mercoledì 29 dicembre 2010

Consiglio comunale del 28/12/2010


Spettatori presenti: uno


Il primo punto all'ordine del giorno riguardava le comunicazioni del Sindaco (che non ci sono state) e l'approvazione dei verbali delle sedute precedenti (27/11/2010 e 29/11/2010).
Su questo punto ci siamo astenuti perchè ancora una volta (sono mesi che succede!) non sono stati trascritti i verbali degli interventi per problemi inerenti la loro registrazione.

Il secondo punto era la presa d'atto del Consiglio dei prelievi dal fondo di riserva.

Il terzo punto era relativo alla ricognizione delle partecipazioni societarie ai sensi dell'art. 3, comma 27, della legge 224/12/2007 n. 244.
Anche su questo punto ci siamo astenuti in quanto la delibera, oltre alla partecipazione a Conerobus, Multiservizi e Sic1, prevedeva anche la riconferma della società Agugliano Servizi e la nostra contrarietà in merito è nota.

L'ultimo punto riguardava una modifica al regolamento per l'assegnazione di alloggi di edilizia convenzionata adottato con deliberazione consiliare n. 84 del 26/11/2010.
In pratica, non essendoci state domande per l'assegnazione di tali appartamenti nè da parte di coppie aguglianesi nè di altri Comuni, l'Amministrazione intendeva stralciare la maggiorazione del 15% sul prezzo di vendita degli alloggi prevista per i non residenti.
Tale maggiorazione avrebbe dovuto essere impiegata per la realizzazione di opere pubbliche che in questo caso non si sarebbero realizzate, cosa a nostro parere non condivisibile, per cui avremmo votato contrario.
Nel corso della discussione, alla fine è stato deciso che tale stralcio riguarderà al massimo solo sei appartamenti, per cui il nostro voto finale è stato di astensione.
Nel corso dell'intervento abbiamo avuto modo di lamentare la violazione del regolamento del Consiglio comunale riguardo i tempi di convocazione della prima Commissione consiliare che avrebbe dovuto esprimere un parere sulla modifica al regolamento.
La giustificazione adotta dal Sindaco, cioè l'accelerazione dei tempi, non ci è sembrata sufficiente perchè sarebbe bastato solo sapersi organizzare meglio...

domenica 5 dicembre 2010

Iniziativa per l'acqua












SABATO 4 DICEMBRE
BANCHETTO INFORMATIVO
PRESSO IL SUPERMERCATO SOCOPAD
ECCOCI!!!





martedì 30 novembre 2010

Consiglio comunale del 29/11/2010


Spettatori presente: tre.


I verbali relativi alle sedute precedenti sono stati approvati all'unanimità senza correzioni.

Sull'assestamento generale del bilancio di previsione 2010 ai sensi dell'art. 175, comma 8, D. Lgs. 267/2000, ci siamo astenuti in quanto lo consideriamo un mero atto di gestione.

Ci siamo invece astenuti sulle linee guida di funzionamento del Consiglio Tributario, su base consortile, all’interno dell’Unione dei Comuni di Agugliano-Camerata Picena-Offagna-Polverigi-Santa Maria Nuova in quanto la sua istituzione comporta numerosi dubbi condivisi anche dal Responsabile del Servizio Finanziario del Comune.
Basti pensare che la legge obbliga a istituirlo a livello di consorzi che nel frattempo sono stati eliminati da un'altra legge...

Abbiamo votato a favore sull'approvazione dei criteri generali per la revisione del regolamento comunale per l’organizzazione degli uffici e dei servizi in quanto i principi generali enunciati sono tanto generici da essere impossibile essere contrari.
Il nostro giudizio di merito verrà espresso nel Regolamento che sarà approvato dalla Giunta municipale.

Abbiamo espresso un voto favorevole anche sulla modifica del regolamento comunale sul procedimento amministrativo adottato con deliberazione consiliare n. 45 del 20/07/2010 in quanto le modifiche hanno recepito anche un nostro emendamento (obbligatorio per legge) che era stato respinto nel Consiglio precedente.
Se tutti imparassimo ad ascoltare gli altri..

Voto favorevole anche sull'integrazione e modifica dell’art. 7 delle linee guida per il corretto inserimento degli impianti fotovoltaici a terra nel territorio comunale in quanto l'Amministrazione comunale ha recepito il nostro suggerimento espresso in tal senso nell'ultimo Consiglio comunale.

Abbiamo votato a favore anche sulla decadenza dello stato giuridico di Consigliere straniero aggiunto del Consiglio comunale, provvedimento resosi necessario in quanto il Consigliere eletto non si presenta alle sedute di Consiglio.

Il punto riguardante l'adozione del nuovo regolamento del Consiglio comunale dei ragazzi è stato revocato in quanto contiene errori sostanziali e dovrà ritornare in Commissione.

Sulla revoca della deliberazione di Consiglio comunale n. 53 del 21/09/2007 avente ad oggetto: “Variante al piano degli insediamenti produttivi in località Borgo Ruffini – Adozione” non abbiamo potuto far altro che votare a favore perchè quella variante aveva previsto l'aggiunta al P.I.P. di Borgo Ruffini di un lotto e ne aveva allargato un altro in porzioni di terreno soggette a movimenti franosi.
Teniamo ad evidenziare che il P.I.P. approvato nel 2001 dall'Amministrazione Braconi non conteneva quei terreni...

Abbiamo incece votato contro alla variante al piano degli insediamenti produttivi in località Borgo Ruffini – Adozione in quanto ha reinserito i due lotti di cui al punto precedente con il vincolo della non edificazione che in pratica potranno essere usati come depositi a cielo aperto.
In tutta onestà non capiamo perchè l'Amministrazione dovrebbe acquisire dei terreni oggetto di movimento franoso per dargli una destinazione che di sicuro non migliorerà l'assetto dell'area...

Abbiamo infine deciso di astenerci sulla presa d'atto della richiesta da parte della Multiservizi S.p.A. di rinnovo del finanziamento, presso gli istituti di credito, per la realizzazione degli interventi del piano d'ambito approvato definitivamente con deliberazione dell'assemblea dell'AATO n. 2 del 4 febbraio 2008.

mercoledì 17 novembre 2010

Consiglio comunale dell'8/11/2010


Spettatori presenti: all'inizio uno; due sono arrivati verso la fine; uno mentre si discuteva l'ultimo punto. Peccato!


Tra le comunicazioni, il Sindaco ha reso noto che il il Comune ha aderito alla Giornata nazionale dell'albero che si terrà il 21 novembre al Parco delle Querce. In questa occasione verrà piantato un albero per ogni nuovo nato. Viene così ripristinata un'iniziativa lanciata dall'Amministrazione Braconi. Ottima cosa!

I verbali delle sedute precedenti sono stati approvati senza modificazioni.

Sulla ratifica della variazione di bilancio adottata con deliberazione di giunta comunale n. 163/2010 ci siamo astenuti ritenendo tali variazioni un atto di mera gestione.

Ci siamo astenuti anche sulla convenzione con la ditta Energy Resource per gli adempimenti previsti dall'art. 7 delle linee giuda per il corretto inserimento degli impianti fotovoltaici a terra nel territorio comunale.
Infatti, tale convenzione altro non è se non la deroga per la ditta a posticipare all'inizio effettivo dei lavori il pagamento del contributo ambientale dovuto per l'installazione dei pannelli fotovoltaici. Ritenendo fondata la richiesta della ditta, abbiamo chiesto che invece di andarogni volta e in deroga al regolamento, si cambio il regolamento stesso, anche se, ricordiamo, lo abbiamo approvato solo pochi mesi fa...

Sul quarto punto relativo al conferimento dello sportello unico attività produttive all'Unione dei Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Offagna, POlverigi e Santa Maria Nuova, abbiamo votato a favore anche se nutriamo delle perplessità in quanto per il conferimento delle nuove funzioni non è stato previsto di assumere nuovo personale, ma di utilizzare quello già in forza. Siccome non ci sembra che l'Unione funzioni benissimo, abbiamo qualche dubbio che continuando a passare funzioni ma non personale possa andare meglio. Staremo a vedere...

Ci siamo astenuti anche sull'adozione definitiva della variante puntuale al piano regolare generale ambiti IP11 - IR2 - I3 con la quale si è tornati indietro alla situazione precedente.

Infine, per le motivazioni che abbiamo già spiegato, ci siamo astenuti anche sull'approvazione dei piani di lottizzazione IP5 sub ambito C/1 e IP5 sub ambito A/1

domenica 10 ottobre 2010

Guerra in Afghanistan: missione di pace?

