martedì 4 dicembre 2007

E' l'ultima occasione!

Un po’ come il gioco dell’oca: dopo quattro mesi di estenuanti trattative e almeno cinque documenti, tra correzioni, revisioni e nuove stesure si torna alla casella iniziale.
Con il maxiemendamento sul quale la Camera ha votato la "fiducia", il Governo ha messo la parola fine alle mediazioni sul protocollo su pensioni e welfare.
Hanno vinto i veti di Confindustria e le minacce di Dini: non c’è più traccia delle piccole migliorie che la Commissione Lavoro della Camera aveva apportato. Prc, Pdci, Sd e Verdi hanno ingoiato il rospo e votato la fiducia, chiedendo “una verifica” a gennaio.
I socialisti di Angius, che avevano chiesto l'inserimento dell'indennità di disoccupazione per chi ha un contratto a progetto, si sono spinti più in là dicendo che “forse serve un nuovo governo”.
Due erano i punti sostanziali della mediazione: il tetto ai lavoratori cosiddetti usuranti (che possono andare in pensione con i vecchi requisiti) e la reiterazione dei contratti a termine.
Sui lavori usuranti, la commissione bilancio aveva stralciato il riferimento al decreto del 2003, previsto invece dal protocollo, che quantifica in 80 turni notturni all'anno.

I contratti a termine potranno essere prorogati o rinnovati fino a 36 mesi, comprensivi di eventuali "buchi contrattuali". Ma la successiva proroga, che il parlamento aveva limitato a 8 mesi, “dovrà essere stabilita da avvisi comuni tra sindacati e aziende”, quindi potenzialmente senza limite alcuno.
Viene cancellata, perchè giudicata “troppo onerosa”, la misura che incentivava la trasformazione dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato.

Ai Sindacati che hanno firmato il protocollo chiedo se questo è operare in favore dei lavoratori!
Riporto di seguito l’intervento di Franco Giordano in occasione del voto di fiducia alla Camera
Signor Presidente, voteremo a favore della fiducia solo per non far «scattare» la mannaia dello «scalone» Maroni, che impone a molte lavoratrici e a molti lavoratori un salto brusco di tre anni nell’attesa della pensione. Voteremo, dunque, per un vincolo sociale.
Altri hanno giocato sulla pelle dei lavoratori con i loro intrighi di palazzo e di potere. Noi siamo anche moralmente diversi da loro. Non votiamo per un vincolo politico: quel vincolo si è dissolto da quando il Governo ha scelto di seguire poteri esterni alla sua maggioranza, fino a creare un’imbarazzante quanto inaudita messa in mora del Parlamento.
Perché questa fiducia? Siamo stati e siamo critici in merito alla proposta di riforma dello «scalone», perché alla fine è stata accettata la filosofia della destra sull’aumento dell’età pensionabile. Siamo stati ancora più critici sul tema della precarietà. Eppure, signor Presidente, abbiamo rispettato il responso del referendum e, con responsabilità, abbiamo lavorato per migliorare quel testo su entrambi i fronti. Vi è stato un voto comune unitario di tutta la coalizione. Avete cambiato il testo in cui si tutti riconoscevano con un gesto autoritario, figlio di una cultura neocorporativa.

