All'indomani della sua nomina a Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna (nella foto) ci assicurava che in Italia i gay non sono discriminati.
Riporto un articolo di Maurizio Mequio pubblicato su "Liberazione" il 31 agosto 2008
Un incubo infernale: stuprato, picchiato e messo in isolamento. E' omosessuale e ha l'Aids. Quaranta anni, calabrese e una fragilità di cristallo. Orfano di tutti e due i genitori, si ritrova in una cella a Catanzaro, senza aver subito un processo, senza una condanna. Reo di aver tentato di rubare un tubo di rame in un'azienda. Ha subito dichiarato la sua omosessualità, la sua sieropositività: la prigione gli ha risposto con un muro di indifferenza e cattiveria.
A denunciare la storia al ministro Alfano è stato ieri Franco Corbelli, presidente del Movimento diritti civili: «Purtroppo in Calabria non esiste un garante, è un anno e mezzo che aspettiamo che qualcosa si muova. Ma non accade niente. Il mio numero è stato dato al ragazzo da altri detenuti. Quando è stato messo agli arresti domiciliari, dieci giorni fa, mi ha subito chiamato. Prima non ha potuto in nessun modo far sentire la sua voce. Era disperato. La sua è una vita spezzata. Una vergogna: questa persona non sarebbe nemmeno dovuta entrare in prigione. Poi l'errore più grave, quello di non tutelarlo. Di non assegnarlo a una sezione "sensibile"». Un'odissea lancinante, fatta di torture e violenze di ogni genere. «E' entrato a giugno», racconta Corbelli. «Prima era solo in stanza, poi l'ha divisa con un detenuto. Qualche presa in giro, qualche toccatina, delle minacce, fino a luglio, all'aggressione subita nell'ora d'aria. Erano sei, forse sette. Sono entrati nella cella in un momento di caos, lo hanno messo faccia al muro e da dietro hanno ripetutamente abusato di lui». Il ragazzo ha detto di avere l'Aids e è stato l'inferno. Gli altri detenuti lo hanno malmenato. «Dalle violenze subite al provvedimento che avrebbe dovuto tutelare il ragazzo sono passati tre giorni. Tre giorni con gli altri detenuti in preda a una psicosi dovuta alla paura di aver contrattola malattia. Poi l'isolamento, un mese di isolamento. Dal 7 luglio al 6 agosto. Senza acqua e con topi e scarafaggi che gli camminavano addosso. Lo hanno punito, invece di aiutarlo». In seguito lo hanno trasferito in un carcere siciliano: «Lo hanno sbattuto in un braccio con detenuti condannati per reati sessuali. Resta in questo reparto per tre giorni, finché si accorgono del caso e lo mettono nuovamente in isolamento. Questa volta per pochi giorni. Infine il ritorno nella struttura di Catanzaro, dove è rimasto fino alla concessione dei domiciliari». Il processo sarà a settembre, il giovane dice che «non ha senso la sua esistenza»: quando era rinchiuso avrebbe mostrato dei potenziali istinti suicidi, ora avrebbe realmente pensato di togliersi la vita. «Le istituzioni hanno il dovere di intervenire», riprende il responsabile del Movimento dei diritti civili. «Che lo venissero a trovare! Questa persona è stata abbandonata, ha un grande bisogno di essere tranquillizzata. Occorrerà riaffermare la sua dignità di essere umano». Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay ha definito «orribile» l'accaduto: «Purtroppo il sistema carcerario non è preparato ad avere una serie di protezioni per gli omosessuali. Le trans spesso vengono messe in appositi bracci, dove alle volte finiscono anche alcuni gay, ma occorrono maggiori tutele. Facciamo assistenza legale ai detenuti, ma ammetto che entrare nelle carceri è molto difficile. Chiediamo da anni un protocollo tra gay e istituzione carceraria, ma non abbiamo mai ottenuto risposte. Inoltre sembra non esserci alcun interesse sulla prevenzione delle malattie in questi luoghi e, nel caso dei malati di Hiv, abbiamo raccolto diverse lamentele sulla mancanza di assistenza e sui ritardi di consegna delle terapie».
