lunedì 31 dicembre 2007

Messaggio agli italiani a blog unificati

L'anno che si sta concludendo è stato difficile ed aspro.
Certo, alcuni di noi hanno raggiunto traguardi importanti… ma si tratta di risultati personali, che, per quanto ci riempiano di gioia e di legittimo orgoglio, non incidono sulla vita di tutti.

Il 2007 ha visto troppe promesse non mantenute, troppi rinvii, troppe prese di posizione generate dalla volontà di conservare il proprio orticello felice piuttosto che dal desiderio di agire concretamente per pacificare e rifondare l'Italia.

In democrazia vince la maggioranza, ci insegnano. Ma chi può sostenere onestamente che la maggioranza degli Italiani non voglia una vita serena per sé, per i propri cari, ma anche per gli sconosciuti? Chi può cercare di convincerci a rinunciare alla nostra umanità, alla solidarietà, alla dignità nostra, dei nostri connazionali – ovunque si trovino – come pure di tutti gli esseri che abitano questa terra?

L'anno trascorso ha visto spesso la volontà popolare travisata, non considerata o strumentalizzata per fini propri – dalla richiesta di rinnovamento di un sistema che non funziona, né in economia, né nella sanità, o nell'istruzione o nella politica, al rifiuto del nucleare nuovamente messo in discussione, al procrastinare sine die l'emissione di una legge che regolamenti la gestione dell'informazione, all'approvazione affrettata di un indulto di cui hanno beneficiato i soliti noti – cercando di farla passare per "clemenza" nei confronti dei carcerati per reati minori.

Neppure nel campo del lavoro si è verificato quel cambiamento di rotta, quella stabilizzazione che in tanti auspicavamo, in cui in tanti abbiamo creduto. Abbiamo assistito invece ad un'impressionante sequela di morti sul lavoro, la più eclatante delle quali, sia per numero di vittime che per il luogo in cui è avvenuta, ha risvegliato – forse – le coscienze sopite, con promesse di leggi ad hoc.

Abbiamo assistito ad inchieste revocate, censure appioppate, esternazioni tollerate, richieste di grazia discutibili, prese di posizione indifendibili… all'arrogarsi il diritto di cercare accordi di modifica a leggi statali da parte di chi non ne è legittimato… perfino alla messa a punto di topi che non hanno paura dei gatti… ma se invece di inventare qualcosa di cui nessuno sentiva la mancanza gli scienziati si impegnassero a realizzare il siero della verità – e fosse ammesso come prova nei procedimenti giudiziari?

Indipendentemente dalle convinzioni politiche, pensiamo sia evidente a tutti che in quest'anno che si sta concludendo ha predominato ancora una volta la logica degli interessi personali, dei particolarismi, degli egoismi – a cui ha fatto da contraltare, peraltro solo in alcuni casi, l'elargizione condiscendente di quanto in un mondo civile sarebbe meno del giusto e un continuo fare a chi urla più forte.

Non vogliamo scadere nel qualunquismo – le differenze ci sono sempre, e dovunque.
Ma vogliamo fare una richiesta a tutti, siano essi italiani, politici, amministratori, cittadini comuni, associazioni, italiani all'estero o stranieri in Italia – una richiesta che per noi è un impegno costante.
Non abbiamo bisogno di altre leggi, di stravolgimenti o di beneficenza. Abbiamo una legge che contiene tutto quello che è necessario. E non è comunista, o democristiana o liberale. E' super partes, ed è talmente bella e giusta che è costata sangue.
RISPETTIAMO E METTIAMO IN PRATICA LA COSTITUZIONE.
Questa è la proposta che noi facciamo a tutti gli italiani per il 2008.

Invitiamo tutti i bloggers che condividono la nostra proposta a postarla nei loro siti – citando cortesemente la fonte – per la massima diffusione possibile.

Hanno aderito finora:
www.arpaspada.blogspot.com
franca-bassani.blogspot.com
tanuccio-diariodibordo.blogspot.com
www.diario_di_bordo.ilcannocchiale.it
www.ricordilaura.splinder.com
cornettiecappuccino.blogspot.com
www.socialambientalismo.blogspot.com
solleviamoci.blogspot.com
italianiestero.blogspot.com
vogliadisinistra.blogspot.com

Altre adesioni: Duccio, Gianfranco, Romina, Fioredicampo, Ortensia, Raffaele, Giovanna, Unodicinque, Erica, Giulia, Grigiapioggia, Franca, GG, hneeta, Comicomix, Roberto, Solaria, Rudyguevara, Il fiume, Simona, Finazio, d'io, all-is-dream e Zefirina

