sabato 30 aprile 2011

Consiglio comunale del 28/04/2011


Spettatori presenti: due.


Al primo punto, oltre all'approvazione dei verbali relativi alle sedute precedenti, il Sindaco ha comunicato che il giorno 6 maggio alle ore 10,00 l'On. Lupi inaugurerà l'impianto fotovoltaico a terra.
Stranamente in Agugliano si trovano a transitare spesso diversi esponenti di destra (prima Baldassarri, adesso Lupi...)
Riguardo all'approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio precedente, sul quale come è nostra abitudine ci siamo astenuti, c'è da segnalare la presentazione di un emendamento tecnico richiesto dalla Corte dei Conti che ha chiesto la modifica di alcune voci del bilancio consuntivo.
Il terzo punto ha riguardato una variazione al bilancio di previsione 2011 (approvato appena un mese fa) con l'utilizzo di ben 286.834 euro dell'avanzo di amministrazione. Anche su questo punto ci siamo astenuti.
Il quarto ed ultimo punto, cioè il piano di lottizzazione Ambito IP5 Sub B1: approvazione definitiva è stato ritirato in quanto la documentazione non era ancora completa...

mercoledì 27 aprile 2011

Vittorio Arrigoni: un vincitore

Vittorio, quasi presagendo la sua prossima fine, in un intervista disse che se fosse morto avrebbe voluto essere ricordato con le parole di Nensol Mandela:
"Un vincitore è un uomo che non smette mai di sognare. Vittorio Arrigoni: un vincitore"
Ed è così che noi lo ricorderemo.




Domenica 24 aprile a Bulciago in un palazzetto dello sport gremito fino all'inverosimile (e con tanta gente che è dovuta rimanere all'esterno) si sono svolti i funerali di Vittorio per l'ultimo saluto da parte dei suoi innumerevoli amici.

Tanta gente che è venuta da tutta Italia e non solo.
Oltre ai suoi compagni dell'ISM, erano infatti presenti i rappresentanti dell'Autorità Palestinese, rappresentanti delle comunità arabe, l'Arcivescovo Emerito di Gerusalemme, Mons. Capucci, che ha concelebrato la cerimonia.
Le sue parole resteranno come scolpite nella pietra. Non le virgoletto perchè quelle che riporto non ne sono la riscrittura letterale, ma esse hanno suonato pressapoco così:
Io sono l'Arcivescovo Emerito di Gerusalenne cioè dei palestinesi, di tutti i palestinesi. Un vescovo non è un padrone, un vescovo è un servitore, un vescovo è un pastore che protegge il suo gregge. Anche Vittorio era un pastore che proteggeva il suo gregge e per proteggerlo come Cristo è morto sulla croce. Per noi Vittorio è un martire e un santo.


Dopo la cerimonia religiosa c'è stata la parte laica e sulla colonna sonora di "Bella Ciao" il saluto degli amici e di tanti che lo hanno conosciuto ed amato.
Le ultime parole sono state quelle di sua madre Egidia:
“Gaza è stato l'ultimo approdo di Vittorio, ma la Palestina lo aveva chiamato da molto tempo. A ogni ritorno cresceva l'indignazione ma anche la consapevolezza che la sua casa era là. Quando Israele gli impedì di rientrare da terra lui ci tornò via mare e ci rimase per essere la voce dei senza voce. Non è un eroe né un martire, è un ragazzo che credeva davvero che i diritti umani sono universali e che l'ingiustizia va raccontata perché nessuno di noi, persi nel mezzo delle nostre comode vite, un giorno possa dire io non c'ero, io non sapevo. La sua è una scelta radicale e non violenta che spinge tutti noi a diventare attivisti. Noi non immaginavamo, non sapevamo in quanti di voi lo amaste in tutte le latitudini. Siete stati l'inaspettato sollievo ai nostri cuori feriti. Vi abbraccio tutti, in particolare i figli della Palestina. Restiamo umani”.
Salam Aleikum.

Il giorno dopo, celebrando il 25 Aprile a Fornovo di Taro, sul palco delle commemorazioni, mia figlia Sara seguendo l'invito del Presidente provinciale dell'ANPI di Lecco ha voluto ricordare Vittorio, un nuovo partigiano.

