il golpe si instaurò un regno del terrore in cui 10.000 cileni subirono la tortura, centinaia di migliaia furono costretti all'esilio o fuggirono e le istituzioni democratiche del paese furono sistematicamente distrutte. Il leader del golpe, il generale Augusto Pinochet, rimase dittatore del Cile per diciassette anni.

lunedì 10 settembre 2007

Ancora sugli embrioni chimera

Chissà poi perchè questo nome?

L'autorità britannica per la fertilizzazione e l'embriologia (Hfea) ha dato il via libera alla ricerca sui cosiddetti “embrioni chimera”, cioè embrioni ottenuti trasferendo DNA umano in ovociti di mucca, privati del loro nucleo.
L'obiettivo è quello di ottenere linee di cellule staminali “su misura” per lo studio di malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson.
La tecnica proposta potrebbe essere la soluzione al problema della carenza di ovociti e di embrioni umani in sovrannumero, cioè quelli non più utilizzati dalle coppie che compiono interventi di fecondazione artificiale. In questo modo, oltre ad avere a disposizione una fonte illimitata di embrioni umani al 99%, i ricercatori inglesi pensano che questa tecnica permette di selezionare il DNA che si vuole trasferire prelevandolo da pazienti colpiti da una determinata malattia. Diventa così più facile ottenere cellule staminali da utilizzare come modello per studiare quella stessa malattia e per sperimentare terapie. Teoricamente, per ogni tipo di malattia neurodegenerativa si avrebbero a disposizione le cellule staminali che permettono di studiarla.
Sembra che un'interpretazione estensiva della legge 40, che all'articolo 13 vieta di creare embrioni chimera e ibridi, basterebbe per dichiarare ammissibile il progetto di ricerca britannico dato che in esso non si ha né la produzione di chimere, in quanto il materiale genetico animale e umano non si trovano nella stessa blastocisti né la formazione di ibridi, in quanto gli embrioni ottenuti introducendo nell'ovocita bovino il materiale genetico di cellule somatiche non sono in grado di completare lo sviluppo e, quindi, non esiste la possibilità che possano diventare feti.
La Chiesa italiana cerca di bloccare sul nascere l'eventualità che la ricerca inglese possa estendersi e pone il dibattito in chiave eminentemente culturale: mettere in primo piano una visione antropologica che funga da contraltare allo scientismo e faccia appello a quei principi di sacralità della vita umana che restano non negoziabili come li hanno definiti papa Ratzingere il cardinal Ruini.
“Un atto mostruoso contro la dignità umana”, il giudizio di monsignor Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
In un comunicato che teme, con la creazione delle chimere, “conseguenze imprevedibili sia a livello antropologico sia a livello sanitario”, la fondazione “Scienza e Vita”, presieduta dalla senatrice della Margherita Paola Binetti, dichiara che “La cattiva scienza non richiederebbe neanche una valutazione etica poiché è già di per sé inaccettabile”.
Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia ha detto: “Il frullato di specie umana ed animale è una scelta assolutamente inquietante, un vero e proprio crimine contro l'umanità”.
Quella stessa umanità che ogni scienziato e ricercatore onesto si ripropone di aiutare.
Combinare materiale biologico di specie diverse non ha niente a che fare con il creare una nuova specie. Combinazioni di materiale genetico umano e animale si fanno da decenni: Cohen e Brown nel 1982 ottennero la prima produzione di insulina inserendo DNA umano in un batterio, con grande vantaggio dei diabetici costretti fino ad allora ad usare un’insulina di origine animale.
L’autorizzazione del governo inglese a questa ricerca è arrivata dopo che una consultazione pubblica ha rivelato che la maggior parte dei britannici non è contraria all'utilizzo di tali embrioni a scopo di ricerca. Dalla consultazione (tre mesi di sondaggi, incontri pubblici e dibattiti al costo di circa 220 mila euro) è emerso che sebbene inizialmente scettico, il pubblico gradualmente è diventato più aperto all'idea e alla fine il 61% si è detto favorevole a tali ricerche.
Forse è giunto anche per noi italiani il momento di aprire un grande confronto pubblico sulla fecondazione artificiale, sull'aborto, sul tema della fine della vita e sulla libertà di cura.
Nel mondo anglosassone i Comitati di bioetica hanno la funzione di preparare il dibattito pubblico con dossier che vengono inviati alla popolazione.
In Italia invece non si è abituati a parlare con i cittadini che rappresentano l'unico vero interlocutore e le scelte calano sempre dall’alto.

