lunedì 30 giugno 2008

Consiglio comunale del 26 giugno 2008


Spettatori presenti: uno.


Le comunicazioni del Sindaco hanno riguardato la “conferenza stampa” che ha preceduto il Consiglio e attinente ad un gruppo di otto ciclisti che raggiungeranno in bicicletta il Comune di Jonage, con il quale siamo gemellati.
Il secondo e il terzo punto hanno riguardato rispettivamente l’approvazione dei verbali della seduta del 16 aprile e del 12 maggio sui quali non ci sono state osservazioni.
Il punto successivo è stata l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno 2007 sul quale non siamo entrati nel merito, ma abbiamo fatte nostre due preoccupazioni del Revisore dei Conti che ha messo in evidenza l’incremento dell’indebitamento, sul quale ha chiesto un monitoraggio, e il disavanzo di circa 25.000,00 euro della Società “Agugliano Servizi S.r.l.” che ha chiuso il suo secondo bilancio non solo senza ricavi, ma addirittura in passivo.
E’ seguita poi una variazione al bilancio 2008 per 158.700,00 euro con la quale, tra l’altro, si è preso atto della mancata entrata dell’ICI sulla prima casa che sarà compensata da trasferimenti statali (quando?).
Il punto numero sei ha riguardato l’individuazione degli organi collegiali indispensabili al funzionamento dell’Ente determinati nel Consiglio di biblioteca, nel Comitato per il gemellaggio e nella Commissione per la formazione dei giudici popolari.
Il settimo punto è stato relativo ad una modifica al regolamento comunale per gli interventi di edilizia minore con cui è stata normata l’installazione di tende da sole aggettanti, l’installazione di frecce di indicazione e l’installazione di insegne non luminose, bacheche, vetrine e targhe.
L’ottavo punto riguardante l’approvazione definitiva alla variante al piano di lottizzazione IP4 (Quercettino) è stato ritirato perché la pratica non era completa.
Il punto numero nove è stato l’approvazione definitiva del piano di lottizzazione della scheda d’ambito IP18 (Santa Caterina a Castel d’Emilio) su cui abbiamo votato a favore in quanto è stata accolta l’osservazione della Provincia riguardo alla distanza degli edifici dalle strade in ottemperanza alla normativa antisismica.
Il decimo punto ha trattato l’adozione al piano di lottizzazione delle scheda d’ambito IP19 (Via Saffi a Castel d’Emilio); su questo punto ci siamo astenuti.
L’ultimo punto era relativo all’alienazione di un frustolo di terreno in via Convento a Castel d’Emilio; anche su questo punto ci siamo astenuti perché stiamo vendendo tutto il vendibile e anche perché questo terreno è molto vicino alla lottizzazione di cui al punto precedente…

Come sempre siamo a disposizione per chi volesse maggiori informazioni.

venerdì 27 giugno 2008

Per non dimenticare

Ancora una volta, per non dimenticare.











Sono le 21,00 circa del 27 giugno 1980 quando un DC9 della società Itavia, decollato da Bologna in direzione Palermo, scompare dalle rilevazioni radar, inabissandosi fra le isole di Ponza e Ustica.

Un aereo civile è stato abbattuto, 81 cittadini innocenti fra passeggeri ed equipaggio hanno perso la vita, la nostra sovranità è stata sfregiata e nessuno ci ha dato spiegazioni.

Sono passati 28 anni di costellati di depistagli, menzogne, omissioni.

Ma noi siamo ancora qui per ricordare.

Non dobbiamo smettere di pretendere la verità.

mercoledì 25 giugno 2008

Made in Jail



Alcuni giorni fa ho letto sul sito di “Alzata con pugno” una notizia interessante per cui copio e incollo dal suo blog il testo seguente:
“C'è una cooperativa sociale a Roma, Seriarte Ecologica, che ha creato il marchio Made in Jail. Si tratta di detenuti ed ex detenuti che hanno voglia di riscommettere sulle loro vite, di attingere alla propria creatività per fare impresa.
La loro azienda non è molto grande, ma hanno un sito e-commerce (negozio on-line) e potete trovare alcune delle loro magliette in qualche bancarella il primo Maggio a Roma e poi non so dove, ma c'è una pagina del loro sito dove ci sono elencati i punti vendita.
Io credo fortemente che queste iniziative e queste persone vadano sostenute.
Una maglietta costa appena 10 euro, e ce n'è davvero carine e spiritose.
Personalmente sono al terzo ordine di t-shirt per il mio negozio, ma mi piacerebbe che faceste girare un po' la voce”.
Anch'io credo fortemente in queste iniziative per cui accetto ben volentieri di far girare la voce.
Di seguito la foto di un paio di magliette e il link al sito”:













Colgo l'occasione per ingraziare Cristiana del premio che mi ha assegnato e che, ovviamente, mi ha fatto molto piacere, ma come sempre (o quasi) fermo qui la catena.

sabato 21 giugno 2008

Senza commento

Copio e incollo dal blog "Solleviamoci"

Gruppo EveryOne: “Episodio di gravità inaudita. Necessaria condanna unanime di Istituzioni Nazionali ed Europee e seri provvedimenti contro la deriva razzista e xenofoba in Italia”

E´accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano.
La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Giambellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni.
Rebecca, 12 anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef-Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all’intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati.
I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto.
Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati.
Prima ancora dell’aggressione, l´Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un’infanzia senza diritti.
Il Gruppo EveryOne
era in procinto di organizzare il ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all’ostilità che colpisce i Rom a Milano.
“Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa
e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l´Italia.”
Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l’aggressione a Rimini, avvenuta nell’indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l’elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all’aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne.
“L’attuale clima di discriminazione generale e l’atteggiamento ostile delle autorità,” continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni come quelle del ministro dell´Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie senza mezzi di sostentamento - proclami che sconcerterebbero qualunque esponente democratico di un Paese civile - finiscono per fomentare violenze e soprusi ai danni dei più indifesi”.
Insieme a EveryOne, anche Santino Spinelli,
dell’Associazione Thèm Romano onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per l’intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che imperversa in Italia.
“E´necessaria una condanna unanime
del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.

Per ulteriori informazioni:

Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 - (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com info@everyonegroup.com

Per saperne di più su Rebecca cliccate qui

martedì 17 giugno 2008

Omicidio europeo


Oggi vi lascio un interessante spunto di riflessione riportando un articolo di Loris Campetti pubblicato su "Il Manifesto" del 12 giugno



C'è un nesso terribile tra la decisione dell'Unione europea di liberalizzare l'orario di lavoro e l'ennesima strage di ieri nella quotidiana guerra italiana sul lavoro, che ha lasciato sul campo almeno nove operai, dove persone. Il nesso si chiama liberismo.

Nella seconda metà dell'Ottocento, lotta dopo lotta, strage dopo strage, prese corpo la Festa dei lavoratori, il 1° Maggio.

Il movimento partì negli Stati uniti e in Canada, sbarcò in Europa nel 1889, quando la festa venne ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda internazionale. Il 1° Maggio aveva al centro un grande obiettivo strategico: la conquista delle otto ore.

Nella primavera del 1906, novemila mondine sfilarono nelle strade di Vercelli insieme ai metallurgici cantando «Se otto ore/vi sembran poche...».

Il XX secolo è segnato dalla lotta per le 40 ore settimanali. Una battaglia di civiltà che segnò un salto epocale.

Chissà se i 27 ministri del lavoro dell'Ue hanno studiato la storia del Novecento, e se l'hanno capita? Due giorni fa, 22 di loro hanno votato una normativa che sentenzia la fine non delle 40 ma delle 48 ore, conquistate dall'Ilo nel lontano 1917.

Del «secolo breve», della sua ferocia e delle sue conquiste, sappiamo ormai tutto. Cosa dobbiamo aspettarci da questo secolo, se ai suoi albori ci ributta indietro di 120 anni?

Se Strasburgo voterà il testo licenziato dall'Unione europea, la deregulation del lavoro andrà oltre le speranze dei peggiori governi liberisti.

Tra i più entusiasti quelli italiano e francese, che hanno suggellato la loro vittoria schierandosi con il fronte della «modernità», cioè del mercato e del profitto come unici regolatori delle relazioni sociali, della vita delle persone.

Si potrà lavorare anche 60, 65 ore a settimana, se solo il padrone lo vorrà. Sarà ancora più facile morire in fabbrica, nei cantieri, nei campi, o dentro le cisterne avvelenati come topi. Liberalizzare l'orario di lavoro è un crimine, un'istigazione a delinquere.

