Il nostro è un paese gravemente malato. Le sue fondamenta democratiche stanno sopportando carichi inauditi e la struttura mostra chiari segni di cedimento: l'unica salvezza possibile è data dall'appropriazione delle persone di tutti gli interstizi che tengono insieme la democrazia e con la loro presenza collettiva ostacolino il processo di degenerazione in atto.
Quello che serve è una straordinaria partecipazione e ribellione civile in grado di dare un senso comune a ciò che appare sempre più atomizzazione degli interessi, disfacimento valoriale, si salvi chi può.
Il pericolo più grande che abbiamo di fronte è la fusione tra crisi economica e sfiducia negli strumenti di partecipazione che renderebbe questo paese ancora più debole, ancora più ingiusto.
Quando vengono meno i legami superiori che tengono insieme interessi diversi ed ognuno appartiene a se stesso perché sembra venir meno un obiettivo credibile e collettivo, inevitabilmente si risente il fetore nauseabondo di coloro che riemergono dal letame della storia.
In un paese normale, i miasmi gelliani sarebbero ben stipati in sicuri contenitori come si fa per le sostanza pericolose e radioattive; invece no. Licio Gelli, anziché essere accompagnato a pernacchie ad ogni sua comparsa, viene intervistato come un qualsiasi commentatore politico. L'uomo condannato per tentato sovvertimento dell'ordine democratico attraverso la Loggia massonica P2, la persona al centro delle vicende tra le più torbide del nostro paese viene messo in condizione di esprimere ancora le proprie sentenze.
Non è democrazia e diritto di informazione, è una vergogna!
Non c'è bisogno che ci dica il suo punto di vista su che cosa è stata la P2, lo ha scritto la Commissione Anselmi; non c'è bisogno che ci ricordi il suo odio per gli extracomunitari e gli omossessuali; e chissenefrega su che cosa pensa di Obama; gli studenti vanno fermati anche con la forza? Ma va a quel paese; "Saviano ha scritto Gomorra per farsi pubblicità"? Sei un rincoglionito; "i sindacati hanno impoverito l'Italia"? Ma pensa te che profondità di analisi. E se pontifica che senza Berlusconi l'Italia sarebbe in rovina, basta guardarsi intorno per dirgli: complimenti.
Non si tratta di sottovalutare ciò che dice un pericoloso lestofante, ciò che serve di più è mandare fragorosamente a quel paese coloro che fanno da megafono e vigilare attentamente su ciò che accade e, soprattutto, far sentire alta e forte la voce della democrazia.
E' questo che li manda in bestia ed è questo che tutte le forze democratiche dovrebbero costruire. E, quando serve, prendiamoli anche un po' per il culo. Anche questo li infastidisce.
Quello che serve all'Italia lo sappiamo, battiamoci per quello.
Al Presidente del Consiglio una semplice richiesta: dopo essere stato chiamato così platealmente in causa, un "uomo di Stato" saprà sicuramente dire inequivocabili parole di presa di distanza da un nemico dichiarato della democrazia.
Quello che serve è una straordinaria partecipazione e ribellione civile in grado di dare un senso comune a ciò che appare sempre più atomizzazione degli interessi, disfacimento valoriale, si salvi chi può.
Il pericolo più grande che abbiamo di fronte è la fusione tra crisi economica e sfiducia negli strumenti di partecipazione che renderebbe questo paese ancora più debole, ancora più ingiusto.
Quando vengono meno i legami superiori che tengono insieme interessi diversi ed ognuno appartiene a se stesso perché sembra venir meno un obiettivo credibile e collettivo, inevitabilmente si risente il fetore nauseabondo di coloro che riemergono dal letame della storia.
In un paese normale, i miasmi gelliani sarebbero ben stipati in sicuri contenitori come si fa per le sostanza pericolose e radioattive; invece no. Licio Gelli, anziché essere accompagnato a pernacchie ad ogni sua comparsa, viene intervistato come un qualsiasi commentatore politico. L'uomo condannato per tentato sovvertimento dell'ordine democratico attraverso la Loggia massonica P2, la persona al centro delle vicende tra le più torbide del nostro paese viene messo in condizione di esprimere ancora le proprie sentenze.
Non è democrazia e diritto di informazione, è una vergogna!
Non c'è bisogno che ci dica il suo punto di vista su che cosa è stata la P2, lo ha scritto la Commissione Anselmi; non c'è bisogno che ci ricordi il suo odio per gli extracomunitari e gli omossessuali; e chissenefrega su che cosa pensa di Obama; gli studenti vanno fermati anche con la forza? Ma va a quel paese; "Saviano ha scritto Gomorra per farsi pubblicità"? Sei un rincoglionito; "i sindacati hanno impoverito l'Italia"? Ma pensa te che profondità di analisi. E se pontifica che senza Berlusconi l'Italia sarebbe in rovina, basta guardarsi intorno per dirgli: complimenti.
Non si tratta di sottovalutare ciò che dice un pericoloso lestofante, ciò che serve di più è mandare fragorosamente a quel paese coloro che fanno da megafono e vigilare attentamente su ciò che accade e, soprattutto, far sentire alta e forte la voce della democrazia.
E' questo che li manda in bestia ed è questo che tutte le forze democratiche dovrebbero costruire. E, quando serve, prendiamoli anche un po' per il culo. Anche questo li infastidisce.
Quello che serve all'Italia lo sappiamo, battiamoci per quello.
Al Presidente del Consiglio una semplice richiesta: dopo essere stato chiamato così platealmente in causa, un "uomo di Stato" saprà sicuramente dire inequivocabili parole di presa di distanza da un nemico dichiarato della democrazia.