mercoledì 31 ottobre 2007

Per un futuro senza atomiche



Ricevo l’invito da Tisbe e lo rilancio.
E’ cominciata la campagna "Un futuro senza atomiche": una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che dichiari l'Italia zona libera da armi nucleari. E' importante raggiungere le 55.000 firme necessarie.
Invito tutti i blogger sensibili all'argomento a divulgare la notizia con il nostro solito tam tam. Informazioni più dettagliate potete trovarle a questo sito.



Cominciamo subito - L'appello della campagna

La messa al bando di tutte le armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità. Scritto dal Comitato Promotore e pubblicato il 25-07-2007

La messa al bando di tutte le armi nucleari è un’aspirazione condivisa da tutta l’umanità.
A livello internazionale, invece, stanno aumentando ricerca e produzione di nuovi tipi di bombe atomiche.
Altre potenze finanziano l’ammodernamento dei propri arsenali nucleari.
Ed aumentano, di conseguenza, i Paesi che vogliono entrarne in possesso per acquistare peso sulla scena mondiale. In Italia abbiamo 90 testate atomiche.
Non dovrebbero esserci. Nel 1975 l’Italia ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare impegnandosi (art. 2) a non produrre né ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari.
Secondo il diritto internazionale, l’Italia le deve rifiutare. Per Alleanza (NATO), invece, le accetta.
Non possiamo avere due pesi e due misure.
I negoziati internazionali per liberare l’umanità dalla minaccia atomica rimangono impantanati perché chi possiede le armi atomiche vuole solo che nessun altro le abbia. Ma non è disposto a rinunciarvi.
E questo invece era l’impegno sottoscritto nel Trattato di Non Proliferazione (art.6): arrivare al disarmo nucleare totale e globale.
Cominciamo da qui. Cominciamo da noi.
Per questo lanciamo una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare. Affinché si dichiari l’Italia “Paese Libero da Armi Nucleari”.
Diventeremo, come l’Austria, uno dei 106 Stati del mondo dove le bombe atomiche non hanno diritto di cittadinanza.
Saremo la maggioranza, nella buona compagnia di tutti gli Stati dell’America centro-meridionale, dell’Africa, del Pacifico, del sud-est asiatico.

E cammineremo anche noi verso un futuro senza atomiche.

venerdì 26 ottobre 2007

Beati i franchisti!

Domenica 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, saranno beatificati in San Pietro 498 franchisti, uno squadrone di laici e religiosi schierati coi golpisti del 1936, in quanto “martiri della Repubblica”.
Il Governo Zapatero sta per varare una legge sulla memoria che condanna il franchismo e che impone agli enti statali di eliminarne i simboli.
Sulle pareti di molti luoghi di culto spagnoli campeggiano tuttora targhe in memoria dei caduti "per Dio e per la Spagna", in onore del Caudillo, "supremo difensore" della civiltà cristiana.
La beatificazione dei 498 franchisti presentati come martiri è un esempio vergognoso di revisionismo storico e il Vaticano attua un'iniziativa tesa a mostrare il clero come vittima di sanguinari comunisti quando la realtà storica racconta che la chiesa fu parte di una reazione fascista che portò in Spagna alla guerra civile e all'instaurazione della dittatura.
Anche in Italia negli ultimi mesi si cerca di far passare la chiesa cattolica, gli esponenti del clero e persino i politici che ne sostengono le istanze come vittime di una campagna anticlericale, quando, al contrario, la chiesa cattolica condiziona in modo sempre più palese la vita culturale, politica e sociale del nostro paese.

mercoledì 24 ottobre 2007

La Bocca della Verità

E’ in distribuzione proprio in questi giorni un nuovo volantino di controinformazione sull’attività dell’Amministrazione comunale elaborato dai Gruppi di opposizione (A Sinistra e Margherita per l'Ulivo) presenti nel Consiglio comunale di Agugliano.
Chi lo volesse leggere lo può trovare sul sito
del Furioso di Agugliano cliccando qui.

lunedì 22 ottobre 2007

La lotta continua

Un milione di persone. Venute in piazza da tutta Italia per dire basta alla precarietà, che attraversa ormai tutti gli aspetti della nostra vita, a cominciare dal lavoro. Per dire che le nostre richieste devono incidere nelle scelte del governo.
Tanti popoli, ma uno solo, unito dallo stesso bisogno di dire basta alla precarietà del lavoro, basta all’impossibilità di avere una casa, basta alla guerra, difendere diritti civili, il diritto alla salute, all’istruzione, il diritto a difendere l’ambiente in cui si vive. E diritto a chiedere conto al governo della sua incoerenza con un programma che aveva questi come punti fondamentali, e per affrontarli davvero gli è stato dato mandato a governare.

