martedì 9 ottobre 2007

Hasta siempre comandante!

“Uccidendolo, voi lo avete reso immortale” disse ai militari boliviani un fotografo dilettante di la Higuera che fissò in uno scatto il cadavere di Ernesto Rafael Guevara De la Serna detto “El Che”.
Aveva ragione: a 40 anni di distanza dall'esecuzione ”El Che” è ancora il simbolo universale di lotta all'ingiustizia.


Dopo la cattura del Che, avvenuta con l’aiuto dei berretti verdi e della CIA, i militari boliviani in un primo momento diffusero la notizia della sua morte a seguito delle ferite riportate in combattimento, ma lui era ancora vivo, seppur prigioniero.
Poi, con un proiettile dietro l'altro, gli provocarono una morte lenta e dolorosa; in seguito esposero, come un trofeo, la salma tenuta con gli occhi aperti in una lavanderia per dimostrarne in questo modo l'identità e la sconfitta.

Gli furono tagliate le mani e vennero conservate in formalina, mentre il corpo, insieme ai cadaveri dei suoi compagni, fu fatto sparire addirittura prima dell'arrivo sul luogo dell'allora presidente Barrientos.

Oggi a Cuba la commemorazione principale si svolgerà a Santa Clara e vi dovrebbero partecipare Raúl Castro e Aleida March, la vedova del Che.
Nel frattempo Fidel Castro ha già presentato il suo tributo personale all' "eccezionale combattente", con un articolo apparso sul quotidiano “'Granma”.
"Faccio una pausa nella mia lotta quotidiana, per chinare la fronte, con rispetto e gratitudine, di fronte il combattente eccezionale che è caduto 40 anni fa"
ha scritto il “Lider maximo”.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post Franca, non sapevo che lo avessero ucciso in quel modo :(
Adesso mi fanno ancora più schifo

Anonimo ha detto...

parlavamo proprio ieri, io e il mio compagno, di Cuba. La sua ex moglie è cubana e mi raccontava di Fidel e del suo essere temuto e rispettato insieme... Cosa che permette agli americani di non impossessarsi di fatto del territorio. Ma, a quanto pare, oramai i cubani sono americani a tutti gli effetti e alla morte del dittatore diventeranno una provincia senza nemmeno tanto dispiacere...

guccia ha detto...

Al plotone ordinarono di sparare dalla vita in giù, hanno scelto il soldato che doveva finirlo in quanto era il suo compleanno...
Nonostante questo l'hanno reso immortale, anche se avremmo tutti preferito che dietro l'idea, rimanesse l'uomo. Penso che, con la morte del Che, per tanti poveri sudamericani, sia morta la speranza. Mi auguro che Cuba, alla morte di Fidel, non sia rimangiata dal mostro americano e che anche questo modo di ricordarlo faccia sì che di lui non resti, negli anni, solo un'icona su una maglietta.

Siempre!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

A prescindere dalla figura storica del Che Cuba alla morte di Castro deve acquisire la democrazia e la libertà che ora non esistono.

Il sogno della rivoluzione cubana è tramontato ben presto e Castro si è mostrato un dittatore invece che un uomo libertario.

Quanto al Che, sapevo di questa orribile esecuzione.

Purtroppo l'uomo in guerra e cmq quando ha in mano un'arma diventa Mr. Hide...

Franca ha detto...

@ Daniele:

La Cuba del dittatore Batista sostenuto dagli americani era migliore?
E senza l'embargo americano, la situazione di Cuba oggi potrebbe essere differente?
Cuba è un paese che dal 1959 si sta difendendo dall'attacco americano che la combatte solo perchè non vuole lì vi sia un governo socialista.
E quando un popolo si difende, purtroppo qualcosa o qualcuno ci va di mezzo.
Via Guantanamo da Cuba.
Giù le mani americane da Cuba!

Anonimo ha detto...