"In questo giorno in cui siamo riuniti a celebrare la liberazione del popolo italiano dal nazifascismo voglio ricordare la morte di un partigiano. Ieri eravamo, commossi, a Bulciago alla sua cerimonia funebre che si è svolta, come lui avrebbe voluto, sulle note di "Bella ciao", canzone che insegnava ai ragazzi palestinesi che, come noi sessant'anni fa, lottano per la liberazione del loro popolo. Il rappresentante dell'ANPI, fra le lacrime, in occasione della cerimonia, ha voluto dedicare il 25 aprile di quest'anno a Vittorio Arrigoni promettendo alla sua famiglia che il suo esempio di lotta partigiana sarebbe stato ricordato in tutte le loro sedi. Vittorio, narratore dell'inenarrabile, ha combattuto la lotta di liberazione di un popolo oppresso con la sola forza dei suoi sogni, utilizzando come scudo a protezione di contadini e pescatori il suo solo corpo. Consapevole del rischio che stava correndo rimanendo sotto le bombe dell'operazione "piombo fuso" era, infatti, disposto anche a dare la vita per il popolo palestinese. Avrebbe voluto essere ricordato con le parole di Nelson Mandela: "un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare" Vittorio Arrigoni, un vincitore. Che il suo sacrificio non sia vano, auguriamo a tutti i popoli del mondo, compreso il nostro, 10, 100, 1000 nuove Resistenze".

domenica 17 aprile 2011

Restiamo umani

Dal blog di Simone Oggionni

Vittorio Arrigoni è stato ucciso, il suo corpo è stato ritrovato questa notte in una casa abbandonata di Gaza City da un commando delle Brigate Ezzedin al-Qassam che era entrato in azione per tentare di liberarlo.

Vittorio Arrigoni era un compagno, un uomo che aveva deciso di vivere lottando, impegnandosi, rifiutando e capovolgendo l’indifferenza colpevole della parte del mondo nella quale era nato.

Aveva scelto di vivere le sofferenze del popolo palestinese e l’ingiustizia dell’occupazione israeliana. Il raccontarle e denunciare sistematicamente era la logica conseguenza di questo amore per la verità e per la giustizia. Attraverso i suoi diari abbiamo saputo in questi anni ciò che l’informazione dominante tentava di nascondere. Come nel gennaio 2009, quando raccontò giorno per giorno l’operazione «Piombo fuso», l’aggressione israeliana a Gaza che costò la vita – secondo i dati diffusi dallo stesso esercito – a 1417 palestinesi.

Chi ha ucciso Vittorio Arrigoni è un nemico del popolo palestinese. Chi lo ha ucciso non vuole la pace e soprattutto non vuole una pace giusta, fondata sul diritto di Israele ad avere un proprio Stato e sul diritto del popolo palestinese ad averne, a sua volta, uno proprio, in cui crescere senza la paura quotidiana della segregazione e della morte.

Arrigoni sapeva bene che il conflitto tra Israele e Palestina non è un conflitto simmetrico, per il semplice motivo che il popolo israeliano il suo Stato lo ha già.

E sapeva bene che la convivenza si costruisce garantendo la dignità e il riconoscimento dell’altro e dei suoi diritti, in primo luogo il diritto alla vita.

Invece Vittorio è rimasto travolto dall’esatto opposto: da una spirale di odio e di violenza, proprio come Juliano Mer Khamis, intellettuale di madre israeliana e padre palestinese, ucciso a Jenin non più tardi di dieci giorni fa.

Caro Vittorio, per dirti addio senza che le nostre parole suonino vuote o retoriche dobbiamo fare due cose. La prima è studiare, informarci, riflettere a fondo e indagare per capire la verità e conoscere i nomi di chi ti ha ucciso, di chi ha armato i tuoi assassini e dell’ideologia e degli interessi in nome dei quali lo hanno fatto.

La seconda è lottare per una pace giusta, per la libertà del popolo palestinese. Ma non come abbiamo fatto fino ad ora. Con molta più forza e molta più intransigenza, nel ricordo di uomini giusti come te.