Dal sito di Rifondazione Comunista - Sezione approfondimenti

domenica 21 ottobre 2007

Un aguglianese in Sierra Leone

Chi tra noi non si è mai confrontato col dolore?
Probabilmente nessuno, ma pochi sanno che cosa sia effettivamente la disperazione.
In alcuni luoghi, in fondo non così lontani da noi, in un mondo in cui la globabizzazione rende relative anche le distanze, disperazione è vedere i propri figli nascere sotto una pioggia fitta di bombe, spari, terrore.
Disperazione è sapere che per loro la guerra è normalità, come normalità è non avere acqua, cibo, scarpe, istruzione come sogna ogni genitore in ogni parte del mondo.
Disperazione è essere ferito o malato e non avere un posto in cui chiedere almeno la speranza.
Mirco Barchetta, ex Consigliere comunale di Agugliano, ha risposto con coraggio ad un richiamo che lo ha portato a collaborare con Emergency portando la sua professionalità in tanti luoghi di bisogno: dapprima in Ghana, poi in Afghanistan, dove ha vissuto da vicino la vicenda del sequestro di Daniele Mastrogiacomo e dei suoi collaboratori. In seguito all’arresto del mediatore Rahmatullah Hanefi e dell’uscita di Emergency dall’Afghanistan è andato in Cambogia; ora si trova in Sierra Leone.
Io ho la fortuna di poter conoscere le sue esperienze tramite le e-mail che Mirco manda agli amici (di cui mi onora far parte).
In queste e-mail Mirco scrive di un mondo che aveva immaginato molto diverso dal piccolo paese in cui viviamo da sempre e che invece scopre fatto degli stessi ingredienti, solo amalgamati in maniera differente e soffocati dal giogo della stupidità umana, una stupidità che da secoli affama e uccide.
Mirco ogni volta che torna a trovarci ci porta indietro un tesoro di esperienze, immagini, parole, emozioni, e ogni volta che parliamo con lui diventiamo sempre più convinti che forse è più facile di quel che crediamo costruire un mondo più giusto.
Ho deciso di pubblicare l’ultima e-mail che ha mandato.

"Cari Amici, sembra ieri che son partito e già mi ritrovo nel bel mezzo della mia missione, tanto manca alla fine quanto fino ad ora ho fatto.
Questo posto inizia ad entrarmi dentro, sarà per la bellezza dei pazienti, sarà per le innumerevoli scommesse giornaliere, sarà che qui Emergency e' davvero indispensabile nonostante la guerra sia finita.
Ogni giorno il tempo migliora ed inizia a fare veramente caldo. Presto rimpiangeremo la pioggia.
Il lavoro come sempre non manca ed ogni giorno si finisce al tramonto, che come al solito è glorioso sulle coste ovest del mondo.
Di bello e di nuovo c'è stato un bel bagno domenica scorsa nell'oceano Sierra Leonese. Un bel diversivo.
Sul fronte politico, le elezioni sono finite e i Rossi dell'APC hanno vinto portando una ventata di "nuovo"... Per fortuna tutto e' andato tranquillo, ma qui non si sa mai come vanno veramente le cose!
Un abbraccio. MIRCO”.

Colgo l’occasione per ricordare ancora una volta che per tutto il mese di ottobre è possibile sostenere l’attività di Emergency con l’invio di un SMS al numero 48587 per donare 1 euro oppure chiamare lo stesso numero dalla rete fissa Telecom Italia per un valore di 2 euro.
I gestori devolveranno l'intero ricavato ad Emergency che lo utilizzerà per finanziare le attività del centro di cardiochirurgia “Salam” in Sudan.

"Se si può guarire in Europa, anche in Africa si deve guarire"

venerdì 19 ottobre 2007

Veltroni come Sarkozy?

Se il presidente francese può trovare in Italia una sorta di suo simile, esso non sarà a destra, ma a “sinistra”.
Lo potrà trovare in un personaggio come Walter Veltroni che proviene dalla sinistra, ma che è diventato “vincente” andando oltre le tradizioni e i valori della sinistra tanto da assimilare i valori propagandati dalla destra: la sicurezza fino alle ossessioni securitarie, l’a-classismo dichiarato, che finisce in subalternità agli interessi del mercato, la “modernità”, tutta e solo sovrastrutturale, tutta e solo interna alla sfera dei diritti civili.
Veltroni sta già utilizzando la lezione francese: il suo nascente Partito Democratico, inizialmente di stile molto “americano”, man mano che si sta delineando, sta perdendo completamente ogni contiguità con la sinistra, con le sue radici, la sua storia e i suoi progetti.
E siccome alle prossime elezioni lo scontro sarà durissimo anche per il vincente supersindaco di Roma, non è difficile capire la tentazione Sarkozy, con molti adattamenti all'italica tradizione.
Quello di Veltroni vorrebbe essere un partito che si ispira ai valori del lavoro e della Resistenza, ma che contemporaneamente civetta con esponenti di destra.
Veltroni sconcerta anche quando se la prende con il conservatorismo di sinistra.
Gli anni sessanta e settanta sono stati anni di grandi conquiste sociali e non c’è niente di progressista nel cercare di attaccarle.
I punti più critici sono proprio la questione del welfare e delle pensioni: i veri innovatori sono quelli che li stanno difendendo, mentre il leader del futuro Partito Democratico si dimostra conservatore, con posizioni vicine al centrodestra.
Tutta la voglia di unire le forze del paese si spiega solamente con un disegno politico ben preciso di egemonia centrista; il suo continuo sbracciarsi in sue direzioni, con una battuta che guarda a sinistra e un'altra che guarda dall'altra parte, è tipico di un agire politico di destra.

lunedì 15 ottobre 2007

Il mondo è nelle nostre mani

Anche se non ho aderito ufficialmente al Blog Action Day, mi unisco ai tanti che oggi hanno pubblicato un post dedicato all'ambiente.

