giovedì 9 agosto 2007

Caro petrolio

In Italia il costo dei carburanti e dei combustibili continua a crescere a una velocità e con un gap doppi rispetto al resto d'Europa.
Ogni volta che c'è un esodo, non solo per le ferie, ma anche per Pasqua o nei fine settimana, ci si ritrova con i prezzi alle stelle.
Il Ministro Bersani si è accorto che i nostri prezzi sono tra i più elevati d'Europa e ha convocato i petrolieri per capire il perché (!?!).
Gli italiani pagano 4-5 centesimi in più al litro sulla media europea. I petrolieri dicono che i prezzi salgono perché il petrolio è più caro, ma quando il greggio scende, il costo alla pompa non cambia. Come mai?
Semplice: speculazione e mercato marciano a doppia velocità: immediata quando cresce il prezzo del greggio, molto lenta quando cala.
Inoltre, bisognerebbe considerare che l'euro che si è rivalutato sul dollaro e il petrolio, come tutte le materie prime, si compera in dollari. Quando l'euro si rivaluta è come se il petrolio diminuisse, ma questo, stranamente, non produce nulla sul prezzo finale. Rispetto all'anno scorso l'euro si è rivalutato dell'8%, dunque il petrolio dovrebbe costare l'8% in meno. Se il prezzo è di 72-73 dollari al barile con l'8% in meno è come se costasse 66-67 dollari.
Dato che non sembrano esserci spiegazioni logiche a questi fenomeni, l'Antitrust dovrebbe verificare se i petrolieri si muovono come un cartello e in caso affermativo comminare multe salatissime.
Infine, c’è da tener presente che lo Stato è proprietario della maggioranza relativa del pacchetto azionario dell'Eni, che a sua volta ha la maggioranza relativa del mercato, quindi calmierare i prezzi non dovrebbe poi essere impossibile. Quindi, il Ministro Bersani che aspetta?
Intanto alcune cose potrebbero essere praticabili: chiedere che si paghi il petrolio in euro e non in dollari, eliminare i gadget che incidono per vari centesimi al litro, effettuare
boicottaggi mirati: un mese una compagnia, il mese dopo un'altra.

12 commenti:

Chit ha detto...

Credo che nel momento in cui si facciano considerazioni e si cerchino "giustificazioni" economiche a questo si sia fuori strada. E' logico e normale che se si guarda il discorso euro/dollaro il petrolio ed i suoi derivati dovrebbero diminuire di prezzo ma... quando mai si è fatta questa valutazione in passato? Mai!
Si è sempre fatta molta, moltissima attenzione invece a curare gli interessi dei magnati del settore (Texaco, Elf e tanti altri) guarda caso, ma è sicuramente una coincidenza, aperti sostenitori di George W. Bush.
Bersani può fare tanto sicuramente ma contro questi poteri, mettiamocelo in testa una volta per tutto, nessuno ha il coraggio d'andare!
Comandano il vile dio denaro ed il business ormai. La politica viene dopo, molto dopo! (purtroppo)

Anonimo ha detto...

Come dice giustamente Chit, contro questi poteri è dura andare, soprattutto se sei un politico. Ecco perché sarebbe il caso che i consumatori iniziassero a far sentire la loro forza e iniziassero a mettere in piedi qualche iniziativa come suggerisci tu.

isline ha detto...

E' sempre la solita stancante storia...
Sapevate che l'estate scorsa avevamo forti problemi energetici e intanto l'ENEL vendeva energia all'estero perchè era più conveniente?
Sono stanca di dover giustificare tutto con le leggi del mercato!! E' una scusa che offende la nostra intelligenza e pazienza!

maurob ha detto...

Ehehehe... ci sarebbe da ridere se non fosse che la cosa è una cosaseria.
ci dovrebbe essere la concorrenza ed invece non ce, anzi direi che sembra piu che altro esserci un accordo fra le multinazionali del petrolio a tenere fermo li il prezzo della benzina e soprattutto del disel, che essendo scxarto della raffinazione dovrebbe costare una fischiata.
Quello che è strano che gli organi competenti non copetono e i politiici non intervengono a vedere che cosa realmetne sta succedendo se non in caso di necessità assoluta.
Ci sono poi cose contro la legge del mercato, ovvero dove si vende molto piu prodotto teoricamenete il prezzo dovrebbe essere minore, ed invece in autostada nelle stazioni di servizio il prezzo è diventato molto piu alto che nelle stazioni di servizio esterne, i benzinai si giustificano dicendo che devono pagare più tasse dei loro colleghi esterni, ma è anche vero che il guadagno e garantito, non si puo non vendere benzina lavorando in un autogrill questo però non lo considerano ???
Insomma mi pare che più legge di mercato ci sia la legge della jungla...

