In diversi blog amici, è stato diffuso un comunicato stampa seguito alla condanna di un blog la cui colpa, almeno ufficialmente, sarebbe quella di non essersi iscritto presso la cancelleria del tribunale di appartenenza, come avrebbe dovuto fare se fosse stato un periodico.
Il sospetto è che dietro la sentenza si nasconda il tentativo di impedire l'informazione sul web, che è molto difficile controllare altrimenti.
L'amico Finazio nel suo blog ricorda "che nella classifica mondiale della libertà di stampa l'Italia sguazza intorno al 42esimo posto, dopo paesi che consideriamo razzisticamente inferiori come il Mali, la Namibia o il Benin"...
Nel mio piccolo anch'io ho sulle spalle una denuncia per stampa clandestina e per molto, molto meno. Semplicemente per la distribuzione di un volantino a cura dei gruppi consiliari di opposizione del Comune (quello che pubblico anche sul blog col titolo "La bocca della verità") che illustra ai cittadini l'attività dell'amministrazione comunale...
Comunicato stampaIl sospetto è che dietro la sentenza si nasconda il tentativo di impedire l'informazione sul web, che è molto difficile controllare altrimenti.
L'amico Finazio nel suo blog ricorda "che nella classifica mondiale della libertà di stampa l'Italia sguazza intorno al 42esimo posto, dopo paesi che consideriamo razzisticamente inferiori come il Mali, la Namibia o il Benin"...
Nel mio piccolo anch'io ho sulle spalle una denuncia per stampa clandestina e per molto, molto meno. Semplicemente per la distribuzione di un volantino a cura dei gruppi consiliari di opposizione del Comune (quello che pubblico anche sul blog col titolo "La bocca della verità") che illustra ai cittadini l'attività dell'amministrazione comunale...
Le motivazioni della condanna non appartengono ai contesti di una vera democrazia. Secondo il giudice, il blog Accadeinsicilia era addirittura un giornale quotidiano. Per l’informazione in rete potrebbe essere l’inizio del countdown.
Il testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, che per la prima volta in Italia e in Europa ha condannato per stampa clandestina il curatore di un blog, non solo legittima la preoccupazione e la protesta che si sono levati dalle rete e dal paese negli ultimi mesi, ma offre ulteriori motivi di allarme. Come attestano le carte processuali e le note informative della polizia postale di Catania, la periodicità regolare di Accadeinsicilia non è stata assolutamente provata. Non poteva esserlo del resto, trattandosi di un normale blog. Il giudice conclude nondimeno che il sito citato non era soltanto un periodico: era addirittura un giornale quotidiano, condotto in clandestinità. Un assurdo, evidentemente: ma per far quadrare il circolo di una condanna necessaria, a dispetto della discontinuità di pubblicazione che emergeva dai dati, non ci poteva essere altra soluzione.
Tale fatto giudiziario viene da un contesto difficile. Come testimoniano numerosi eventi, alcuni poteri forti della Sicilia, sottoposti a critica, stanno facendo il possibile per far tacere Carlo Ruta, reo solo di credere nel proprio lavoro di ricerca e documentazione. Basti dire che solo negli ultimi mesi sono state inflitte allo storico ben quattro condanne, a pene pecuniarie e risarcimenti ingentissimi, per complessivi 97 mila euro, presso tre tribunali della regione. La gravità della condanna di Modica, pur rappresentativa del “senso della giustizia” che vige in taluni ambiti della frontiera siciliana, va comunque ben oltre gli scenari di riferimento, recando un naturale riscontro nell’attuale situazione politica, che sempre più pone in discussione le libertà sancite dall’articolo 21 della Costituzione.
Lontana dai motivi di una vera democrazia, ma prossima alle logiche che vigono a Teheran e a Pechino, la sentenza siciliana apre di fatto un varco pericolosissimo, offrendo ai potentati italiani, sempre più timorosi della libertà sul web, un precedente per poter colpire i blogger scomodi, i siti che fanno informazione libera, documentazione, inchiesta. E´ quindi importante che la risposta a tale atto, già imponente in rete e significativa in altri ambiti, si estenda ulteriormente.