L'ISTAT nell'annuario 2007 delle statistiche ambientali (riferito al periodo 2005-2006) riferisce che il 41,7% delle famiglie italiane denuncia problemi di inquinamento dell'aria e oltre il 22% di odori sgradevoli nella zona dove abita; il 37,8% soffre di inquinamento acustico.
La quota più elevata di segnalazioni di inquinamento atmosferico si registra in Lombardia, mentre è la Campania la regione che lamenta maggiormente odori sgradevoli e inquinamento acustico, seguita da Puglia e Lazio.
Sul fronte dell'inquinamento atmosferico nel 2004 in Italia sono state emessi nell'atmosfera oltre 384 milioni di tonnellate di anidride carbonica, 72 in più rispetto al 1980.
In compenso dal 1990 al 2004 l'emissione di metalli e composti ha manifestato una tendenza alla progressiva diminuzione.
All'inquinamento atmosferico contribuisce il fatto che il 65,6% delle merci viaggia su strada, solo l'11,6% su rotaia.
Nel 2006 la portata del fiume Po è diminuita del 40% rispetto alla media degli ultimi trenta anni.
Nel rapporto dell'Ipcc (il gruppo di migliaia di scienziati che su incarico dell'Onu si occupa di clima) si sostiene che l'Africa è il continente che incide meno nel cambiamento climatico, con una percentuale che non arriva all'1% delle emissioni, ma è quello che rischia di subirne le conseguenze più drammatiche: ulteriore desertificazione, perdita di acqua e fertilità agricola. Da qui ancora più fame, guerre e migrazioni.
In questo paradosso sta tanta della insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo. E tanto del fallimento della globalizzazione liberista.
Occorre che all'Africa siano trasferite tecnologie e risorse per avere energia pulita; che l'acqua venga dichiarata diritto dell'umanità; che sia riconosciuta alla sua agricoltura a base rurale e familiare e al suo sviluppo una funzione fondamentale innanzitutto nel soddisfacimento alimentare e poi come capacità di assorbimento di Co2.
Il consumo di energie primarie e le emissioni di anidride carbonica dei paesi ricchi (che hanno un decimo circa della popolazione mondiale) sono poco meno di metà di quelle totali del pianeta. Di conseguenza, i cittadini dei paesi ricchi «occupano» uno spazio ambientale quasi otto volte superiore a quello di chi vive nei paesi più poveri.
La Terra viene sfruttata molto più di quanto sia compatibile dal punto di vista ambientale (la stima di questo «sfruttamento» parla di un venti per cento di quanto il pianeta possa sopportare).
Un'inversione di tendenza è ancora possibile? Fino a quando?

domenica 14 ottobre 2007

Commissione G8: Idv e Udeur stanno con il centro-destra

L'istituzione della commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti accaduti a Genova durante il G8 del 2001, di cui si discute da prima della pausa estiva e che sembrava avviata ad ottenere il consenso da parte di tutta la maggioranza con la proposta di legge preparata dal DL Gianclaudio Bressa, inciampa nelle resistenze di una parte dell'Unione.

La Commissione Affari Costituzionali
alla Camera è stata, infatti, teatro di un acceso scontro tra l'IdV e l'Udeur, schierate con la CdL, e il resto del centrosinistra.
Jole Santelli di Forza Italia, ha chiesto che la commissione "accerti le verità in tutte le direzioni e che non sia solo una condanna per le forze dell'ordine".
Dello stesso avviso l'Udeur e IdV, che hanno ritenuto inaccettabile la proposta di Bressa.
Graziella Mascia del Prc ha definito strumentali e controproducenti questi atteggiamenti che "non aiutano a restituire al paese quella credibilità cosí gravemente compromessa durante quei giorni" e, ricordando che l'Unione Europea ha condannato l'Italia per aver "violato il diritto a manifestare", ha sostenuto che "un'indagine accurata sui giorni di Genova può solo fare bene alle forze dell'ordine".

giovedì 11 ottobre 2007

Finanziaria: cento buone notizie?

Una finanziaria “leggera” aveva promesso il Governo.
Alla fine sarà una finanziaria da 11 miliardi di euro (oltre quattro da tagli di spesa, più di tre per il calo delle tasse), ma sarà affiancata da un decreto legge che distribuirà 7,5 miliardi del “tesoretto”, cioè il frutto delle maggiori entrate.

Ancora una volta a fare la parte del leone nella distribuzione delle risorse disponibili, purtroppo, saranno le imprese.
La finanziaria prevede una diminuzione dell'IRES, l'imposta sui profitti, che scenderà dal 33% al 28% (circa 5 miliardi di euro). Le imprese godranno anche di una riduzione dell'IRAP, la cui aliquota dovrebbe scendere sotto il 4% (circa 3 miliardi di euro di minori costi).
In cambio sembra che Prodi abbia ottenuto da Montezemolo la rinegoziazione di due o tre punti del protocollo siglato con i sindacati il 23 luglio.
In particolare si dice che potrebbe essere abolito la staff leasing (utilizzato da poche aziende) e riviste le scadenze per il lavoro determinato. Altro punto che potrebbe essere modificato riguarda la detassazione degli straordinari che già oggi pagano meno tasse e contributi delle ore di lavoro ordinario.
Un altro provvedimento, il cosiddetto “forfettone” a favore delle piccole imprese, riguarderà circa 900 mila soggetti. In pratica, le imprese con meno di 30 mila euro l'anno di fatturato, potranno pagare tutte le loro tasse in maniera forfettaria. L'aliquota non è ancora certa, ma dovrebbe aggirarsi attorno al 20% e sostituirà varie altre imposte.