Stiamo entrando nel decimo anniversario della guerra contro l’Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande.
In quel lontano e tragico 7 ottobre 2001 il governo USA, appoggiato dalla Coalizione Internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un attacco aereo contro l’Afghanistan. Questa guerra continua nel silenzio e nell’indifferenza, nonostante l’infinita processione di poco meno di 2.000 bare dei nostri soldati morti.
Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale, sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla “missione di pace”.
Si parla di 40.000 morti afghani (militari e civili, e il meccanismo di odio che si è scatenato non ha niente a che vedere con la pace. Come si può chiamare pace e desiderare la pace, se con una mano diciamo di volere offrire aiuti e liberazione e con l’altra impugniamo le armi e uccidiamo?
La guerra in Afghanistan ha trovato in Italia in questi quasi 10 anni unanime consenso da parte di tutti i partiti – soprattutto quando erano nella maggioranza – e di tutti i governi.
Rileggere le dichiarazioni di voto in occasione dei ricorrenti finanziamenti della “missione” rivela – oltre devastanti luoghi comuni e diffuso retorico patriottismo – un’unanimità che il nostro Parlamento non conosce su nessun argomento e problema.
Perché solo la guerra trova la politica italiana tutta d’accordo? Chi ispira questo patriottismo guerrafondaio che rigetta l’articolo 11 della nostra Costituzione?
L’elenco degli strumenti di morte utilizzati è tanto lungo quanto quello dei cosiddetti “danni collaterali” cioè 10.000 civili, innocenti ed estranei alla stessa guerriglia, uccisi per errore. Ma la guerra non fa errori, poiché è fatta per uccidere e basta.
Noi vogliamo rompere le mistificazioni, le complicità e le false notizie di guerra che condannano i cittadini alla disinformazione, che orientano l’opinione pubblica a giustificare la guerra e a considerare questa guerra in Afghanistan come inevitabile e buona.
La guerra in Iraq, i suoi orrori e la sua ufficiale conclusione hanno confermato negli ultimi giorni la totale inutilità di queste ‘missioni di morte’. Le sevizie compiute nel carcere di Abu Ghraib e in quello di Guantanamo, i bombardamenti al fosforo della città di Falluja nella infame operazione Phantom Fury non hanno costruito certo né pace né democrazia, ma hanno moltiplicato in Iraq il rancore e la vendetta.
Altrimenti perché sono oramai centinaia i soldati degli Stati Uniti, del Canada e del Regno Unito che si suicidano, dopo essere tornati dall’Iraq e dall’Afghanistan? Cosa tormenta la coscienza e la memoria di questi veterani? Cosa hanno visto e cosa hanno fatto che non possono più dimenticare?
Dall’inizio della guerra in Afghanistan ci sono più morti fra i soldati tornati a casa che tra quelli al fronte: si susseguono i suicidi dei veterani negli USA.
Tutto il XX secolo ha visto la nostra nazione impegnata a combattere guerre micidiali ed inutili nelle quali i cattolici hanno offerto un decisivo sostegno ideologico. Ancora troppo peso grava sulla coscienza dei cattolici italiani per avere esaltato, pregato e partecipato alla I guerra mondiale e tanto più ancora all’omicida guerra coloniale in Abissinia. ”Ci presentavano l’Impero come gloria della patria!- scriveva Don Milani nella celebre lettera ai giudici "L’obbedienza non è più una virtù". Avevo 13 anni. Mi pare oggi. Saltavo di gioia per l’Impero. I nostri maestri si erano dimenticati di dirci che gli Etiopici erano migliori di noi. Che andavamo a bruciare le loro capanne con dentro le loro donne e i loro bambini, mentre loro non ci avevano fatto proprio nulla.
Quella scuola vile, consciamente o inconsciamente non lo so, preparava gli orrori di tre anni dopo… E dopo essere stato così volgarmente mistificato dai miei maestri… vorreste che non sentissi l’obbligo non solo morale, ma anche civico, di demistificare tutto?”
Forse conoscere la storia dei tanti eccidi criminali compiuti dai militari, dagli industriali, dai servizi segreti nella nostra storia contemporanea aiuterà i giovani a formarsi una coscienza politica e un senso critico. Tanto da renderli immuni dalla propaganda che vuole soltanto carpire consenso e impegnarli in imprese di morte come la guerra in Afghanistan, nella quale facciamo parte di una coalizione che applica sistematicamente la tortura - come nel carcere di Bagram e nelle prigioni clandestine delle basi Nato - e le esecuzioni sommarie.
Chi dunque ha voluto e vuole questa guerra afghana che ci costa quasi 2 milioni di euro al giorno? Chi decide di spendere oltre 600 milioni di euro in un anno per mantenere in Afghanistan 3300 soldati, sostenuti da 750 mezzi terrestri e 30 veicoli? Come facciamo tra poco ad aggiungere al nostro contingente altri 700 militari? Quante scuole e ospedali si potrebbero costruire? Chi sono i fabbricanti italiani di morte e di mutilazioni che vendono le armi per fare questa guerra? Chi sono gli ex generali italiani che sono ai vertici di queste industrie? Che pressioni fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’arma? Quanto lucrano su queste guerre la Finmeccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto Melara, l’Alenia Aeronautica e le banche che le finanziano? E come fanno tante associazioni cattoliche ad accettare da queste industrie e da queste banche elargizioni e benefici? Può una nazione come l’Italia che per presunte carenze economiche riduce i posti letto negli ospedali, blocca gli stipendi, tiene i carcerati in condizioni abominevoli e inumane, licenzia gli insegnanti, aumenta gli studenti per classe fino al numero di 35, riduce le ore di scuola, accetta senza scomporsi che una parte sempre più grande di cittadini viva nell’indigenza e nella povertà, impegnare in armamenti e sistemi d’arma decine di miliardi di euro? A cosa serviranno per il nostro benessere e per la pace i cacciabombardieri JSF che ci costano 14 miliardi di euro (quanto ricostruire tutto l’ Abruzzo terremotato)? E le navi FREM da 5,7 miliardi di euro? E la portaerei Cavour - costata quasi 1,5 miliardi e per il cui esercizio sprechiamo in media circa 150.000 euro al giorno - come contribuirà a costruire la pace? E come è possibile che il Parlamento abbia stanziato 24 miliardi di euro per la difesa nel bilancio 2010?
Chi sottoscrive questo appello vuole soltanto che in Italia si risponda a queste domande.
Rispondano i presidenti del Consiglio di questi ultimi 10 anni, i ministri della difesa e tutti parlamentari che hanno approvato i finanziamenti a questa guerra.
Dicano con franchezza che questa guerra si combatte perché l’Afghanistan è un nodo strategico per il controllo delle energie, per il profitto di alcuni gruppi industriali italiani, per una egemonia economica internazionale, per una volontà di potenza che rappresenta un neocolonialismo mascherato da intenti umanitari e democratici, poiché questi non si possono mai affermare con armi e violenza.
Facciamo nostre le parole profetiche di una grande donna indiana Arundathi Roy, scritte in quel tragico 7 ottobre 2001:” Il bombardamento dell’Afghanistan non è una vendetta per New York e Washington. E’ l’ennesimo atto di terrorismo contro il popolo del mondo. Ogni persona innocente che viene uccisa deve essere aggiunta, e non sottratta, all’orrendo bilancio di civili morti a New York e Washington. La gente raramente vince le guerre, i governi raramente le perdono. La gente viene uccisa. I governi si trasformano e si ricompongono come teste di idra. Usano la bandiera prima per cellofanare la mente della gente e soffocare il pensiero e poi, come sudario cerimoniale, per avvolgere i cadaveri straziati dei loro morti volenterosi. “

Mons. Raffaele Nogaro, Vescovo Emerito di Caserta
P. Alex Zanotelli; P. Domenico Guarino - Missionari Comboniani - Sanità, Napoli
Suor Elisabetta Pompeo; Suor Daniela Serafin; Suor Anna Insonia -
Missionarie Comboniane Torre Annunziata
Suor Rita Giaretta; Suor Silvana Mutti; Suor Maria Coccia; Suor Lorenza Dal Santo - Comunità Rut- Suore Orsoline
P.Mario Pistoleri; P.Pierangelo Marchi; Padre Giorgio Ghezzi - Sacramentini - Caserta
P. Antonio Bonato - Missionari Comboniani - Castelvolturno (Caserta)
Don Giorgio Pisano – Diocesano – Portici (Napoli)

domenica 3 ottobre 2010

Consiglio comunale del 29/09/2010


Spettatori presenti: tre.


I verbali delle sedute precedenti sono stati approvati senza alcuna osservazione anche ancora una volta si sono verificati problemi all’impianto di registrazione.

Ci siamo astenuti sia sul secondo punto concernente una variazione al bilancio di previsione 2010 e pluriennale 2010-2012 con la quale sono stati modificati numerosi capiti relativi ad entrate ed uscite, sia sul terzo punto relativo all’art. 193 del D. Lgs. 267/2000 – Atto ricognitivo e salvaguardia degli equilibri di bilancio che ha dato atto dell’assenza di problematiche particolari sul bilancio comunale.

Abbiamo invece votato a favore sul quarto punto riguardante l’istituzione di un secondo centro intercomunale di raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, sia perché valutiamo favorevolmente le iniziative rivolte alla raccolta differenziata sia perché l’affidamento è a titolo gratuito per un anno. Valuteremo in seguito gli eventuali costi.

