sabato 5 gennaio 2008

E Calamandrei raccontò la Costituzione

Il presidente dell’Assemblea costituente Umberto Terracini firma il documento davanti al presidente della Repubblica Enrico de Nicola.





Dato che da pochi giorni è ricorso il 60° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, pubblico una parte del discorso che Piero Calamandrei fece in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di conferenze organizzato da un gruppo di studenti universitari di Milano nel gennaio del 1955.

Il testo è lungo, ma interessante…

…«L’art. 34 dice: “i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. E se non hanno mezzi! Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo, che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo; non impegnativo per noi che siamo al desinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’articolo primo “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza con il proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica. Una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della Società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la Società. E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinnanzi!

È stato detto giustamente che le Costituzioni sono delle polemiche, che negli articoli delle Costituzioni c’è sempre, anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una polemica. Questa polemica di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente, contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime. Se voi leggete la parte della Costituzione che si riferisce ai rapporti civili e politici, ai diritti di libertà, voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica, quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate, riaffermate solennemente, erano sistematicamente disconosciute: quindi polemica nella parte dei diritti dell’uomo e del cittadino, contro il passato. Ma c’è una parte della nostra Costituzione che è una polemica contro il presente, contro la Società presente. Perché quando l’articolo 3 vi dice “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce, con questo, che questi ostacoli oggi ci sono di fatto e che bisogna rimuoverli.

Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo, contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare, attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani.
Ma non è una Costituzione immobile, che abbia fissato, un punto fermo. È una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire, non voglio dire rivoluzionaria, perché rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente; ma è una Costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa Società, in cui può accadere che, anche quando ci sono le libertà giuridiche e politiche, siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche e dalla impossibilità, per molti cittadini, di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che, se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anch’essa contribuire al progresso della Società. Quindi polemica contro il presente in cui viviamo e impegno di fare quanto è in noi per trasformare questa situazione presente.

Però vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, indifferentismo che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica. E quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca, con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora uno di questi contadini, impaurito, domanda a un marinaio “ma siamo in pericolo?” e questo dice “secondo me, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda”. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno, dice: “Beppe, Beppe, Beppe”, … “che c’è!”… “Se continua questo mare, tra mezz’ora, il bastimento affonda” e quello dice ”che me ne importa, non è mica mio!”.

Questo è l’indifferentismo alla politica. È così bello e così comodo. La libertà c’è, si vive in regime di libertà, ci sono altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io. Il mondo è così bello. È vero! Ci sono tante belle cose da vedere, da godere oltre che ad occuparsi di politica. E la politica non è una piacevole cosa. Però, la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai. E vi auguro, di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno, che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.

La Costituzione, vedete, è l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento. È la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo. Io mi ricordo le prime elezioni, dopo la caduta del fascismo, il 6 giugno del 1946; questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto delle libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare, dopo un periodo di orrori, di caos: la guerra civile, le lotte, le guerre, gli incendi, andò a votare. Io ricordo, io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui. Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni. Disciplinata e lieta. Perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare, questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, della nostra patria, della nostra terra; disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese. Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto, questa è una delle gioie della vita, rendersi conto che ognuno di noi, nel mondo, non è solo! Che siamo in più, che siamo parte di un tutto, tutto nei limiti dell’Italia e nel mondo.

Ora vedete, io ho poco altro da dirvi, in questa Costituzione di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo nell’articolo 2: “L’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale” o quando leggo nell’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli”, “la patria italiana in mezzo alle altre patrie” ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini. O quando io leggo nell’articolo 8: “Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge” ma questo è Cavour! O quando io leggo nell’articolo 5 “La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” ma questo è Cattaneo! O quando nell’articolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate “L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, l’esercito di popolo, e questo è Garibaldi! O quando leggo all’art. 27 “Non è ammessa la pena di morte” ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani.

Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi questa non è una Carta morta. Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».

32 commenti:

zefirina ha detto...

lo so ho dei seri problemi ma alcuni articoli della costituzione mi commuovono
per davvero

GG ha detto...

Bellissimo questo articolo.... brava brava, grande Calamandrei.

Anonimo ha detto...

una bella risposta a chi sostiene che la costituzione è solo "belle parole per sognatori"

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

La Costituzione è la culla, la base del nostro Diritto e della nostra Democrazia.