Almeno ci risparmino, signori ministri e portaborse, le lacrime per gli ultimi omicidi di ieri, a partire dai sei operai siciliani uccisi dentro una vasca di depurazione dalle esalazioni tossiche. Così si moriva nell'Ottocento, così si muore nel Duemila.

E le sopravvissute conquiste del Novecento? Bruciate sui banchi di Strasburgo, se non verrà fermata la marcia liberista.

Grazie alla nuova normativa si potrà persino cancellare ogni forma di contrattazione collettiva, sostituita dai rapporti di lavoro individuali, «fatti dal sarto su misura» come sogna la Confindustria che interpreta la vittoria della destra, l'evaporazione della sinistra e la «modernizzazione» del Pd, come un viatico per piegare ogni diritto alla logica d'impresa.

Costi quel costi, fossero anche vite umane.

Del resto, non hanno già detto padroni e ministri che le nuove leggi sulla sicurezza sono troppo onerose e vanno ammorbidite?
È vero, in Italia comunisti e socialisti non hanno più rappresentanza politica. Ma non c'è solo il Parlamento, non è scritto che le forze democratiche siano morte.

La domanda è se esistano forze sociali, sindacali, civili e culturali, qui e in Europa, in grado di battere un colpo, di difendere una conquista di civiltà. Se non altro, in nome del diritto alla vita di chi lavora.

Se la risposta fosse negativa, avrebbe vinto chi accusa di ideologismo ogni critica allo stato di cose presenti.

Non sarebbe la fine della Storia, ma dovremmo prendere atto che bisognerà ripartire da molto lontano. Dalla fine dell'Ottocento.

sabato 14 giugno 2008

Arte y Pico

Ho ricevuto questo premio da “Alicesu”, che ringrazio per la sua stima, ma la diffido dal riprovarci…

Come sapete, non amo i meme e, generalmente, non continuo le catene, ma stavolta voglio girare questo riconoscimento a “Dama Verde”, un blog che purtroppo recentemente ha chiuso, ma che ha tutto il mio apprezzamento per avermi sempre offerto spunti di riflessione e per non essere mai stato banale e scontato.
Ciao Patrizia!

E adesso passiamo al secondo meme, appioppatomi insieme al primo.

Premesso che la mia adolescenza è stata pesantemente influenzata da Neruda e Pasolini, voglio però indicare un personaggio letterario più leggero in cui riconoscermi ed indico “Zorba”, il gatto che insegnò a volare alla gabbianella di Luis Sepulveda.
Intanto perché è un gatto (e io adoro i gatti) e poi perché ci insegna che la generosità disinteressata e la solidarietà sono possibili anche tra “diversi” potenzialmente nemici.

Il cinema lo seguo poco, per cui faccio fatica ad immedesimarmi in un personaggio cinematografico… Forse potrebbe essere Léon (di Luc Besson) che ha trattato il tema dell’amicizia (un sentimento che per me è fondamentale) con sfumature particolari (lui e la ragazzina, lui e la sua pianta).

mercoledì 11 giugno 2008

Aiuto!!!


Mi è stato chiesto un aiuto per questi mici.
Cercano una casa e una famiglia.

In cambio sanno dare molto.
C'è qualcuno che può aiutarli?

domenica 8 giugno 2008

Campania: il film che non ci fanno vedere

Ho visto sul blog di "Cittadino Qualunque" questo video contenente un'intervista, che definirei illuminante, a Walter Ganapini, Assessore tecnico all'Ambiente della Regione Campania.

Vi consiglio di vederlo: saranno sei minuti spesi bene!