BUON 2008 A TUTTI ! ! !


venerdì 28 dicembre 2007

La Bocca della Verità


E' in distribuzione in questi giorni un nuovo numero de "La Bocca della Verità", un "notiziario" con cui i Gruppi consiliari di opposizione del Comune di Agugliano danno notizie ai cittadini sull'operato dell'Amministrazione comunale.
Chi avesse tempo e voglia di leggerlo per intero, lo può trovare sul sito di un amico, Il Furioso di Agugliano

martedì 25 dicembre 2007

Non per tutti è Natale

A voi che anche oggi passate di qui faccio i miei più sinceri AUGURI.

Ma non per tutti oggi è un giorno di festa.
Per questo, come regalo, vi lascio un invito a riflettere.

WAR IS OVER

domenica 23 dicembre 2007

Consiglio comunale del 18 dicembre 2007

Questo è stato un Consiglio comunale convocato d’urgenza (perché?) con solo tre punti all’ordine del giorno.
Spettatori presenti: due più un gruppetto di scout.


Il primo punto è stata l’approvazione dei verbali della seduta del 19 novembre su cui non ci sono state contestazioni.
Il secondo punto ha trattato l’approvazione dello schema di convenzione per la gestione associata delle funzioni catastali tra gli enti costituenti il polo catastale di Ancona.
Il Comune di Agugliano con delibera consiliare n. 54 aveva già aderito al polo catastale dell’area catastale anconetana; con questo atto si disciplinano i rapporti tra i Comuni aderenti. Il punto è stato votato all’unanimità.
Il terzo ed ultimo punto ha riguardato l’addizionale comunale all’IRPEF per l’anno 2008, che in un sol colpo è passata dall’attuale 0,45% allo 0,65%, nonostante il nostro voto contrario.
Bel regalo davvero quello fatto trovare a tutti gli aguglianesi sotto l’albero di Natale!
La Giunta Lombardi
continua imperterrita la sua politica fatta a suon di aumenti tariffari.
Ricordiamo quelli fatti negli anni precedenti:

- Anno 2005 la TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani) è aumentata di oltre il 50% e sono aumentate le tariffe relative a trasporto e mensa scolastici
- Anno 2006 l’ICI (tassa sulla casa) è passata dal 4,3 al 4,8per la prima casa e dal 6‰ al 7‰ sugli altri fabbricati
- Anno 2007 sono aumentate le tariffe relative a colonie marine e centri estivi e sono diminuiti i contributi pro-capite alle famiglie per gli asili nido.

Che altro dire se “non ci resta che piangere!”

giovedì 20 dicembre 2007

Dove sta l'orco?

Aderisco più che volentieri a questa nuova iniziativa lanciata dal mondo dei bloggers.
Stavolta parliamo di pedofilia, il reato più abominevole del genere umano.





L’immagine popolare del pedofilo è quella di un uomo di una certa età, una sorta di “sporcaccione” generalmente in pensione o disoccupato che, oltre a molestare ogni qualsiasi bambino che gli capiti a tiro, può avere anche altre anomalie del comportamento sessuale, o “parafilia”, come l’esibizionismo, il voyeurismo o altro. Le statistiche più recenti indicano, invece, che l’abitudine a molestare i bambini inizia generalmente attorno ai 15-16 anni, che di solito la vittima è nota al pedofilo e quest’ultimo spesso è un parente, un amico di famiglia o un frequentatore della casa che non presenta apparenti anomalie di comportamento.
Secondo studi condotti in vari paesi occidentali, nell’85% dei casi l’abusante è un familiare, o un membro della famiglia allargata.

Alcuni dati.

