domenica 20 luglio 2008

La scuola per tutti è un lusso

Un colpo di mano - l'ennesimo - del governo Berlusconi contro la scuola pubblica e il diritto per tutti allo studio.
Una vera e propria restaurazione, di segno ad un tempo classista, censitario e (in)civile: l'obbligo scolastico che, con tante fatiche e battaglie, a partire dall'anno scolastico 2007-2008 era stato portato ai sedici anni torna ai quattordici.
Come nell'era della signora Moratti. Come vuole l'ideologia delle destre: la scuola è un lusso riservato ai figli delle classi dominanti, ai ricchi, a chi comunque se lo può permettere, per tutti gli altri è previsto un altro canale, di serie B o C, e la destinazione precoce, se va bene, a un lavoro malpagato, ricattabile, senza diritti.
Del resto, non è stato appena prevista la secca riduzione degli insegnanti, centocinquantamila in meno da qui al 2010? Quasi uno sterminio etnico passato pressoché sotto silenzio, o comunque sottovalutatissimo dalle "opposizioni visibili".
Ma vediamo di che si tratta.
Nella commissione bilancio della Camera, l'altra sera, è passato un emendamento di poche righe all'articolo 64 della Finanziaria (Decreto Legge 112).
Anche il divieto di assumere come garzoni o apprendisti ragazzini di 15 anni è stato, ovviamente, soppresso. Le conseguenze di questa restaurazione sono, e saranno, gravissime.
Intanto, si riafferma, ed anzi, si rilancia, una concezione spudoratamente classista della scuola. Mentre in quasi tutti i paesi d'Europa si va a scuola fino a diciotto anni, in Italia si torna ad un obbligo di appena otto anni: un'alfabetizzazione insufficiente a conquistare - per tutti - quell'alfabeto critico senza il quale si rischia, prima ancora di disoccupazione e precarietà, una condizione di sudditanza culturale e civile. Nella realtà, saranno sospinti in questa condizione sempre e solo gli ultimi: i più poveri, i meno provveduti, gli stranieri, i migranti, i rom. La folla di coloro che, inseguendo l'illusione di una qualifica "rapida" e di un lavoro purchessia, si rivolgono alle scuole di formazione professionale - e ne escono con un attestato con il quale diventano manodopera a buon mercato. Sfruttabile, ricattabile, poco utilizzabile nel tempo.
Insomma, dopo decenni di battaglie siamo sempre lì: il sapere non è un diritto universale, ma un privilegio che si tramanda, castalmente, di padre in figlio.

In secondo luogo, si perpetua una confusione inaccettabile tra formazione scolastica e formazione così detta professionale.
La prima deve - dovrebbe - essere a disposizione di tutti come dirittodovere di una cittadinanza matura: la sua ragion d'essere è, appunto, la crescita della persona, non l'orientamento al lavoro; così come il suo obiettivo generale è la lotta alle disuguaglianze sociali e di reddito (alla rimozione di quegli ostacoli che, come dice l'articolo 3 della nostra Costituzione, rendono inattuata e inattuabile l'eguaglianza dei diritti), non la professionalizzazione precoce.
Perciò la scuola ha da essere pubblica, unitaria, gratuita: perchè è un pezzo costitutivo, fondamentale, di ciò che chiamiamo democrazia.
La seconda, la scuola professionale, è un'altra cosa: serve, dovrebbe servire, a imparare un mestiere, non può comunque identificarsi con la formazione tout court. (Per altro, in Italia esso è affidato alle regioni e, di fatto, alle organizzazioni cattoliche: è un sistema spezzettato, caotico, diseguale, attorno al quale ruotano una marea di soldi e di interessi).
Il problema è quando finisce la prima e quando comincia la seconda.
Quand'ero
ragazzina, la divisione avveniva subito. Finite le elementari, c'era chi (tramite un esame molto selettivo) accedeva alla scuola media (quella con il latino) - ed erano tutti (e solo) i figli dei borghesi, più qualche figlio del proletariato che "se lo meritava". Gli altri, i più, se continuavano a studiare, andavano alle "commerciali" e alle "industriali" (i maschi) o alle "professionali" (le femminucce).
Poi, come è noto, venne la riforma-clou del primo centrosinistra, la scuola media unica. Una riforma che ha mutato il volto del paese, dal punto di vista della democrazia sostanziale. Allora, come oggi, l'intuizione era chiara: battere ogni ipotesi, e ogni pratica, di canalizzazione precoce, quella che separa chi è destinato ad accedere al sapere da chi, la moltitudine, buttata nell'inferno del lavoro sovrasfruttato.

