sabato 28 luglio 2007

Un comunista che ha fatto l'Italia

E' morto Giovanni Pesce (Visone), classe 1918, garibaldino di Spagna, alla testa dei Gap in Italia, medaglia d'oro al valor militare nella lotta di Resistenza, eroe nazionale. Un comunista che ha fatto l'Italia.
Amava dire, citando i versi di Eluard: «Ci sono parole che fanno vivere. Una di queste è la parola comunista»
Ma non si spegnerà la sua leggenda.

Lo ricordiamo con le sue parole che possono diventare il nostro manifesto politico:
"Occorre sempre riandare a quel giorno. Non mi stancherò mai di ripeterlo. La democrazia nel nostro paese è salda ma è anche quotidianamente incalzata da prepotenze, violenze, fenomeni di sfruttamento, di emarginazione, spinte razziste, ingiustizie sociali. I temi della sicurezza sul luogo di lavoro, dell'occupazione giovanile, del salario dignitoso per tutti, di una scuola libera, di una informazione al riparo da interessi e veleni di parte, di pensioni rispettose dei sacrifici compiuti in una intera esistenza, di una giustizia che colpisca in termini certi e rapidi i colpevoli di ogni reato, sono appuntamenti cui occorre dare una risposta".

Accomuniamo al ricordo anche Emilio Ferretti (Comandante Ferro), scomparso il 21 luglio scorso, che è stato una delle figure più importanti della resistenza marchigiana. Dopo la guerra, tra i vari incarichi, ricoprì anche quello di Assessore provinciale alla Sanità nel periodo in cui si dovevano chiudere i manicomi. Fu uno dei più convinti sostenitori della legge Basaglia.

3 commenti:

Ishtar ha detto...

ciao!
grazie per essere passata dal mio blog.
eh ormai di veri professionisti in tv ne girano pochi...
fortunatamente stasera c'è "Lucignolo Bella Vita" a risollevarci il morale ;-) (sto skerzando!!!)
bye

Chit ha detto...

Confesso che non conoscevo questi personaggi ma rimango sempre molto colpito da chi ha saputo portare avanti ideali con coerenza.
Chissà, forse perchè gente così non ce n'è più ...

guccia ha detto...

Ho letto e insieme mi è giunta la notizia della scomparsa di Bergman e Antonioni. Non ci sono parole, perdite insanabili per tutta l'umanità.