In tutte le Procure d’Italia nelle giornate per l’apertura dell’anno giudiziario sono stati dati i numeri reali sui crimini commessi durante l’anno appena trascorso.
Da una analisi degli stessi, comparata con i dati forniti dal Ministero di Giustizia e dal Dipartimento Anticrimine emerge che in Italia c’è stato un aumento esponenziale di atti di violenza nei confronti delle donne e che si sono registrati ben il 30% dei casi di abuso sessuali sui bambini in più, rispetto agli anni precedenti.
Al pari di questo si è mantenuta drammaticamente bassa l’età media delle vittime di abuso, che va così dagli zero ai cinque anni.
Tra le Regioni più colpite la Lombardia, il Veneto, il Lazio e la Campania.
Altri dati agghiaccianti, se pensiamo essere riferiti a dei bambini sono quelli riferiti ai bambini scomparsi, il 20% dei quali non viene più ritrovato e si sospetta possa essere finito nei giri delle reti pedopornografiche. Lo scorso anno sono state aperte circa 3.000 pratiche legate a minori scomparsi.
Solo nel primo semestre del 2006 i siti, collettivi o individuali, pro-pedofilia hanno avuto un incremento del 300%.
“Un altro dato a dir poco agghiacciante”, ha detto Massimiliano Frassi, presidente dell'Associazione Prometeo, commentando i dati, “è quello che emerge da uno studio fatto sui pedofili: su un campione scelto di ben 443 pedofili accertati, allo stato delle cose pare che il 67% pari quindi a 299 abusanti, sia rimasto in stato di libertà con l’aggravante di continuare a rimanere nella maggior parte dei casi a contatto diretto con i bambini”.
In aumento anche i crimini legati alla pedofilia in internet, dove un sito pedopornografico se ritenuto “di buona qualità” produce un introito giornaliero di almeno 90mila euro, secondo una cifra fornita durante un recente convegno tenutosi a Cuneo presso l’ordine dei medici, dal dott. Tommaso Pastore, dirigente responsabile della Squadra Mobile di Cuneo. Il costo medio di una foto pedopornografica spazia invece tra le 30 e le 100 euro.
“Oggi i pedofili” continua Frassi “cercano fotografie sempre più raccapriccianti, chiedendo ai produttori di tale materiale un aumento delle violenze ed un abbassamento delle età delle vittime. Per questo non è più raro che si trovino anche dei neonati, tra le giovani vittime”.

Fonte: Associazione Prometeo

Altre informazioni da Psiche e Soma

sabato 15 dicembre 2007

La guerra continua...

Oggi ho ricevuto l'e-mail con cui Emergency periodicamente aggiorna i soci sull'andamento delle sue attività.

Questo il testo:
"Diranno che si trattava di feroci talebani, e che la grande operazione iniziata tre giorni fa a Musa Qala in Afganistan era inevitabile.
Diranno quanti nemici hanno ucciso e (forse) quanti civili sono rimasti coinvolti "per errore".
Oppure non diranno niente, tanto non ci sono testimoni, la'.
Degli abitanti di Musa Qala, qualcuno ha raccattato le proprie cose ed e' scappato sulle montagne.
Qualcun altro e' sceso qui in città.
I più, non avendo dove andare o di che sopravvivere, non si sono mossi.
Abdullah, sette anni, e' uno di loro.
E' arrivato oggi con suo padre nell'ospedale di Emergency a Lashkar-gah.
Passeggiava con il fratellino quando e' piovuta una bomba dal cielo.
Le schegge hanno maciullato le gambe del fratello: amputate entrambe.
Anche Abdullah ha perso una gamba.
E chi lo spiega, a lui e alla gente del suo villaggio, che e' per il loro bene?
Che vengono massacrati in nome della pace e della democrazia?"
Via le truppe italiane dall'Afghanistan!

Sosteniamo le attività di Emergency. Per sapere come fare cliccare qui.

mercoledì 12 dicembre 2007

Vicenza 15 dicembre

LETTERA APERTA
DEL COMITATO "NO DAL MOLIN"

SE NON ORA, QUANDO?