Infine, con una tale controriforma, non solo si nega nella pratica ciò che si era dichiarato a parole, ma si contribuisce molto attivamente ad una pesantissima regressione culturale e di civiltà. Non c'è analista, al mondo, che non sappia, oggi, che, al ritmo attuale dell'innovazione tecnologica e scientifica, non c'è nessuna formazione "specifica" che possa reggere davvero nel tempo - un tema che, a diversi livelli, vale dall'asilo all'università. Tutte le competenze concrete, o quasi, insomma, diventano rapidamente obsolete nel giro di pochi anni.
E dunque? Dunque, un sistema dell'istruzione utile, oltre che democratico, è quello che insegna, se così si può dire, ad imparare: fornisce le basi essenziali dell'apprendimento, gli strumenti generali, i codici evolutivi - non le singole nozioni peculiari di una professionalità di basso profilo. Dunque, non sono soltanto cattivi: sono anche stupidi. Lavorano, certo senza saperlo, alla "comune rovina delle classi in lotta". Alla regressione della civiltà.


di Rina Gagliardi - Pubblicato su "Liberazione" del 19 luglio

47 commenti:

Vale ha detto...

Da osservatrice esterna mi pare che, anche rispetto a quando studiavo io, la scuola abbia fatto grossi passi indietro.....

articolo21 ha detto...

passi indietro è dire poco...

Damiano Aliprandi ha detto...

Questo è veramente un grande passo indietro, se sono fiducioso in una generazione diversa e più combattiva è perchè confido negli insegnanti.
Ma vedo che sono stati ridotti ulteriormente...
La scuola diventerà un lusso per i figli dei ricchi, ma immagino anche quali valori gli insegneranno.

Alzata con pugno ha detto...

D'altronde avevano iniziato anni fa, durante il secondo governo Berlusconi, a promettere le tre I nelle scuole, come se tutto il resto, per esempio la C, avesse meno importanza. La loro è una visione miope dell'istruzione, che mira a quello che gli sembra poter essere utile per il lavoro (d'altronde l'Italia è un'azienda) e non ad istruire, a dare cultura, quel poter comprendere da soli qciò che accade attorno, nella società, nella politica. Un popolo ignorante è molto utile, infondo. Non fa troppe domande, accetta le parole dette dall'alto come oro colato e non rivendica i propri diritti. Non sa che potrebbe avere di meglio e di più.

Giangidoe ha detto...

Articolo pienamente condivisibile.
E quanto ci sarebbe da dire pure sugli scempi fatti in questi ultimi anni nell'ambito universitario...

il Russo ha detto...

Oggi si continuava a parlare su Liberazione di tutto ciò, anche se é sfumato il pericolo dell'abbassamento dell'età il fatto che si tenda a ghettizzare chi va nei "professionali" é palese, che schifo...

Anonimo ha detto...

Al lavoro a 15 anni.
Modello nord-est.
Bell'articolo.

zefirina ha detto...

ancora non hanno capito che è fondamentale che la scuola funzioni e funzioni per tutti e che tutti abbiano le stesse opportunità, è lì che si formano gli adulti di domani, dico sempre ai miei figli che loro sono fortunati perchè ho potuto scegliere di farli studiare in scuole scelte da me, con grande dispiacere dopo l'esperienze rovinose di Andrea alla scuola media e al primo liceo, ora l'ho iscritto in una scuola non statale, non per giustificarmi ma lavorando tutto il giorno non riesco a seguirlo bene, e mi serve una scuola per cui lui non sia un alunno ma sia Andrea

Anonimo ha detto...

Siamo in guerra cara Franca, una guerra culturale e politica fatta a colpi di emendamenti e decreti di governo, le vittime sono le pari opportunità, lo stato sociale, la sanità pubblica, la giustizia, i risparmi, salari e pensioni, il divario tra chi ha e chi non ha.
MA QUAND'E' CHE QUALCUNO SPIEGA BENE AGLI ITALIANI LA DIFFERENZA TRA DESTRA E SINISTRA? Io non voglio aspettare la catastrofe, ma il PD sembra voler alzare gli argini tutto da solo. A quando anche un bel partitone riunificatore a sinistra?

elena ha detto...