Abbiamo votato a favore anche sul trasferimento all’Unione dei Comuni del servizio di statistica in quanto, pur avendo delle fortissime perplessità sul funzionamento dell’Unione dei Comuni, il servizio non ha riflessi diretti sulla vita dei cittadini.

Ci siamo astenuti sull’ultimo punto riguardante la lottizzazione IP5 – Adozione del piano attuativo del sub ambito B1 in quanto, pur condividendo l’assoluta necessità della delocalizzazione delle fabbriche di Via Gavone, non condividiamo appieno la soluzione proposta giudicandola troppo impattante.

sabato 11 settembre 2010

Consiglio comunale del 02/09/2010


Spettatori presenti: quattro/cinque


I verbali delle sedute precedenti sono stati approvati senza alcuna osservazione anche perché, di fatto, c’erano solo i dispositivi delle delibere in quanto gli interventi non sono stati registrati per il mancato funzionamento dell’impianto di registrazione.Il secondo punto riguardante la lottizzazione IP5 (Via Gavone) - Adozione del piano attuativo è stato ritirato (!).

Sul terzo punto relativo all’intervento diretto D’Agnano Luigi C.da Gavone. Approvazione schema di convenzione per l’attuazione delle previsioni urbanistiche dell’area 5, ambito 11, del P.R.G. (realizzazione di percorso pedonale) abbiamo votato a favore in quanto si tratta di continuità con un intervento precedente, cioè la prosecuzione del marciapiedi all’inizio di C.da Gavone di cui un tratto era già stato approvato precedentemente.

Ci siamo astenuti sul quarto punto riguardante l’approvazione progetto di realizzazione del marciapiede pubblico in C.da Gavone, strada provinciale SP9. Atto di permuta di area comunale con area privata di proprietà “C.R.T. Immobiliare S.r.l.”. Provvedimenti conseguenti perché la permuta delle aree in oggetto non ci è sembrata così strategica.

Ci siamo astenuti anche sull’adozione definitiva della variante alle norme teciche di attuazione del piano regolatore generale relativa alla realizzazione di superfici non residenziali (quali logge e porticati).

Abbiamo invece votato contro sul sesto punto riguardante l’acquisto di immobile in Via Nazario Sauro in quanto l’immobile viene acquistato al solo fine di abbatterlo per poter realizzare nell’area (tutelata) un parcheggio.

Voto contrario anche sul settimo punto riguardante la stipula di una fideiussione bancaria a garanzia sull’acquisto dell’impianto fotovoltaico a terra. Abbiamo ritenuto non sufficienti le spiegazioni sul perché il Comune stipuli una fideiussione a garanzia di un mutuo che verrà acquisito dall’Agugliano Servizi e sui costi dello stesso che, secondo da quanto detto del Sindaco, possono variare da 0 a 37.500 euro…

domenica 1 agosto 2010

Consiglio comunale del 20/07/2010


Spettatori presenti: una decina


I verbali delle sedute precedenti sono stati approvati senza alcuna osservazione.

Il secondo punto riguardante una convenzione tra la Regione Marche e il Comune di Agugliano per il riuso delle soluzioni del progetto “Marius Marche Riuso” e la fruizioni e l’interscambio di dati di interesse nazionale e regionale è stato votato all’unanimità .

Sul punto relativo al riconoscimento del debito fuori bilancio relativo ai lavori di ristrutturazione urgente ed indifferibile degli edifici scolastici abbiamo votato contro perché secondo noi per i lavori effettuati senza alcun atto mancano i presupposti di urgenza e imprevedibilità previsti dalle norme.
Ci chiediamo, infatti, cosa ci sia d’imprevedibile, ad esempio, nella sostituzione di infissi in cattivo stato manutentivo….

Ci siamo astenuti sul terzo punto riguardante un adeguamento al programma triennale 2010 – 2012 ed elenco annuale 2010 delle opere pubbliche perché riteniamo interessanti alcune proposte.

Ci siamo astenuti anche sulla variazione al bilancio di previsione 2010 ed al pluriennale 2010 – 2012 considerandolo un atto riguardante la maggioranza.

Astensione anche sull’approvazione del nuovo regolamento comunale sul procedimento amministrativo in quanto la maggioranza, in pratica, ha rifiutato tutte le nostre richieste di riduzione dei termini per le risposte ai cittadini, anche quelle riguardanti disabili ed anziani.

Sul settimo punto riguardante il regolamento per la concessione di aree demaniali e per l’applicazione del relativo canone abbiamo votato a favore in quanto riteniamo opportuno che la materia sia regolamentata.

Ci siamo invece astenuti sulla modifica al regolamento edilizio comunale vigente dell’art. 22, comma 4, dell’importo della polizza fideiussoria nei permessi per le nuove costruzioni che è stata abbassata dal 10% al 2%.
Ricordiamo che la proposta di inserire tale polizza al 10% è stata della maggioranza ed è stata presentata solo alcuni mesi fa. Se oggi la si riduce al 2% o è sbagliata adesso o era sbagliata prima…

Il nono punto ha riguardato l’adozione del piano attuativo di riqualificazione d’iniziativa privata, ambito TR2 (zona autocross della Chiusa). Su questo punto ci siamo espressi favorevolmente in quanto il piano ci sembra interessante e condivisibile.

Il decimo punto ha riguardato la modifica della delibera di Consiglio comunale n. 89 del 26/11/2009 relativa alla legge regionale n. 22/2009 – Piano casa.
Anche qui assistiamo ad un ripensamento nel giro di pochi mesi. Con questa delibera l’Amministrazione permette l’applicazione del piano casa (possibilità edificatoria) anche sui crinali di 2° e 3* livello e negli ambiti di tutela tra centro storico e paesaggio che erano stati esclusi a novembre.
In pratica l’azione è “a domanda, risposta…”

L’ultimo punto ha riguardato le linee guida per il corretto inserimento degli impianti fotovoltaici a terra nel territorio comunale.
Abbiamo proposto un paio di correzioni al testo ed abbiamo votato favorevolmente in quanto è giusto che la materia sia disciplinata perché la realizzazione questi impianti, se pur condivisibile, ha un impatto ambientale consistente.

martedì 13 luglio 2010

Consiglio comunale del 28/06/2010


Spettatori presenti: una decina


I verbali delle sedute precedenti sono stati approvati senza alcuna osservazione e non ci sono state comunicazioni del Sindaco.

Il secondo punto ha riguardato riorganizzazione e nuova disciplina degli uffici e dei servizi. Su questo punto abbiamo votato contro in quanto, tra le altre cose, prevede l’esternalizzazione del servizio mense scolastiche e dei servizi tecnico-manutentivi con la contestuale riduzione in pianta organica dei relativi posti. Alla luce de i tagli previsti nelle varie finanziarie in materia di personale, questa decisione diventa definitiva in quanto non sarà più possibile riassumere il personale da adibire a questi servi.
Inoltre si prevede la possibilità di revocare all’Unione dei Comuni il servizio di Polizia municipale.
Evidentemente l’Unione non funziona così bene come ci hanno sempre raccontato…

Il punto sul riconoscimento del debito fuori bilancio relativo ai lavori di ristrutturazione urgente ed indifferibile degli edifici scolastici è stato ritirato.

Abbiamo votato contro anche alla variazione al bilancio perché in pratica prevedeva il riconoscimento del debito fuori bilancio e l’assunzione di un nuovo pesantissimo mutuo (3.100.000 euro) che pagheranno le generazioni future...

Abbiamo invece votato a favore dell’individuazione degli organi collegiali indispensabili che sono stati indicati nella Commissione per la formazione dei giudici popolari, nel Consiglio di biblioteca e nel Comitato per i gemellaggi.

Ci siamo astenuti sull’ultimo punto che riguardava una variante (l’ennesima!) al P.R.G. relativa agli ambiti IP11, IR2 e I3. In pratica con questa variante si è ritornati indietro rispetto a varianti precedentemente fatte ripristinando la situazione iniziale. In pratica si gioca ad una sorta di partita a ping pong o se vogliamo si assiste ad una specie di tela di Penelope in cui un giorno si disfa ciò che si è fatto il giorno prima.

Idee poco chiare?

mercoledì 21 aprile 2010

Udine: muore neonata islamica e la Lega protesta contro la sua sepoltura

Udine, 14 aprile 2010.

La settimana scorsa è morta a Udine, presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia, una neonata, i cui genitori sono musulmani.
E' stata sepolta al camposanto di Paderno, nell'area riservata ai defunti di fede islamica: 200 fosse orientate sull’asse nordest-sudovest, in direzione della Mecca.
Subito dopo la cerimonia, i rappresentanti della Lega Nord e del Pdl - sedicenti portavoce di tutti i cristiani di Udine - hanno protestato: secondo loro la sepoltura della piccola sarebbe "irrispettosa dei sentimenti più intimi della maggioranza della popolazione".
E' prevista sabato prossimo una macabra iniziativa della Lega ovvero una raccolta firme contro la tumulazione della neonata (secondo alcuni, chiederanno di disseppellire il suo corpicino per interrarlo altrove) e per chiedere al comune di eliminare dal cimitero l'area destinata ai morti di religione musulmana.
Già nei mesi scorsi la decisione del Comune di riservare un'area del cimitero ai musulmani, come avviene in tutte le città dell'Unione europea, aveva provocato le proteste della Lega, che aveva raccolto 1.700 firme e promosso una fiaccolata contro la concessione dello spazio cimiteriale.