Solidarietà al ragazzo da parte di Vladimir Luxuria, che commenta: «Ha subito violenze perché omosessuale e perché sieropositivo. E' stato vittima di omosessualità coatta, non ha potuto proteggersi, non ha potuto chiedere il preservativo e è stato picchiato anche per questo. Per essere stato violentato. L'omofobia continua a essere un'emergenza, ma non è stata affrontata dal governo con il pacchetto sicurezza. Noi non facciamo parte di quelli che devono essere più sicuri». L'associazione Anlaids non ha una sede in Calabria, Tullio Prestileo, coordinatore della sede siciliana spiega: «Solitamente nelle carceri c'è una buona gestione dei pazienti. In cella si tende a mettere insieme i pazienti con la stessa malattia. Se ne fanno richiesta. Dove c'è collaborazione con i reparti di malattie infettive degli ospedali, le visite hanno una cadenza settimanale. In Sicilia, lo scorso anno, abbiamo anche tenuto dei corsi di aggiornamento professionale per le guardie carcerarie. Questa storia fortunatamente è un caso isolato. Per lo meno per quanto concerne le violenze sui sieropositivi». E sulla sorte degli altri detenuti: «Sul piano teorico non dovrebbero essere sottoposti a test se non su loro specifica richiesta. E' la legge n°135 del 1990 che lo impone. Se lo faranno dovranno essere assistiti nel migliore dei modi. Credo che le psicosi collettive si gestiscano anche grazie al rispetto della privacy».
A denunciare la storia al ministro Alfano è stato ieri Franco Corbelli, presidente del Movimento diritti civili: «Purtroppo in Calabria non esiste un garante, è un anno e mezzo che aspettiamo che qualcosa si muova. Ma non accade niente. Il mio numero è stato dato al ragazzo da altri detenuti. Quando è stato messo agli arresti domiciliari, dieci giorni fa, mi ha subito chiamato. Prima non ha potuto in nessun modo far sentire la sua voce. Era disperato. La sua è una vita spezzata. Una vergogna: questa persona non sarebbe nemmeno dovuta entrare in prigione. Poi l'errore più grave, quello di non tutelarlo. Di non assegnarlo a una sezione "sensibile"». Un'odissea lancinante, fatta di torture e violenze di ogni genere. «E' entrato a giugno», racconta Corbelli. «Prima era solo in stanza, poi l'ha divisa con un detenuto. Qualche presa in giro, qualche toccatina, delle minacce, fino a luglio, all'aggressione subita nell'ora d'aria. Erano sei, forse sette. Sono entrati nella cella in un momento di caos, lo hanno messo faccia al muro e da dietro hanno ripetutamente abusato di lui». Il ragazzo ha detto di avere l'Aids e è stato l'inferno. Gli altri detenuti lo hanno malmenato. «Dalle violenze subite al provvedimento che avrebbe dovuto tutelare il ragazzo sono passati tre giorni. Tre giorni con gli altri detenuti in preda a una psicosi dovuta alla paura di aver contratto
Solidarietà al ragazzo da parte di Vladimir Luxuria, che commenta: «Ha subito violenze perché omosessuale e perché sieropositivo. E' stato vittima di omosessualità coatta, non ha potuto proteggersi, non ha potuto chiedere il preservativo e è stato picchiato anche per questo. Per essere stato violentato. L'omofobia continua a essere un'emergenza, ma non è stata affrontata dal governo con il pacchetto sicurezza. Noi non facciamo parte di quelli che devono essere più sicuri». L'associazione Anlaids non ha una sede in Calabria, Tullio Prestileo, coordinatore della sede siciliana spiega: «Solitamente nelle carceri c'è una buona gestione dei pazienti. In cella si tende a mettere insieme i pazienti con la stessa malattia. Se ne fanno richiesta. Dove c'è collaborazione con i reparti di malattie infettive degli ospedali, le visite hanno una cadenza settimanale. In Sicilia, lo scorso anno, abbiamo anche tenuto dei corsi di aggiornamento professionale per le guardie carcerarie. Questa storia fortunatamente è un caso isolato. Per lo meno per quanto concerne le violenze sui sieropositivi». E sulla sorte degli altri detenuti: «Sul piano teorico non dovrebbero essere sottoposti a test se non su loro specifica richiesta. E' la legge n°135 del 1990 che lo impone. Se lo faranno dovranno essere assistiti nel migliore dei modi. Credo che le psicosi collettive si gestiscano anche grazie al rispetto della privacy».
28 commenti:
Avevo pubblicato anch'io di questa storia terribile. E ci definiamo stato di diritto.
Senza parole.
Un saluto
Non è un paese di diritti civili
Ricordo il post di Marco. Di fronte a tanta barbarie sinceramente di quell'ameba della Carfagna mi interessa poco. Qui tanti hanno colpe anche tanti altri politici...
E poi lei le pari opportunità le voleva dare alle donne....(va beh crediamoci sic....)
Vabbè ... adesso credere anche a quello che dice la Carfagna mi sembra troppo ...
Storia tristissima, in un paese civile è inconcepibile che possano accadere simili cose...
:(
Quoto Pellescura.