domenica 9 settembre 2007

Concluso il sinodo valdese

Si sono conclusi da poco i lavori del Sinodo Valdese con l'elezione delle cariche esecutive e la conferma per un altro anno di Maria Bonafede alla moderatura della Tavola valdese.
Sono stati giorni intensi, con un’agenda piena di interventi su questioni sociali e politiche.
Il Sinodo ha trattato diversi temi, tra cui ecumenismo e laicità dello Stato.
Le recenti esternazioni di papa Ratzinger e i documenti vaticani sulla reintroduzione della messa in latino e sulla natura della chiesa, hanno preoccupato l'assemblea.
L'affermazione della Congregazione per la dottrina della fede, secondo la quale le chiese nate dalla Riforma del XVI secolo non possono essere chiamate chiese in senso proprio, ha fatto parlare di spirito della Controriforma.
Il Sinodo ha rilevato come il peso della chiesa cattolica si faccia sentire nella vita di tutti i giorni, corrodendo uno spirito laico che in Italia fa acqua da tutte le parti.
Un esempio è l'ordinanza del marzo scorso del ministro dell'Istruzione Fioroni in cui l'insegnamento della religione cattolica veniva inserita nelle materie curricolari.
Una circolare su cui si attende il pronunciamento della Corte di Cassazione e che è stata definita “un atto prevaricatore dello Stato”.
Dalla scuola al caso Welby: valdesi e metodisti hanno votato un ordine del giorno sul “testamento biologico”, affinché i desideri del paziente su un intervento medico che lo riguarda devono essere tenuti in considerazione.
Non è mancato un appello a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'intensificarsi degli episodi di discriminazione degli omosessuali nel nostro paese.
A latere dei lavori sinodali c'è stato un richiamo della pastora Letizia Tomassone, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, sulla legge 194 che “non ha bisogno di ripensamenti, la donna può e deve decidere responsabilmente: la libertà delle persone deve essere informata sul piano di un'etica della relazione, della cura e della vita”.
In chiusura, i delegati delle chiese valdesi e metodiste hanno votato un ordine del giorno contro la pena di morte, in appoggio alle iniziative del governo a favore di una moratoria internazionale della pena capitale.

Un bel passo avanti rispetto alle posizioni dei cattolici...

sabato 8 settembre 2007

8 settembre 1943

Il generale americano Dwight Eisenhower annuncia la resa incondizionata dell'Italia fascista.

«Ogni ordigno, ogni nave da guerra, ogni missile lanciato significa, alla fine del giorno, un furto ai danni di coloro che sono affamati e non hanno cibo, di coloro che sono nudi ed hanno freddo. Quando vi parleranno di guerra preventiva, dite loro di andare a combatterla da soli. In seguito alla mia esperienza, sono giunto a odiare la guerra. La guerra non risolve nulla. Dietro le nubi di guerra c'è l'umanità appesa ad una croce di ferro».
Dwight David Eisenhower

Parole di grande attualità.