Gruppo EveryOne

mercoledì 14 aprile 2010

Io sto con Emergency




SABATO 17 - ore 14,30
Appuntamento in piazza Navona a ROMA




Per dare più forza all'appello "IO STO CON EMERGENCY", chiediamo a tutti i sostenitori, simpatizzanti, a tutti gli italiani che hanno a cuore le sorti dei nostri connazionali, di partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma sabato 17 aprile alle 14.30, in piazza Navona.

giovedì 8 aprile 2010

Cuba, que linda es Cuba

Dal blog di Claudio Grassi

Ogni occasione è buona, evidentemente, per gettare discredito su Cuba e sul suo processo rivoluzionario da parte dei soliti noti: Stati Uniti, Unione Europea, grandi circuiti della stampa internazionale, di destra come “progressista”.
Non è la prima volta, ovviamente, che ci troviamo in questa situazione, ma in questo caso il pretesto utilizzato smaschera apertamente il cinismo e l’ipocrisia dei diversi protagonisti di questa campagna tanto arrogante quanto inconsistente. Con il solito, anche in questo caso non nuovo, obiettivo: interrompere il processo di transizione al socialismo e ripristinare una transizione al capitalismo di stampo neocoloniale a Cuba, colpendo al cuore il nuovo corso progressista in America Latina e le prospettive in costruzione del socialismo nel XXI secolo.
Sostengono la campagna contro Cuba gli stessi protagonisti che hanno di fatto legittimato il golpe in Honduras o che hanno esteso la propria presenza militare nella Colombia fascista di Uribe per minacciare Venezuela, Ecuador, Bolivia e lo stesso Brasile di Lula. Gli stessi che hanno tentato di colonizzare Haiti con il pretesto del terremoto o che continuano a decimare la popolazione civile in Afghanistan.

L’occasione, questa volta, è stata la morte di un detenuto in carcere per reati comuni trasformato in dissidente politico grazie ad una campagna mediatica internazionale.
La morte di una persona, a maggior ragione se si trova in condizione di detenzione, è un fatto che ci addolora ed è il sentimento che proviamo anche in questo caso. Quello che non si può fare è piegare tutta la vicenda per biechi interessi politici come invece, purtroppo, sta avvenendo.
Orlando Zapata Tamayo si trovava in carcere per reati comuni, in sciopero della fame dal 18 dicembre 2009, curato dai medici cubani prima nelle strutture sanitarie del luogo di detenzione e, successivamente, a Camaguey e l’Avana, deceduto in seguito a sopraggiunta polmonite. Diagnosticata e curata, anche se purtroppo invano.
Non è morto massacrato di botte come Cucchi o Aldrovandi; non è stato legato e seviziato come ad Abu Ghraib; non è stato incappucciato, drogato e torturato come a Guantanamo o Bagram, inferni che hanno a che fare non con Cuba ma con la nuova democrazia USA post 11 settembre 2001; non è scomparso su uno dei voli segreti della CIA o ucciso in un qualche Paese del mondo da agenti dei servizi segreti cubani con documenti o passaporti rubati e falsificati.
Molti, in questi giorni difficili, hanno richiamato tutto questo, com’è giusto che sia: alla strumentalità occorre rispondere con argomenti e fatti, nonostante la disparità dei mezzi in campo.
Raul Castro, Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri a L’Avana, ha ricordato nella sua dichiarazione del 24 febbraio che la politica terroristica degli Stati Uniti dalla vittoria della Rivoluzione è costata a Cuba oltre 5.000 tra morti e feriti. Per poi aggiungere: “Qui, in mezzo secolo, non abbiamo ucciso nessuno; qui non è stato torturato nessuno; qui non si è avuta alcuna esecuzione extragiudiziale. Beh, qui a Cuba sì, è stata praticata la tortura, ma nella Base Navale di Guantanamo, non nel territorio governato dalla Rivoluzione”. Come è bene non dimenticare i 5 patrioti cubani illegalmente detenuti negli USA, in condizioni nella migliore delle ipotesi molto discutibili. Quasi certamente peggiori di quanto non fosse stato il caso di Zapata Tamayo.
Questo non significa, in sede di bilancio storico come nell’elaborazione e nella ricerca di una prospettiva futura, che non esista un nodo da sciogliere, un nodo che attiene alle relazioni tra democrazia e socialismo. Oltre a prendere le distanze dal punto di vista storico rispetto alle forme autoritarie di socialismo, con le quali Cuba – per correttezza di analisi – ha sempre avuto poco a che vedere, la prospettiva della trasformazione rivoluzionaria della società può tornare ad avere una sua attrattività solamente se essa coniuga l’estensione dei diritti sociali con l’estensione delle libertà politiche e dei diritti civili. Anche su questo terreno, e non solamente sullo sviluppo economico, il socialismo per affermarsi dovrà dimostrare la propria superiorità per evitare di ripetere gli errori del passato.

sabato 3 aprile 2010

Buona Pasqua a tutti!


SPERANDO DI NON FARE LA FINE DELL'AGNELLO...

domenica 21 marzo 2010

MIlano, città in divisa

di Alfred Breitman

Non mi piace Milano. L'amavo, qualche anno fa, per la sua vitalità, il suo ritmo senza soste, la sua creatività. L'amavo per le sue contraddizioni e i suoi slanci, per la sua anima trasformista, capace di guardare verso squarci di cielo, oltre la cappa di gas tossici, e - di tanto in tanto - spiccare il volo. L'amavo quando era popolata da personaggi liberi, meravigliosi e incredibili: il mago comico Mustafà, i mimi, le "tropes" di suonatori boliviani, i gruppi musicali Rom, con le magiche fisarmoniche e gli inimitabili violini. Gli artisti di strada, che si incontravano nelle vie del centro e che facevano di Milano "un gran Milan". Mi ricordo un giorno d'estate a metà degli anni 1980, quando passeggiavo con il poeta beat Gregory Corso ai piedi del Duomo e la piazza era animata da Romnì che leggevano la mano ai passanti e giovani Rom che suonavano fughe zigane così trascinanti che le guglie stesse della grande basilica sembravano possedute dallo spirito della danza. Gregory e io non resistemmo e ballammo insieme ai Rom, cantammo, recitammo poesie, ridemmo. Ma non solo noi, perché il "gran Milan" era pieno di voglia di ballare. Sono passati venticinque anni ed è triste, per me, camminare negli stessi posti e notare come la città sia diventata piccola. Piccola nello spirito. Misera nella fantasia. Immobile nella voglia di ballare, di fare capriole, di crescere. Ci sono uomini in divisa dappertutto, come nella Berlino del Fuhrer. Ieri pomeriggio avevo un presagio d'angoscia, mentre salivo sul treno, diretto a Milano. Dovevo incontrare alcuni responsabili di un programma Rai, con i quali sto collaborando alla realizzazione di uno speciale dedicato alla cultura Rom. Ci siamo incontrati al Savini, lo storico ristorante di galleria Vittorio Emanuele. Mi accompagnava un amico - difensore anche lui dei Diritti Umani - e una famiglia di artisti Rom romeni, che prenderanno parte al programma: papà, mamma e due giovani ragazze. Sulla metropolitana, verso la fermata Duomo, la gente guardava la famiglia con ostilità. Qualcuno sussurrava, storcendo la bocca: "zingari". Siamo scesi e ci siamo diretti verso il Savini. Ho visto sopraggiungere le persone con cui avevo appuntamento e ho mosso, insieme al mio amico, alcuni passi verso di loro. Pochi secondi e sentiamo gridare alle nostre spalle, tre metri dietro di noi, dove sono rimasti i nostri amici Rom. Due agenti stanno chiedendo loro i documenti. Uno di loro grida, mentre impartisce comandi alle ragazze, che tremano: "Che cosa fate qui? Mostratemi i documenti!". I genitori balbettano che hanno un appuntamento con noi, indicandoci. MI avvicino all'agente che urla e gli dico: "Non c'è bisogno di gridare. Non vede che le ragazzine sono spaventate? E poi... stiamo lavorando con la televisione e con tutto questo gridare, non facciamo bella figura". Il giovane in divisa comincia a inveire contro di me: "Ah, che cosa vuole dire? Che non sappiamo fare il nostro lavoro? Che vi facciamo fare brutta figura?". Il suo collega sogghigna: è una parte che ha già visto recitare al suo compagno chissà quante volte. "No. Dico solo che non serve gridare e che le ragazzine sono spaventate. Hanno già subito atti di razzismo, a Milano, e se le trattate con durezza, si prendono paura". "Allora vuol dire che siamo razzisti?" continua l'agente, avvicinando il suo viso al mio e fissandomi negli occhi con aria di sfida. "Secondo lei siamo violenti?". Non abbocco. E' da trent'anni che mi relaziono alle forze dell'ordine, durante le azioni umanitarie a difesa dei Diritti Umani. "No, mi riferisco a fatti accaduti nel passato, ma dovete capire che le ragazzine si spaventano se voi alzate la voce e non mi sembra che abbiano commesso un reato". A questo punto l'agente mi grida: "Ho ascoltato abbastanza. Lo sa che lei sta ostacolando un'operazione di pubblica sicurezza? Lo sa che posso arrestarla e portarla in questura in manette?". Il mio amico attivista interviene; insieme, mettiamo in atto una tecnica dialettica da noi già sperimentata con successo di fronte ad agenti di pubblica sicurezza particolarmente rabbiosi. Siamo operatori umanitari: si rendono conto che non ci comporteremmo da agnelli sacrificali, una volta in questura, ma reclameremmo riguardo al loro atteggiamento non certo canonico. Decidono di non rischiare. Ringhiano ancora qualcosa e si allontanano. L'appuntamento prosegue senza più interruzioni, salvo che i due agenti passano ancora più volte davanti al nostro tavolino, oltre la vetrata del ristorante e ogni volta guardano fisso verso di noi. Questa è l'aria che tira a Milano, oggi. Ed è per questo che non ci piace più, la metropoli del "cuore in mano" divenuta capitale di una delirante, inesistente Padania: senza fantasia, senza musica, senza emozione, senza nessuno che danzi o cerchi azzurri squarci nel cielo di piombo, prigioniera della paura. Una città in divisa.