Il braccio di ferro tra la sinistra della coalizione e il governo sembra aver cominciato a dare qualche frutto.
Nella conferenza stampa di presentazione Letta ha messo in evidenza gli aspetti “sociali” della finanziaria sostenendo che ci sarà un taglio delle tasse per i più poveri.
Per le famiglie più deboli sarebbe in arrivo una tredicesima di fine anno con un aumento di circa 200 euro in favore di contribuenti cosiddetti "incapienti", cioè coloro che guadagnano così poco (meno di ottomila euro all’anno) che non possono avere benefici da sconti fiscali perché non versano l'IRPEF (circa 2 miliardi).
La manovra conterrà anche interventi a favore della sostenibilità dei costi per le spese per la scuola da parte delle famiglie, provvedimento da seguire con attenzione perché larga parte dei fondi potrebbero finire alle scuole private.

Un altro provvedimento previsto è la riduzione dell'ICI; per l'abitazione principale è annunciata un'ulteriore detrazione pari all'1,33 per mille sulla base imponibile da sommare agli attuali 103 euro, che non potrà comunque essere superiore a 200 euro. La minor imposta sarà rimborsata ai Comuni con oneri a carico dello Stato.

A favore degli inquilini sarebbero previste agevolazioni fiscali; per gli affitti sono previste detrazioni di 300 euro per redditi fino a 15.493 euro, 150 euro per quelli fino a 30.987 euro.

Inoltre, nella finanziaria (o forse nel decreto legge) sono previsti 550 milioni di finanziamento per un "piano casa" che rilancerà l'edilizia popolare con nuove abitazioni o con ristrutturazioni del patrimonio esistente.
Sembra anche che ci siano anche incentivi per i proprietari di immobili che rinunceranno a esercitare il diritto allo sfratto.
Sempre sul tema di casa, viene confermato anche per i prossimi tre anni il bonus del 36% per i lavori di ristrutturazione edilizia e viene prorogato anche il cosiddetto bonus per la riqualificazione energetica degli edifici (sconto del 55%).

Un miliardo viene stanziato per la cooperazione internazionale.
Nel decreto legge hanno trovato spazio anche 150 milioni per il dissesto finanziario del comune di Taranto e tre miliardi per le infrastrutture: ferrovie, ANAS e trasporto pubblico (le metropolitane di Roma, Milano e Napoli); inoltre sono annunciati mille nuovi terni per i pendolari.
Il Ministro
Ferrero (PRC) ha tenuto a sottolineare anche l'aumento del tetto per il 5 per mille alle associazioni di volontariato.
La finanziaria prevede, infine, i tagli degli organici della Pubblica amministrazione; "taglio" dei dirigenti di prima fascia del 10% rispetto ai livelli attuali, riduzione del 5% per gli altri dipendenti. In pratica si attuerà un turn over che prevede 6 nuove entrate ogni 10 uscite.

"Dalla lotta all'evasione fiscale" ha commentato Ferrero "viene una bella fetta dei soldi che si possono utilizzare per il risarcimento sociale".

martedì 9 ottobre 2007

Hasta siempre comandante!

“Uccidendolo, voi lo avete reso immortale” disse ai militari boliviani un fotografo dilettante di la Higuera che fissò in uno scatto il cadavere di Ernesto Rafael Guevara De la Serna detto “El Che”.
Aveva ragione: a 40 anni di distanza dall'esecuzione ”El Che” è ancora il simbolo universale di lotta all'ingiustizia.


Dopo la cattura del Che, avvenuta con l’aiuto dei berretti verdi e della CIA, i militari boliviani in un primo momento diffusero la notizia della sua morte a seguito delle ferite riportate in combattimento, ma lui era ancora vivo, seppur prigioniero.
Poi, con un proiettile dietro l'altro, gli provocarono una morte lenta e dolorosa; in seguito esposero, come un trofeo, la salma tenuta con gli occhi aperti in una lavanderia per dimostrarne in questo modo l'identità e la sconfitta.

Gli furono tagliate le mani e vennero conservate in formalina, mentre il corpo, insieme ai cadaveri dei suoi compagni, fu fatto sparire addirittura prima dell'arrivo sul luogo dell'allora presidente Barrientos.

Oggi a Cuba la commemorazione principale si svolgerà a Santa Clara e vi dovrebbero partecipare Raúl Castro e Aleida March, la vedova del Che.
Nel frattempo Fidel Castro ha già presentato il suo tributo personale all' "eccezionale combattente", con un articolo apparso sul quotidiano “'Granma”.
"Faccio una pausa nella mia lotta quotidiana, per chinare la fronte, con rispetto e gratitudine, di fronte il combattente eccezionale che è caduto 40 anni fa"
ha scritto il “Lider maximo”.

lunedì 8 ottobre 2007

Blogger for Burma: uniti per la Birmania

Chi sono i Bloggers for Burma? Sono 16 bloggers che vogliono far sentire la loro voce a sostegno di chi lotta pacificamente per la libertà. O, forse, solo 16 pazzi utopici che credono ancora che i diritti umani e la democrazia siano e debbano essere dei valori cardine del mondo di oggi e di quello di domani. Queste le nostre parole:

"I diritti umani, la libertà e la democrazia sono la linfa della società in cui noi viviamo. Diritti acquisiti e forse un po’ scontati per quelli nati, come me, dopo la nascita della Repubblica che ne hanno sentito il profumo nell’aria, per la prima volta, inspirata.
I diritti umani, la libertà e la democrazia sono, invece, per molti popoli concetti astratti di cui è persino vietato parlare. Per il Popolo Birmano una ragione valida per farsi massacrare.
Pacificamente, senza opporre resistenza.
In tempi di fanatismi religiosi che costano vite innocenti e minacciano i fondamenti della società civile, i monaci buddisti si uniscono al loro Popolo per chiedere il rispetto della loro grandissima dignità di uomini, di cittadini.
Non lasciamo che la loro giusta e onorevole protesta resti confinata in una piccola regione del mondo. I diritti umani, la libertà e la democrazia devono essere patrimonio di tutta l’umanità.
E perciò in un abbraccio mondiale gridiamo: “Free Burma!”

