lunedì 24 settembre 2007

Università: aboliamo il numero chiuso

Gli studenti sono scesi in piazza contro test e numero chiuso alle università.
Essi rivendicano il libero accesso “ai più alti gradi dell'istruzione”, come prevede la Costituzione, e per questo dicono no a “qualsiasi meccanismo di selezione all'accesso a tutti i corsi di laurea, ancorché basati sulle votazioni riportate nel ciclo secondario superiore o su test sbagliati e senza alcuna relazione con il corso di laurea al quale si vuole accedere”.
Il riferimento è al Decreto delegato Mussi-Fioroni, presentato alle Camere, che prevede per i test d’ingresso un meccanismo fondato su un totale di 105 punti, il 25% dei quali dipendenti dai risultati medi dello studente negli ultimi tre anni di scuole superiori più il voto di maturità.
L'esperienza dimostra però che il rendimento alle scuole superiori non ha alcuna relazione con i risultati durante gli anni universitari.
Con questo metro di valutazione alcuni dei premi Nobel, infatti, sarebbero stati scartati dall'università.
L’Unione degli Universitari chiede l'abrogazione della legge che istituisce il numero chiuso, l'aumento dei finanziamenti per didattica, ricerca e diritto allo studio e l'apertura di un tavolo di confronto tra studenti e ministero per una nuova legge che liberalizzi l'accesso a tutti i corsi di laurea.

È arrivato quindi il momento di sostenere con forza che l'università pubblica non può e non deve limitare il diritto allo studio attraverso una selezione che, invece di realizzarsi durante il percorso di studio, si verifica all'ingresso, provocando meccanismi distorti e soggetti a forme di degenerazione, come reso evidente dal recente scandalo sui test di accesso a Medicina.

Attualmente i corsi di laurea a numero prestabilito sono oltre mille, ridotti quest'anno di circa un 15% anche grazie all'intervento del governo, nonostante che le normative europee ci vincolino solo su cinque profili professionali e didattici (medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e ingegneria).

Ma anche su questi cinque corsi di laurea sarebbe possibile intervenire, raddoppiando per esempio il numero degli accessi.

Se si considera che nell'ultimo anno le immatricolazioni nei corsi di laurea in medicina sono state 7000 e a odontoiatria appena 800 si potrebbe pensare che queste restrizioni siamo il frutto della necessità di proteggere i sistemi di riproduzione di alcune corporazioni piuttosto che di programmare la quantità degli accessi in base a una seria stima dei bisogni.

Rifondazione Comunista propone di sopprimere definitivamente il numero chiuso e la logica di competizione ad esso collegata, cominciando con l'abolizione immediata della legge n. 264/99 che ha limitato fortemente il libero accesso ai saperi ledendo un principio basilare, quello dell'uguaglianza.
... Il sapere non è una merce ma un bene comune.

27 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Giustissimo, ma al contempo è neccessario mettere in condizione tutti gli studenti universitari che frequentano gli atenei di avere aule, docenti capaci, strumenti di studio adeguati per il numero di iscritti che li frequenta altrimenti tanti studenti con strutture inadeguate comportano per gli stessi gravi disagi:è essemziale per chi studia poter avere biblioteche funzionanati, spazi internet per ricerche, aule aventi una capienza adeguata al numero di studenti che frequentano quei corsi ecc...

Mimmo ha detto...

La situazione delle università italiane è drammatica.
Ne so qualcosa...visto che fino a pochi mesi fa ne ero parte integrante.
Non ci sono aule, non ci sono prof autorevoli, non c'è materiale, poca organizzazione...
metti anche che oggi TUTTI hanno la possibilità di andare all'università (più di prima) per i più svariati motivi.
Di tutti i colleghi che incrociato nella mia avventura universitaria...solo una PICCOLISSIMA percentuale erano veramente MOTIVATI!!!
il resto andava all'uni SOLO per staccarsi dalla famiglia e "fare un pò di esperienza" con l'alibi dello studio e il mantenimento di genitori fiduciosi.

Ero inorridito! perche CAVOLO vai ad occupare un posto, nel caso del numero chiuso, che invece altri SOGNANO di avere?
Bene venga, quindi, il sistema del numero chiuso....ma certamente NON come è organizzato OGGI in Italia!

il punto è che usciti dalle superiori non si ha IDEA di cosa fare! Questo il prezzo da pagare dello sfasciamento delle scuole primarie...insomma...un circolo vizioso!
Non aiutato dai CONTINUI cambiamenti di ogni ministro che, ad ogni cambio di governo, non riesce MAI a perseguire una linea guida.