Lei pensa che saranno contenti quei lavoratori
che hanno votato «sì» al referendum, pensando di essere compresi, facendo tre turni, tra i lavoratori usuranti, mentre scopriranno di essere stati beffati? Chi manda a spiegarglielo in un ospedale, in una fonderia o alla Mirafiori? Ci va lei, Ministro Damiano? Ci va il senatore Dini? Pagherei il biglietto per assistere! La verità è che lì non vi sarà il pubblico di Ballarò ad applaudire.
Chi manda a spiegare alle ragazze e ai ragazzi che, durante la campagna elettorale, hanno investito con tanto entusiasmo su un’alternativa al modello di precarietà di Berlusconi, che non c’è praticamente limite ai contratti a termine e che, tra un contratto a termine, un contratto interinale e altre «diavolerie», essi possono trascorrere tutta la vita senza essere mai stati stabilizzati? Glielo spiega Bombassei? Luca Cordero di Montezemolo?
Signor Presidente, lei forse ha equivocato le nostre parole, quando abbiamo affermato che il presidente di Confindustria guadagna almeno quanto mille dei suoi dipendenti: non volevamo certo affermare che il suo voto vale più di quello di tutti i lavoratori italiani.
La malattia di questo Governo non risiede solo nella risicatezza dei numeri al Senato, ma in una perdita di autonomia verso Confindustria: lo si è visto a proposito del cuneo fiscale, dell’IRAP, dell’IRES e, oggi, della precarietà. Non siete liberi: quando la politica non è libera, è una politica morta.
Dove sono in quest’aula tutti coloro che, quando difendevamo gli interessi previdenziali dei lavoratori, ci dicevano che le priorità erano i giovani? Il Partito Democratico ha qualcosa da affermare in proposito e sul futuro dei giovani?
Non vi dice nulla quanto sta succedendo in Francia? È coerenza quella delle forze sindacali che oggi chiedono l’accettazione integrale del Protocollo e domani sono pronte a negoziare proprio su quel testo? Il modello di sviluppo che propone Confindustria porta questo Paese in un vicolo cieco: bassi salari, bassi livelli formativi, precarietà generalizzata. Inseguire loro nella contrazione del costo del lavoro e nella competitività di prezzo ci consegna una marginalità e non crea un’alternativa economica di qualità e di valorizzazione ambientale, mortificando risorse intellettuali e condannando i giovani a una precarietà esistenziale.

Presidente Prodi
, non si occupi di Rifondazione Comunista e della sua unità: su questo tema ha già avuto modo di sbagliarsi nel passato.
Si occupi del fatto che, negli ultimi cinque anni, i lavoratori dipendenti hanno perso ogni anno 1.900 euro, in media, del loro potere di acquisto. Si occupi dei sette milioni di lavoratori sotto i mille euro, la maggior parte precari. Si occupi dei centomila giovani che, ogni anno, migrano dal sud ai tanti nord del Paese, in situazioni di totale precarietà e di insicurezza nelle loro prospettive: altro che retorica sulla famiglia!
Faccia rinvenire un po’ di risorse finanziarie con il recupero del fiscal drag e, a proposito di tasse, detassi gli aumenti contrattuali, così da facilitare lo sblocco dei contratti nazionali, che proprio Confindustria si ostina a non chiudere.

Nel Paese vi è una crisi sociale
che non vedete, per inseguire le giravolte dei voltagabbana di turno. Così non si può andare avanti. Vi chiediamo formalmente tutti quanti, tutta la sinistra, per gennaio, una verifica politico-programmatica.
Il programma con cui ci siamo presentati alle elezioni non esiste più: è pura archeologia industriale.
Il 20 ottobre un milione di giovani e di lavoratori vi hanno chiesto di cambiare, con uno spirito unitario e una passione straordinaria: quel popolo e quei giovani non si meritano ciò che accade.

Da quella verifica impegnativa dipenderà
la nostra collocazione politica: non illudetevi, al primo posto di tale verifica vi è proprio il tema della lotta alla precarietà, vi sono le questioni dirimenti della pace e della guerra, il tema del disarmo, la formazione, la ricerca, l’alternativa ambientale, i diritti civili - che, in virtù di veti di settori della coalizione, sono passati nel dimenticatoio - i diritti dei migranti, quelli della democrazia e, in particolar modo, della democrazia parlamentare, che oggi subisce uno smacco bruciante.
Ella lo ha sentito: lo chiede tutta la sinistra, un terzo della sua coalizione.
Si è definitivamente chiusa una fase.Bisogna cambiare, cambiare l’agenda e le priorità del lavoro e del Governo.

È l’ultima, e neanche certa, possibilità
per ricostruire un rapporto con quella parte del Paese che non ce la fa più. Basta uscire fuori da questo palazzo o da quello qui a fianco per capire che il problema non è la tensione tra diplomazie della politica (sarebbe ben poca e misera cosa); è un problema di rapporto con una parte significativa e dolente della società, quella che non riuscite a vedere: i precari, la condizione operaia e tanta parte del lavoro dipendente.
Noi non sprecheremo più un’occasione, cercate di non sprecarla voi, perché questa è proprio l’ultima.

23 commenti:

Maurizio Maestri ha detto...

