di Norma Rangeri, da ilmanifesto.it
Ci sono cose che non si possono dire, equilibri che non si devono modificare. La libertà di informazione è un bene sancito dalla Costituzione formale, ma sfigurato da quella berlusconiana. Lo dimostra il virulento attacco che la politica, nei suoi massimi rappresentanti istituzionali e di governo, ha sferrato contro la puntata di Anno Zero sul terremoto in Abruzzo. Per la sua natura strumentale e preventiva.
Chiunque abbia visto la trasmissione incriminata sa che la critica di Santoro alla Protezione Civile è stata circostanziata e testimoniata. Che la struttura di Bertolaso non avesse predisposto un piano di emergenza nella regione colpita, è evidente. Nessuna esercitazione, nessuno in Prefettura pronto a intervenire. Otto ore dopo la tragedia, alle 11,30 del mattino successivo alla grande scossa, i medici dell’ospedale non avevano ricevuto aiuto, e alle 6 del mattino non c’erano ambulanze disponibili. Sono i fatti testimoniati dai primari intervistati dagli inviati di Anno Zero e confermati dal sismologo più accreditato Boschi. Peccato che nessun telegiornale li avesse notati, e che solo i cronisti di alcuni giornali li avessero denunciati. Sensatamente, Emma Bonino, che non figura tra i filosantoriani, si chiede «Che cosa si contesta, visto che la libertà di espressione ha un solo limite: la falsità. E per questo c’è la magistratura».
La patente strumentalità delle accuse si lega alla necessità di prevenire, come insegna la strategia dell’editto bulgaro, qualunque forma di dissenso e di critica all’operato del governo da parte degli organi di informazione controllati dal premier. E’ un avvertimento per tutti i giornalisti Rai, è un preambolo al prossimo organigramma, alle nuove nomine con cui si sta mettendo a punto la task-force che gestirà la comunicazione del servizio pubblico. Colpire Santoro per educare tutti gli altri. Il consenso è una merce delicata, va prodotta, distribuita e difesa senza fare prigionieri.
In questa replica dell’editto berlusconiano, a differenza di sette anni fa, il clima politico del paese è cambiato, il centrodestra è diventato un partito unico che marcia compatto a difesa del monopolio dell’informazione. Il presidente della Camera si stringe al fianco del presidente del Consiglio, e i caporali (da Cicchitto a Gasparri) seguono. Tutti uniti contro l’anomalia della libertà di espressione e di informazione, consapevoli che incrinare la sfera del potere mediatico potrebbe riverberare su quel che resta dell’opinione pubblica. Con il rischio remoto di svegliare dal letargo il Pd, immediatamente disinnescato dall’abbraccio nazionale attorno ai morti. A dir la verità, la voce del democratico Merlo, vicepresidente della commissione di vigilanza, si è levata, ma per attaccare Santoro («incredibile trasmissione») e chiedere ai vertici Rai di riportarlo in riga. Più cauto e attento il presidente Zavoli. All’unisono i capi di viale Mazzini, il presidente Garimberti e il direttore generale Masi, hanno promesso di aprire un’inchiesta.
Del resto la prateria italiana in cui Berlusconi galoppa è un paesaggio spianato dall’assenza di leader e di partiti capaci di ostacolarne l’egemonia culturale e la presa proprietaria stabilmente incardinata sul conflitto d’interessi. Che ancora possano alzare la voce giornalisti, giornali, forze sociali e sindacali è un’eccezione alla regola.
Chiunque abbia visto la trasmissione incriminata sa che la critica di Santoro alla Protezione Civile è stata circostanziata e testimoniata. Che la struttura di Bertolaso non avesse predisposto un piano di emergenza nella regione colpita, è evidente. Nessuna esercitazione, nessuno in Prefettura pronto a intervenire. Otto ore dopo la tragedia, alle 11,30 del mattino successivo alla grande scossa, i medici dell’ospedale non avevano ricevuto aiuto, e alle 6 del mattino non c’erano ambulanze disponibili. Sono i fatti testimoniati dai primari intervistati dagli inviati di Anno Zero e confermati dal sismologo più accreditato Boschi. Peccato che nessun telegiornale li avesse notati, e che solo i cronisti di alcuni giornali li avessero denunciati. Sensatamente, Emma Bonino, che non figura tra i filosantoriani, si chiede «Che cosa si contesta, visto che la libertà di espressione ha un solo limite: la falsità. E per questo c’è la magistratura».
La patente strumentalità delle accuse si lega alla necessità di prevenire, come insegna la strategia dell’editto bulgaro, qualunque forma di dissenso e di critica all’operato del governo da parte degli organi di informazione controllati dal premier. E’ un avvertimento per tutti i giornalisti Rai, è un preambolo al prossimo organigramma, alle nuove nomine con cui si sta mettendo a punto la task-force che gestirà la comunicazione del servizio pubblico. Colpire Santoro per educare tutti gli altri. Il consenso è una merce delicata, va prodotta, distribuita e difesa senza fare prigionieri.