Non sono d'accordo sulle conclusioni: chi fa passare certe leggi non è stupido, anzi.
A questo sistema è funzionale un popolo ignorante ed abbrutito, non chi usa la sua testa!
"ferisce più la lingua che la spada" loro l'hanno capito benissimo e lo mettono in pratica.
Siamo noi che dobbiamo opporci, non solo con la testimonianza ma soprattutto con l'esempio.
La scuola è una cosa da ricchi? Benissimo, ricostruiamo le scuole di quartiere! Certo è più facile dirlo che non farlo, ma anche lamentarsi e basta produce poco, non credete?
Suerte.

Alessandro Tauro ha detto...

Sulla questione "giustizia" fortunatamente per questo paese ci sono ancora diverse voci che fanno sentire la propria avversione a quanto il governo berlusconiano stia producendo.
Purtroppo non accade lo stesso con le questioni economiche e sociali. E' proprio vero: stanno facendo passare tutto sotto silenzio. Senza una voce "istituzionale" di opposizione.
Basta leggere il DPEF: licenziamenti per centinaia di migliaia di dipendenti della pubblica istruzione, ripristino complessivo della Legge 30, tagli ad enti locali e sanità, ripristino dei Ticket, PRIVATIZZAZIONE dei servizi pubblici locali (anche l'acqua??), e via dicendo.
E qui non c'è Veltroni o Di Pietro che tengano. La mancanza di una terza forza di opposizione, quella di sinistra, comincia a farsi sentire sul serio...!

Tisbe ha detto...

Ma cosa sta succedendo? Dobbiamo preoccuparci?

valentina orsucci ha detto...

ciao, io commento poco ma ti leggo sempre, come potrei farne a meno?

su questo post, ancora una volta, che dire: non lo sapevo. E ancora una volta, che dire, che peccato.

Crocco1830 ha detto...

Ottimo articolo, come sempre quelli di Rina Gagliardi.
Il governo ora ha fatto confermato l'obbligo fino a 16 anni, ma appare più di facciata che altro, con la formazione professionale che scanza quella culturale e civica.

Anonimo ha detto...

Non voglio sicuramente sminuire il problema. Anzi, troverei la cosa gravissima se non si stesse parlando di "scuola italiana". La scuola italiana - ed io ho girato almeno quattro istituti diversi in diverse regioni - serve a nulla. La cultura che ne deriva è minima quando nulla e il taglio degli insegnanti - se tagliassero la marmaglia che va' in classe solo per scaldare la cattedra - non sarebbe poi così grave.
Quello che dovremmo cambiare sono i programmi e la preparazione degli insegnanti e anche il metodo di insegnamento.
Ora come ora, che un ragazzo vada a scuola fino a 18 o fino 15 conta pochissimo.
La maggior parte dei personaggi che conosco è diplomata con ottimi voti e non sa scrivere nemmeno in italiano corretto. I laureati, poi, sembra che abbiano venduto i neuroni alla scienza.
Con questo, sono d'accordo con te quando dici che il diritto allo studio non è per tutti e ci sono passata, in quanto ho dovuto pagare un sacco di soldi per finire la scuola senza per altro avere nessuna facilitazione statale...

Romina ha detto...

Si tratta di un tema a me molto caro e, pur mancandomi il tempo di commentarlo come vorrei, dico che condivido in pieno l'articolo di "Liberazione". Ottime le riflessioni sul valore e sul senso dello studio, che non deve essere confuso con l'apprendere rapidamente un mestiere per ridursi a nuovi schiavi moderni, sfruttabili e ricattabili.

Spero davvero che la sinistra continui ad occuparsi con forza di questi temi, che sono fondamentali.

Saretta ha detto...

del resto, mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore, e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale e, contessa.

Franca ha detto...

@ Duccio:

Sei sicuro che il PD stia alzando argini nei confronti di qualcosa fatta dal Governo?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Tagli alla scuola pubblica.... beh ovvio, meno cultura più facilità di inculcare la propria ideologia e gabbare il popolino.

E' sempre stato così in certi regimi...

maurob ha detto...

la politica è chiara ... si mette in condizioni la scuola pubblica di fare schifo e poi si inizia a dare fodi a quella privata in modo che le persone che possono manderanno i figli alle scuole private per cui sempre di più la scuola pubblica fara schifo ...
d'altronde ha detto che risolverà la situazione della scuola pubblica ...
bhe la elimina così risolve il problema...