Giovanna Corradini (redattrice)
Nikos Klitsikas (storico - Grecia)
Paolo Fior (giornalista)
Nello Lo Monaco (geologo)
Vincenzo Gerace (cancelliere)
Roberto S. Rossi (giornalista)
Carlo Gubitosa (giornalista scrittore)
Carla Cau (associazionismo ragusano)
Serena Minicuci (giornalista)
Vincenzo Rossi (giornalista)
Teodoro Criscione (studente)
Antonella Serafini (giornalista)
Per contatti e informazioni: accadeinsicilia@tiscali.it - cell. 347-4862409 - www.giornalismi.info/vocilibere - Per testimonianze: carlo.ruta@tin.it
Si prega di pubblicare e diffondere il presente comunicato. Viene altresì suggerita la pubblicazione e la diffusione della sentenza, trasmessa in allegato, ritenendo sia importante farne conoscere appieno i contenuti, ai fini della discussione e delle risposte possibili. Si ringrazia vivamente.
Per firmare la petizione in favore di Carlo Ruta clicca qui
Il testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, che per la prima volta in Italia e in Europa ha condannato per stampa clandestina il curatore di un blog, non solo legittima la preoccupazione e la protesta che si sono levati dalle rete e dal paese negli ultimi mesi, ma offre ulteriori motivi di allarme. Come attestano le carte processuali e le note informative della polizia postale di Catania, la periodicità regolare di Accadeinsicilia non è stata assolutamente provata. Non poteva esserlo del resto, trattandosi di un normale blog. Il giudice conclude nondimeno che il sito citato non era soltanto un periodico: era addirittura un giornale quotidiano, condotto in clandestinità. Un assurdo, evidentemente: ma per far quadrare il circolo di una condanna necessaria, a dispetto della discontinuità di pubblicazione che emergeva dai dati, non ci poteva essere altra soluzione.
Tale fatto giudiziario viene da un contesto difficile. Come testimoniano numerosi eventi, alcuni poteri forti della Sicilia, sottoposti a critica, stanno facendo il possibile per far tacere Carlo Ruta, reo solo di credere nel proprio lavoro di ricerca e documentazione. Basti dire che solo negli ultimi mesi sono state inflitte allo storico ben quattro condanne, a pene pecuniarie e risarcimenti ingentissimi, per complessivi 97 mila euro, presso tre tribunali della regione. La gravità della condanna di Modica, pur rappresentativa del “senso della giustizia” che vige in taluni ambiti della frontiera siciliana, va comunque ben oltre gli scenari di riferimento, recando un naturale riscontro nell’attuale situazione politica, che sempre più pone in discussione le libertà sancite dall’articolo 21 della Costituzione.
Lontana dai motivi di una vera democrazia, ma prossima alle logiche che vigono a Teheran e a Pechino, la sentenza siciliana apre di fatto un varco pericolosissimo, offrendo ai potentati italiani, sempre più timorosi della libertà sul web, un precedente per poter colpire i blogger scomodi, i siti che fanno informazione libera, documentazione, inchiesta. E´ quindi importante che la risposta a tale atto, già imponente in rete e significativa in altri ambiti, si estenda ulteriormente.
Giovanna Corradini (redattrice)
Nikos Klitsikas (storico - Grecia)
Paolo Fior (giornalista)
Nello Lo Monaco (geologo)
Vincenzo Gerace (cancelliere)
Roberto S. Rossi (giornalista)
Carlo Gubitosa (giornalista scrittore)
Carla Cau (associazionismo ragusano)
Serena Minicuci (giornalista)
Vincenzo Rossi (giornalista)
Teodoro Criscione (studente)
Antonella Serafini (giornalista)
Per contatti e informazioni: accadeinsicilia@tiscali.it - cell. 347-4862409 - www.giornalismi.info/vocilibere - Per testimonianze: carlo.ruta@tin.it
Si prega di pubblicare e diffondere il presente comunicato. Viene altresì suggerita la pubblicazione e la diffusione della sentenza, trasmessa in allegato, ritenendo sia importante farne conoscere appieno i contenuti, ai fini della discussione e delle risposte possibili. Si ringrazia vivamente.
