martedì 17 giugno 2008

Omicidio europeo


Oggi vi lascio un interessante spunto di riflessione riportando un articolo di Loris Campetti pubblicato su "Il Manifesto" del 12 giugno



C'è un nesso terribile tra la decisione dell'Unione europea di liberalizzare l'orario di lavoro e l'ennesima strage di ieri nella quotidiana guerra italiana sul lavoro, che ha lasciato sul campo almeno nove operai, dove persone. Il nesso si chiama liberismo.

Nella seconda metà dell'Ottocento, lotta dopo lotta, strage dopo strage, prese corpo la Festa dei lavoratori, il 1° Maggio.

Il movimento partì negli Stati uniti e in Canada, sbarcò in Europa nel 1889, quando la festa venne ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda internazionale. Il 1° Maggio aveva al centro un grande obiettivo strategico: la conquista delle otto ore.

Nella primavera del 1906, novemila mondine sfilarono nelle strade di Vercelli insieme ai metallurgici cantando «Se otto ore/vi sembran poche...».

Il XX secolo è segnato dalla lotta per le 40 ore settimanali. Una battaglia di civiltà che segnò un salto epocale.

Chissà se i 27 ministri del lavoro dell'Ue hanno studiato la storia del Novecento, e se l'hanno capita? Due giorni fa, 22 di loro hanno votato una normativa che sentenzia la fine non delle 40 ma delle 48 ore, conquistate dall'Ilo nel lontano 1917.

Del «secolo breve», della sua ferocia e delle sue conquiste, sappiamo ormai tutto. Cosa dobbiamo aspettarci da questo secolo, se ai suoi albori ci ributta indietro di 120 anni?

Se Strasburgo voterà il testo licenziato dall'Unione europea, la deregulation del lavoro andrà oltre le speranze dei peggiori governi liberisti.

Tra i più entusiasti quelli italiano e francese, che hanno suggellato la loro vittoria schierandosi con il fronte della «modernità», cioè del mercato e del profitto come unici regolatori delle relazioni sociali, della vita delle persone.

Si potrà lavorare anche 60, 65 ore a settimana, se solo il padrone lo vorrà. Sarà ancora più facile morire in fabbrica, nei cantieri, nei campi, o dentro le cisterne avvelenati come topi. Liberalizzare l'orario di lavoro è un crimine, un'istigazione a delinquere.

Almeno ci risparmino, signori ministri e portaborse, le lacrime per gli ultimi omicidi di ieri, a partire dai sei operai siciliani uccisi dentro una vasca di depurazione dalle esalazioni tossiche. Così si moriva nell'Ottocento, così si muore nel Duemila.

E le sopravvissute conquiste del Novecento? Bruciate sui banchi di Strasburgo, se non verrà fermata la marcia liberista.

Grazie alla nuova normativa si potrà persino cancellare ogni forma di contrattazione collettiva, sostituita dai rapporti di lavoro individuali, «fatti dal sarto su misura» come sogna la Confindustria che interpreta la vittoria della destra, l'evaporazione della sinistra e la «modernizzazione» del Pd, come un viatico per piegare ogni diritto alla logica d'impresa.

Costi quel costi, fossero anche vite umane.

Del resto, non hanno già detto padroni e ministri che le nuove leggi sulla sicurezza sono troppo onerose e vanno ammorbidite?
È vero, in Italia comunisti e socialisti non hanno più rappresentanza politica. