martedì 3 luglio 2007

Lettera ad un amico

Faccio una breve premessa.
I Gruppi consiliari di opposizione del Comune di Agugliano (P.R.C. - D.S. - Margherita) ogni tanto mandano in giro un foglio per spiegare ai cittadini il loro punto di vista sull'operato dell'Amministrazione comunale. Per fare questo si avvalgono della collaborazione di tanti amici ognuno dei quali si occupa della distribuzione in una via del paese.
Nei giorni scorsi ho ricevuto l'e-mail di uno di questi che mi avvisava di non sentirsela più a causa della disillusione che provava nei confronti della sinistra. Quella che segue è la mia risposta.

"Ho letto con dispiacere la tua e-mail e ho pensato di scriverti queste poche righe. Credimi, non lo faccio per convincerti a continuare a distribuire il nostro “giornale”, sarebbe meschino, ma per confrontarmi con te.
Capisco e comprendo la disillusione nei confronti della sinistra. Anzi, di più, la condivido, perché anch’io stento a ritrovarmi nelle posizioni di un partito troppo appiattito sulle scelte di questo governo che si è rivelato molto diverso (peggiore?) di quanto in molti avevano sperato potesse essere.
Onestamente però, devo dire che in fondo io me lo aspettavo. Non a caso faccio parte di quella corrente (Essere Comunisti) del partito che aveva proposto l’accordo con l’Ulivo solo in seguito a “paletti” ben precisi. Purtroppo la maggioranza ha scelto una strada diversa che, oggi possiamo dirlo, ha fallito.
Ma poter dire “l’avevamo detto” certo non mitiga la delusione di vedere quanti dei nostri militanti oggi non si riconoscono più in un partito che è stato il portatore di ideali che però io ancora sogno possano realizzarsi. Nonostante tutto, almeno per il momento, io ho deciso di restare dentro.
Dentro la contraddizione, certo, dentro la delusione, dentro la difficoltà, con fatica, con ostinazione, con la convinzione che da dentro qualcosa si possa ancora fare, mentre da fuori si può solo stare a guardare ciò che ci passa accanto e sopra.
Un’altra cosa poi mi spinge ad andare avanti, ed è la convinzione che in ogni caso è diverso parlare a livello politico generale e operare a livello locale.
Anche e soprattutto per il nostro paese, anche oggi, anche nell’attuale situazione, io scelgo di restare dentro.
Perché la politica deve partire dal basso, deve partire da ognuno di noi. Ad essere diversi, a batterci per quello in cui crediamo, dobbiamo per primi essere noi cittadini, cittadini di Agugliano prima che d’Italia.
Io non posso pensare di arrendermi e lasciare il nostro paese, questo con la “p” minuscola, in mano a chi oggi ci amministra.
In nome di questa convinzione, oggi mi sento di farti questo invito: guarda se puoi passare sopra (se ce la fai) alle contraddizioni che viviamo a livello nazionale per impegnarti a livello locale.
Io credo possa essere possibile. A te la scelta. Con amicizia. FRANCA"

3 commenti:

guccia ha detto...

Io condivido pienamente. Per quanto riguarda gli iscritti del P.R.C. credo che abbandonare il partito non serva a nulla, tanto meno uscire dal governo tanto per farlo. Certo, è ora di chiedere e in una situazione delicata puntare sul sociale, sulla lotta al precariato e l'abbattimento dello scalone, la difesa del pubblico, il sostegno ai movimenti. E, naturalmente, l'uscita dalla guerra, paletto che ha sempre contraddistinto la nostra politica come pure la salvaguardia degli ideali comunisti. Credo che tanti motivi abbiano portato a questo sconforto della base che, giustamente, si sente messa da parte e non si ritrova nelle scelte del vertice ma, proprio per questo, è la base che deve lavorare per riprendersi un progetto che è nato in modo davvero democratico. E' ora di cominciare a parlare di queste cose, anzi è già tardi e farlo sul blog, secondo me, è già un ottimo punto di partenza anche perché dall'esterno non ci si rende pienamente conto dell'enorme crisi che i partiti della sinistra stanno attraversando. Crisi che, chissà, potrebbe essere "sfruttata" per cambiare marcia e tornare sui veri ideali che hanno dato vista a questo bel corpo politico.
Per quanto mi riguarda ho pensato tante volte di mollare, perché non mi sentivo più rappresentata, ma resto e anche questo post mi ha aiutata a capire che è la cosa più giusta da fare.

maurob ha detto...

Penso che il problema della politica sia che i politici nazionali lavorano in modo uniforme alle loro esigenze e non a quelle dei cittadin che rappresentono o almeno dicono di rappresentare.
Vero che quando si deventa governatori si dece fare il bene di tutti e non quello di una sola parte, ma di certo sarebbe meglio pensare a volte anche al proprio elettorato e alle idee che hanno portato li la persona.
Penso anche poi che le cose fatte bene siano sempre gradite alla maggior parte delle persone.
Certamente abbandonare il partito qualunque esso sia perchè ci ha delusi penso che sia ingiusto, non verso il partito che opera per proprie convenienze, ma contro se stessi, lavorare dentro un partito rappresentando i propri ed altrui ideali anche se in una posizione di basso profilo è il modo migliore per cambiare le cose, muovere le acque.
Un altro punto fondamentale lavorare nel locale bene significa migliorare la propria vita, per cui anche se non concordi con il partito si può cmq ottenere dei risultati positivi per la propria realtà

Franca ha detto...

Fare il bene comune non può non essere apprezzato dal proprio elettorato, perchè l'azione tende all'interesse di tutti. Se qualcuno non ci si riconosce probabilmente è perchè puntava al particolare e non al generale. Qualche volta, però, i politici tengono a confondere l'interesse generale con quello di una parte.
L'unico modo per tentare di cambiare le cose è restare dentro, almeno fino a quando la ..... non ci arriva alla bocca