In questa replica dell’editto berlusconiano, a differenza di sette anni fa, il clima politico del paese è cambiato, il centrodestra è diventato un partito unico che marcia compatto a difesa del monopolio dell’informazione. Il presidente della Camera si stringe al fianco del presidente del Consiglio, e i caporali (da Cicchitto a Gasparri) seguono. Tutti uniti contro l’anomalia della libertà di espressione e di informazione, consapevoli che incrinare la sfera del potere mediatico potrebbe riverberare su quel che resta dell’opinione pubblica. Con il rischio remoto di svegliare dal letargo il Pd, immediatamente disinnescato dall’abbraccio nazionale attorno ai morti. A dir la verità, la voce del democratico Merlo, vicepresidente della commissione di vigilanza, si è levata, ma per attaccare Santoro («incredibile trasmissione») e chiedere ai vertici Rai di riportarlo in riga. Più cauto e attento il presidente Zavoli. All’unisono i capi di viale Mazzini, il presidente Garimberti e il direttore generale Masi, hanno promesso di aprire un’inchiesta.
Del resto la prateria italiana in cui Berlusconi galoppa è un paesaggio spianato dall’assenza di leader e di partiti capaci di ostacolarne l’egemonia culturale e la presa proprietaria stabilmente incardinata sul conflitto d’interessi. Che ancora possano alzare la voce giornalisti, giornali, forze sociali e sindacali è un’eccezione alla regola.
14 commenti:
ma non era sacra la libertà di informazione????
Il PD è ben sveglio, e si sveglia sui temi del terremoto strumentalizzandoli beceramente, invece, quando si tratta del referendum per la nuova legge elettorale che tanto ricorda la legge Acerbo.
Scusate i toni, ma ormai non ne posso più.
guccia ha detto una cosa condivisibilissima.
Il centrodestra non aspettava altro che una scusa del genere per poter delegittimare completamente Santoro.
La sospensione di Vauro, poi, è una mossa ridicola e patetica insieme, ma purtroppo, siccome questo non è un paese "normale" e i cittadini ragionano per categorie preconfezionate, agli ammiratori del Cavalier-Pimpante farà immenso piacere, perché Vauro è un terribile comunista.
Questa è l'Italia: il cittadino medio non conosce il significato delle parole "democrazia" e "censura"; il cittadino medio ragiona ormai sulla base dei concetti storico-politici appresi via Mediaset.
Io non sono una fan acritica di Santoro, ma francamente mi ribolle il sangue nel vedere che, su Raiuno, quel simpaticone di Vespa fa il bello e il cattivo tempo, avendo istituito una sede distaccata dell'esecutivo nello studio di Porta a Porta, mentre Santoro non può fiatare perché ha il grave torto di essere di sinistra, cioè "comunista", statalista, stalinista e ista-ista-trallallà .
Veramente c'è stato da scandalizzarsi prima della trasmissione, quando nessuno ha mai detto una parola sulla realtà dei fatti, nessuno aveva citato in tv Impregilo quando nel web già se ne parlava... a me personalmente è parsa più indecente la puntata riparatrice, perchè il triste spettacolo è stato il continuo scaricabarile istituzionale...
Concordo pienamente con il commento di FLo. Alla fine Santoro non è così coerente fino in fondo, anzi...
Intanto c'è questa schifosa censura, e secondo me la censura di Vauro e il referendum c'è un nesso: creare un putiferio per non approfondirlo bene. Vediamo cosa succede.
Firmato e postata la"firma per Gaza"
Cristiana
D'accordo con Guccia.
Vige la regola del "non disturbare il manovratore" e chi sgarra viene colpito e ghettizzato.
Ma ha ragione Flo, quando gli interessi di pochi vengono anteposti a quelli della collettività non c'è di che meravigliarsi.
Incazzarsi però (passami il termine) si!
L'ennesimo editto bulgaro, l'Italia non è un paese per la democrazia. Perfino il terremoto diventa strumento di controllo dell'informazione!
Ciao Franca
Speriamo di non svegliarci in un incubo... ci siamo vicini :-(
A distanza di un paio di giorni (vendette in arrivo tramite Masi permettendo) mi sembra però che la ditta Santoro-Vauro abbia dato una bella lezione a certi censori, no?
Siamo tutti con Vauro.......
Allora, se questo non è regime, come lo potremmo chiamare?
assurdo anche il comportamento del Pd, ma cosa fanno' Ho letto delle dichiarazioni di La torre(quello del pizzino), di merlo ed altri che proprio mi hanno lasciato un'amarezza rabbiosa.
Ma che si sono messi in testa?
Io sto con Vauro:la satira è libertà!
Posta un commento