Anonimo ha detto...

Un bell'articolo, quello della Gagliardi. Insegnare ad imparare

isline ha detto...

"un sistema dell'istruzione utile, oltre che democratico, è quello che insegna, se così si può dire, ad imparare" questa frase è bellissima e riassume il significato della scuola che molti sembrano aver dimenticato.

Matteo ha detto...

Più si va avanti, più si torna indietro... che schifo...

ArabaFenice ha detto...

questo articolo è molto interessante e si presta a considerazioni su vari livelli. un po' difficile esporle in modo organico.
Credo che riportando a 14 anni la scuola dell'obbligo si sia fatto un passo indietro, perciò non sono d'accordo con il provvedimento del Governo. Detto questo però non posso non rilevare che i problemi della scuola e dell'istruzione sono altri. credo di poter affermare che molti di noi hanno fatto le scuole dell'obbligo fino a 14 anni e poi hanno continuato a studiare in scuole pubbliche fino ad ottenere il diploma (alcuni) e la laurea (altri). io sono riuscita a laurearmi nonostante le scarse possibilità economiche della mia famiglia e ritengo di aver avuto, nel liceo statale che frequentavo, un'ottima formazione di base.
pertanto, sebbene sia favorevole alla scuola dell'obbligo fino a 16 anni, non credo che sia quello il fattore che determina più degli altri la qualità dell'istruzione che negli ultimi anni è stata in libera caduta.
Ritengo molto più pericolosi i finanziamenti alle scuole private a discapito della scuola pubblica perciò non approvo i tagli al personale ma non posso neppure dimenticare come anche la politica del precedente governo, con Fioroni, sia andata nella direzione del favorire il privato a discapito del pubblico. E tu stessa l'hai giustamente rilevato e criticato.
Ancora di più ritengo che sia nocivo un certo buonismo che regna nella scuola che ha portato a un vero e proprio clima di impunità, garantito da una scomparsa dei vecchi sistemi di premiazione del merito e di punizione del demerito. Chi gestisce la scuola, forse intimorito da genitori che si infervorano troppo facilmente per eventuali rimproveri e punizioni inflitte ai loro figli, ha abdicato al proprio ruolo educativo. Note, sospensioni, bocciature e la riparazione a settembre sono strumenti che non dovrebbero essere usati con disinvoltura, ma neppure relegate a casi molto eccezionali.
Più severità e disciplina sono indispensabili per risollevare la scuola dal fango in cui si trova.

guccia ha detto...

Fondamentale.
Dobbiamo capire che questa è la prima lotta. Dalla cultura parte tutto il resto.
Rabbrividisco quando sento un Barilla che dichiara candidamente sul Sole 24ore che la scuola è il luogo della preparazione all'umiltà professionale. Se questa è la mentalità della nostra classe dirigente siamo un paese sconfitto umanamente prima di tutto, ma anche economicamente.

Mary ha detto...

Cara Franca, il tema della scuola mi sta a cuore.
La cultura è fondamentale per uscire dalla sudditanza e far valere i principi democratici.
Purtroppo questo disegno "criminale" della destra è iniziato platealmente con la riforma Moratti e, sotto sotto, rimarca il programma piduista.
I più lo sappiamo, l'abbiamo capito già da tempo. Il problema è farlo sapere al popolo,alle masse ridotte all’ammasso e prese in giro, che non si rendono conto.
La disinformazione orientata è il grande problema che ci pervade in questo nostro tempo, nel frattempo si rendono sempre di più le masse "ignoranti" e ricattabili.
Non crede che la sinistra , tutta, dovrebbe darsi una mossa e cercare di essere più incisiva nel campo dell'informazione?
Lei che ha a che fare più da vicino con i leader si faccia portavoce di tale istanza.
Anche un dialogo con il Pd è importante,Veltroni deve dialogare di più a sinistra che a destra, qualcuno deve prima o poi, farglielo capire.
La politica è fare il bene del popolo, non quello dei partiti o delle correnti.
Con Stima.

Franca ha detto...

@ Miriam:

Non crede che la sinistra , tutta, dovrebbe darsi una mossa e cercare di essere più incisiva nel campo dell'informazione?