ArabaFenice

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"Non entro in argomentazioni socio-politiche essendoci sicuramente persone più competenti e preparate del sottoscritto a farlo.
Preferisco soffermarmi su quelle che sono le sensazioni e analizzare l'incedere di questi accadimenti.
Spero tanto di sbagliarmi ma le trovo molto simili a quelle già vissute per il Darfur.
Un'ondata iniziale di sdegno, accompagnata da immagini crude (si pensi all'esecuzione di quel giornalista o ai monaci investiti dai camion militari senza troppi complimenti!), da notizie che facevano crescere sempre di più l'angoscia, da una preoccupazione sempre crescente per quelle popolazioni. All'inizio aperture di Tg, radio, prime pagine dei quotidiani ed oggi invece? ... Oggi niente di più di qualche trafiletto "riempitivo" nell'home page di qualche sito e nulla più. Al radiogiornale delle 8.30 neanche menzione. Aldilà di tutte le parole e le elucubrazioni che si possono fare relativamente alla vicenda, la mia preoccupazione è che però stavolta non ci si dimentichi di loro perchè quando si comincia a dimenticare chi soffre si diventa complici dei loro aguzzini!"

Chit

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"Quando la mattina, aprendo gli occhi, sancisco la nascita di un nuovo giorno, ringrazio chi di dovere per questo dono.
Quando, attraverso i giorni che si susseguono, sono artefice della mia vita e del mio destino, ringrazio i miei Avi.
Li ringrazio per il dono che mi hanno fatto. Li ringrazio per la libertà di cui oggi godo.
Ogni giorno che passa, ogni istante che vivo, mi rendo conto della fortuna che ho. Sono un uomo libero.
Non per tutti è così. Il popolo della Birmania, guidato dai monaci buddisti, lotta per la libertà.
E' una lotta fatta attraverso la parola, attraverso la pace. Parole di libertà e di pace che si si scontrano contro armi e intolleranza.
Diamo un'eco a quelle parole. Non lasciamoli soli. Insieme si può. Libero uomo in libero Stato".

Davideelle

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"Finchè ci saranno uomini di guerra pronti a colpire, soffocare, uccidere ed imprigionare uomini di pace, noi ci saremo ad additarli, a condannarli, a non dimenticare.
Contro tutti i regimi di ogni colore urliamo l'urgenza di vedere la Birmania libera".

Finazio

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"Una comunità internazionale "distratta" in tutti questi anni ha ampiamente ignorato la Birmania e quello che vi succedeva.
In pochi hanno però ignorato le possibilità economiche che offre questo paese.
Non è un mistero che, a dispetto delle condanne ufficiali, fra i maggiori investitori in Birmania ci siano
Francia, USA e Gran Bretagna.
Compiamo tutti un gesto concreto per aiutare il popolo birmano.
Chiediamo con forza che l’Unione Europea applichi sanzioni economiche severe; nel frattempo ognuno faccia un piccolo significativo gesto boicottando le multinazionali che sfruttano le risorse energetiche del paese".

Franca

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"Abbiamo imparato qualcosa da Piazza Tien an men? I monaci birmani, oggi, da soli non possono farcela.
Siamo noi, quelli che non verranno incarcerati o torturati se protestiamo, che dobbiamo aiutarli a liberarsi della dittatura che soffoca il loro desiderio di libertà.
Restiamo uniti per la Birmania e non dimentichiamola".

Luca

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"I Paesi Democratici di tutto il mondo non possono tacere sulle nefande azioni repressive dell'attuale governo birmano. Ci vogliono azioni concrete a sostegno della popolazione oppressa.
La diplomazia da sola non basta a salvaguardare il rispetto dei diritti umani, tanto più in questo caso dove le relazioni di opportunità tra governi sembrano prevalere sulla salvaguardia dei diritti umani fondamentali".

Mariad

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Quello che accade in Myanmar, ma noi preferiamo parlare di ex-Birmania, è la palese dimostrazione che la libertà di parola e di manifestazione del proprio pensiero, come è nel diritto di ogni essere umano, è continuamente minata e minacciata da chi usa e abusa del suo potere.
Il nostro contributo vuole essere perciò una sorta di marcia che simbolicamente avviene di pari passo assieme a quella degli straordinari monaci birmani e dei tanti cittadini che con ammirevole forza e determinazione hanno deciso di non arrendersi e sono scesi pacificamente in piazza per opporsi alla dittatura e affermare con coraggio i valori della democrazia e della libertà. Un sacrificio per un grande e nobile ideale che sta avendo però degli orribili risvolti di dura e inaudita repressione e violenza che stanno superando il varco dei crimini contro l’umanità.
Noi scegliamo di dare voce al loro urlo soffocato da meschini e sanguinari criminali. Noi siamo con loro.
Il nostro è perciò un grido che vuole e deve andare al di là di qualunque interesse economico, oltre qualunque pregiudizio culturale e politico.
Aiutaci anche tu.
Diamo voce al gesto dei monaci birmani…alla loro libertà. Alla pace".

Mimmo

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"Marciando in silenzio
abbiamo fatto sentire la nostra voce.