Non entro nel merito della figura di Che Guevara, i cui contorni non sono stati ancora perfettamente definiti.
Non esito a definire esecrabile il vilipendio, il dileggio e la mutilazione del cadavere, barbarie da condannare in qualsiasi caso,da Che Guevara a Benito Mussolini.
Circa Fidel Castro non credo che l'essere "temuto e rispettato" sia un aspetto qualificante in quanto dittatore e liberticida, e non credo che citare un dittatore precedente, magari peggiore di lui, valga ad emendarlo dal suo errore. Se una volta conquistato il potere, dopo un periodo di tempo ragionevole, avesse indetto libere elezioni allora, probabilmente, avrebbe potuto essere veramente rispettato (non certo temuto) dai Cubani, che hanno diritto a democrazia e libertà tanto quanto il Popolo Birmano, per il quale oggi stiamo cercando di lottare insieme con civiltà.
Sono d'accordo con Daniele che l'odio e la violenza generati dalla guerra e dall'ingiustizia spingono gli uomini a commettere atrocità di ogni tipo, ma quando l'ira cessa allora deve tornare la ragione, e viene l'ora di recitare il "mea culpa", riconoscendo gli errori commessi e denunciandoli con coraggio e lealtà.
Naturalmente questa è solo la mia personale opinione.
Gianni.

guccia ha detto...

@Daniele e Gianni

se si parla delle presunte colpe di una persona estraendole dal contesto storico e sociale in cui si trovano, non si tiene conto delle immense difficoltà a cui Fidel Castro ha dovuto far fronte, talmente grandi per un uomo e per un paese così piccolo, contro un colosso da stupire che sia riuscito solamente a resistere e, invece, ha fatto molto di più. Era chiaro che paragonando Fidel e Batista Franca volesse ricordare i progressi che Cuba ha ottenuto per la sua popolazione da dopo la rivoluzione. Chiedersi se era meglio Batista significa pensare a cosa succederà quando lui morirà, o quando attenuerà il restringimento di alcuni diritti civili. Insomma giudicherei diversamente chi fa una cosa per interesse personale o cattiveria e chi la fa per necessità, perché è preso al collo e vuole comunque il meglio per il suo popolo (imparagonabile la Birmania!). Credete sia facilmente gestibile un embargo di quelle proporzioni e durata, gli agenti della CIA sempre sul territorio, la paura continua di un'invasione? Cuba non ha potuto diventare una democrazia perché è ancora in guerra. Senza contare gli sforzi che si stanno facendo, col tempo dovuto, come le elezioni dei governi municipali, probabilmente molto più democratiche delle nostre. Senza contare sanità e istruzione e così via. Io credo che in quelle condizioni nessuno avrebbe potuto fare di meglio.
Alla morte di Fidel il popolo sarà veramente solo, ci sarà un governo fantoccio pilotato dagli americani e noi festeggeremo, felici, una democrazia che non c'è... intanto i turisti americani torneranno a far aprire e frequentare le vecchie case di prostituzione e il popolo cubano sarà di nuovo venduto al miglior offerente

Barbara Tampieri ha detto...

Prima della rivoluzione Cuba non era diventata altro che un bordello a cielo aperto. Per alcuni oggi tutto questo sarebbe da rimpiangere.
Esattamente come ci sono uomini che rimpiangono i casini, le puttane e le marchette.

Anonimo ha detto...