domenica 14 marzo 2010

giovedì 11 marzo 2010

Consiglio comunale del 10/03/2010


Spettatori presenti: circa una decina (in pratica tutti i nostri candidati).


I verbali delle sedute precedenti (9 febbraio) sono stati approvati senza alcuna osservazione, anche se la registrazione non è stata puntuale.

Il secondo punto relativo all’adozione del piano di lottizzazione scheda d’ambito IP5, sub ambito A1 (Via Gavone) è stato ritirato di nuovo.

L’adozione dell’adeguamento del piano di classificazione acustica conseguente alle recenti varianti al P.R.G. è stato approvato all’unanimità.

Il quarto punto, cioè la costituzione del diritto di superficie per la realizzazione di impianto fotovoltaico a terra della potenza di 680,80 kwp, ha visto l’uscita del Sindaco dall’aula in quanto il terreno in questione è di proprietà di parenti della moglie.
La legge fa obbligo ai Consiglieri comunali di astenersi dal prendere parte direttamente o indirettamente alle deliberazioni riguardanti interessi propri, dei loro parenti o affini o del coniuge fino al quarto grado civile.
Su questo punto ci siamo astenuti anche perché non ci sono state date sufficienti spiegazioni sulla scelta del terreno e abbiamo alcune perplessità sul quadro economico di realizzazione dell’impianto.

Sul quinto punto, cioè la variante alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale relativa alla realizzazione di superfici non residenziali (quali porticati e logge) ci siamo astenuti perché la motivazione di natura estetica (se logge e porticati concorrono alla cubatura nessuno le realizza) non ci sembra fondata.

Sulla modifica al regolamento comunale di polizia mortuaria sulla durata delle concessioni cimiteriali, abbiamo contestato la procedura perché nella 1^ Commissione consiliare è stata esaminata solo la modifica all’art. 81 che tratta dei loculi individuali ed era stata esclusa la modifica delle concessioni per le cappelle private. Poi, del tutto inaspettatamente, nella delibera è stata introdotta anche la modifica all’art. 82 che ha cambiato la durata delle concessioni anche per le cappelle private fissandola in 50 anni.
Nel corso della discussione abbiamo ottenuto che la concessione per le cappelle private venisse fissata in 75 anni.

Il settimo punto ha riguardato un atto di indirizzo in merito all’individuazione di un’area comune, tra Agugliano e Polverigi, da destinare a servizi, soprattutto scolastici.
Su questo punto abbiamo deciso di astenerci non perché siamo pregiudizialmente contrari a servizi comuni tra Agugliano e Polverigi, ma perché ci sembra che l’Amministrazione comunale per quanto riguarda le scuole abbia molta confusione in testa.
Infatti, abbiamo approvato una variante al P.R.G. proprio per individuare nella zona dell’ex Fornace una zona in cui realizzare un polo scolastico e adesso ne andiamo a individuare un’altra con Polverigi.
Nell’attesa di una decisione le scuole continuano a soffrire…
Eppure già un paio di anni fa la scuola materna era data per fatta!

L’ottavo punto è stata la discussione (se così si può dire, perché discussione da parte della maggioranza non c’è stata) della nostra mozione di contrarietà al Decreto legge n. 133 del Governo Berlusconi che intende privatizzare il bene comune acqua.
Tutta la maggioranza, tranne un Consigliere, ha votato contro senza motivazione.
Il voto contrario su un punto come questo può essere determinato solo da due possibilità: o il Comune di Agugliano è favorevole a cedere l’acqua alle multinazionali (quando accadrà, nel 2011, ci accorgeremo delle nuove tariffe!) o molto più semplicemente essendo un’Amministrazione di centro-destra non vota ordini del giorno contro il Governo Berlusconi!

Sul nono punto, cioè la comunicazione al Consiglio della delibera n. 161 del 17/12/2009 con cui la Giunta comunale ha utilizzato il fondo di riserva, abbiamo fatto rilevare l’ennesima violazione della legge e del regolamento di contabilità che fissa in sessanta giorni il termine per queste comunicazioni, ma evidentemente anche nel Comune di Agugliano le leggi possono essere “interpretate”…

L’ultimo punto relativo all’integrazione al programma delle collaborazioni per l’anno 2010 (approvato appena due mesi fa…) è stato ritirato.
Noi ci chiediamo, ma se devono ritirarli perché prima ce li mettono?

lunedì 8 marzo 2010

Questione d'interpretazione


di Alessandro Robecchi, da il Manifesto, 7 marzo 2010

Prima di applicare il settimo comandamento, leggete bene il decreto interpretativo. Serve un decreto interpretativo per gli appalti in Abruzzo, per le belle scopate di palazzo Grazioli, per lo schiavismo a Rosarno, per i senatori del PdL eletti dalla ‘ndrangheta.

Per il coro di Ratisbona e per i gay a tassametro del Vaticano. Per Maroni che dice “è stata data una interpretazione autentica della legge”, urge un decreto interpretativo che lo faccia sembrare una persona seria. Il decreto interpretativo che rende regolari i fuorigioco del Milan dovrà essere rapidissimo, mica si può restare allo stadio al freddo due giorni ad aspettare il Tar.

Con un buon decreto interpretativo la bella Noemi avrebbe avuto 18 anni già a sedici e mezzo. Formalmente ineccepibile il decreto interpretativo con cui Minzolini ha trasformato un colpevole prescritto in un innocente. Un decreto interpretativo potrebbe far sembrare un golpe una specie di trionfo della democrazia, o trasformare la corruzione in soluzione all’emergenza.

Il disprezzo della legge, l’arroganza del più forte, la dittatura soft, la censura e i non allineati ridotti al silenzio, non c’è nulla che non possa risolversi con un decreto interpretativo. Probabile che il ministro della difesa di una democrazia occidentale, che comanda parà e carri armati, che si dice “disposto a tutto” non venga allontanato con vergogna soltanto grazie a un decreto interpretativo.

Le nostre speranze, i nostri diritti, la nostra libertà, le nostre regole, le norme, i doveri, sono da oggi variabili, modificabili con decreto interpretativo, le nostre vite stesse sono interpretabili a seconda delle necessità del regime, il nostro futuro e la nostra dignità sono interpretabili a piacere e non servono nemmeno la forestale, i servizi segreti, l’aviazione, le camicie verdi, le ronde, il poliziotti del G8 di Genova.

Una grande festa del decreto interpretativo si terrà ogni anno, basta una telefonata di Denis Verdini. Buffet a cura del genero di Gianni Letta. Napolitano firma. Avete mica un passaporto francese da prestarmi?

mercoledì 3 marzo 2010

Aiutiamo i bambini cubani ammalati di cancro

Questi sono bambini cubani sorridenti e sani.
Il Sistema della Salute di Cuba li tutela in maniera eccellente. Tuttavia, ogni anno a Cuba circa 80 bambini si ammalano di un cancro renale o di un sarcoma.
Per trattare questi tumori, è necessaria una chemioterapia combinata di diversi medicinali, tutti prodotti a Cuba a eccezione dell’Actinomicina-D.
L’Actinomicina-D veniva importata dal Messico fino a quando la fabbrica, la sola a produrre questo farmaco, è stata acquistata da un’azienda nord-americana la quale, a causa del blocco USA, ha il divieto di venderla a Cuba.
Le conseguenze? Senza Actinomicina-D il trattamento medico è meno efficace e il successo di guarigione, che di solito è del 70-80%, crolla drasticamente.

www.italia-cuba.it - amicuba@tiscali.it - tel. 02-680862

Come oncologo non posso accettarlo.
So cosa significa non poter trattare per tempo un bambino a causa di un medicinale che non si trova.
È per questi motivi che mediCuba-Europa e l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba vogliono sostenere il progetto per l’invio di Actinomicina-D a Cuba.
Il trattamento per ogni bambino dura da 1 a 3 mesi, per 3 dosi mensili. Con 1000 dosi di Actinomicina-D potremo coprire il fabbisogno annuale!
Con 70 Euro garantirete il trattamento di un bambino per un mese.
Il vostro sostegno è importantissimo e ogni donazione è indispensabile.