Ed ogni giorno, con ogni nostro post, quando mettiamo in risalto cosa non va in questo Paese, credo che facciamo un servizio doveroso verso di Lei.

Cerchiamo di dire come siamo stanchi di vederla regolarmente vituperata e villipesa.

Anonimo ha detto...

Ma perchè mi commuovo e mi incazzo (pardon) allo stesso tempo? La domanda è ovviamente retorica.
Quella di Calamandrei fu una Letio magistralis. I grandi di allora non ci sono più, quelli di adesso sono pochi, abbiamo una bella responsabilità: noi abbiamo in prestito dai nostri figli la capacità e la possibilità di trasmettere loro la nostra storia e i nostri valori. (Non so come m'è venuta, ma bisogna che me la ricordo...)
;-)duccio

Pino Amoruso ha detto...

Condivido quanto detto da Calamandrei. Non so se oggi avrebbe detto le stesse cose sui giovani e la politica. A distanza di 60 anni, alcuni principi fondamentali rimangono, ahimé lettera morta; ad esempio “i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” non è per tutti così, purtroppo...“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;credete sia così???
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” io per poter lavorare e vedere riconosciuti i miei diritti di lavoratore ho dovuto lasciare la mia terra dopo aver studiato per vent'anni...
Buona giornata e grazie per aver scritto questo post. :-)

flo ha detto...

Un tempo gli articoli principali della nostra Costituzione si studiavano e imparavano a memoria, chissà se ancora lo fanno nelle scuole... credo di no ed è un peccato perchè bisognerebbe continuare a tramandarne la storia ed il valore.
Ciao Franca!

BC. Bruno Carioli ha detto...

Hai preso una decisione ottima pubblicando il discorso di Calamandrei. Colpisce sia la ragione che i sentimenti.

mario ha detto...

bellissimo.........
grande Calamandrei....
che bello che hai deciso di parlare della costituzione non lo fa più nessuno

riccardo gavioso ha detto...

rimane da chiedersi, partendo dall'assunto che tutte le leggi dovrebbero armonizzarsi con le direttive della legge fondamentale, come siamo potuti ritrovarci a questo punto, e come dopo sessant'anni molte parti siano ancora lettera morta.

buona domenica

Gianfranco ha detto...

Potrei cominciare a parlare per non smettere più. Certo è che parto avvantaggiato per aver seguito un corso di Diritto Costituzionale tenuto dal Prof. Gaetano Silvestri (adesso Giudice Costituzionale)... E' più che amore ciò che mi lega alla Carta Costituzionale, è dipendenza, connaturato rispetto, ispirazione di ogni gesto della mia vita accademica (oggi) e professionale (speriamo domani).

francesca ha detto...

qualcuno l'ha già deto, quindi mi ripeto Calamandrei colpisce sia il cuore che la ragione. mi ha fatto molto piacere leggere il tuo post.
buona serata

Anonimo ha detto...

Bellissima la scelta di questo post.
Un caro saluto
Irlanda

Giovanna Alborino ha detto...

brava franca che hai pubblicato un post cosi' bello..
se una parte della costituzione la rispettassero in tanti staremmo gia' un po' meglio...

buon inizio settimana

ArabaFenice ha detto...

Innanzitutto, visto che non l'ho potuto fare finora, ti faccio i miei personali auguri di buon anno e ti ringrazio per la costanza delle tue visite nonostante la mia latitanza. Spero di rimettermi al passo presto, recuperando i post che mi sono persa.
Ho letto con estremo interesse questo post. Ho sempre creduto che l'articolo citato sia estremamente impegnativo anche se solo ora me ne rendo conto appieno.
Purtroppo, non basta una buona macchina per andare lontano; serve anche il carburante e di fatto oggi non si può dire che ci sia vera democrazia proprio per quanto in questo post è stato asserito. Così come non c'è libertà perché una libertà senza limiti di alcuni sta riducendo la libertà di altri.
L'anarchia uccide la libertà ed oggi è verso l'anarchia che stiamo andando.
Condivido un po' tutti i commenti che mi precedono e in particolare sintonia con quello di Daniele.

Oby ha detto...

Un articolo che fa quasi piangere. Non soltanto per la malinconia, per la rabbia, per l'indifferenza, per il pensieri del sangue degli uomini giusti oggi buttato alle ortiche, ma anche perché oggi uomini cosí non ce ne sono piú. Proprio come hai detto tu, che l'importanza dell'aria la realizziamo solo quando ci manca. Mi domando se questo é il futuro che con ovvietá immaginavano coloro che hanno combattuto per la costituzione 60 e piú anni fa.