Rispondo a Guccia.
Le ragioni che citi a giustificazione della permanenza di Castro nel suo ruolo di dittatore a Cuba potrebbero anche essere valide, se lo si vuole considerare alla stregua di un padre che mantiene saldamente in mano le sorti di una famiglia perché crede che i suoi congiunti, moglie e figli, non siano in grado di difendersi e camminare da soli.
Tuttavia un simile comportamento cozza contro ogni logica, padre si ma poco lungimirante, perché se davvero un padre è buono ed accorto deve comprendere che la sua vita un giorno finirà, ed i suoi figli si ritroverebbero sperduti e senza un punto di riferimento, incapaci di camminare con le loro gambe, se non si educano ad autogestirsi.
E poi, se un dittatore è così certo di avere bene operato e di godere dell'affetto del suo popolo, perché non gli da la possibilità di votarlo in libere elezioni? In tal modo sarebbe stato un presidente legittimo e più credibile sulla scena internazionale e forse, in presenza di una compiuta democrazia, l'embargo che affligge Cuba sarebbe stato sicuramente allentato.
Un ultimo spunto di riflessione; si potrebbe obiettare che il processo evolutivo di una popolazione richiede tempo, ma mi pare che Castro governa in beata solitudine Cuba fin dal 1958; 49 anni di dittatura caratterizzata da luci ed ombre è un arco di tempo decisamente troppo lungo, che sa più di attaccamento al potere che di preoccupazione per il destino del suo popolo.
Rispetto la tua opinione ma rimango convinto di ciò che ho asserito.
Un caro saluto...Gianni.

Anonimo ha detto...

Hasta siempre comandante!

Richie ha detto...

non mi stancherò mai di leggere materiale su Che Guevara... e di come finiscano male uno per volta quei quattro omuncoli che si sono venduti all'imperialismo.

ArabaFenice ha detto...

Scusa se vado OT.

Voglio sottoporre a tutti un'idea che ho già sottoposto a Daniele che si è detto d'accordo.
L'idea è quella di creare un blog collettivo in cui ognuno dei 16 bloggers possa postare tutto dedicato alla Birmania che ci scriveranno i loro post ma potranno anche, previa autorizzazione dei rispettivi autori, incollare tutto il materiale disponibile in rete a favore della nostra causa. Ci dobbiamo accordare su quanti amministratori eleggere e chi fra noi dovrà assumersi tale compito.
Più che un sito dedicato alla causa della Birmania, di cui già esistono diverse versione in rete, lo vedo come un sito dedicato alla raccolta delle testimonianze degli internauti sulla Birmania. POssiamo decidere anche se concedere facoltà di pubblicare ad altre persone di fiducia. Inoltre, potremmo mettere a disposizione un indirizzo email dedicato per la raccolta del materiale e testimonianze da parte di chi vorrà inviacerlo. Il primo post sarà ovviamente quello unitario già scritto. Ciò che sarà frutto di lavoro collettivo continuerà a essere pubblicato su tutti i nostri blog.
Questa è l'idea principale ma è aperta a variazioni e suggerimenti.
Propongo come logo la maglietta personalizzata che trovate sulla mia pagina.
Infine, solo per bloccare l'indirizzo, ho registrato il sito http://bloggersforburma.blogspot.com
Avendolo registrato, ne risulto attualmente l'amministratrice ma mi è sinceramente indifferente esserlo o non esserlo, per cui se accoglierete positivamente la mia iniziativa potrò cedere i privilegi di amministratori ad altri. POi vediamo come fare. Tuttavia, sono piuttosto abile con gli strumenti grafici e perciò do la mia disponibilità alla creazione di immagini e loghi.
Posto questo commento su tutti i blog dei bloggers for burma.

Carlotta ha detto...

Vedo in Che Guevara una figura resa mitica dalla sua tragica fine. La sua morte ha elevato all'ennesima potenza i suoi ideali che, dopo tanti anni, restano ancora quelli di molti.
Per quanto riguarda Cuba e Fidel Castro, trovo che 49 anni al potere gli facciano un po' perdere l'aurea di salvatore della patria che ha avuto durante la lotta contro Batista.
Sicurmanete a Cuba alla gente non manca istruzione e cibo, ma non dimentichiamo, prigionieri politici e violazione di un buon numero di diritti umani che prescindono dall'embargo (assolutamente assurdo) a cui Cuba e' soggetta.
Credo anche io che Cuba sia ancora in Guerra, contro quell'imperialismo americano che si cela dietro una pseudo-esportazione di democrazia (parliamone), cosi' come trovo che molte delle immagini che ci siano pervenute siano frutto di una manipolazione "occidentale" che ci vuole fare vedere solo il lato "cattivo" della medaglia. Ma Fidel Castro, innalzato a padre salvatore, mi sembra negli anni un concetto forse da rivedere...Cio' non toglie che lo trovi una delle persone piu' carismatiche del XX secolo e che la sua perseveranza e gli ideali che lo hanno accompagnato durante la sua lotta siano comunque del tutto rispettabili.