Prof. Dr. Franco Cavalli - oncologo
Presidente dell’Unione Internazionale contro il Cancro (IUCC)


Ancora una volta constatiamo che la violenza ipocritamente non dichiarata del bloqueo ha come effetto stragi silenziose.
Impedire l’acquisto di un farmaco che può salvare ogni anno la vita di ottanta bambini, significa condannarli a morte.
Non c’è bisogno di sganciargli addosso bombe per essere assassini di innocenti.
Almeno questa volta basta un nostro gesto, un piccolo sforzo, per ridare ai piccoli ammalati cubani ciò a cui hanno dritto: la speranza nella guarigione e nella vita.
La cifra da raccogliere non è enorme. Enorme è il valore del gesto, enorme il valore della vita dei nostri piccoli amici cubani. Sosteniamo la campagna “Antitumorale per bambini cubani”!

Bianca Pitzorno - scrittrice

I contributi destinati a questa campagna possono essere versati:

- su c/c postale n. 37185592 intestato a Ass. Naz. Amicizia Italia-Cuba
IBAN IT59 R076 0101 6000 0003 7185 592
indicando nella causale “Erogazione liberale per campagna antitumorale per bambini cubani”

- su c/c bancario n. 109613 – Banca Etica, Milano - intestato a Ass. Naz. Amicizia Italia-Cuba
IBAN IT59 P050 1801 6000 0000 0109 613
indicando nella causale “Erogazione liberale per campagna antitumorale per bambini cubani”

sabato 27 febbraio 2010

La politica, la mafia e i Rom

di Roberto Malini

Milano, 22 febbraio 2010.

"Vogliamo arrivare all'obiettivo reati zero," ha affermato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante un convegno all'Università Cattolica di Milano, dopo aver esaltato la lotta alla criminalità condotta dal governo. La realtà, tuttavia, contraddice in toto, con dati e cifre, le affermazioni di Maroni, perché mai come oggi il crimine è stato così forte e presente in ogni àmbito della società italiana. Allora, è lecito chiedersi, a quali risultati e a quali obiettivi si riferisce il ministro della Lega Nord? La risposta è semplice ed è strettamente connessa alle ideologie del partito del ministro dell'Interno: si è trattato di un'azione repressiva contro gli stranieri, soprattutto i Rom e i migranti colpiti da disagio sociale, spesso profughi da Paesi in crisi umanitaria. Una persecuzione etnica che nulla ha di positivo o utile per la collettività italiana e continuerà a produrre effetti devastanti finché le ideologie intolleranti potranno esprimersi impunemente al di sopra delle norme che tutelano i Diritti Umani. Nel frattempo la criminalità vera, quella che uccide, ricatta, mortifica gli onesti, corrompe gli amministratori pubblici e privati, inquina l'ambiente, rovina la società (e in primis la gioventù) prospera indisturbata.
Esiste in Italia un grave fenomeno deviante, caratterizzato dalla quasi totale apertura culturale, da parte del popolo e dei media italiani, alla presenza mafiosa: si tratta di un fenomeno causato da anni di propaganda sui giornali e in televisione. Le mafie, negli ultimi 20 anni, ma soprattutto nell'ultimo lustro, si sono diffuse in tutti i comparti della società italiana, fino a toccare il "fatturato" record di circa 300 miliardi di euro (di cui 150 legati al traffico di droga) nel 2009. Con un simile potere, non deve stupire che personaggi strettamente collegati alla mafia abbiano raggiunto importantissime posizioni politiche, dando vita a nuovi tentacoli mafiosi, che ormai compenetrano l'economia, la finanza, la pubblica amministrazione. Le politiche recenti, come l'approvazione di leggi contro le intercettazioni telefoniche e lo scudo fiscale, hanno "premiato" le cosche. Ma soprattutto è la minimizzazione della realtà mafiosa (quante volte si legge sui giornali che "lo Stato ha 'quasi' sconfitto la Mafia"?) e la delegittimazione dei pentiti ad aver limitato pesantemente il lavoro dei magistrati impegnati seriamente contro il crimine organizzato. Non meno grave è la mancanza di volontà, da parte dei partiti, di fare pulizia di tutti coloro che sono colpiti da sospetti (o, peggio, indagini) di collusioni o complicità mafiose. Questa attività di prevenzione e "purifica" era consigliata caldamente dal giudice Paolo Borsellino: possiamo considerarla la sua più importante - e ignorata - eredità civile. Oggi si può affermare che i vertici mafiosi non sono più solo in Sicilia, Campania e Calabria, ma al nord o addirittura all'estero, in Svizzera, negli Stati Uniti e in altri Paesi, da dove guidano l'impero economico malavitoso. Ovviamente, tanto ai politici corrotti che ai mafiosi, è indispensabile agire dietro una cortina di fumo, per condurre i loro affari illeciti senza disturbo, per mantenere le posizioni di potere conseguite e le alleanze "istituzionali" senza che la giustizia e le forze dell'ordine possano intralciarli, senza che gli eventuali scandali possano minarne la libertà di azione e l'impunità. Ecco perché politica e mafia, che controllano il 99% dell'informazione in Italia, hanno interesse a creare allarme sociale riguardo ad altri fenomeni, facendo leva su pregiudizi medievali e colpendo i gruppi sociali più vulnerabili: i Rom, con la loro povertà che li costringe all'accattonaggio, a rifugiarsi in case abbandonate o campi dove costruire baracche; i rifugiati, con il disagio provocato dal razzismo e dalla xenofobia (i politici riescono facilmente a presentarli come "parassiti", "barbari" e "invasori"); gli stranieri, che sono accusati di essere asociali e di "rubare il lavoro agli italiani"; gli omosessuali, che con i loro modelli di vita si pongono, secondo gli intolleranti, quale antitesi al concetto tradizionale di "famiglia", cellula del concetto tradizionale di "società". Capri espiatori di un sistema perverso e marcio, i reietti, gli esclusi, i discriminati sono "carne da macello": lo strumento più efficace del malaffare. In questo panorama, gli attivisti e i difensori dei diritti umani sono vissuti come sovversivi, nemici del Paese, anarchici, mentre i movimenti neonazisti e razzisti divengono preziosi alleati dei partiti che vogliono apparire "moderati", ma hanno bisogno di qualcuno che faccia il "lavoro sporco". E' evidente come tali gruppi che incitano all'odio razziale dovrebbero essere messi fuori legge in una democrazia: al contrario, vengono premiati e oggi occupano ministeri, hanno deputati, senatori, sindaci, presidenti di Regione e perfino europarlamentari, mentre i media ospitano i loro deliri, presentati in forma "civilizzata". Nel contempo, le loro frange estremiste operano con violenza, al di fuori della legge. Ancora riguardo agli attivisti e agli operatori umanitari, se poi succede che abbiano l'ardire di diffondere all'estero documenti e prove delle violazioni istituzionali, ecco che vengono intimiditi, perseguitati, fatti oggetto di abusi polizieschi e giudiziari.

Gruppo EveryOne

venerdì 19 febbraio 2010

Libertà di cura: Eluana un anno dopo


Pubblico l'e-mail che mi è pervenuta da Senatore Ignazio Marino in quanto firmataria dell'appello per la libertà di scelta in ordine ai trattamenti sanitari.


“Si tratta di un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione quello cioè di affermare che non possono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie”.


Aldo Moro, dibattito sull'articolo 32 della Costituzione, Commissione per la Costituzione della Repubblica Italiana, 28 gennaio 1947

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro, dopo 17 anni passati senza coscienza in un letto, divenne finalmente libera. Direi liberata, dall'impegno civile di un padre esemplare e dal sussulto democratico di una parte del Paese che non tollerava l'illecita invadenza dello Stato nell’imporre ad una persona terapie non volute per prolungarne l’agonia.
Il dibattito sul testamento biologico fu allora travolto e nell'Aula del Senato si arrivò all'approvazione di una legge contro la libertà di scelta, calpestando il principio dell'autodeterminazione dell'individuo.
Oggi vi scrivo per ribadire, ad un anno dall'appello sul sito www.appellotestamentobiologico.it che vi ha visti firmatari, insieme a personalità del mondo giuridico, della cultura, dello spettacolo, dello sport (da Gustavo Zagrebelsky a Marcello Lippi, da Eugenio Scalfari a Luciana Littizzetto): non permettiamo che venga dato il via libera a una legge contro la libertà di scegliere.