Non lo nascondiamo: siamo dei sognatori; vorremmo impedire alla più grande potenza militare mondiale di mettere casa nel nostro cortile.
E' vero, siamo anche un pò testardi; ce lo hanno detto in tutte le salse: «cari vicentini, mettetevela via, gli interessi della guerra saranno più forti dei vostri presidi».
Pazzi? Può darsi: del resto, chi avrebbe montato un Festival-campeggio di 10 giorni?
Eppure, siamo ancora qui. In questi giorni raddoppiamo il nostro Presidio Permanente; tutto intorno, un silenzio assordante, fatto di quotidiani e telegiornali che, dopo aver assediato Vicenza in concomitanza con il grande corteo del 17 febbraio, ora non hanno più nulla da dire su un movimento che ha continuato a vivere di passione e determinazione.
Un movimento che si esprime tra e con la gente di Vicenza, attraverso iniziative e manifestazioni continue: abbiamo tagliato i cavidotti funzionali alla nuova base Usa, occupato la Basilica Palladiana, piantato 150 alberi all'interno del Dal Molin; abbiamo bloccato, per tre giorni e tre notti, le bonifiche belliche - iniziate un mese fa - necessarie per iniziare la costruzione dell'installazione militare, e le donne del Presidio, sono andate a Firenze per boicottare l'ABC - azienda incaricata delle bonifiche - e proseguire la campagna dei blocchi.
Con i primi blocchi dei lavori abbiamo imparato, ancor di più, ad essere una comunità; e abbiamo sentito, da tante parti d'Italia, la solidarietà e la condivisione che tante donne e tanti uomini esprimono per la lotta vicentina.
Abbiamo chiesto, anche, che i 170 Parlamentari che si sono dichiarati contrari alla realizzazione della nuova base Usa mantengano la propria promessa: portare subito in Parlamento la moratoria sui lavori in attesa dello svolgimento della Seconda Conferenza sulle servitù militari e chiedere la desecretazione degli accordi militari bilaterali.
Questo, ad oggi, non è avvenuto: abbiamo già visto il Governo promettere di ascoltare la comunità vicentina e poi tradirla: c'è qualcuno che vuol seguire il solco tracciato da Prodi? Non portare subito in Parlamento la moratoria, infatti, significa comportarsi nello stesso modo del Presidente del Consiglio che, dopo aver promesso di voler considerare la vicenda alla luce della volontà della comunità locale, dichiarò dall'estero di non opporsi alle richieste statunitensi svendendo la nostra città.
Lo scorso 17 febbraio, insieme, abbiamo dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta che, pure, accomuna gran parte della popolazione locale: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile.
Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà.
Abbiamo convocato, a dicembre, una tre giorni europea di confronto, contaminazione, approfondimento; vogliamo allargare i nostri orizzonti, conoscere nuove comunità, condividere altre lotte.
Ma vogliamo, anche, dimostrare che la vicenda del Dal Molin è ancora aperta: per questo il 15 dicembre un grande corteo attraverserà le strade della nostra città.
Abbiamo sempre detto che "se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia": vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà.
Se non ora, quando? Vicenza chiama, ancora una volta: e noi siamo sicuri che risponderete in tanti. Perché Vicenza vive già al di fuori dei suoi confini.

Presidio Permanente
Vicenza 27 novembre 2007

Per leggere l'appello della tre giorni europea: www.nodalmolin.it

Per informazioni e adesioni: comunicazione@nodalmolin.it

lunedì 10 dicembre 2007

Break the mafia

Stavolta ricevo l'invito da Tisbe e volentieri diffondo la notizia.

Sosteniamo e divulghiamo un appuntamento da non perdere:
Break the mafia.

L'11 dicembre 2007, alle ore 21,00 presso il Teatro Carcano di Milano ci sarà un incontro pro Forleo e De Magistris.
Ospiti della serata saranno Sonia Alfano, Luigi De Magistris, Pino Masciari, Salvatore Borsellino, Aldo Pecora con la partecipazione straordinaria di Clementina Forleo.
Modereranno l'incontro Antonella Mascali e Gianni Barbacetto.

Invito tutti a dare la massima visibilità all'evento.
Noi blogger esistiamo per questo.

venerdì 7 dicembre 2007

Ho un sogno

Raccolgo volentieri l’invito di Duccio di fare un post contro il razzismo.
Oggi il tempo mi è tiranno, ma ieri su “Liberazione” ho letto un bel pezzo di Piero Sansonetti che mi è piaciuto molto per cui ne pubblico una parte.

«Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: che tutti gli uomini sono stati creati uguali...»
«Ho un sogno, che un giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli antichi schiavi e i figli degli antichi proprietari di schiavi riusciranno a sedersi insieme al tavolo della fratellanza...»
«Ho un sogno oggi! Ho un sogno, che un giorno, giù in Alabama, con i suoi razzisti immorali, con il suo governatore le cui labbra gocciolano delle parole "interposizione" e "annientamento" - un giorno proprio là in Alabama bambini neri e bambine nere possano prendersi per mano con bambini bianchi e bambine bianche come sorelle e fratelli...»
«Ho un sogno oggi! Ho un sogno, che un giorno ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle siano abbassati, i luoghi tortuosi vengano resi piani e i luoghi curvi raddrizzati. Allora la gloria del Signore sarà rivelata ed ogni carne la vedrà...».
Le avete riconosciute, vero, queste righe? Lo sapete chi le ha scritte, e le ha urlate in una piazza di Washington più di quaranta anni fa? E' stato un pastore battista americano, nero, geniale, mite e forte, incrollabile, dialogante e testardo, che i fascisti americani, razzisti e reazionari, uccisero a fucilate in una mattina di aprile del 1968. Lo sapete che si chiamava Martin Luther King jr, e che è stato il padre della non violenza moderna e uno dei leader della lotta di massa degli afro-americani. Provate a sostituire - in quel discorso da brividi - alla parola nero la parola rom, o la parola straniero, o migrante, o extracomunitario; pensate per un attimo, invece che al governatore dell'Alabama - il feroce George Wallace - a un governatore di qualche regione italiana o sindaco o roba del genere, provate a immaginare che le parole «colline», e «luoghi curvi e tortuosi», si possano sostituire con la parola «confine di stato» - o di razza, o di popolo - perché è esattamente in quel senso che il dottor King adoperava quelle metafore. E poi ditemi se il sogno di King ha ancora un senso, se riguarda anche noi, se riguarda l'Italia del 2007 e le sue istituzioni.
… è difficile non fremere di rabbia di fronte a quello che sta avvenendo in questo paese: cioè alla freddezza cinica con la quale sono stati mandati al macero i principi fondamentali della civiltà (quel sogno di King: la consapevolezza che gli esseri umani sono tutti uguali, cioè sono fatti della stessa carne e anima ed hanno gli stessi diritti) per calcoli elettorali, per piccole manovre che stanno dentro un gioco che consiste nella conquista (o nella speranza di conquista) di qualche pezzo di opinione pubblica e di elettorato conservatori e xenofobi.

Appello:
Sostieni la campagna per la chiusura dei centri di permanenza temporanea (CTP) in Europa: firma la petizione

martedì 4 dicembre 2007

E' l'ultima occasione!

Un po’ come il gioco dell’oca: dopo quattro mesi di estenuanti trattative e almeno cinque documenti, tra correzioni, revisioni e nuove stesure si torna alla casella iniziale.
Con il maxiemendamento sul quale la Camera ha votato la "fiducia", il Governo ha messo la parola fine alle mediazioni sul protocollo su pensioni e welfare.
Hanno vinto i veti di Confindustria e le minacce di Dini: non c’è più traccia delle piccole migliorie che la Commissione Lavoro della Camera aveva apportato. Prc, Pdci, Sd e Verdi hanno ingoiato il rospo e votato la fiducia, chiedendo “una verifica” a gennaio.
I socialisti di Angius, che avevano chiesto l'inserimento dell'indennità di disoccupazione per chi ha un contratto a progetto, si sono spinti più in là dicendo che “forse serve un nuovo governo”.
Due erano i punti sostanziali della mediazione: il tetto ai lavoratori cosiddetti usuranti (che possono andare in pensione con i vecchi requisiti) e la reiterazione dei contratti a termine.
Sui lavori usuranti, la commissione bilancio aveva stralciato il riferimento al decreto del 2003, previsto invece dal protocollo, che quantifica in 80 turni notturni all'anno.

I contratti a termine potranno essere prorogati o rinnovati fino a 36 mesi, comprensivi di eventuali "buchi contrattuali". Ma la successiva proroga, che il parlamento aveva limitato a 8 mesi, “dovrà essere stabilita da avvisi comuni tra sindacati e aziende”, quindi potenzialmente senza limite alcuno.
Viene cancellata, perchè giudicata “troppo onerosa”, la misura che incentivava la trasformazione dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

Ai Sindacati che hanno firmato il protocollo chiedo se questo è operare in favore dei lavoratori!
Riporto di seguito l’intervento di Franco Giordano in occasione del voto di fiducia alla Camera
Signor Presidente, voteremo a favore della fiducia solo per non far «scattare» la mannaia dello «scalone» Maroni, che impone a molte lavoratrici e a molti lavoratori un salto brusco di tre anni nell’attesa della pensione. Voteremo, dunque, per un vincolo sociale.
Altri hanno giocato sulla pelle dei lavoratori con i loro intrighi di palazzo e di potere. Noi siamo anche moralmente diversi da loro. Non votiamo per un vincolo politico: quel vincolo si è dissolto da quando il Governo ha scelto di seguire poteri esterni alla sua maggioranza, fino a creare un’imbarazzante quanto inaudita messa in mora del Parlamento.
Perché questa fiducia? Siamo stati e siamo critici in merito alla proposta di riforma dello «scalone», perché alla fine è stata accettata la filosofia della destra sull’aumento dell’età pensionabile. Siamo stati ancora più critici sul tema della precarietà. Eppure, signor Presidente, abbiamo rispettato il responso del referendum e, con responsabilità, abbiamo lavorato per migliorare quel testo su entrambi i fronti. Vi è stato un voto comune unitario di tutta la coalizione. Avete cambiato il testo in cui si tutti riconoscevano con un gesto autoritario, figlio di una cultura neocorporativa.

