Se il presidente francese può trovare in Italia una sorta di suo simile, esso non sarà a destra, ma a “sinistra”.
Lo potrà trovare in un personaggio come Walter Veltroni che proviene dalla sinistra, ma che è diventato “vincente” andando oltre le tradizioni e i valori della sinistra tanto da assimilare i valori propagandati dalla destra: la sicurezza fino alle ossessioni securitarie, l’a-classismo dichiarato, che finisce in subalternità agli interessi del mercato, la “modernità”, tutta e solo sovrastrutturale, tutta e solo interna alla sfera dei diritti civili.
Veltroni sta già utilizzando la lezione francese: il suo nascente Partito Democratico, inizialmente di stile molto “americano”, man mano che si sta delineando, sta perdendo completamente ogni contiguità con la sinistra, con le sue radici, la sua storia e i suoi progetti.
E siccome alle prossime elezioni lo scontro sarà durissimo anche per il vincente supersindaco di Roma, non è difficile capire la tentazione Sarkozy, con molti adattamenti all'italica tradizione.
Quello di Veltroni vorrebbe essere un partito che si ispira ai valori del lavoro e della Resistenza, ma che contemporaneamente civetta con esponenti di destra.
Veltroni sconcerta anche quando se la prende con il conservatorismo di sinistra.
Gli anni sessanta e settanta sono stati anni di grandi conquiste sociali e non c’è niente di progressista nel cercare di attaccarle.
I punti più critici sono proprio la questione del welfare e delle pensioni: i veri innovatori sono quelli che li stanno difendendo, mentre il leader del futuro Partito Democratico si dimostra conservatore, con posizioni vicine al centrodestra.
Tutta la voglia di unire le forze del paese si spiega solamente con un disegno politico ben preciso di egemonia centrista; il suo continuo sbracciarsi in sue direzioni, con una battuta che guarda a sinistra e un'altra che guarda dall'altra parte, è tipico di un agire politico di destra.
Lo potrà trovare in un personaggio come Walter Veltroni che proviene dalla sinistra, ma che è diventato “vincente” andando oltre le tradizioni e i valori della sinistra tanto da assimilare i valori propagandati dalla destra: la sicurezza fino alle ossessioni securitarie, l’a-classismo dichiarato, che finisce in subalternità agli interessi del mercato, la “modernità”, tutta e solo sovrastrutturale, tutta e solo interna alla sfera dei diritti civili.
Veltroni sta già utilizzando la lezione francese: il suo nascente Partito Democratico, inizialmente di stile molto “americano”, man mano che si sta delineando, sta perdendo completamente ogni contiguità con la sinistra, con le sue radici, la sua storia e i suoi progetti.
E siccome alle prossime elezioni lo scontro sarà durissimo anche per il vincente supersindaco di Roma, non è difficile capire la tentazione Sarkozy, con molti adattamenti all'italica tradizione.
Quello di Veltroni vorrebbe essere un partito che si ispira ai valori del lavoro e della Resistenza, ma che contemporaneamente civetta con esponenti di destra.
Veltroni sconcerta anche quando se la prende con il conservatorismo di sinistra.
Gli anni sessanta e settanta sono stati anni di grandi conquiste sociali e non c’è niente di progressista nel cercare di attaccarle.
I punti più critici sono proprio la questione del welfare e delle pensioni: i veri innovatori sono quelli che li stanno difendendo, mentre il leader del futuro Partito Democratico si dimostra conservatore, con posizioni vicine al centrodestra.
Tutta la voglia di unire le forze del paese si spiega solamente con un disegno politico ben preciso di egemonia centrista; il suo continuo sbracciarsi in sue direzioni, con una battuta che guarda a sinistra e un'altra che guarda dall'altra parte, è tipico di un agire politico di destra.
15 commenti:
Stare con il piede in due staffe non porterà a niente di buono. L'Italia ha bisogno di prese di posizioni decise. Fare politica è prendere delle scelte, non cercare di accontentare tutti. Non ho mai creduto a Veltroni: a questo Ex di tutto e allo stesso tempo di tutti. Non credo a questa deriva verso la sicurezza a tutti i costi, non credo a questa imitazione dei modelli che ora sembrano vincenti della destra. L'Italia, che ha le sue radici nella resistenza, ha bisogno di ritrovare rappresentanti di quei valori che ne hanno fondato la costituzione, ha bisogno di nuove conquiste sociali, di riscattare chi, fra non molto si renderà conto di essere veramente disperato. C'è bisogno di scoprire che economia non è sfruttamento, ma può essere più tempo libero, più salari, più famiglia, meno ore di lavoro e più disponibilità di spesa . Che gli immigrati sono una risorsa imprescindibile, non un pericolo. Mi preoccupa perché quella che credevamo essere una deriva centrista sta diventando una deriva a destra: Cofferati e la sua alleanza con AN docet (e anche gli sgomberi pre-elezioni ai campi nomadi di Veltroni)...