Chit ha detto...

Oddio, confesso la mia ignoranza in materia di università, dovrei chiedere al nipote.
Se non ho capito male comunque c'è chi (Fioroni/Mussi) che vorrebbe il numero chiuso "in partenza" e chi, come i giovani, in questi casi si ricorda che in ITalia esiste una Costituzione e si appelli a quanto scritto in essa.
Personalmente credo che nell'università esista forse sovraffollamento, vero è che invece di prendere come parametro un test io sono un garante della meritocrazia. Piuttosto che un test mi baserei sulla media del primo anno o sul numero di esami dati insomma, su un "parametro" un po' meno empirico del risultato di un test.
Forse sbagliando anche io, boh?!..

Alzata con pugno ha detto...

In verità non tutti hanno la possibilità di accedere all'università, vuoi per basso reddito (a parte le tasse universitarie, se non vivi in una città universitaria devi probabilmente pagare l'alloggio), inoltre nemmeno usciti dall'università non si ha la minima idea di cosa fare, perchè di lavoro ce n'è davvero poco. La questione comunque non sta in chi frequenta l'università, ma il diritto all'istruzione che viene continuamente violato, sia con il numero programmato, sia con la mancanza di strumenti e docenti all'altezza.

guccia ha detto...

Parole sante, tanto più che le università (dei ricchi) mettono il numero chiuso ma accettano i 30.000 € per il superamento del test a pagamento. Che vergogna...

Anonimo ha detto...

Il diritto all'istruzione deve (dovrebbe) essere garantito per tutti. Da considerare inoltre che la selezione attraverso i quiz non dà alcuna garanzie sulle qualità "future" dello studente, anche qualora i quiz stessi non fossero superati mediante "trucco". E' giusta la proposta di Rifondazione Comunista.
Un caro saluto.
Gianna

GG ha detto...

Tutto giusto. Io trovo però che la proposta di far contare qualcosa all'istruzione media superiore non sia una cattiva idea: c'è da dire che i benefici (ad es. l'incentivazione alla curiosità e allo studio dei ragazzi che frequentano gli istituti ed i licei) si verificherebbero appunto più a favore dell'istruzione media superiore che dell'università.
Ma è già qualcosa.

Poi è vero che chi va bene al liceo non è matematicamente un mostro all'università. Ma questo problema passerebbe in secondo piano allorquando si limitassero (o abolissero) i numeri chiusi e si potenziasse - come dice anche Franca - LA SELEZIONE DURANTE I CORSI, a quel punto fondamentale ed essenziale.

Dott. Davide Longo ha detto...

Franca da un punto di vista morale sono concorde con te...ma vedi, quando vivi le cose sulla tua pelle poi cambi idea.
Io frequento Giurisprudenza a Bari...e ti posso assicurare che il caos regna sovrano...ci sono 5000 nuovi iscritti all'anno...più gli studenti degli altri anni...immagina tu!
Secondo me, in certe situazioni, il numero chiuso fa solo bene...perchè c'è il diritto a ricevere anche una buona istruzione.
Un saluto.

Franca ha detto...

@ Davide:
Rovescia la medaglia e pensa se a rimanere fuori fossi tu.
La selezione non è giusto farla in partenza, perchè tutti devono avere le stesse opportunità (che già come ha detto giustamente Alzata con pugno) non sono uguali per tutti. Ci sono mille modi per farla dopo.
Inoltre, se tutti i 5.000 iscritti sono meritevoli, lo Stato DEVE garantire strutture, laboratori e docenti qualificati per tutti.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Le università saranno pure sovraffollate, ma non credo che tutti abbiano la possibilità di andarci, soprattutto i ragazzi che abitano fuori sede. Basta vedere quanto costa una camera a Bologna o a Roma. Per cui direi libero accesso per tutti e nel più ampio senso del termine.

maurob ha detto...