mercoledì 5 settembre 2007

Corsi e ricorsi della legge 194

Fino al 1978 l’interruzione volontaria della gravidanza era considerata un reato.
Nel 1978 fu varata la 194 che consente alla donna di interrompere volontariamente una gravidanza entro 90 giorni dal concepimento. Dopo questo termine, l’aborto può essere praticato solo quando la gravidanza comporta un grave pericolo per la donna o quando siano accertate anomalie per il nascituro a loro volta in grado di determinare un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna.
Nel 1981, tre anni dopo l’approvazione della legge, la Democrazia Cristiana e il Movimento Sociale promossero un referendum popolare per chiedere l’abrogazione della legalizzazione dell’aborto, ma con una maggioranza netta (68%) vinsero i “no” all’abrogazione.
A pochi giorni dalla vittoria elettorale del centro-destra, tornò al centro dell’attenzione la revisione della legge 194. Il Segretario del CDU, Rocco Buttiglione, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta” disse: “la legge va migliorata, dando maggior sostegno alla donna e potenziando i centri privati”.
L’uscita di Buttiglione era avventa all’indomani dell’intervento del Segretario della CEI, monsignor Betori, che aveva espresso il desiderio di una revisione della legge.
Il nuovo intervento della Chiesa su un tema che negli anni ’70 – ’80 ha diviso la società italiana aveva sollevato una tempesta tra le donne laiche. Ma anche da destra non erano mancate le polemiche. “Contro l’appello della CEI – disse Alessandra Mussolini – dico a tutte le donne in politica e non, di unire le forze e di trovare una coscienza critica comune al di là delle ideologie”.
Oggi l’offensiva clericale si ripropone: il quotidiano dei vescovi “Avvenire” nei giorni scorsi ha chiesto di «fare un tagliando» alla 194.
La legge 194 è stata trattata come una macchina a cui, dopo trent'anni, è necessario fare un tagliando di revisione. La posta in gioco, ancora una volta, è la libertà delle donne, la difesa della loro autodeterminazione, lo spostamento della linea di confine tra un paese civile e laico e un paese incivile e fondamentalista.
Lo scopo delle gerarchie vaticane è quello di colpire la legge nella sua complessità e nel suo valore simbolico. La politica si è dimostrata attenta alle sirene vaticane e la risposta del governo di centrosinistra è apparsa ambigua, subito disposta a mediare con quanto gli si chiede al di là del Tevere.
Ambigua anche la posizione del Ministro Turco che ha affrontato uno dei temi più scottanti, al centro della contesa: l’inizio della vita, la differenza tra feto e nascituro. Ma qui il terreno è pericoloso. Se l'embrione è vita, come dice la legge sulla fecondazione assistita, c'è poco spazio per qualsiasi mediazione.
Sarebbe molto più apprezzabile da parte del Ministro il lancio di una campagna contro la discriminazione nei confronti dei medici che fanno le interruzioni di gravidanza e l’erogazione di finanziamenti ai consultori ormai ridotti in molti casi a ambulatori polivalenti oppure addirittura chiusi.
La legge che regola l'interruzione volontaria della gravidanza va difesa ad oltranza anche perché grazie a questa legge il numero di aborti dal 1982 a oggi è calato del 45%; il dato dello scorso anno parla di un calo del 6,2%.
Nell'ultima relazione disponibile sull'interruzione volontaria di gravidanza, elaborata dal Ministero della Sanità nel 2006, viene evidenziato che ormai il ricorso all'aborto è considerato dalle donne italiane “l'ultima ratio”. Sono le donne straniere a ricorrere maggiormente all'intervento: nel 2004 risultavano il 27% del totale degli aborti pur costituendo all'incirca solo il 2,5% della popolazione femminile.
Elettra Deiana, deputata di Rifondazione comunista sostiene che “la 194 non ha bisogno di tagliandi, semmai è il principio della autodeterminazione femminile, in essa contenuto, che andrebbe riaffermato” e, rifiutando ogni idea di “rivisitazione” della legge, conclude “Chi meglio di una madre può decidere se un feto deve essere partorito o meno. Il principio della responsabilità femminile sulla scelta di maternità non può essere messo sotto controllo o tutela da parte dello Stato o delle forze politiche o di una non precisata autorità morale. Le nuove tecnologie applicate sul corpo aprono frontiere del tutto nuove su cui dobbiamo attrezzarci dal punto di vista culturale, ma questo non può rappresentare un alibi per quanti in ogni occasione chiedono la revisione della 194 in senso restrittivo”.
Modificare o addirittura abrogare la legge 194 significherebbe fare un salto indietro di trenta anni e costringere le donne a ricorrere nuovamente all’aborto clandestino.
La legge, semmai, andrebbe potenziata negli aspetti di tutela della maternità, con servizi e assistenza alle donne e all’infanzia, dunque asili nido, scuole materne, scuolabus e orari compatibili con le esigenze di lavoro delle donne e delle famiglie.
La legge 194 andrebbe potenziata negli aspetti che prevedono informazione e tutela.
Nessuno è favorevole all’aborto; la questione resta su quali strumenti siano realmente utili per ridurre il ricorso ad esso.
Introdurre una seria educazione sessuale, fornire servizi efficienti e assistenza alle donne e all’infanzia: questi devono essere gli obiettivi di chi vuole garantire veramente la sicurezza e la difesa della vita. Il resto sono solo parole.

lunedì 3 settembre 2007

Scialli di carta

Tanto per tornare alla discussione sugli interessi economici riguardanti la Chiesa, pubblico questo post la cui prima parte è liberamente tratta da un articolo di Laura Eduati pubblicato su Liberazione" del 02/09/2007.

Parte prima.
Di ritorno da Venezia, un visitatore brasiliano ha scritto una lettera alla Procuratoria di San Marco per lamentarsi della pessima gestione, ma soprattutto di quegli scialli che il turista a spalle nude è costretto ad indossare per rispettare il decoro e che poi getta negli scatoloni all'uscita.
Il brasiliano si è accorto che i custodi riprendono quegli scatoloni e li riportano all'entrata, per rivenderli. Ogni scialle costa un euro, e non si tratta di una donazione. Un euro qui, un euro là: alla fine di una calda giornata estiva l'incasso sfiora gli 800 euro. Facendo una media di 500 euro giornalieri, fanno 14.000 euro al mese. Senza ricevuta, quindi senza pagare le tasse.