Ora tocca agli altri gridare"

Osteria dei Satiri

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"La Libertà e la Democrazia sono dei valori assoluti, nessun fucile o manganello potranno mai soffocarli.
Aldo Moro diceva ai suoi sequestratori: -"se mi ucciderete farete di me un Martire della Democrazia".
La Storia diede ragione a Moro, il suo sacrificio divenne un martirio in nome della Libertà e divenne la Tomba Politica del Terrorismo Brigatista!!!
Il popolo birmano grazie ai suoi martiri vincerà la tirannia militare, il sacrificio dei monaci e del popolo è stato un esempio mondiale e ha acquisito una Forza Politica molto importante per la democrazia e la libertà della Birmania".

Polis

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"Quando un Paese non è una grande potenza, non ha una forza economica sufficiente, viene da una storia di occupazione e sfruttamento coloniale, chi lo può difendere dagli appetiti degli Stati "avanzati" o emergenti?
Quando un popolo non ha mai conosciuto la democrazia, o ha visto soffocare la sua breve stagione di democrazia perchè il leader che si era scelto non era quello gradito a chi decide le sorti del mondo, chi lo può aiutare?
Quando qualcuno di quel popolo e di quel Paese riesce a trovare la forza ed il coraggio di esporre la propria vita al rischio di vedersela strappare, pur di risvegliare le coscienze e di interrompere una tirannia ultradecennale, sopportata e supportata da interessi economici esterni, chi può fargli sentire che non è solo?
Per noi che la democrazia la conosciamo e la viviamo, è un dovere morale non tacere su ciò che succede in Birmania, come in Darfur.
Per uno Stato come l'Italia e per un'entità come l'Unione Europea dovrebbe essere un dovere premere in ogni modo per porre fine alla dittatura, anche con misure plateali.
Io vorrei che l'Italia desse un segnale fortissimo a chi sta lottando per liberarsi, boicottando le Olimpiadi di Pechino".

Raser

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"Non riesco a trattenere le lacrime, le parole non escono, vorrei aggiungere solo una citazione che mi accompagna da sempre e che ho scolpito nel cuore; mi ha sempre guidata, come un maestro:
Libertà vo cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.
Dante Alighieri
Cercando in rete mi rendo conto che non abita solo il mio cuore
http://www.flickr.com/photos/barbarageraci/1442930561/
Remyna in preghiera".

Remyna

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"Da bambino mi piaceva ambientare le mie fantasie di principesse e castelli sontuosi, elefanti giganti e monaci che lottano contro le tigri, in Birmania.
Non sapevo esattamente dove fosse collocato geograficamente quel paese e questo toglieva ogni limite alla mia fantasia.
Ora sono diventato grande, ho imparato esattamente dove si trova la Birmania. Tra confini delineati con il sangue e la violenza.
Sogno che i bambini, nati sotto la dittatura militare, il prima possibile tornino, a loro volta, a fare sogni di luoghi incantati, sotto un cielo di riacquista libertà".

Richard Gekko

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Non si muore soltanto quando si cessa di vivere, ma anche quando il terrore invade l'esistenza quotidiana, e la possibilità d'esprimere liberamente le proprie opinioni viene brutalmente stroncata.
Nessuno ha il diritto d'uccidere la libertà altrui.

Romina

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E' impensabile che nel III millennio ci siano ancora posti dove vengono calpestati i diritti umani e dove non c'è libertà, ma purtroppo è così.
Quello che stà succedendo nell'ex Birmania lo dimostra. L’esempio dei monaci è da seguire:
la democrazia esce dai monasteri che sono da sempre espressione di moralità, tradizione, cultura.
Spero che il popolo birmano riesca nel suo intento di liberarsi dal regime in modo non-violento con l’ausilio della sola forza di risorse apparentemente intangibili come
moralità, cultura, conoscenza, informazione libera, ma che però sono i veri pilastri di un sistema democratico.
I monaci, con la loro protesta pacifica, sono convinti che
la democrazia potrà essere ristabilita senza lotte violente o spargimento di sangue.
Auspico che abbiano ragione e che si possa concludere tutto nel migliore dei modi pacificamente. Per far questo occorre far sì che non si distolga l'attenzione da ciò che accade da quelle parti e fare pressioni affinché la Comunità internazionale non si dimentichi di loro; a telecamere spente si possono compiere crimini orribili.
Non smettiamo di parlare del Burma, della sua storia e di quello che sta accadendo. Noi, insieme ai blogger di tutto il Mondo possiamo davvero rappresentare
un grande aiuto per il popolo birmano. FREE BURMA!!!

Salpetti

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Never Alone

Aria acre
pungente
odora di zolfo
puzza di stantio.

Cenere avvolge
I cieli morenti di Rangoon

Vuoto, Deserto, Nulla Assoluto,
Riempiono con suono assordante
luoghi un tempo vivi
Allietati dal silenzio
E da raggi di sole arancione in preghiera.

Ed ecco un altro Tibet
Un altro Cile
Un'altra Cambogia
Un altro Darfur
Un altro Nazismo.

Ecco altro odio.

E questo mio tenue respiro
Per non lasciarvi soli MAI!

