Ne ha fatta di strada Rutelli Francesco.
Verde, radicale, margherito (Lusi compreso) democratico, terzopolista, prima laico mangia preti e ora fervente baciapile.
Su un principio è stato però coerente, si è candidato ad ogni poltrona possibile ed immaginabile.
Da sindaco di Roma coltivò il giardinetto dei quartieri dell’alta borghesia lasciando in malora le periferie. Lo si votò per non avere Fini sindaco.
Cercò invano di divenire premier poi ricercò la poltrona del Campidoglio aprendo col solo suo nome e con i ricordi che evocava la strada al peggior sindaco che la Capitale abbia mai avuto, Gianni Alemanno.
Senza incarichi di prestigio non poteva resistere e mentre col grigiore dei capelli aumentava la sua inettitudine e l’eterna mediocrità che lo ha contraddistinto in ogni gesto si ritenne offeso “basta mangiare pane e cicoria” ebbe la sfrontatezza di gridare.
Ahi sti ricordi alla luce del giro di quattrini scomparsi al tempo dei Dl (nome nobile della Margherita), e allora fonda un partito nuovo dal nome modesto “Alleanza per l’Italia, perennemente sovrastimato nei sondaggi e pronto ad insinuarsi nel duo Casini Fini come terza spalla.
Si con Fini il suo antico avversario, capace oggi di scavalcarlo a sinistra in materia di diritti civili. L’ex delfino di Almirante non si scandalizza infatti pensando ad unioni civili, considera necessaria l’estensione del diritto di cittadinanza ai migranti nati e cresciuti in Italia.
E Rutelli? L’uomo buono che adotta i bambini del “terzo mondo”, il pio e devoto seguace di Santa Madre Chiesa, già da anni coltivava il sogno di occupare uno spazio che rischia di restare vuoto, quello del “razzismo democratico”. Già ai tempi della preparazione del programma dell’ultimo governo Prodi ebbe a dire:«Con la proposta di riforma delle leggi sull’immigrazione di questo governo si creeranno cittadini di serie A, gli immigrati e di serie B gli immigrati». Ma l’uscita sul Giornale berlusconiano rappresenta un ulteriore punto di caduta: “No alla cittadinanza per gli immigrati nati in Italia. Lampedusa si riempirebbe di donne in stato di gravidanza pronte a sfruttare la situazione” ha detto in sostanza, spiazzando anche il povero (si fa per dire) Borghezio. Difficile prevedere se sta lavorando per la costruzione di una sezione romana della Lega Nord, se cerca i voti di Forza Nuova, facile dire che non esistono margini etici per pensare a qualsiasi accordo, di ogni ordine e grado con un partito guidato da un leader del genere
Verde, radicale, margherito (Lusi compreso) democratico, terzopolista, prima laico mangia preti e ora fervente baciapile.
Su un principio è stato però coerente, si è candidato ad ogni poltrona possibile ed immaginabile.
Da sindaco di Roma coltivò il giardinetto dei quartieri dell’alta borghesia lasciando in malora le periferie. Lo si votò per non avere Fini sindaco.
Cercò invano di divenire premier poi ricercò la poltrona del Campidoglio aprendo col solo suo nome e con i ricordi che evocava la strada al peggior sindaco che la Capitale abbia mai avuto, Gianni Alemanno.
Senza incarichi di prestigio non poteva resistere e mentre col grigiore dei capelli aumentava la sua inettitudine e l’eterna mediocrità che lo ha contraddistinto in ogni gesto si ritenne offeso “basta mangiare pane e cicoria” ebbe la sfrontatezza di gridare.
Ahi sti ricordi alla luce del giro di quattrini scomparsi al tempo dei Dl (nome nobile della Margherita), e allora fonda un partito nuovo dal nome modesto “Alleanza per l’Italia, perennemente sovrastimato nei sondaggi e pronto ad insinuarsi nel duo Casini Fini come terza spalla.
Si con Fini il suo antico avversario, capace oggi di scavalcarlo a sinistra in materia di diritti civili. L’ex delfino di Almirante non si scandalizza infatti pensando ad unioni civili, considera necessaria l’estensione del diritto di cittadinanza ai migranti nati e cresciuti in Italia.
E Rutelli? L’uomo buono che adotta i bambini del “terzo mondo”, il pio e devoto seguace di Santa Madre Chiesa, già da anni coltivava il sogno di occupare uno spazio che rischia di restare vuoto, quello del “razzismo democratico”. Già ai tempi della preparazione del programma dell’ultimo governo Prodi ebbe a dire:«Con la proposta di riforma delle leggi sull’immigrazione di questo governo si creeranno cittadini di serie A, gli immigrati e di serie B gli immigrati». Ma l’uscita sul Giornale berlusconiano rappresenta un ulteriore punto di caduta: “No alla cittadinanza per gli immigrati nati in Italia. Lampedusa si riempirebbe di donne in stato di gravidanza pronte a sfruttare la situazione” ha detto in sostanza, spiazzando anche il povero (si fa per dire) Borghezio. Difficile prevedere se sta lavorando per la costruzione di una sezione romana della Lega Nord, se cerca i voti di Forza Nuova, facile dire che non esistono margini etici per pensare a qualsiasi accordo, di ogni ordine e grado con un partito guidato da un leader del genere
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