Per firmare la petizione in favore di Carlo Ruta clicca qui
28 commenti:
E non basta, ora, commentare scrivendo che siamo preoccupati.
Non sono riuscita a trovare 'La bocca della verità'.Forse e tontolaggine.
Cristiana
complimenti per il blog!
Riporterò senz'altro l'appello sul mio blog.
Nel mio piccolo anch'io ho sulle spalle una denuncia per stampa clandestina e per molto, molto meno. Semplicemente per la distribuzione di un volantino a cura dei gruppi consiliari di opposizione del Comune...
Forse io sono ingenua, e ammetto la mia ignoranza in materia di giurisprudenza, ma ero convinta che i partiti avessero il pieno diritto di diffondere volantini. Non comprendo come possa definirsi "clandestino" il volantino di un partito politico regolare, esistente su tutto il territorio nazionale.
La cosa è davvero preoccupante.
Un saluto
@ Cristiana:
Se ti interessa l'ultimo post lo trovi qui
Ci puoi leggere la prima pagina.
Se invece vuoi leggere tutto il volantino in fondo al post c'è il collegamento.
@ Romina:
Bisognerebbe chiederlo al Sindaco...
Ciao Franca, ormai non mi scandalizza più niente...che amarezza!!!
Intelligente il vostro Sindaco...
Buon fine settimana ;)
Va sempre peggio, vedo...
Se mi confermi che siamo al 42° posto come libertà di stampa, posso dirti con soddisfazione che siamo saliti di molte posizioni rispetto al 2005 (ultimo anno del quinquennio del governo Berlusconi) dove eravamo ancora più indietro.
Ma non temete censori e ducetti vari, ancora un due tre annetti di cura Silvio e vedrete che ritornere al livello di paesi ancora meno democratici di quelli che ci affiancano ora.
Fui uno dei primi a diffondere a giugno ... E' giusto sottolineare la nostra posizione in ambito di libertà di stampa ...
Avendo letto la sentenza per esteso da Marco (schiavi o liberi?) mi permetto di postare qui il mio stesso commento lasciato da lui sul dispositivo letto
In merito a questa sentenza "credo che il punto più grave ed anche attaccabile sia parlare di mezzo di informazione qualunque sia la sua periodicità (quotidiana, ok, settimanale, ok, mensile ok mma bi e trisettimanale pure lol amaro....)
Poi credo che un blog che fa opinione non possa rientrare in quell'ambito.
Anche perchè se partissimo da quel prinicipio espresso nel dispositivo, ci sarebbe un problema di fondo: come puoi considerare "giornale" un blog fatto da chi giornalista non è? Allora il passaggio ulteriore sarebbe vietare a blogger non iscritti all'albo professionale di scrivere di tematiche sociali.
Oppure sarebbe più logico sostenere che se esiste diffamazione si procede contro il blogger a prescindere dal discorso "giornale o non giornale".
E' evidente il tentativo di voler spaventare la rete.
Teniamo presente però il caso di specie ( più che i blog in quel caso si voleva colpire qualcuno che aveva colpito poteri locali e non solo, quindi lo avrebbero fermato anche se avesse pubblicato un giornalino con il ciclostile) e la raffazzonata e molto arzigogolata motivazione che cerca di distogliere dal punto portando migliaia di norme a confronto. Spesso i dispositivi più interessanti, per quanto complessi, hanno alcuni punti chiave che vengono sottolineati con forza. In questo caso l'unico punto forte è quello della scelta di campo fra due tesi giurisprudenziali ma entrambe ancora poco consolidate.
Non dimentichiamo che non esiste nulla che costringa un blogger a doversi iscrivere come una testata giornalistica.
Solo se dichiaratamente volesse formare un giornale on line (ma in tal caso non solo con editoriali ma con notizie vere riportate da giornalisti e con servizi anche televisivi eventualmente) allora dovrebbe sottostare a certe disposizioni.
E' vero che ho letto tutta la motivazione rapidamente, ma di primo acchito mi sembra di poter affermare queste poche cose con una minima certezza."