Daniele Verzetti, Rockpoeta

Come avrete potuto osservare leggendoci, tanti modi diversi di sentire e raccontare questa tragedia, ma in gola, ciascuno di noi, ha un solo urlo: FREE BURMA!

f.to:BLOGGERS FOR BURMA

BLOGGERS FOR BURMA are:

Anna Maria Stufano, "ArabaFenice" del blog "Non solo Giovinazzo"

http://nonsologiovinazzo.blogspot.com

Claudio Chittaro, "Chit", de "Il Blog di Chit"
http://www.chitblog.net

Davide Longo, "Davideelle" del blog "Bar Mario"

http://davideelle.blogspot.com

Ignazio Finizio, "Finazio", del blog "Finazio, la musica che gira intorno"
http://finazio.blogspot.com

Franca Bassani, "Franca" del blog "Francamente"
http://franca-bassani.blogspot.com

Luca Zerbato, "Luca" del blog "Libero di pensare"

http://liberodipensare.blogspot.com

Maria D'Ordia, "Mariad" del blog " Non solo sogni"
http://mariad-nonsolosogni.blogspot.com

Mimmo, del blog "Cliccare Mimmo
http://mimmoworld.blogspot.com

Max, "Osteria dei Satiri" del blog omonimo: "Osteria dei Satiri"
http://osteriadeisatiri.blogspot.com

Francesco Spallacci, "Polis" del blog omonimo "Polis"
http://polisfs.blogspot.com

Stefano Ravasio, "Raser" del blog omonimo "Raser"
http://raser.ilcannocchiale.it

Marina Remi, "Remyna" del blog "Remyna's blog"
http://marinaremi.wordpress.com

Richard Gekko, del blog "Parole di un maniaco omicida"
http://richardgekko.altervista.org

Romina, stesso nick, del blog "Intersezioni"
http://intersezioni.awardspace.com

Salpetti, stesso nick, del blog "La forza del blogging"

http://salpetti.wordpress.com

Daniele Verzetti, "Rockpoeta" del blog "L'agorà"
http://agoradelrockpoeta.blogspot.com

domenica 7 ottobre 2007

Diritto al cuore

"Diritto al cuore": è questo il nome della campagna di Emergency che è partita il 1° ottobre per sostenere il centro di cardiochirurgia "Salam" in Sudan, che dalla sua inaugurazione ad aprile a Khartoum, offre assistenza gratuita a bambini e adulti affetti da patologie cardiache, in particolare malformazioni congenite e patologie valvolari da febbre reumatica.
Si può dare una mano anche con un messaggio telefonico: fino al 31 ottobre gli utenti Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia, potranno contribuire mandando un SMS al numero 48587 per donare 1 euro oppure chiamare lo stesso numero dalla rete fissa Telecom Italia per un valore di 2 euro. I gestori devolveranno l'intero ricavato ad Emergency.

"Se si puo' guarire in Europa, anche in Africa si deve guarire".

venerdì 5 ottobre 2007

La sentenza del pulpito

Il segretario generale dei vescovi, Monsignor Giuseppe Betori, alla chiusura dell’Assemblea del Consiglio permanente della CEI, ha espresso sdegno e disappunto sul pronunciamento del Tribunale di Cagliari sul diritto, concesso a una coppia di cittadini talassemici, di effettuare la diagnosi preimpianto su un embrione congelato, per il ricorso alla fecondazione assistita.
"Pensavo che i tribunali applicassero le leggi e giudicassero in coerenza con esse" ha detto Betori e ha aggiunto: "La sentenza è in netto contrasto con la legge 40 e con l’interpretazione della Corte Costituzionale: un giudice non può emettere un giudizio che smentisce la legge e la Consulta".
Le dichiarazioni di Betori hanno innescato una folta schiera di politici che si sono affrettati a ratificare o criticare l’intervento dei vescovi.
Luca Volonté (UDC) si è detto scandalizzato per la decisione della magistratura sarda e ha chiesto l’intervento del Ministro della Giustizia ricordando che "in Italia l’eugenetica è vietata"; gli ha fatto eco Gaetano Quagliariello (FI).
Per Rocco Bottiglione (sempre UDC) "il pronunciamento di Cagliari viola chiaramente la separazione dei poteri fra legislativo e giudiziario".
Emma Bonino (Radicali) ha un’opinione completamente diversa e ha commentato: "Quando la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni per problemi del cittadino, è possibile impedire a questo cittadino l’accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di qualunque tipo?".
L’Associazione Luca Coscioni ha chiesto "una riforma della legge 40, assurda legge proibizionista".
Lanfranco Turci (Rosa nel Pugno) ha detto: "Con le parole di Monsignor Betori abbiamo capito che le leggi le fa la Cei e non il Parlamento", e ha aggiunto "Al presule vorremmo ricordare l’obbligo anche per l’episcopato italiano di rispettare la Costituzione".
Per Graziella Mascia (PRC) "Il Tribunale di Cagliari ha emesso una sentenza che non lascia spazio all’ipocrisia" e ancora: "Questa vicenda dimostra ancora una volta quanto l’attuale legge sulla procreazione assistita sia un vero e proprio scempio. Accogliere la richiesta della giovane coppia significa dare una possibilità in più a chi vuole avere figli. Negare questo diritto è una vergogna".
Il professor Ettore Cittadini, uno dei padri della fecondazione in vitro di fama internazionale che nel 1987 fece nascere nel suo centro di Palermo il primo bambino italiano generato da un embrione congelato, quando qualcuno gli chiede se è contrario alla legge 40 risponde: "Ma perché, c’è qualcuno che è favorevole?".

E sulla sentenza del tribunale di Cagliari aggiunge: "Nelle coppie a rischio la diagnosi preimpianto va assolutamente fatta... Non si può continuare così, bisogna trovare una via d’uscita".

mercoledì 3 ottobre 2007

E adesso trasferiteci tutti!