...non ho ancora capito se ci è o ci fa.
MA per quel che posso aver "sentito" mi sembra un politico appassionato...o no?
Direi che strizzare l'occhio da un lato e poi dall'altro più che di destra sa tanto di vecchia DC...
E non è che questo mi faccia stare meglio eh...
io lo lascerei soltanto lavorare, diciamo un po' di mesi per poi dare un giudizio. O no ?
Non so molto di Veltroni, pur vivendo a roma da un anno. La sua fama è buona, ma di certo ora che è leader del Pd si deteriorerà.
Il linea generale non ho molta fiducia in questo nuovo partito perchè non mi sembra essere portatore di qualcosa di veramente innovativo.
Adesso facciamo la confederazione delle sinistre (Diliberto a Matrix) con 150 parlamentari e poi vediamo che ridere.
Soltanto una cosa spero, che il suo lavoro lo faccia con la passione di chi ama ció che fa, e non di chi fa ció che non ama solo per riempire il proprio portafogli.
Il vero punto critico del progetto credo che sia il fatto che un'accozzaglia di teste, idee, valori e correnti così vasta non può stare insieme.
Sono pronto a ricredermi e spero di doverlo fare ma, come diceva un comico napoletano, "a me, sta cosa, me pare na'strunz...."
Stiamo a vedere e speriamo; una cosa è certa, peggio, difficilmente può andare no?
p.s. riguardo invece al commento nel mio blog vero, i proiettili li hanno ricevuti DeMagistris e Forleo pure ma (credo) per motivi completamente diversi dall'aver detto cavolate no?! ;-)
Nonostante mi sia antipatico in partenza questo PD, sono d'accordo con teresa... Aspettiamo un po' e vediamo
Veltroni non mi ha mai ispirato fiducia, mai. ho l'impressione che dica una cosa e ne pensi un'altra...
in italia la sinistra non sarà mai unita, perchè ognuno tiene alla sua parrocchietta fondata su ditinguo infinitesimali. pertanto è ovvio che veltroni si rivolga al centro
Sai come la penso.Con questa gente(Veltroni & co.) chiunque si riconosca nelle ragioni storiche della sinistra(non il riformismo spacciato per tale,non qualunque forma di liberismo "temperato")non può avere nulla a che spartire,in prospettiva.Bisogna rompere gli argini,cara Franca.Ci vuole coraggio e fermezza.Anche a rischio di perdere tanti elettori e simpatizzanti della prima ora,almeno nell'immediato.Quella della costruzione di un polo autonomo di classe è l'unica,reale,via d'uscita,per le "sinistre" di governo.Ma "La sinistra", o la "Cosa rossa",comunque la chiameranno,non ha alcuna intenzione di andare in questa direzione.Mancano volontà politica,terreno e uomini.Prevalgono i particolarismi (sempre sulla forma,quasi mai sui contenuti) e si sentono dibattiti quasi esclusivamente legati a strategie elettorali.Io propongo un nome alternativo e maggiormente verosimile,per la nascente confederazione: "La stampella".Purtroppo è il ruolo che il Partito Democratico le ha già attribuito e che confermerà.
Leggendo le prime righe mi sono preoccupato.
Che venerassi troppo Veltroni.
Il presidente Francese è stato portato in trionfo come grande ideatore di strategie vincenti, dubito che sia tanto capace Veltroni.
Mi auguro per il bene della nazione e di tutti noi che sia così ma ho qualche perplessità.
Sembra infatti ultimamente la brutta copia di Silvio Berlusconi in campagna elettorale, uomo da copertina più che da fatti.
Prima di tutto il fatto che nn si sia ancora dimesso dalla poltrona di Sindaco la dice lunga.
Rendere efficente quello che si fa, vuol dire mettere in primo piano quel lavoro e non iniziarne 100.
Da rivedere indubbiamente fra qualche mese, anche per ora non mi sembra un grande ...
Sono assolutamente d'accordo con te. Chiamare progressisti che sostiene idee che risalgono ancora un po' alla prima rivluzione industriale, mi sembra un insulto alla nostra intelligenza. Sappiamo tutti cosa voglio dire certe parole. es.Dobbiamo essere coraggiosi=dobbiamo licenziare=privatizzare sanutà, scuola... E questo lo trovano coraggio? Ciao giulia
Sinceramente lo trovo anch'io un partito molto all'ammmericana...
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