Inchiesta: "Ecco dove sono i rifiuti del nord" di Adriana Pollice
Articolo pubblicato su "Il Manifesto" del 6 giugno

Una stretta lingua di terra, chiusa tra il mare dei Campi Flegrei e la collina vulcanica che sale dalla costa, tutta curve. Tra rocce, poche spiagge, porticcioli turistici e ristorantini, i napoletani fuggono verso Pozzuoli e poi Baia e poi oltre, verso Miseno. La mole del Castello di Baia, a metà percorso, segnala la presenza della rada dove i romani ormeggiavano la flotta militare. Oggi i suoi bastioni di tufo segnalano una delle spiagge più tranquille dove prendere il sole. Alle sue spalle, la cava della Pozzolana Flegrea Srl, di proprietà dei Lubrano Lobianco, continua a custodire scorie e rifiuti tossici arrivati direttamente dalle imprese del nord, tramite la Nuova Esa di Marcon, provincia di Venezia. Il consiglio comunale di Baia il mese scorso ha deliberato di procedere alla bonifica dei suoli a carico dei proprietari che, con il loro piccolo traffico milionario, hanno contribuito a fare della cittadina sul mare uno dei comuni a più alta incidenza tumorale d'Europa.
«Basta leggere la relazione della commissione parlamentare sui rifiuti», le responsabilità delle imprese del nord nel disastro ambientale campano sono lì. Il presidente Napolitano replicava ieri ai leghisti invitandoli a consultare le carte, dove si racconta la storia di una magia, quella che trasformava le scorie tossiche delle imprese in materiale per l'edilizia, facendole sparire dal settentrione per farle riapparire nel meridione. Un metodo sicuro scoperto dall'inchiesta Houdini, dove il mago è la Nuova Esa, azienda specializzata, in collaborazione con la Servizi Costieri di Mestre, nel trattamento di rifiuti industriali smaltiti in giro per l'Italia, dal Veneto alla Puglia, dalla Sardegna al Lazio. Tra i suoi clienti ditte importanti come la Breda Sistemi Industriali, la Recordati, la Montefibre o la Centrale Enel di Fusina.
In Campania, la Nuova Esa aveva spedito ad Acerra, Giugliano e Villaricca carichi di idrocarburi, fanghi tossici, plastiche e scarti di demolizioni navali, rifiuti di fonderie di ghisa, polveri e limature di alluminio. Il tutto gettato senza alcuna messa in sicurezza di suolo, aria e falde acquifere. A Baia, in particolare, i carabinieri del Noe di Caserta varcarono i cancelli della cava nel 2003. Ad accoglierli un odore insostenibile d'ammoniaca, il giallo del tufo cancellato dalla presenza di rifiuti tossici altamente pericolosi come fanghi industriali, ceneri volatili, scaglie di alluminio e ferro, traversine ferroviarie impregnate di creosoto. Intono a loro nessun sistema per separare i rifiuti dal suolo sottostante, né di drenaggio e raccolta del percolato. Nulla che impedisse la dispersione delle ceneri tossiche nell'aria. Risultato: concentrazioni molto oltre il limite consentito di cloruri, cromo, cadmio e una massa di polveri derivate dallo smaltimento di limatura e trucioli di alluminio.
Polveri e schiumature di alluminio, poi, erano abbandonate senza precauzioni. Nessuno, della Nuova Esa, si era preso il disturbo di avvisare che si trattava di materiale da tenere all'asciutto, perché pioggia e umidità avrebbero provocato non solo l'emissione di ammoniaca ma anche il rischio di esplosioni. In una discarica con vista sul mare c'era una polveriera nociva, miscelata con terra e segatura per spacciarla come roccia e terra proveniente da scavi. Ad attestare il tutto certificati fasulli, mentre i camion erano già pronti a partire. I Lubrano, infatti, vagliavano, trituravano e trasformavano i rifiuti tossici in materiali da utilizzare in edilizia. Intorno un mucchio di big bag abbandonate, con su il logo della Nuova Esa. Così, l'inchiesta Houdini si incrocia con il processo in corso contro i Lubrano e la ditta Pellini presso il Tribunale di Napoli. In attesa che questo arrivi a sentenza, il sette febbraio scorso sono arrivate le condanne in primo grado presso il Tribunale di Venezia per quattro esponenti delle società venete: poco meno di 13 anni complessivi di carcere, pene maggiori di quelle richieste dal pm Giorgio Gava, e l'obbligo di risarcire le parti civili per circa mezzo milione di euro. La condanna più severa per Gianni Giommi, legale rappresentate della società di Marcon.
Quale fosse il sistema usato dalla Nuova Esa lo racconta Antonio Menga, comandante del Gruppo Roma tutela ambiente, durante un'audizioni presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti: «Il contenuto di 50 camion di terra e rocce è stato contaminato dagli idrocarburi. Chiaramente, i camion sono andati a finire nel centro di stoccaggio e trattamento, che in realtà non trattava niente perché i rifiuti venivano miscelati con altre tipologie di rifiuti e, poi, andavano a finire nei ripristini ambientali. Infatti, la terra e le rocce contaminate dagli idrocarburi, classificate 170503, miracolosamente si trasformavano in terra e rocce non contaminate, classificate 170504».
Ancora sfogliando le carte del processo veneto, secondo il teste Ardone sono circa 200mila tonnellate i rifiuti trattati dalla Nuova Esa nel corso di un solo anno: «Se immaginiamo di mettere un camion attaccato all'altro, e mi sembra che il passante di Mestre siano più o meno 10 chilometri, riempiremo tutte e tre le corsie in andata e ritorno, con un camion attaccato all'altro». Un serpentone tossico che viaggia lungo lo stivale verso sud. La società di Giommi, per i suoi servizi, arrivava a incassare 300 delle vecchie lire al chilo dalle ditte del nord mentre ai titolari delle discariche ne pagava 7, raccogliendo profitti fino al 5mila per cento.