La legge approvata dalla destra al Senato lo scorso marzo è adesso all'esame della Camera dei Deputati che la renderà presto definitiva. Si tratta di una norma contro la libertà individuale nella scelta delle terapie. Di fatto impone a tutti noi l'obbligo di terapie mediche quali la nutrizione e l'idratazione artificiali, anche se siamo contrari ad esse, anche se servono solo a prolungare una irreversibile agonia.

La strada da percorrere è un confronto aperto e libero da condizionamenti ideologici, per una legge che tutti condividano. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha mostrato aperture in tal senso, ma il Governo sembra voler utilizzare la propria forza per imporre un voto ideologico sul testamento biologico, contro le evidenze scientifiche e la libertà individuale.

Il mio impegno su questi temi continua più forte di prima.

Per questo chiedo a voi, donne e uomini liberi e laici, di esercitare i vostri diritti di cittadini, promuovendo un'azione di pressione sulla Camera dei Deputati.

E' il momento di fare sentire la nostra voce: scriviamo al Presidente Fini, utilizzando un modello di lettera che vi allego oppure scrivendo un testo diverso. Se saremo in tanti riusciremo a fare "massa critica" e non resteremo inascoltati.

Per scrivere a Gianfranco Fini manda un'email a: fini_g@camera.it

Ignazio Marino

Presidente Fini,
sono un sostenitore dell'appello per il testamento biologico (www.appellotestamentobiologico.it) promosso dal senatore Ignazio Marino e da numerose personalità del mondo giuridico, scientifico e culturale italiano.
La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, approvata dal Senato sarà presto all'esame dell'Aula della Camera dei Deputati.
Le scrivo per invitarLa a non ignorare la mia voce.
Chiedo una legge per il diritto alla salute ma contro l’obbligo alle terapie.
Chiedo una legge laica, tracciata nel solco dell'art. 32 della nostra Costituzione.
Mi auguro che il Suo contributo sia determinante nell'aprire una nuova fase di riflessione e condivisione su un testo che attualmente è contro le evidenze scientifiche e la libertà individuale.
Un confronto che consenta di uscire da un’impostazione ideologica, rendendo la legge utile per le persone in modo che ciascuno possa scegliere liberamente a quali terapie sottoporsi e a quali rinunciare.

Grazie.

mercoledì 17 febbraio 2010

Nobel per la pace e criminali di guerra

14 febbraio 2010.

Da ieri l'ospedale di Emergency a Lashkar-gah, nel sud dell'Afganistan, è in attesa di ricevere le vittime dei bombardamenti delle forze anglo-americane che da due giorni colpiscono il villaggio di Marjah, situato a circa 50 km a sud ovest dal capoluogo della provincia di Helmand.
Al nostro staff è stato comunicato che decine di vittime civili in gravi condizioni non riescono ad essere trasferite agli ospedali a causa dei posti di blocco militari che impediscono anche il passaggio di vetture per il trasporto dei feriti. Ci risulta che, a questa mattina, già 6 di loro sono morti perché ne è stata impedita l'evacuazione
Tra i pochi riusciti a raggiungere l'ospedale di Emergency anche un bambino di 7 anni colpito al petto da una pallottola e immediatamente operato.
Emergency denuncia questi gravissimi crimini di guerra perpetrati dalle forze della coalizione internazionale guidate dagli Stati Uniti e chiede che venga aperto un corridoio umanitario per garantire una pronta assistenza ai feriti.

Allistante - Newsletter di Emergency - n. 6

venerdì 12 febbraio 2010

News da Agugliano

Per chi ha voglia di leggere il nostro punto di vista
su quello che succede ad Agugliano...

giovedì 11 febbraio 2010

Consiglio comunale del 09/02/ 2009



Spettatori presenti: circa una decina.

Con le comunicazioni del Sindaco siamo stati messi a conoscenza che la “Giornata della memoria” (27 gennaio) e la “Giornata del ricordo” (10 febbraio) sono state trattate dalla scuola media.
Onestamente ci sembra un po’ pochino…
I verbali delle sedute precedenti (26 novembre e 28 dicembre) sono stati approvati senza alcuna osservazione.

Il secondo punto relativo all’adozione del regolamento per la gestione dei contributi socio-assistenziali a tutela della maternità ed infanzia, cioè sulla gestione dei fondi che la Provincia concede ai Comuni per questo settore, è stato approvato all’unanimità.
Il nostro Gruppo ha fatto notare che la competente Commissione consiliare è stata convocata d’urgenza pur non essendoci la necessità per cui abbiamo chiesto il rispetto del Regolamento del Consiglio.
Inoltre, cosa ben più grave essa si è dimostrata totalmente inutile in quanto nessuno in Commissione (né Presidente né Segretario) ha saputo dare informazioni e spiegazioni circa l’oggetto da trattare!!!

La trattazione del terzo punto ha riguardato una modifica al regolamento edilizio comunale per adeguare la dotazione minima di fotovoltaico nelle nuove costruzioni e prevedere l’obbligo di prestare la polizza fideiussoria nei permessi per nuove costruzioni.
Il voto è stato unanime in quanto l’adeguamento minimo del fotovoltaico è una prescrizione di legge e la polizza fideiussoria va a tutela del Comune per eventuali danni fossero arrecati a proprietà del Comune (strade e marciapiedi) durante i lavori di realizzazione delle nuove costruzioni.

Anche il quarto punto, cioè l’approvazione dello schema di convenzione per l’attuazione delle previsioni urbanistiche dell’area 5, ambito I 1 (inizio di Contrada Gavone) del P.R. G. è stato approvato all’unanimità.

Il quinto punto (Adozione del piano di lottizzazione scheda d’ambito IP 5, sub-ambito A 1) è stato ritirato.

Sulla variante al piano particolareggiato del centro storico di Agugliano ci siamo astenuti perché pur considerandola uno strumento assolutamente necessario non abbiamo condiviso fino in fondo alcune scelte.

Il settimo punto ha riguardato una modifica al regolamento comunale per gli interventi di edilizia minore per consentire superfici maggiori di pergolati e gazebo nel caso di coperture con pannelli fotovoltaici. In pratica, con questa modifica si amplia fino a 26 metri quadrati la superficie di pergolati e gazebi.
Abbiamo votato a favore in quanto l’uso di energie rinnovabili è sicuramente da incentivare, ma vista l’elevata superficie delle strutture abbiamo invitato gli uffici competenti ad una puntuale istruttoria delle pratiche autorizzatorie.

L’ultimo punto concerneva l’approvazione di una convenzione tra l’Unione dei Comuni e i Comuni medesimi per la disciplina dei rapporti di lavoro con il personale dipendente di altre amministrazioni, ai sensi dell’art. 1, comma 557 della legge n. 311/2004.
Il punto è stato approvato all’unanimità.

lunedì 8 febbraio 2010

Scuola pubblica (e Costituzione) demolizione in corso

di Michele Martelli - da Micromega online

In pieno fervore i lavori di Berlusconi III per la demolizione della scuola e dell’istruzione pubblica a favore della scuola e dell’educazione cattolica. Costituzione della Repubblica italiana: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge» (art. 8); «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» (art. 33). Se il governo privilegia la religione cattolica e ne finanzia le scuole, non tutte le religioni sono uguali davanti alla legge. Ce n’è una, la cattolica apostolica romana, che è più uguale delle altre. Palese la violazione della Costituzione. Che, sottoposta alle ruspe della ditta dell’Unto del Signore, continua a perdere pezzi da tutti i lati. Come un edificio in stato di demolizione.

L’“Accordo di revisione del Concordato Lateranense”, firmato da Craxi e Casaroli il 18 febbraio 1984, fu una vittoria di Pirro per lo Stato italiano. In realtà, un colossale inciucio. E la parte dell’inciucista la fece l’inglorioso governo detto allora del Caf (Craxi Andreotti Forlani), non la Chiesa, che dell’accordo intascò utili e vantaggi. La religione cattolica, è vero, perse il privilegio di essere (come dal 1929 al 1984) «la sola religione dello Stato italiano» (Protocollo addizionale dell’Accordo, art. 1), il che scaturì, più che altro, dall’inevitabile presa d’atto dei processi di secolarizzazione in corso nella società italiana (vittorie referendarie su divorzio, aborto ecc.).

Tuttavia la Chiesa, oltre a numerose facilitazioni e regalìe in campo fiscale (vedi l’otto per mille), conservò anche il privilegio dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica.
L’Irc da obbligatorio quale era prima divenne opzionale, ma fu comunque garantito dallo Stato e con i soldi dello Stato, cioè di tutti i contribuenti (cattolici e non). In base all’Accordo, all’atto di iscrizione genitori e studenti avrebbero dovuto scegliere «se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento [l’Irc], senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione» (art. 9.2).