Il dubbio lacerante è che la coperta per il welfare sia più corta di quello che la gente percepisce. Ovvero per il politico si stanzia 100, la gente percepisce che si è stanziato 40, i benefici che influenzano la realtà corrispondono al 20. Per i sindacati posso tranquillamente asserire che il confine fra contrattazione e compromesso sta divenendo tanto labile quanto "compromettente" per la reputazione di coloro che si vantano di essere dalla parte dei lavoratori ma stringono sempre meno mani callose.
Haz!

Anonimo ha detto...

Hanno proprio giocato sulla nostra pelle!
Un saluto.

guccia ha detto...

O la penultima? Bisogna chiedere di più, non permettere di essere ricattati dall'UDEUR. Senza contare che "la cosa rosa" mi mette i brividi...

Alzata con pugno ha detto...

Io credo che su certi argomenti un governo possa cadere. So che per fare riforme, cercare di migliorare le cose, ci vuole tempo, ci vogliono accordi, bisogna tapparsi il naso, per ottenere poi pochissimo di quanto si chiede. Ma davvero questo governo vale la pena di tenerlo su? Davvero è il menopeggio che tanti di noi a sinistra hanno votato?
Le prospettive poi mi spingono a pensare che smetterò di votare, il pd nel quale non mi riconosco, la cosa rossa che non cambia nulla, i socialisti quattro gatti (e con Bobo Craxi?)...chi merita il voto? Se conteranno davvero solo i grandi partiti la mia voce elettorale non avrà indirizzo, meno ancora di adesso che non mi sento rappresentata da nessuno. E tanti, tanti, la pensano come me.

ArabaFenice ha detto...

Due erano i punti sostanziali della mediazione: il tetto ai lavoratori cosiddetti usuranti (che possono andare in pensione con i vecchi requisiti) e la reiterazione dei contratti a termine.

Su entrambi i punti penso che la mia posizione sia nota: i lavori non sono tutti uguali, è impensabile che un minatore lavori fino alla vecchiaia inoltrata. Sui contratti a termine, credo che la flessibilità sia cosa buona ma oggi il lavoro non è flessibile ma precario. I raccomandati e i fortunati hanno posti d'oro che occuperanno vita natural durante. sono pochi i posti di lavoro rimasti a cui possono ambirecoloro che hanno solo un contratto a termine.

A questo punto sono convinta che una riflessione all'interno del centro-sinistra sia necessaria. NOn si può criticare l'operato di questo governo e disocciarsene quando, di fatto, si continua a sostenerlo e fargli da stampella. Questo è particolarmente vero quando i temi di discussione sono essenziali come questi.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Andiamo maluccio...

isline ha detto...

Purtroppo è un governo che va avanti sotto ricatto...sono convinta che le vere riforme non le vedremo mai!

BC. Bruno Carioli ha detto...

Ne vale la pena ? Questa è la domanda che molti si pongono da quando il governo dell'Unione ha mosso (si fa per dire) i primi passi.
Temo sia una domanda che ci porteremo dietro per un pezzo, anzi spero, che che ce la ripeteremo per un pezzo.
Non possiamo farci troppe illusioni, l'Unione ha vinto di misura alla Camera e pareggiato al Senato. Gli umori di un senatore sono DETERMINANTI per la vita del governo, che può cadere su qualsiasi argomento. Buon senso vorrebbe che si facessero alcune riforme eque, lungimiranti, non di bottega. Ma pare sia più facile baruffare e cercare effimeri protagonismi. C'è da essere disarmati.sqkbij

Pino Amoruso ha detto...

Ciao Franca e complimenti per il tuo blog, molto interessante. Troppi ricatti; troppe diversità di vedute; troppi consensi che si perdono. Se si continua così, ho paura che tra un pò vedremo lo "psiconano" al governo...(facciamo gli scongiuri):-)

zefirina ha detto...

non mi pare si stiano ammazzando di fatica per varare questa finanziaria ho altri ricordi, lo vedo dai resoconti che arrivano, dal poco lavoro che ho, in altre legislature non potevo tirare il fiato

mi sembra proprio che
tirano a campa'

e non aggiungo oltre avete espresso meglio di me i concetti che andavano espressi

Giovanna Alborino ha detto...

di male in peggio..
ciao
gio

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Non capisco o forse capisco troppo bene.

Sono esterrefatto.

Non hanno accettato neanche la modifica a favore di coloro che svologono lavoro usuranti...

Con che faccia sperano di recuperare consensi se continuano a farsi beffe del loro Programma.