Luigi De Magistris, il giovane magistrato calabrese che da tre anni sta portando avanti una serie di delicate inchieste che coinvolgono anche la politica locale di Basilicata e Calabria, è stato oggetto di un’ispezione ministeriale al termine della quale il Ministro Mastella ha proposto al Consiglio Superiore della Magistratura il suo trasferimento.
Le accuse mosse al Pm riguardano le fughe di notizie sull'inchiesta lucana, alcune interviste che sono state giudicate "inopportune" e il non aver adoperato negli atti d'indagine metodi più"“cortesi" nei confronti di colleghi (compreso il suo stesso capo procuratore) e di altri personaggi eccellenti, come parlamentari e avvocati.

Contro la proposta di trasferimento fatta dal Ministro Mastella si è mossa una parte della politica, mentre sono rimasti a guardare i magistrati dell'Associazione Nazionale Magistrati, al contrario di quanto è accaduto con Tangentopoli in cui l'ANM si schierava sempre e di netto con i Pm oggetto di ispezione.

A schierarsi dalla parte di Luigi De Magistris sono in particolare gli esponenti della sinistra "radicale".
I senatori Anna Maria Palermi (Pdci) e Piero Di Siena (Sd) e
la deputata Angela Lombardi (Prc) hanno presentato un'interrogazione con la quale hanno chiesto chiarimenti su un'iniziativa sicuramente non comune per l'operato del Guardasigilli.

"La proposta di Mastella al Csm di trasferire il pubblico ministero De Magistris sta suscitando reazioni negative nell'opinione pubblica di Calabria e Basilicata, regioni interessate dalle indagini condotte dal Pm. Tali reazioni sottendono la convinzione che l'azione del Ministro sia stata ispirata dalla volontà di ostacolare la svolgimento di indagini che, nelle due regioni meridionali, investono alcuni importanti esponenti della politica, delle istituzioni e della stessa magistratura. Se anche tale convinzione fosse infondata - hanno concluso Di Siena, Palermo e Lombardi - contribuirebbe, nel sud come nel resto del paese, a scavare un ulteriore fossato tra politica e cittadini".
I tre parlamentari hanno chiesto di conoscere "se le motivazioni alla base della decisione siano di una gravità tale da spingere il Ministro ad assumere l'iniziativa in questione" e "se non sia opportuno che una qualsiasi azione disciplinare o di incompatibilità per De Magistris venga presa dopo la chiusura delle indagini preliminari di cui è titolare".
Ad onor del vero anche nel partito di Mastella c'è qualcuno che non ha apprezzato l’operato del Ministro. Infatti, due Consiglieri comunali dell'Udeur di Locri hanno deciso di dimettersi per protestare contro la proposta del loro leader di partito.
Anche il segretario nazionale di Magistratura Democratica, Rita Sanlorenzo, ha criticato la decisione di Mastella, esprimendo un parere inequivocabile: "Ci pare che la brutalità e l'unicità dell'iniziativa assunta dal Ministro Mastella sia un segnale molto allarmante e preoccupante perchè, di fatto, il Pm De Magistris sta seguendo delle indagini, e la volontà di trasferirlo vuol dire togliere queste dalla sua facoltà di inquirente".
Grande indignazione è cresciuta tra la gente comune.
Oltre duecento persone si sono radunate per esprimere solidarietà al Pm sotto le finestre del palazzo di giustizia di Catanzaro con striscioni con scritto: "E adesso trasferiteci tutti!".
I promotori della manifestazione sono stati i "Ragazzi di Locri" che hanno iniziato una raccolta di firme da portare al Csm.
Anche in Basilicata c’è stata una manifestazione promossa dal Comitato "Cittadini Attivi" e
Pietro Mancini, ex-sindaco di Cosenza, ha espresso al Pm "la solidarietà dei calabresi onesti"

lunedì 1 ottobre 2007

Siamo tutti birmani

Una comunità internazionale "distratta" in tutti questi anni ha ampiamente ignorato la Birmania e quello che vi succedeva.
In pochi hanno però ignorato le possibilità economiche che offre questo paese.
Non è un mistero che, a dispetto delle condanne ufficiali, fra i maggiori investitori in Birmania ci siano Francia, USA e Gran Bretagna.
Adesso c’è anche la Cina, che insieme alla Russia è riuscita a paralizzare il Consiglio di sicurezza. Per loro non si tratta solamente della tutela dei propri interessi economici, ma anche e soprattutto del sancire che si tratta di "questioni interne al paese".
Ottimo principio da salvaguardare, per chi non vuole che la comunità internazionale possa avere legittimazione nell'andare a occuparsi di loro questioni interne, il Tibet e la Cecenia tanto per intenderci. Nel 2004 fu Parigi a impedire sanzioni europee alla Birmania; stavolta invece il Presidente francese Sarkozy si è tempestivamente affrettato a chiedere alla Total, il colosso petrolifero francese, di rinunciare agli investimenti che fa in quel paese.
La Total ha indirettamente risposto al suo Presidente, attraverso un suo rappresentante intervistato da un portale economico, che una loro ritirata lascerebbe spazio alla concorrenza e che non investono in Birmania da almeno dieci anni. Quello che il portavoce si è dimenticato di dire è che il colosso francese, come la americana Unocal, non investe più perché gli impianti sono finiti qualche anno fa e allo stato attuale si tratta solo di estrarre e trasportare risorse.
Ma gli affari con la Giunta birmana, francesi, americani, cinesi e indiani ne fanno eccome: solo Total estrae 17 milioni di metri cubi di gas al giorno e l'export delle risorse energetiche è la principale fonte di valuta estera per il paese asiatico.

P.S.
Su www.amnesty.it c'è un appello da firmare in favore di coloro che in questi giorni sono stati arrestati e che corrono seri rischi di essere sottoposti a tortura.