Sicuramente si. La prima legge che avremmo dovuto fare era quella sul conflitto d'interesse per togliere a Berlusconi il vero potere che detiene saldamente in mamo: l'informazione, appunto!
La scarsa qualità dei nostri mezzi informazione, troppo legati al potere politico, è a mio avviso il più grande male del nostro paese.

P.S.
Per favore, dammi del tu: mi fai sentire più vecchia di quello che sono!

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Franca è incredibile come si può tornare indietro!!!! dovrebbero invece aiutare le famiglie con contributi affinchè si possa invogliare allo studio, all'università!!!!

maurob ha detto...

Giusta ... se togli la cultura togli anche il pesiero e se togli il pensiero le persone diventono molto più programmabili ...

Anonimo ha detto...

Questo paese sembra un gambero insabbiato.

Elia Pirone ha detto...

Non molto tempo fa sono andato a dare una sbirciata sul sito di Rifondazione, così per vedere un po' che acque tiravano dagli avversari. Ho visto un articolo che mi ha lasciato orripilato: si intitolava "no a una scuola meritocratica". Ma come sono messi quelli di Rifondazione? Sono scandalizzato! Propongono una scuola basata su un'ideologia sessantottina (quando va bene...) se non direttamente marxista e ottocentesca. E' una vergogna soltanto pensare di abolire la meritocrazia, nella vita come a scuola. Non mi meraviglio che Rifondazione e tutte le sue "consorelle" siano state sbattute fuori dal Parlamento. Ormai non sono altro che anacronistici buffoni. Saluti.

P.S. sono sempre pronto a confrontarmi con lei e con tutti su qualsiasi argomento, dunque, faccia la cortesia di non cancellare questo commento, se mai ne avesse avuto la tentazione.

Franca ha detto...

@ Elia pirone:

Se vuoi che ti risponda sul presunto articolo che hai citato devi darmi riferimenti più precisi senza fermarsi ad un titolo generico estrapolato dal contesto.
Troppo facile!
In generale ti rispondo che la meritocrazia si dovrebbe applicare a parità di condizioni di partenza, dando a tutti le stesse opportunità.
Per quanto riguarda il discorso della cancellazione dei commenti ti do lo stesso consiglio che ho dato a Pike (lo conosci per caso?):
segui le regole e non insultare.
Già hai iniziato molto male dando del buffone a chi appartiene a Rifondazione. Io potrai darlo a te e a chi la pensa come te e saremmo pari, ma non è questo il confronto al quale io sono abituata.
Non mi è piaciuta neanche la tua conclusione in cui ipotizzi che io cancello i commenti sgraditi (sempre opera di Pike?): non è una buona base di partenza per il confronto.
In ogni caso, per essere chiari, questa è casa mia e gli ospiti devono seguire le mie regole.
Se se disposto, sei il benvenuto altrimenti non sei obbligato a frequentare questo spazio...

Elia Pirone ha detto...

Non so chi sia Pike. Rispetterò il suo regolamento ma non lo farò se questo dovesse impedirmi di dire quello che penso. Per quanto riguarda il riferimento preciso, posterò il link a breve.

Anonimo ha detto...

Certo, soltanto i "loro" figli hanno diritto all'istruzione... non sia mai che vengano "sorpassati" dai nostri!

DS ha detto...

che dire, tutto vero. ma del resto lo stato pubblico ha smesso di esistere da un bel pezzo. Ora si tratta solo di renderlo visibile anche formalmente.
tommi

Franca ha detto...

@ Elia Pirone:

Prendo atto delle tue dichiarazioni avvertendoti nuovamente che se non ti atterrai alle regole, dato che sei in casa mia (repetita juvant), io mi riterrò libera di cancellare i tuoi commenti se lo ritenessi opportuno...

guccia ha detto...

Andrebbe cancellato anche solo per l'avatar e non per il cristanesimo celtico.

Crocco1830 ha detto...

Se ai blocchi di partenza non siamo sulla stessa linea, difficilmente si potrà parlare di meritocrazia. Al contrario, troppo spesso la fruibilità dei diritti, anche i più elementari, sono appannaggio di coloro che in un determinato contesto ed in uno specifico periodo detengono un potere (sia esso politico, economico o sociale). Purtroppo avviene anche nelle scuole e sempre più avverrà per le situazioni di scuole aziendalizzate.
Si può parlare quindi di meritocrazia? Credo di no. Penso sarebbe il caso, di abbattere la plutocrazia, prima di parlare di meritocrazia.

Anonimo ha detto...