Ciao Franca
Daniele
vogliono mettere paura, credo siano tentativi censori inutili...speriamo
è allarmante ed è una notizia che ci tocca da vicino ma confido sul fatto che il popolo dei bloggers sia troppo numeroso per essere fermato:-)
Il Cina-Style è più presente di quanto si pensa, peccato che non ci sia la stessa volontà di "boicottaggio", davvero un peccato!!
Ho firmato la petizione e, a breve,la inserirò nel mio blog.
E' una vergogna quel che succede ma, fosse solo vergognoso sarebbe "nulla" il fatto è che è pericoloso, il regime ,adesso, non è solo nell'aria ma sta diventando, giorno dopo giorno, una tremenda realtà.
Franca, vorrei chiederti ubn favore, nel mio blog ho pubblicato un appello del forum insegnanti da firmare, se sei d'accordo oltre che della tua firma, sarebbe molto utile il banner nel tuo blog che è molto frequentato.
Ovviamente solo se sei d'accordo con i contenuti dell'appello.
La scuola la stanno distruggendo sotto tutti i punti di vista.
Ciao!
per ogni blog oscurato ce ne saranno sempre 100 che nasceranno per sostituirlo! la rete non si può fermare.
poi parliamo tanto di cina...
Altre buone notizie vedo...
La questione "informazione in rete" ha un valore forse propedeutico per tutte le altre.
E' la madre di tutte le battaglie. Una sonora sconfitta su questo tema rischierebbe di annientare una volta per tutte ciò che forse resta ancora oggi in Italia l'unico vero spazio libero.
Grazie Franca! :)
Nel frattempo qualcosa si muove: IdV ha presentato un'interrogazione (o quel che è) e ha chiesto la promulgazione di una legge che sancisca in modo definitivo la libertà della rete; altre organizzazioni hanno emesso comunicati di sostegno e credo che a breve ne arriveranno altri.
Ma il punto, secondo me, non è la frequenza dell'aggiornamento del blog (noi lo aggiorniamo... "oralmente" non si può dire, ma il concetto è un po' quello...!) e nemmeno il fatto di riportare articoli di altre testate. Se le riporti non è solo per fare informazione, credo: è anche per aprire un dibattito. Quindi, con questo criterio, se uno al bar cita un articolo letto (e magari ce l'ha pure sotto il naso e lo fa leggere agli astanti) e poi esprime un commento cosa deve fare, iscriversi all'albo dei giornalisti???
E' questo un evidente tentativo di mettere a tacere chiunque non sia piegato all'informazione "libera" che ci propina lo stato.
Io la vedo così... e non mi piace.
Anche perché la sentenza denota, a mio avviso, una qual certa ignoranza dei meccanismi dei blog: a me non risulta che chiunque, su qualcunque blog, possa scrivere il pezzo che gli pare senza autorizzazione del "padrone di casa" - a meno che non sia stato cooptato, ma allora è un multiblog e non un blog e basta. Quanto ai commenti, anche qui: il padrone di casa che non li censura, cancella o modifica lo fa per sua scelta e non per obbligo... o no?
suerte!
Ho firmato. Grazie
Firmato.
tu pensa che tu rendi pubbliche tutte le riunioni del tuo comune, ma ci sono tanti casi di cittadini che vengono fermati dal divulgare pubblicamente quello che viene discusso. L'informazione in Italia non é imbavagliata soltanto dall'alto purtroppo, e questo mi demoralizza assai.
Firmato
Punzy
lo sottoscrivo con piacere per un verso e con preoccupazione dall'altro.
firmato
...Nel mio piccolo anch'io ho sulle spalle...
Ciao Franca,non sei sola,nel mio caso il sindaco mi ha inviato una lettera di diffida,della quale, naturalmente ho provveduto a dare ampia pubblicità e ad informare la Prefettura...
un caro saluto
manuela(normalmente ci troviamo da Elena!):)
Io di solito non post nel blog ma il tuo blog mi ha costretto a, fantastico lavoro .. bella ...
Grazie per questo post meraviglioso. Ammirando il tempo e l'impegno che mettete nel vostro blog e dettagliate informazioni vi offrono.
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