Finazio ha detto...

Magnifico pensiero, dolorosamente attuale. Non credo sia un caso che quando ho proposto un sondaggio sulle frasi più assurde pronunciate da Berlusconi abbia vinto quella, pronunciata nel faccia a faccia televisivo contro Prodi, con cui incolpava la sinistra di pretendere di dare ai figli degli operai le stesse possibilità dei figli dei professionisti. Non bisogna mai smettere di lottare. Grazie per averci ricordato questi principi fondamentali.

GattaNera ha detto...

Immediata la domanda, che anche altri si sono fatti leggendo questo bellissimo post, ma come abbiamo fatto a ridurci in questo stato in solo sessant'anni?
Dove sono finiti i valori espressi (e pagati con il sangue) della nostra costituzione?
E' triste... dannatamente triste...

Paola

Anonimo ha detto...

VOLEVO FARTI SAPERE CHE HO PUBBLICATO IL TUO POST SUL MIO BLOG IN SEGNO DI SOLIDARIETA'.LINKANDO LA FONTE,OVVIAMENTE!

Unknown ha detto...

mi hai ricordato i tempi della gioventù , mi hai ricordato il mio 68, quando, giovane studente, seguivo con passione ed interesse un insegnate eccezionale, il Prof. Mario Lissignoli, autore di una delle più belle antologie della letteratura italiana che io abbia mai visto. Ebbene in più di una occasione ci ha letto proprio di questo , ma anche di altri "pezzi" di Calamandrei. Lui era la dimostrazione pratica che non è mai vero in assoluto che la scuola è noiosa, ci sono solo professori che la fanno sembrare o essere noiosa, ma ve ne sono anche alti che formano il tuo pensiero e ti segnano nello spirito per la vita.

Chit ha detto...

Pian piano, pezzettino per pezzettino, ci stanno rubando anche quella... o almeno... ci provano?! :-S

Mamma Simona ha detto...

L'hanno ottenuta versando sangue e noi non abbiamo saputo rendere omaggio a chi si è sacrificato per il nostro futuro. Dobbiamo difenderla con i denti.

guccia ha detto...

Davvero emozionante. Se tutti gli italiani provassero lo stesso sentimento verso quel pezzo di carta potrebbero veramente definirsi uomini. Uomini fatti di passato (storia che è sangue e insegnamento) e di futuro (tolleranza e libertà?).

Romina ha detto...

La nostra Costituzione è ispirata a profondi e alti valori etici, questo è innegabile.
Purtroppo molti articoli sono lettera morta, come uno di quelli qui citati, e riguardante i "meritevoli anche se privi di mezzi". I meritevoli privi di mezzi non vanno da nessuna parte, in Italia. Il nostro è un Paese congelato, costituito da caste inamovibili che fanno il bello e il cattivo tempo e che continueranno a farlo.
In ogni caso penso sia giusto mettere l'accento sui temi fondamentali della Costituzione, e ricordare un discorso come questo, che oggi nessuno farebbe più.

Sergio ha detto...

E c'è chi vuole modificarla!

Maurizio Maestri ha detto...

M'immagino Calderoli fare un discorso del genere.
Poi però penso che mi posso trombare anche Carla Bruni e torno alla realtà.

Anonimo ha detto...

Dovremmo avere più rispetto e conoscenza dela costituzione. La lezione di Calamandrei è grande ed hai fatto bene a postarlo...Dobbiamo di nuovo diffondere questa cultura, Giulia

Mimmo ha detto...

andrebbe mandato il tutto ai nostri cari dipendenti...tanto per rinfrescargli la memoria.

mario ha detto...

il fatto che tu venga spesso a leggermi mi onora franca
grazie

Anonimo ha detto...

Avevo rimandato la lettura di questo post per pigrizia. Oggi l'ho letto. Bellissimo, grande Franca.

Franca ha detto...

@ Mario:
Lo faccio più che volentieri!

Eleonora Bellini ha detto...

Questo è ancora il più bel discorso sulla Costituzione che io ricordi. Lo inserisco nella nostra mostra, destinata alle biblioteche del Sistema Bibliotecario, partenza da Borgo Ticino NO, dove sono in programma alcuni incontri, il 12 aprile. Grazie per averlo inserito, dunque e buon lavoro. Ele
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