Vaglielo a spiegare ai religiosi e politici benpensanti che gli omosessuali non solo malati….non sono geneticamente modificati….malato è chi non accetta il suo prossimo.
Notizia terribile, e neanche così lontana da altri episodi del passato (per cui il mio stupore è abbastanza moderato).
Mi colpisce molto la sensibilità di Luxuria, che come in altre occasioni ha dimostrato intelligenza e sensibilità; ma non posso che svalutare ormai la portata dei suoi interventi dopo la sua decisione di partecipare all'isola.
Storia allucinante che merita sempre di essere ricordata come una spia luminosa in grado di far capire alle persone cosa sia l'Italia del 2008.
Le dichiarazioni di certi politici mi ricordano quelle dei militari quando dicono che il rancio è ottimo e abbondante.
Tu prendi l'italiano medio, mettilo di fronte a questa notizia, e chiedigli se appoggia Vladimir Luxiria o Mara Carfagna.
Questi sono i problemi dell'italia, é l'italiano che ti risponde che ha ragione la Carfagna e che tu che presenti la notizia prendi casi estremi di proposito, perché sei di parte. La Carfagna é solo la persona che prende l'occasione su appoggio della gente, se non ci fosse lei ce ne sarebbe un altra, come i nostri politici tutti uguali tra loro.
«Le istituzioni hanno il dovere di intervenire», riprende il responsabile del Movimento dei diritti civili. «Che lo venissero a trovare! Questa persona è stata abbandonata, ha un grande bisogno di essere tranquillizzata. Occorrerà riaffermare la sua dignità di essere umano».
Temo che nessuno abbia il desiderio di andarlo a trovare. Non è un caso "mediatico", non attira; si tratta purtroppo di una dolorosissima storia di emarginazione e di sofferenza, sulla quale non si possono imbastire trasmissioni televisive a base di plastici o paccottiglia varia.
Sono ben altri i detenuti che ricevono l'onore di visite illustri.
E qui mi fermo.
Ecco su cosa dovrebbe porre l'attenzione il papa e la chiesa tutta!Invece s'impiccia degli affari altrui,con la scusa di un dio (terribile).
Che barbarie Franca!
Cristiana
La Carfagna conosceva già bene la situazione, appena fatta Ministro. Lei pensa (se mi perdoni il verbo) che il problema dei gay siano i Gay Pride.
Io mi sorprendo molto ogni volta che leggo certe notizie e penso...siamo certi che questa sia l'Italia???
Che orrore!
Scusa Franca, ma è l'unico modo che ho per dirtelo.
Se passi da me, sei stata nominata.
Un saluto.
Conoscevo anch'io questa aberante storia, fa schifo.
Come fa schifo sentire parlare dell'omosessualità come malattia, come sentire dire: "Ognuno faccia quello che vuole ma i ricchioni mi stiano a 10 mt di distanza", o "Se mio figlio fosse frocio lo raddrizzo a bastonate".
Questa é ancora (buona parte dell') Italia, bentornati nel medio evo.
una bruttissima storia che riesce ad emergere fra tante brutte storie. Mi ricorda "Fuga di mezzanotte", ma forse ora quelle prigioni potrebbero essere più civili delle nostre...
è una storia terribile, è il manifestarsi della bestialità umana. condivido anche il commento di Romina.
Anch'io ho letto questa notizia.
Ne sono rimasto agghiacciato. E mi è subito tornata in mente la storia del picciotto siciliano stuprato anche lui in carcere dagli altri del gruppo perché lo accusavano di essere omosessuale.
Non riuscirei a capire il senso di questa follia nemmeno se mi fermassi a riflettere per 3000 anni.
Ma non è un paese razzista il nostro. Non è un paese omofobico. Siamo tolleranti, aperti e molto progressisti. I fatti lo dimostrano.
Brava Mara, continua così!
Bestemmiai già, a suo tempo...
ha ragione pellescura ma anche ed
Veramente una storia terribile... ma per il ministro: nulla da segnalare... Davvero indecente. Giulia
Non ne sapevo nulla... davvero una vergogna... :-/ mi viene una rabbia immensa a leggere queste cose...
Gli altri detenuti sono stati processati per stupro o il carcere è zona franca per qualsiasi violenza?
In carcere si ammazza e si stupra.
E' necessario un cambiamento.
Se proprio devono esserci prigioni, che siano trasparenti.
E che ci fa in carcere, poi, uno che ha rubato un tubo di rame?!?
Gran pezzo! Riguardo al resto, la cosa più indecente però a mio avviso è che una come la Carfagna sia alle Pari Oppotunità anzichè al bancone di un sexy-shop!
storia terribile e storia vecchia...purtroppo
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