Ma la discriminazione ci fu. Innanzitutto, perché in alternativa all’Irc non fu mai programmato e organizzato nulla di serio; si poteva prestabilire per esempio un’ora di educazione civica e di studio della Costituzione. In secondo luogo, perché, merito all’Irc, l’Accordo attribuiva alle curie vescovili il potere di scegliere, seppure d’intesa con le autorità scolastiche, programmi, orari, libri di testo e profili professionali dei docenti, affinché l’insegnamento religioso fosse «impartito in conformità alla dottrina della Chiesa» (Protocollo addizionale , art. 5). Di fatto, i docenti, pagati dallo Stato, venivano nominati, con annesso potere di revoca, non dai provveditorati scolastici, ma dai vescovi. Così lo Stato sovrano cedeva, e cede tuttora, parte della sua sovranità alla Chiesa, ossia al Vaticano (da ricordare che a firmare il Concordato con Craxi non fu il presidente della Cei, ma il segretario di Stato vaticano).

Il governo di Berlusconi, santificatore di Craxi, più craxiano di Craxi, che fa oggi? Discrimina brutalmente chi decide di non avvalersi dell’Irc. E come? Abolendo la scelta. Non de iure, ma de facto. Già nell’ottobre 2008, la ministra Gelmini boicotta l’ora alternativa a quella di religione, facendo sapere di non aver soldi per i docenti: che ogni scuola provveda col “faidate”. Ma senza soldi (glieli aveva scippati Tremonti nella finanziaria 2008-2009, graziando la scuola cattolica), povera scuola pubblica, da te che fai? Dunque, niente (o quasi niente) ora alternativa.

In questi giorni un’altra novità. Dai moduli allegati alla nuova circolare ministeriale per l’iscrizione scolastica dell’anno prossimo, è sparita l’opzione «attività didattiche e formative» in alternativa all’ora di Irc. Si tratta di moduli palesemente illegali, che ignorano sia la Costituzione (art. 8, 33), sia lo stesso Concordato del 1984 (art. 9.2). Un espediente vile, apparentemente innocente e casuale, che toglie a genitori e studenti il diritto di scelta. L’Irc di fatto nuovamente obbligatorio, come dal 1929 al 1984? Chi non lo sceglie, parcheggiato nei corridoi?

Sulla scuola, ancora un’indicibile novità venuta da Tremonti. Vedere per credere: «Ministero dell'Economia e delle Finanze. Informativa 28 dicembre 2009, n. 166: Aumenti biennali docenti di religione»: 220 euro in più in busta paga ai 12 mila docenti precari di religione, a decorrere dal 1 maggio 2010, col recupero degli arretrati dal 1 gennaio 2003. E gli altri precari, con le loro sacrosante aspettative? Ignorati.
Informativa discriminante, ad personam, come le 19 leggi del premier per evitare i processi a suo carico. Il regno orwelliano spande la sua ombra ovunque.

Ma ricordiamoci che la Costituzione, con l’insieme delle sue istituzioni, scuola pubblica compresa, è la nostra casa comune. Perciò, difendiamola dai demolitori!

(27 gennaio 2010)

lunedì 1 febbraio 2010

Consiglio comunale del 20/12/2009


Anche se con grande ritardo, ecco il solito rendiconto sull'ultimo Consiglio comunale.


Nonostante il punto all'ordine del giorno, non ci sono state comunicazioni del Sindaco.
Il secondo punto ha riguardato il programma delle collaborazioni per l'anno 2010 sul quale abbiamo votato contro in quanto il programma di fatto non c'era, ma c'era solo un'indicazione delle possibili figure che nel corso dell'anno l'Amministrazione avrebbe potuto o meno incaricare.
Un serio programma, per essere definito tale, sarebbe dovuto scaturire da un'analisi approfondita dei bisogni del Comune accompagnata dall'individuazione delle figure professionali necessarie a soddisfare tali bisogni e dalla quantificazione dei costi, totalmente assente nella proposta di delibera.
Il terzo punto all'ordine del giorno riguardava l'impegno pluriennale del costo di ammortamento dei corrispettivi dovuti alla "Agugliano servizi S.r.l." per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici.
In pratica si è stabilito che per 20 anni a partire dal 2010 alla Società "Faccio tutto io" si verseranno 43.300,00 euro annui, somma che comprende le spese di realizzazione, assicurazione e manutenzione degli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici.
La cosa strana che abbiamo fatto rilevare nel corso della discussione è che questa cifra comprende anche le voci manutenzione ed assicurazione che per i primi 5 anni sono già garantiti dalla società che ha realizzato l'impianto.
Nel merito non abbiamo avuto una risposta sufficientemente chiara... Ovviamente il nostro voto non ha potuto essere che contrario.
Il quarto e ultimo punto concerneva una convenzione tra i Comuni di Agugliano, Camerata Picena, Offagna, Polverigi, Santa Maria Nuova e l'Unione per l'esercizio in forma associata di funzioni e servizi inerenti il progetto integrato a sostegno della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
In pratica, la Provincia ha erogato un contributo per l'istituzione di nuovi servizi o l'ampliamento di servizi esistenti in favore delle famiglie (asili nido, centri estivi, colonie, ecc) e persone non auto-sufficienti (trasporto a chiamata). In questo caso il nostro voto è stato favorevole.

mercoledì 27 gennaio 2010

Ancora una volta per non dimenticare (nessuno)...


Il sentiero in discesa che comincia dalla negazione
dell'uguaglianza tra gli uomini,
finisce fatalmente nella perdita della libertà e nel lager.

Primo Levi

mercoledì 20 gennaio 2010

Mafia, razzismo e crisi della democrazia in Italia

In Italia il potere, nelle sue forme più ambigue e pericolose, ha sostituito la forza della democrazia. Politica, informazione, cultura, educazione sono strettamente sotto controllo e la libertà di espressione, ormai, è solo apparente.
Nonostante l'impegno di alcuni magistrati coraggiosi e dell'attivismo, le mafie sono sempre più forti e diffuse, non solo nel sud, ma in tutto il territorio.
Durante la crisi, il crimine organizzato ha acquisito centinaia di imprese in difficoltà e, approfittando del condono (denominato "scudo fiscale") irresponsabilmente concesso dal governo, ha reintrodotto in Italia miliardi di euro provenienti da affari illeciti.
Le leggi a favore delle mafie, come la soppressione delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito alle cosche di crescere, fino a toccare un "fatturato" record di circa 200 miliardi di euro nel 2009.
Anziché colpire Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra, la recente legge sulla sicurezza (il famigerato "pacchetto sicurezza") è stata scritta e approvata nella forma di una legge razziale che criminalizza e perseguita Rom, profughi e stranieri poveri, escludendoli dal mercato del lavoro e mettendoli in molti casi nelle mani delle cosche.
L'Italia ha anche avuto (e ha ancora) i suoi eroi, come i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e i loro eredi. Paolo Borsellino, prima di essere assassinato a Palermo dalla mafia e da altri poteri occulti, nel 1992, indicò alla politica l'unica via per combattere le collusioni mafiose: "Quando su personalità pubbliche vi sono anche solo sospetti di vicinanza con la criminalità organizzata, è necessario fare piazza pulita". L'Italia, però, non ha ascoltato le parole del giudice anti-mafia.
Fino a che non saranno celebrati i processi, nessuno può affermare che il senatore Dell'Utri, il primo ministro Berlusconi, il presidente del Senato Schifani, il ministro della Giustizia Alfano, il senatore Vizzini (componente della Commissione Antimafia!) e le decine di parlamentari i cui nomi appaiono negli atti di processi contro il crimine organizzato (prevalentemente, nelle dichiarazioni dei pentiti) abbiano commesso il benché minimo reato.
Quando però le "voci" che riguardano, per esempio, Berlusconi e Dell'Utri, provengono da magistrati di ineccepibile integrità come lo stesso Paolo Borsellino (intervista del 21/5/1992: http://www.youtube.com/watch?v=WeGtZbtMamU ) e quindi da testimoni e collaboratori di giustizia come Giovanni Brusca, Gaspare Spatuzza, Massimo Ciancimino, non si può evitare di pensare ancora ai coraggiosi suggerimenti dello stesso Borsellino.
Invece niente: grazie ai rapporti stretti fra potere e informazione, è in atto in Italia una campagna di delegittimazione dei magistrati che combattono la corruzione, dei politici che da anni dimostrano un impegno serio e importante contro le mafie, come gli ex magistrati Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris, dei collaboratori di giustizia, che rappresentano uno dei principali ed efficaci strumenti di lotta contro la criminalità organizzata.
Nel contempo, la politica fa quadrato intorno ai sospettati e si dedica a riabilitare figura di politici del passato, legati a momenti foschi della recente Storia d'Italia, come Bettino Craxi, condannato per corruzione nel 1996 e nel 1999.
In questa situazione, dominata da poteri così forti e privi di scrupoli da non lasciare intravvedere alcuno spiraglio di speranza in un cambiamento, anche l'impegno degli attivisti e dei sostenitori della democrazia e della civiltà dei Diritti Umani diventa ogni giorno più difficile e pericoloso.

Gruppo EveryOne - 15 gennaio 2010