Anonimo ha detto...

che le authority non facciano il loro mestiere lo dimostra il fatto che il diesel è sempre costato molto meno della benzina... fino a che il numero di auto diesel non ha superato quelle a benzina. Così, senza che variassero i costi alla produzione sono aumentati i prezzi al consumo, ergo i petrolieri hanno allargato i margini e nessuno ha detto bah.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

I petrolieri hanno avuto il coraggio di dire che siamo noi consumatori a non informarci su dove la benzina costa meno per risparmiare. Si prendono gioco di noi fino in fondo. Tra parentesi leggevo oggi che Imperia è la città, dopo Napoli, in cui la benzina costa di più. Siamo primi in Europa, è una soddisfazione ;-)

GG ha detto...

ciao franca! grazie per essere passata sul mio blog!
Sto dando un 'occhiata al tuo e lo torvo molto interessante....
Credo che ti visiterò più spesso! :)

a presto!

GG

guccia ha detto...

E non solo su problemi come questi ci facciamo mangiare dal mercato. Ma va bene così, perché tanto nessuno ha più voglia di fare niente, riusciamo solo a lamentarci fra quattro mura dando poi tutte le colpe alla politica ed accontentandoci di essere le vittime e non i responsabili e allora... teniamoceli!

lupakkio ha detto...

Ke sorpresa trovarti nel mio blog.. mi ha fatto davvero molto piacere. Viste le importanti tematiche sociai da te trattate credo che diventerò u assiduo lettore del tuo blog.
Quello dell'oro nero è un serissimo problema che grava giorno dopo giorno nelle tasche di noi comuni cittadini.. noi comuni mortali che non disponiamo di auto blu.. noi comuni ed inerti italiani che ci facciamo calpestare quotidianamente da politici ed imprenditori senza scrupoli.. noi comuni italiani dormienti che permettiamo loro tutto questo.
Continuo tenacemente ad inseguire utopie... ma anche la potente arma del boicottaggio se non capillare risulta inefficiente.. purtroppo!!!

Testa alta e sole in faccia!!!

ene ha detto...

Non vorrei fare il provocatore, ma qui negli States il "gas" costa 67 centesimi di dollaro al litro, praticamente 49 eurocent!

Che ne dite?

maurob ha detto...

Beh Enrico probabilmente perchè la politica americana verso il petrolio è molto diversa dalla nostra... certo che cmq un divario del genere è mostruoso ..
Pensare che non andando molto lontano dall'italia, vedi la Croazia il disel costa meno di un €.
Guccia il caro petrolio è un bel problema, da parte mia cerco sempre di cercare di andare in quei posti dove si spende meno.
Se ci sono inizziative serie le si potrebbero anche seguire...
Anche se devo ammettere dentro di me che vedere labenzina e il disel così cari non può che incentivare le persone a stare più a casa e non ad usare la macchina in modo così inutile come fanno in molti ...
Sapevate che circa l'80% di viaggi nelle citta sono tragitti inferiori ai 2 km???
La dice lunga come usiamo la macchina noi italiani

Sig. Rail ha detto...

Il prezzo di un prodotto, venduto all'interno di un mercato, è si composto in parte dai costi sostenuti ma in gran parte è determinato dalla richiesta del prodotto.
Se questa è elevata il prezzo sale.
Succede per le case, come per i prodotti derivati dal petrolio. E' successo per il diesel.
Oggi Bersani sta facendo questa campagna, apprezzabile in parte, per ridurre i costi della benzina; ma la fa in un momento e in un modo che puzzano tanto di campagna propagandistica e mediatica, ancor prima di sembrare una cura efficace.
Per "curare" il prezzo dei carburanti a mio avviso c'è un'unica strada: quella di diminuire la domanda di prodotto. Il boicottaggio non serve a nulla perchè dura poco, visto che una macchina ce l'abbiamo tutti e prima o poi dovremo usarla.
Il cambio di cultura e di abitudini, l'investimento nell'industrializzazione di soluzioni alternative al motore a scoppio, in barba alle lobbies del petrolio, la diffusione maggiore della conoscenza delle possibilità legate ad alcuni tipi di produzione energetica alternative (fotovoltaico, idrogeno); queste cose farebbero senz'altro calare a dovere la richiesta e quindi il prezzo dei carburanti.
Non sono soluzioni a breve termine e hanno anche una controindicazione secondaria, ma non trascurabile, che è quella di contribuire al rallentamento dell'economia americana (che sul petrolio basa una delle sue colonne portanti) e di conseguenza della nostra, visto che purtroppo sono legate in maniera molto stretta.