Lei pensa che saranno contenti quei lavoratori
che hanno votato «sì» al referendum, pensando di essere compresi, facendo tre turni, tra i lavoratori usuranti, mentre scopriranno di essere stati beffati? Chi manda a spiegarglielo in un ospedale, in una fonderia o alla Mirafiori? Ci va lei, Ministro Damiano? Ci va il senatore Dini? Pagherei il biglietto per assistere! La verità è che lì non vi sarà il pubblico di Ballarò ad applaudire.
Chi manda a spiegare alle ragazze e ai ragazzi che, durante la campagna elettorale, hanno investito con tanto entusiasmo su un’alternativa al modello di precarietà di Berlusconi, che non c’è praticamente limite ai contratti a termine e che, tra un contratto a termine, un contratto interinale e altre «diavolerie», essi possono trascorrere tutta la vita senza essere mai stati stabilizzati? Glielo spiega Bombassei? Luca Cordero di Montezemolo?
Signor Presidente, lei forse ha equivocato le nostre parole, quando abbiamo affermato che il presidente di Confindustria guadagna almeno quanto mille dei suoi dipendenti: non volevamo certo affermare che il suo voto vale più di quello di tutti i lavoratori italiani.
La malattia di questo Governo non risiede solo nella risicatezza dei numeri al Senato, ma in una perdita di autonomia verso Confindustria: lo si è visto a proposito del cuneo fiscale, dell’IRAP, dell’IRES e, oggi, della precarietà. Non siete liberi: quando la politica non è libera, è una politica morta.
Dove sono in quest’aula tutti coloro che, quando difendevamo gli interessi previdenziali dei lavoratori, ci dicevano che le priorità erano i giovani? Il Partito Democratico ha qualcosa da affermare in proposito e sul futuro dei giovani?
Non vi dice nulla quanto sta succedendo in Francia? È coerenza quella delle forze sindacali che oggi chiedono l’accettazione integrale del Protocollo e domani sono pronte a negoziare proprio su quel testo? Il modello di sviluppo che propone Confindustria porta questo Paese in un vicolo cieco: bassi salari, bassi livelli formativi, precarietà generalizzata. Inseguire loro nella contrazione del costo del lavoro e nella competitività di prezzo ci consegna una marginalità e non crea un’alternativa economica di qualità e di valorizzazione ambientale, mortificando risorse intellettuali e condannando i giovani a una precarietà esistenziale.

Presidente Prodi
, non si occupi di Rifondazione Comunista e della sua unità: su questo tema ha già avuto modo di sbagliarsi nel passato.
Si occupi del fatto che, negli ultimi cinque anni, i lavoratori dipendenti hanno perso ogni anno 1.900 euro, in media, del loro potere di acquisto. Si occupi dei sette milioni di lavoratori sotto i mille euro, la maggior parte precari. Si occupi dei centomila giovani che, ogni anno, migrano dal sud ai tanti nord del Paese, in situazioni di totale precarietà e di insicurezza nelle loro prospettive: altro che retorica sulla famiglia!
Faccia rinvenire un po’ di risorse finanziarie con il recupero del fiscal drag e, a proposito di tasse, detassi gli aumenti contrattuali, così da facilitare lo sblocco dei contratti nazionali, che proprio Confindustria si ostina a non chiudere.

Nel Paese vi è una crisi sociale
che non vedete, per inseguire le giravolte dei voltagabbana di turno. Così non si può andare avanti. Vi chiediamo formalmente tutti quanti, tutta la sinistra, per gennaio, una verifica politico-programmatica.
Il programma con cui ci siamo presentati alle elezioni non esiste più: è pura archeologia industriale.
Il 20 ottobre un milione di giovani e di lavoratori vi hanno chiesto di cambiare, con uno spirito unitario e una passione straordinaria: quel popolo e quei giovani non si meritano ciò che accade.