mercoledì 4 giugno 2008

5 per mille


"Questo nella foto e’ MIRCO!
No, non mi sono tramutato in un bambino di un mese e di colore ma la mamma ha deciso di chiamare il suo pargoletto come me.
Il giorno in cui ha partorito, e’ stata investita da una macchina (con tanto di bambino in braccio) ed e’ finita con un femore rotto nel nostro ospedale in Sierra Leone.
Grazie al cielo il bambino non si e’ rotto nulla e la mamma sta guarendo da una brutta frattura".

Comincia così l’ultima e-mail del mio amico Mirco Barchetta.
(Ho già parlato di lui in questo post)
Mirco fa l’infermiere (in verità è un responsabile di struttura, anche non sono proprio sicura che questa sia la definizione precisa) per Emergency.
Anche dare il nome di uno degli operatori di Emergency al proprio figlio è un modo per evidenziare la stima, l’affetto, la riconoscenza che tante popolazioni sfortunate hanno nei confronti di questa Associazione di cui hanno conosciuto solidarietà e professionalità.
Da questo blog ho contribuito a pubblicizzare l’appello per la destinazione dell’8 per mille alla Chiesa Valdese.

Adesso lancio un appello per la destinazione del 5 per mille: Emergency è una delle Associazioni cui è possibile devolverlo.
Chi vuole trova tutte le informazioni utili sul sito dell'Associazione

lunedì 2 giugno 2008

Quell'atroce passato che può ritornare




Dal blog "Irlanda" è partito l'invito ai bloggers per questa iniziativa di sensibilizzazione contro ogni forma di razzismo e fascismo.




Il clima venutosi a creare in Italia è sempre più irrespirabile.
Le forze conservatrici stanno attuando una involuzione culturale e sociale che sta portando il Paese verso derive fasciste, illiberali e razziste.
Basta osservare la caccia alle streghe contro gli stranieri, le aggressioni squadriste contro compagne/i e ragazze/i, la discriminazione contro gli omosessuali, il bavaglio imposto a giornalisti "scomodi", ecc...
Abbiamo perciò deciso di indire per oggi, due giugno, una giornata di lotta contro l'intolleranza: ogni blog che si riconosce nei valori elencati parteciperà esponendo sul suo blog il logo speciale che vedete in questo articolo per dimostrare la sua volontà di non cedere all'avanzata dell'intolleranza che ha investito questo paese.
L’invito a chi legge è quello di riportare questo comunicato sul proprio blog.
Diamo un segnale: combattiamo il razzismo e il fascismo



Su “Liberazione” del 27 maggio, alcuni intellettuali hanno lanciato un appello contro un nuovo razzismo di massa.

“Siamo persone - storici, giuristi, antropologi, sociologi e filosofi - che da tempo si occupano di razzismo.
Il nostro vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto ad analizzare i processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti di questi giorni - le aggressioni agli insediamenti rom, le deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom - e le gravi misure preannunciate dal governo col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza posta da una parte della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa di terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.
La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto dell'Europa, essa è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata dalla strumentalizzazione politica degli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare dall'incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.
Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell'immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli operatori dell'informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio, le fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso - e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione Primo Levi nel paventare la possibilità che quell'atroce passato tornasse".