Il numero chiuso ha di per se un senso quando il numero limite è ragionato e pensato.
Non quando il senso è quello di proteggere alcune caste.
Vedo che molte laure sono veramente frequentate in modo eccessivo e la stessa laurea non diventa più un titolo utile ma una cosa che rimane inutile.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che in linea di principio l'istruzione pubblica deve essere garantita a tutti, indipendentemente dalle varie differenze. Discorso diverso è chiaramente per le università private, ma non è di questo che qua si parla. Sono anche d'accordo con chi dice che potrebbe aver senso il numero chiuso al fine di garantire strutture, spazi e qualità del sapere. Ma in questo caso mi sembra che si cerchi di risolvere il problema non risolvendolo. Bisognerebbe lavorare sugli altri deficit strutturali piuttosto che sulla riduzione delle possibilità di accesso. Poi ora sono un po' fuori dal mondo e non ho seguito bene la vicenda e magari ci sono particolari che non conosco.

isline ha detto...

Io ho fatto un corso di laurea a numero chiuso in un ambito in cui il numero dei posti in laboratorio lo richiedeva...
La tristezza è che la scarsità di fondi ha quindi impedito a molti altri di entrare.
Io trovo che l'università pubblica sia una grande risorsa e che, nonostante i molti problemi, funzioni abbastanza bene.
Bisogna certo modularne la struttura in base ai cambiamenti della società, ma bisogna anche sostenerla, molto.

flo ha detto...

Come se non bastassero le tasse salasso e le elevate spese universitarie a limitare l'accesso agli atenei...

Anonimo ha detto...

sono assolutamente d'accordo. Il test può indicare il livello di preparazione del momento, non l'attitudine che si svilupperà ( o anche no) con il proseguio degli studi. Senza contare che per alcuni la competizione può risultare un blocco psicologico non da poco. L'individuo, lo studente, ha bisogno di crescere e farlo con assoluta serenità. Siano le valutazioni negli anni, gli esami, a dare un giusto parametro e a fare una giusta selezione.

ArabaFenice ha detto...

Penso di dire qualcosa che sarà impompolare ma è giusto che dica ciò semplicemente ciò che penso. credo che la qualità degli studi universitari si sia notevolemnte degradata negli ultimi anni, in particolare con la riforma e il passaggio al sistema 3+2. osservando la vita universitaria di adesso (sono stata studente universitaria, ho lavorato presso l'università e tuttora svolgo delle collaborazioni con essa) ho potuto constatare come molti esami si siano svuotati di contenuti e agli studenti sono stati elargiti una serie di sconti impensabili fino a qualche anno fa. Un grande numero di esami a scelta, panieri in cui scegliere gli esami molto vasti, riduzione dei programmi, abbattimento delle propedeuticità (anche quelle giuste e necessarie), atteggiamento più permissivo dei professori, modalità di esame semplificate, riconoscimento di crediti formativi attraverso le vie più disparate (tra un pò varranno anche i punti delle merendine!).
E' vero che molto dipende da come ogni facoltà ha recepito e gestito il passaggio ma la trasformazione della stragrande maggioranza dei corsi di laurea a corsetti poco formativi secondo me è piuttosto evidente.
Alla luce di questo i test di ingresso, oltre che una palese ingiustizia per i motivi da te esposti, mi sembrano anche in palese contraddizione con la realtà da me percepita. Apriamo le università a tutti e facciamo dei corsi di laurea seri che siano di garanzia delle competenze acquisite dai più bravi che giungono al traguardo.

Anonimo ha detto...

su questo io non sono del tutto d'accordo. il numero chiuso serve per garantire anche la qualità dell'istruzione, perchè è vero che nel migliore dei mondi possibili le università dovrebbero garantire qualità e strutture per tutti, ma obiettivamente questo non è possibile. io ho passato diversi anni in università, prima come studente e poi come ricercatore, e ti garantisco che alla mia facoltà (biologia) un test d'ingresso serio avrebbe dato un servizio migliore a quelli che si erano iscritti con motivazione, e che ammontavano a molto meno della metà del totale.
inoltre penso che l'eliminazione del numero chiuso ridurrebbe ulteriormente "l'appetibilità" dei laureati alle facoltà statali, ad ulteriore vantaggio delle università private

Anonimo ha detto...

assolutamente d'accordo. Tra l'altro è una vita che mi lamento ANCHE di questo.
Sto sempre a baccagliare.

giudaballerino ha detto...