Da quella verifica impegnativa dipenderà
la nostra collocazione politica: non illudetevi, al primo posto di tale verifica vi è proprio il tema della lotta alla precarietà, vi sono le questioni dirimenti della pace e della guerra, il tema del disarmo, la formazione, la ricerca, l’alternativa ambientale, i diritti civili - che, in virtù di veti di settori della coalizione, sono passati nel dimenticatoio - i diritti dei migranti, quelli della democrazia e, in particolar modo, della democrazia parlamentare, che oggi subisce uno smacco bruciante.
Ella lo ha sentito: lo chiede tutta la sinistra, un terzo della sua coalizione.
Si è definitivamente chiusa una fase.Bisogna cambiare, cambiare l’agenda e le priorità del lavoro e del Governo.

È l’ultima, e neanche certa, possibilità
per ricostruire un rapporto con quella parte del Paese che non ce la fa più. Basta uscire fuori da questo palazzo o da quello qui a fianco per capire che il problema non è la tensione tra diplomazie della politica (sarebbe ben poca e misera cosa); è un problema di rapporto con una parte significativa e dolente della società, quella che non riuscite a vedere: i precari, la condizione operaia e tanta parte del lavoro dipendente.
Noi non sprecheremo più un’occasione, cercate di non sprecarla voi, perché questa è proprio l’ultima.

sabato 1 dicembre 2007

Consiglio comunale del 29 novembre 2007

Questo Consiglio comunale è stato caratterizzato dalla presenza nell’ordine del giorno di due punti “sostanziosi”, cioè due varianti che con i loro contenuti andranno ad incidere nella vita di tutto il paese.
Spettatori presenti: quattro.


Su richiesta del Sindaco l’ordine del giorno è stato modificato (perché non ci ha pensato prima dato che l’OdG lo fa lui?) e quindi come primo punto è stata trattata l’adozione di una variante parziale al P.R.G. interessante i centri abitati di Agugliano e Castel d’Emilio e la viabilità.
Su questo punto, ci sarebbero moltissime cose da dire, ma cercherò di mettere in evidenza quelle più rilevanti.
La prima cosa che salta all’occhio è che questa variante da solo risposte puntuali ad esigenze legittime, ma particolari, in alcuni casi particolarissime, adottando una filosofia molto lontana dalla nostra.
A noi hanno insegnato che uno strumento urbanistico serve a dare risposte alla collettività e a tutelare il bene comune. Ma tant’è.
Riporto parte dell’intervento che ho fatto in Consiglio all’apertura di discussione, con qualche piccolo chiarimento per chi legge.

“Prendiamo atto che la relazione illustrativa di questa variante parte dal presupposto della validità del P.R.G. vigente, sostenendo che individua, cito testualmente, “soluzioni che non si discostano da quelle a suo tempo proposte, ma le articola diversamente, integrando le possibili azioni per ricercare nuove sinergie tra pubblico privato”.
Detto questo, non possiamo esimerci dal mettere in evidenza alcuni caratteri di questa variante.
In particolare, cercando di seguire lo schema della relazione, esponiamo le nostre osservazioni:

  1. Non condividiamo la revisione dell’apparato normativo che sostituisce praticamente ovunque, tranne rarissime eccezioni, l’attuazione indiretta con quella diretta, eludendo in questo modo la possibilità del Consiglio comunale di esercitare il suo ruolo di indirizzo e controllo. Possibilità che viene tolta anche ai cittadini che in questo modo non hanno più la possibilità di presentare eventuali osservazioni.
  2. La relazione individua come criticità la situazione del settore scolastico; propone la delocalizzazione della scuola materna e asserisce che anche la scuola elementare non soddisfa gli standard minimi richiesti, ma per quest’ultima non fornisce altra indicazione che una generica collocazione nell’IP11, peraltro non certa visto che la lottizzazione è già convenzionata con un assetto diverso. A questo proposito ci corre l’obbligo di ricordare che per questa struttura la precedente Amministrazione aveva individuato una possibile soluzione che prevedeva l’ampliamento dell’edificio esistente, soluzione che è stata abbandonata dall’attuale Amministrazione per destinare i locali al nuovo centro socio-sanitario, evidentemente ritenuto più importante della scuola elementare. Ci sorprende molto che la relazione invece non dice nulla della scuola media che è l’edificio che mostra i maggiori segni di sofferenza, anche per la vetustà della sua costruzione che soddisfaceva criteri e standard sicuramente non più attuali.
  3. La relazione individua il polo di riferimento del paese nel centro storico e abbandona il tentativo fatto dal P.R.G. di creare nuove polarità significative in altri quartieri, ad esempio Montevarino, il cui destino di abbandono sembra così segnato.
  4. Il nuovo assetto previsto per l’IP11, l’ultima grande zona ad uso residenziale rimasta, contrasta con gli ambiti di tutela paesaggistica, precisamente quella del crinale e quella del punto panoramico. Ci spiace che la previsione del bosco urbano viene abbandonata per le difficoltà di gestione del verde pubblico da parte dell’Amministrazione comunale.
  5. Appaiono, invece, condivisibili, anche se non le riteniamo non facilmente attuabili, la previsione di un allargamento del Parco del Vallone e quella di una zona da destinare alla costruzione di una casa di riposo per anziani, anche se parte di quest’ultima ricade nell’ambito PAI F-12-0125 a rischio frana e pericolosità rispettivamente R2/P3 per cui si dovrà tenerne conto nell’edificazione e sistemazione dell’area.
  6. Non si condivide la scelta di una nuova lottizzazione lungo Via San Bernardino che provocherà ulteriore criticità ad una strada sottoposta ad un traffico che già adesso si mostra superiore a quello che potrebbe sopportare.
  7. Riteniamo condivisibile la scelta delle due rotatorie lungo Via De Gasperi, sia la conferma di quella all’incrocio della strada per Castel d’Emilio che quella nuova che interessa la variante di Via Quercettino.
  8. Per quando riguarda i tracciati delle nuove strade proposte, registriamo che si tratta di semplici indicazioni di cui non è stata verificata la sostenibilità né tecnica né economica. (Nota: In particolare quello su Via Montevarino interessa il Comune di Ancona e dovrà prevedere un viadotto!!!).
  9. Per quanto riguarda i parcheggi non concordiamo con la previsione del parcheggio previsto nell’IP6, cioè nella zona del Parco Belvedere, che s’inserisce, citiamo testualmente, “nell’intervento di costruzione del basamento murato del centro storico”. Siamo scettici con la sua possibile realizzazione a gradoni, almeno secondo quanto spiegato in Commissione, perché il suo raccordo con la sede stradale potrebbe avvenire solo tramite rampe di impatto consistente".
E’ seguito poi un elenco di domande puntuali sulle schede d’ambito; per avere le risposte ho dovuto chiederlo espressamente due volte e, alla fine, i tecnici progettistici hanno dato le loro spiegazioni, dicendo, in estrema sintesi, che hanno traslato su carta le scelte politiche dell’Amministrazione.
Non si può sottacere il clima che si è venuto a creare e il contrasto acceso tra un Consigliere della Margherita e il Capogruppo di maggioranza. Sono volati insulti e minacce, tanto che il Consigliere ha abbandonato l’aula non essendoci più le condizioni per portare avanti il dibattito. E’ stato seguito dal Capogruppo di maggioranza e, a ruota, da due Assessori e dal Capogruppo della Margherita probabilmente per timore di tafferugli (viste le minacce).
Il Consiglio è proseguito in un clima tesissimo.
Ad un altro Consigliere del nostro Gruppo prima è stata data la parola poi, visto che il Sindaco non ha gradito il contenuto dell’intervento, gli è stata tolta invocando il regolamento del Consiglio che viene applicato a seconda dei bisogni.
Inutile dire che il nostro voto su questa variante è stato contrario.

Il secondo punto è stata l’adozione di una variante al piano di lottizzazione dell’IP4 (Quercettino). Addirittura si tratta di una variante ad una variante.
Infatti l’area era già stata oggetto di variante; con questo atto è stata revocata la prima e ne è stata approvata una nuova (!!!). Su questo punto ci siamo astenuti perché in Commissione avevamo chiesto di verificare se il nuovo assetto della zona contrastasse con dei vincoli paesaggistici, ma non abbiamo ottenuto risposta in tempo utile.

Il terzo punto è stata la correzione ad una delibera già approvata perché nella vendita di un lotto nella zona P.I.P. artigianale era stata sbagliata l’indicazione del prezzo e il lotto era stato valutato 1.000 euro di meno (!!!).
Il quarto ed ultimo punto riguardava l’adesione ad un progetto di video sorveglianza denominato “A9.Città sicura” che prevede l’installazione di telecamere e di sensori in vari punti del Comune (per il momento sconosciuti).
Pur non essendo in linea di massima contrari a questo progetto, abbiamo rilevato l’assenza di qualsiasi indicazione, sia nel progetto sia nella convenzione, su come e da chi saranno trattati i dati registrati. Inoltre, abbiamo chiesto se su questo progetto ci fosse stata l’espressione del Garante della privacy; dalla risposta avuta sembrerebbe di no. La mancanza di queste assicurazioni ci ha fatto decidere per l’astensione.