Sembrano stupidi,può sembrare che si diano la zappa sui piedi,ma non è così.Vogliono lasciare la gente nell'ignoranza,come ha sempre fatto la chiesa cattolica.L'Italia regredisce,i cervelli scappano? Non fa niente.Ci sarà più mano d'opera a buon mercato,per i padroni.

Cristiana

Anonimo ha detto...

E' davvero il segno che si vuole dare al paese: meno si è istruii più si può manipolare la gente... La scuola sta facendo grossi passi indietro, alcuni visibili, altri meno ma altrettanto rilevanti. Grazie per essermi venuta a trovare. Ti trovo sempre combattiva: fossero tutti come te... Un abbraccio, Giulia

Giova ha detto...

Già la scuola non è in buono stato... così poi ritorna ai livelli di prima della guerra.
Per non parlare dell'università: l'art 16 del DL 112/08 (DL citato nell'articolo postato) concede la possibilità alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato, ovvero si può privatizzare l'università pubblica, con conseguente innalzamento delle tasse universitarie (che sono già alte ora) e quindi con un'ancor più elitaria possibilità di concludere il proprio percorso di studi.

E' uno schifo! 'Sto governo è uno schifo!

Oby ha detto...

l'istruzione é cosí importante..eppure vederla cosí abbandonata fa cadere le braccia,i miei coetanei di altre nazionalitá sono consapevoli della loro storia, mentre per moltissime cose io mi sono dovuto istruire da solo, anche alcune cose fondamentali della storia del nostro paese oggi mi trovo ridicolamente a cercarle su wikipedia..penso che come me ce ne siano tanti altri, che peró non si interessano del tutto a recuperare quello che non gli é stato insegnato a dovere.
Come conseguenza dell'instruzione mancata gli italiani ora si trovano anche l'informazione manipolata...siamo un popolo di eterni ignoranti.

Chit ha detto...

Il giorno che i nostri politici (ma esistono ancora persone degne d'esser definite tali??) capiranno che solo istruzione & ricerca possono garantirci un futuro migliore sarà sempre e comunque tardi!

Per il resto articolo ineccepibile e pienamente condiviso.

Pipoca ha detto...

Le parole che più mi spaventano: privatizzazione e meritocrazia.
Del resto la tendenza è: ti sputtano la scuola pubblica, così mi giustifico con la privatizzazione.

Ed io credo sia terribile, sia l'uno che l'altro.

Ma in questi mondi di perfezione estetica pare normale dire che uno che è più intelligente si meriti di più di quello un po' più scemo.

Ma la gente se ne accorge mica -che sian già stati setacciati dalla meritocrazia?

Anonimo ha detto...

Ho fatto trascorrere molti giorni prima di intervenire, aspettavo il link di quel tale Elia Pirone il fascista. Attesa invana.
Come definire uno che posta una presunta notizia prelevata dal sito di Rifondazione, promette il link e poi sparisce?
Semplicemente un bugiardo.
Ciao!

Pipoca ha detto...

Ciao
Francamente, mi chiedo,
visto che ci son così tante persone che credono ancora nell'importanza della scuola, possiamo far qualcosa?

Sono a rischio le scuole ubicate nei paesi con meno di 5 mila abitanti.

Luca Viscje Brasil ha detto...

Cavolo, non sapevo di queste novità.
Si torna indietro alla grande proprio!
Questa classe politica sta distruggendo i punti più delicati del paese: giustizia e istruzione.

Come sempre pagheranno sulla loro pelle i più poveri e i ragazzi con maggiori difficoltà, aumentando, anzichè colmare il loro gap istruttivo.
Sono 13 anni che ho terminato la scuola (ore ne ho 32), ma già allora consideravo uno scandalo le scuole private dove alcuni somari facevano 2 anni in uno pagando somme stratosferiche e conseguendo un "diploma farsa". Ma se non sei in grado di fare un anno in uno, come puoi essere capace di farne addirittura due in uno???
Ma questa cosa è sempre sembrata a tutti normale. Incredibile come lo stato abbia in pratica legalizzato l'acquisto dei diplomi.
Poi è arrivato il famoso CEPU e compagnia bella.... Dio mio che tristezza!
E gli insegnanti? A mio avviso sempre più in difficoltà. Sempre meno motivati.
Ma come si può arrivare a queste condizioni?
Un saluto.
Luca
http://lucaviscjebrasil.blogspot.com/