E comunque non mi stanchero' mai di rendere omaggio al "comandante" e quel volto con lo sguardo rivolto molto lontano che sventola su milioni di bandiere...

Aprendimos a quererte
desde la histórica altura
donde el sol de tu bravura
le puso un cerco a la muerte.

Hasta Siempre..

Carlotta

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Per Franca: forse non hai inteso il senso di quello che volevo dire.

In primis il fatto che la Cuba di Batista fosse una dittatura non vuol dire che allora giustifichiamo i soprusi ed i prigionieri politici(compreso un poeta cubano dissidente liberato solo di recente) e la fame in cui versa oggi Cuba e la sua gente.

Era vergognosa la dittatura di Batista come è vegognosa quella di Castro. Nessuno dei due merita la mia stima.

Poi io non ho parlato di Cuba come protettorato USA ma solo ho sperato e spero ardentemente ancora adesso che Cuba sia una nazione libera e democratica con le sue tradizioni ecc... come la Spagna, la Svezia, il Cile.

Ecco forse ora ho chiarito meglio il mio commento :-)))

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Per Guccia: il problema della morte di Castro per Cuba nasce anche dal fatto che un dittatore non pensa al dopo e se lo fa è per mettere un altro dittatore.

I rischi che tu menzioni esistono, per questo spero invece che, magari con l'aiuto dei paesi vicini i cubani stessi riescano a non lasciarsi nuovamente travolgere da un'ondata di interventismo esterno ma sappiano e possano diventare artefici del loro destino politico e sociale.

Franca ha detto...

@ Daniele:

La storia non si fa con i se e con i ma.
MA io credo che Cuba avrebbe avuto un destino diverso se per cinquant'anni non avesse dovuto spendere ogni sua energia per difendersi dall'imperialismo americano.
Fame a Cuba?
Certo che la potenza del media (di cui tutti criticate a parole la parzialità e la superficialità) è davvero tanta!
Perchè invece di usare i soliti luoghi comuni, non spendere cinque minuti del proprio tempo per verificare da fonti attendibili?

warszawa ha detto...

da qualche parte un giorno dove non si saprà dove non lo aspettate il che ritornerà!

ArabaFenice ha detto...

Prima mi ero soffermata solo per postare un commento OT, per mettere tutti a conoscenza di una nuova iniziativa Pro - Birmania. Ora vorrei entrare nel merito della questione ma vedo che i commenti precedenti hanno già esaurientemente descritto le varie posizioni per cui non resta che associarmi ai commenti che esprimono anche la mia opinione. Solo completamente d'accordo con Gianni. In primo luogo, nella ferma condanna delle barbarie che ha caratterizzato la morte del Che che è una condanna universale sia dell'assassinio del prigioniero (chiunque sia) sia del successivo villipendio del cadavere, fatto forse ancora più grave. In secondo luogo, sono daccordo con lui per quanto riguarda le valutazioni sulla dittatura castrista. Condivido anche quanto riportato da Carlotta.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Franca, non penso che a Cuba stiano tutti bene e siano tutti ricchi

A Cuba ci sono problemi economici accentuatisi penso poi dopo il crollo del muro, e cmq non esiste la libertà di parola, di espressione di pensiero.