Neanche più la logica ed il buonsenso riescono ad essere parte del loro pensare.

Mamma Simona ha detto...

Lei pensa che saranno contenti quei lavoratori che hanno votato «sì» al referendum, pensando di essere compresi, facendo tre turni, tra i lavoratori usuranti, mentre scopriranno di essere stati beffati? Chi manda a spiegarglielo in un ospedale, in una fonderia o alla Mirafiori? Ci va lei, Ministro Damiano? Ci va il senatore Dini? Pagherei il biglietto per assistere! La verità è che lì non vi sarà il pubblico di Ballarò ad applaudire.

Clap, clap!!!!

Romina ha detto...

"i precari, la condizione operaia e tanta parte del lavoro dipendente"...
Non sono poche persone ma, di fronte al Potere, hanno valore pari a zero. Purtroppo non ci si poteva aspettare di più da parte di quest'esecutivo. Che amarezza!

Chit ha detto...

Vorrei tanto sperare che una verifica a gennaio risolva qualcosa ma... ho tanta paura che siamo al game-over!
E ho sempre più paura perchè 'inflazione, i prezzi, i tassi, etc., "loro", NON aspettano nessuno!

francesca01 ha detto...

ho visto per caso un tuo commento da me (di qualche tempo fa)
ben trovata e buonanotte:)

elena ha detto...

E' triste dover constatare che una riforma elettorale definita "porcata" dal suo stesso ideatore riesca a condizionare in modo così tragico l'azione di un governo - che pure non brillerebbe, a mio aviso, per "sinistrorseria". Ancora più triste lavorare ad una modifica che metta in grado il prossimo governo di agire in tranquillità, soprattutto se riflettiamo sul fatto che ne beneficeranno presumibilmente proprio i principali responsabili dell'attuale situazione di mani legate, dove basta un senatore che non si sa bene cosa ci faccia nel centro sinistra (e fosse l'unico!!!) a mettere veti e paletti e far passare i maldipancia di Confindustria e soci.
Se noi "sinistra radicale" riusciremo ad essere credibili e a riconquistare il nostro popolo, qualche possibilità c'è ancora. Altrimenti prepariamoci a 5 anni (dopo questi che non si sa quanti saranno, ma non saranno comunque una passeggiata) di sacrifici e sfascio. Del resto, sarà una novità...
Che tristezza!
Suerte a tutti.

giudaballerino ha detto...

Ciao Franca
passavo di qui e mi sono soffermato a leggere. Che tristezza questo immobilismo della politica. Se oltre alle parole, il buon vecchio Giordano, ci mettesse qualche fatto in più...
Poi riguardo a quello che dice Alzata con pugno, anch'io la sento forte quest'amarezza, ma smettere di andare a votare penso che sia un grande errore. Certo, da una parte c'è la soddisfazione etica e intellettuale di dire "non mi riconosco in nessuna di queste formazioni e quindi non mi ci sporco le mani" però... beh, però questo significherebbe dare ancor più carta bianca a quella massa media informe di elettori che si fanno rincretinire dalle operazioni di marketing di Berlusconi e Veltroni.
Io la soddisfazione etica e intellettuale la trovo invece nel "anche se non conta una mazza la mia voce io urlo lo stesso"

azz, si vede che manco da un pò sui blog, appena mi metto a scrivere parte un fiume in piena :D
A presto

maurob ha detto...

Spero che ci sia una decisione netta di rifondazione o dei comunisti italiani o chi per esso che metta realmetne un fine a questa politica non approvata.
Se d'altronde il governo prodi non sta rispettando le promesse elettorali e gli accordi fra partit è il caso di rompere e tornare al voto.
Forse era quasi meglio quando cera il Berlusca almeno sapevi che ti potevi aspettare quello e i sindacati almeno brontolavono invece di accettare tutto passivamente come fanno ogggi ...

Dott. Davide Longo ha detto...

Mamma che discorso, la situazione è drammatica.
Maledetti giochi di poteri!
Questa classe dirigente manderà l'Italia al lastrico...

Anonimo ha detto...

http://ducciop.blog.kataweb.it/

Anonimo ha detto...

C'è da sperare che uniti sotto un'unica federazione si abbia maggiore peso politico.

Antonio Candeliere ha detto...

Purtroppo non si intravedono alternative. Questo è il fatto grave.