Ciao Franca
sono perfettamente d'accordo.
Poi un altro grande problema riguardo alla formazione, e lo dico avendolo vissuto in prima persona, è questa assurda logica dei master. Per molte facoltà ormai la laurea ha un bassissimo peso nel mondo del lavoro. Per avere "la formazione richiesta" in molti lavori è necessario un master. Master che hanno costi spropositati e non sono accessibili alla maggior parte dei giovani. Hanno iniziato una speculazione schifosa sulla formazione che, come al solito, tende ad escludere i meno abbienti. Spero di non essere uscito fuori tema con questo commento, ma a mio giudizio, riguardo la formazione, questo problema ha una gravità pari a quello dell'accesso limitato all'università.

Antonio Candeliere ha detto...

Tutto ciò oggi accade anche per la scarsa mobilitazione delle nuove generazioni. basta farsi un giro nelle Università per rendersene conto. Non si riesce nemmeno a raccogliere delle firme per aumentare un appello d'esame.

Oby ha detto...

Che brutto problema. Ritengo che l'istruzione sia una cosa importante e fondamentale e dovrebbe essere alla portata di tutti, l'istruzione rappresenta il progresso di un paese, e se abbiamo problemi di istruzione mi pare chiaro che ne abbiamo anche di progresso. Infatti l'Italia non é forse piena di persone regredite rispetto ai compari europei? Internet e inglese sono solo un esempio.

ericablogger ha detto...

io ho frequentato l'università quando non c'era il numero chiuso
la selezione "naturale" e la severità dei docenti faceva sì che alla laurea si arrivava veramente in pochi
tutti hanno il diritto a frequentare e invece del numero chiuso si dovrebbero dare i giusti aiuti a chi ne ha bisogno perchè viene da lontano o non ha i mezzi ma possiede l'intelligenza
ciao un saluto erica

Finazio ha detto...

Sono d'accordo con te. Sono stato un eccelso studente delle superiori ed un mediocre universitario, oltretutto rinunciatario al secondo anno. Più che rafforzare le dinamiche per il numero chiuso andrebbero potenziate le iniziative per orientare gli studenti. Spesso ci si iscrive per ricercare la laurea prestigiosa e non quella davvero sentita.

Anonimo ha detto...

Gentili colleghi, venite a discutere con noi su Dental-News dove si parla solo di odontoiatria e problemi connessi, è vostro, fatelo crescere insieme alla vostra professionalità !

In Dental-News a DIFFERENZA di altri Forum o Newsgroup o Mailnglist, dove la censura dei moderatori può impedire la libera espressione di opinioni che contrastino con le loro idee, con gli interessi delle industrie del settore odontoiatrico, con le direttive del settore universitario e con la letteratura scientifica ( che come sappiamo bene è spesso prezzolata ) ognuno può scrive liberamente quel che vuole senza timore di vedersi bloccare l'intervento, ma lo faccia con la massima educazione !

Noi odontoiatri siamo in genere lavoratori solitari, abbiamo pochi contatti con gli altri colleghi, allora uniamoci almeno virtualmente per scambiarci liberamente opinioni, informazioni, esperienze professionali o consulenze.

Discutiamo dei nostri problemi che ogni giorno si fanno sempre più numerosi e pressanti a causa di una non ben identificabile perfida volontà che ha come solo chiaro scopo di infastidirci nella nostra libera professione. Non ci sarà nessun moderator-censore a tapparci la bocca.
Via spettiamo. Salute a tutti,
Zeno
http://groups.google.com/group/dental-news

warszawa ha detto...

almeno nella mia Polonia l istruzione è gratuita...infatti la mia seconda laurea sarà presso l accademia medica di varsavia, visto che ho deciso di trasfwrirmi li a vivere

Anonimo ha detto...

è verissimo.. fino a poco tempo fà si poteva dire che lo studio era un diritto, dove tutti liberamente potevano accedere e frequentare un corso di laurea...oggi non si sceglie più il corso di studi k piace, ma quello k scelgono loro x te!!! l'italia sta sprofondando sempre di più, come il titanic nell'oceano.. dobiiamo scendere in piazza e protestare!!!

studentefreelance ha detto...

INvece di selezionare gli studenti bisognerebbe selezionare chi ha il ruolo di insegnare loro!!E chi soprattutto è in grado di farlo, cosa che ahimè viene sottovalutata per ragioni politiche di fondo, piazzando un professore piuttosto che un'altro al presidio di una catedra!