Con questo non dico che auspico una Cuba che diventi un'altra nazione MacDonald, ma da qui a dire che ora va tutto bene a mio avviso ce ne corre

Castro, come tutti i dittatori, ha sicuramente fatto qualcosa di buono: perfino Mussolini sembrerebbe esserci riuscito (i famosi treni in orario lol)!

Ma niente, niente può essere portato a difesa di chi ha negato e tutt'ora nega la libertà di pensiero al suo popolo.

Commemoriamo il Che in questo post, beh non credo che lui volesse questa Cuba lui voleva Cuba libre ( e non il cocktali, , ma la nazione).

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Scusa l'Off Topic ma anche io volevo comunicare qualcosa:

Direi di aprire il blog quindi Anna siamo con te!!!

Poi vedremo chi di tutti quelli che hanno iniziato l'avventura vuole proseguirla

Chit darà appoggio esterno impegnato come è con il Caso Parlanti, caso su cui anche io poi vi chiederò attenzione più avanti.

I bloggers for Burma potrebbero prendere in considrazione altri bloggers che vogliono entrare a far prarte di questa Alleanza in modo fattivo e propositivo e non soltanto "limitandosi" ad un preziosissimo appoggio esterno.

La Mail conterrebbe il post linkato da tutti blog ma al contempo la nuova lista di chi ne fa parte pechè entrato in un secondo momento ma attivamente partecipe.

Aprirei il blog per convogliare li anche messaggi proposte suggerimenti notizie proprio per evitare di rincorrerci tra i blog anche se questo fa salire ammetto i nostri contatti lol

Ma nulla vieta come già facciamo di leggerci anche dopo LOL vista la stima e l'amicizia sia pure virtuale che sta nascendo tra noi.

Ditemi che ne pensate
Daniele

Anonimo ha detto...

Hasta la victoria siempre!

Oby ha detto...

Per me la storia é molto piú sfaccettata..il Che sará anche una leggenda per i popoli, ma i libri di storia lo ricordano come un terrorista.

Franca ha detto...

@ Oby:

Non so a quali libri ti riferisci.
Come la penso io credo che sia sufficientemente chiaro

Anonimo ha detto...

Bel ricordo... Ciao Giulia

Alzata con pugno ha detto...

Se "terrorista" vuol dire morire per salvare dei popoli oppressi dalla dittatura...anche Gesù storicamente era un terrorista.
Inoltre eviterei di accostare la figura di Ernesto a quella di Mussolini ed eviterei di accostarne anche le morti. Il Che sicuramente ha ucciso, perchè era un guerra, ma non era un dittatore.

Anonimo ha detto...

Rispondo ad "alzata con pugno".
Che lo si voglia o no le figure di Mussolini e Guevara trovano il loro unico punto d'incontro in un grave torto da entrambi subito: l'uccisione deliberata senza una parvenza di processo ed il vilipendio della salma, elementi sulla cui esecrabilità mi sono già ampiamente dilungato.
Eviterei davvero, invece, di accostare il Che a Gesù Cristo che, almeno per i fedeli credenti, è stato torturato ed ucciso senza aver mai stroncato alcuna vita, e non per liberare un popolo da una dittatura, bensì per farsi carico delle colpe del genere umano.
Gianni.

Unknown ha detto...

bel post franca ricordarmi del Che mi commuove, fu uno dei miei idoli di gioventù, uno dei primi che mi insegno quanto sia grande il valore della libertà.

Finazio ha detto...

Ci sono questioni troppo scottanti in gioco e comprendo che a quarant'anni di distanza dalla morte di Guevara non si riesca ancora a trovar pace sulla questione cubana. Non sappiamo cosa sarebbe stata Cuba oggi se Guevara non fosse stato assassinato e se avesse partecipato alla sua rinascita. Ma per l'appunto, come dice Franca, la storia non si fa con i se e con i ma. Resta il rispetto ed il rimpianto per quest'uomo splendido.