Non basta. Poiché l'ordine perentorio della Procuratoria, controllata dalla Curia di Venezia, è quello di «rivendere gli scialli per non sprecare nulla»; i dipendenti hanno trovato un modo per accentuare il business: utilizzano lo scialle intero per i turisti obesi, mezzo per le persone di taglia normale, un quarto per i bambini in canottierina. Quattro bambini, quattro euro: ma lo scialle dovrebbe costarne uno soltanto. E poi si ricicla: una, due, tre volte. Finché diventa impossibile rifilarlo ai visitatori.
Fino all'anno scorso, il dipendente poteva tenere per sé le mance; da quest'anno, l'ordine è quello di mettere nella cassa ogni moneta aggiuntiva che il visitatore gentile offre in cambio del servizio. Il motto: fare soldi. Senza badare al pericolo per la salute, all'igiene e ai batteri che circolano e potrebbero trasmettere malattie da un visitatore all'altro.
Non è finita qui, scrive il turista brasiliano, indignato per il trattamento subito dai custodi della basilica, che spesso si rivolgono in malo modo ai visitatori più indisciplinati e senza peraltro conoscerne la lingua. Alcuni sono assunti a tempo indeterminato, altri soltanto per la stagione estiva. I turisti mugugnano, ma la maggior parte dimentica ogni contrattempo quando entra nella splendida basilica. D'altronde entrare è gratis, in teoria, tranne per quello scialletto spiegazzato. Intanto la Curia fa affari…


Parte seconda.
Anni fa, in vacanza in Grecia , sono andata a visitare le Meteore, un posto che si trova al margine nord ovest della pianura della Tessaglia (nord della Grecia) ed è costituito un insieme di torri di pietra, sopra alcune delle quali sono stati arditamente costruiti i monasteri. Il posto e’ un possente centro religioso dell’oriente ortodosso, costituito da sei monasteri ancora funzionanti e da un settimo disabitato; altri quattordici sono andati distrutti. Alcuni di questi monasteri sono visitabili dai turisti a condizione che il loro abbigliamento sia consono al luogo, con una particolarità: le donne possono entrare solo se portano la gonna. Per ovviare al fatto che molte delle turiste che arrivano lì, vuoi per comodità vuoi per scelta, portano i pantaloni (lunghi o corti non importa) i monaci mettono a loro disposizione delle lunghe gonne che arrivano fin quasi ai piedi.
E bhè? - direte voi - da noi danno gli scialli!
Sì, ma in Grecia i monaci le gonne le prestano GRATIS!

sabato 1 settembre 2007

Fioroni apre alla scuola privata

Il Ministro dell'Istruzione Fioroni, ospite del meeting di Rimini, ha aperto alla richiesta avanzata dal popolo di Comunione e Liberazione di attuare la parità scolastica tra istituti pubblici e privati.
“Abbiamo avviato un percorso che prevede la libertà nella e della scuola” - “È stato rafforzato dalla legge sulla parità scolastica e dal nuovo metodo di ripartizione delle risorse approvato dal Parlamento” ha detto Fioroni.
Non solo vengono messe a disposizione consistenti risorse per le scuole private, ma il finanziamento si estende per la prima volta anche alla scuola superiore. Invece, per le scuole statali non vengono recuperati i pesanti tagli economici effettuati dal precedente governo. Via libera, dunque, alle scuole private, mentre la scuola pubblica sembra destinata a vivere in una situazione drammatica.
Ma se l'articolo 33 della Costituzione italiana dice: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, come può allora un Ministro dello Stato affermare che i fondi alle scuole private possono arrivare sulla base della loro semplice esistenza?
Qualcuno potrebbe sostenere che le affermazioni del Ministro siano motivate dall'idea che la scuola italiana abbia bisogno di una buona dose di concorrenza per superare le tante inefficienze che presenta.

Forse più che di concorrenza, la scuola italiana avrebbe semplicemente bisogno di una maggiore attenzione ai suoi problemi strutturali.
Basterebbe poco: una seria selezione degli insegnanti, con incentivi e disincentivi, e dotazioni rilevanti e moderne.
Invece cosa arriva dal Governo? L'ennesimo provvedimento di sinistra...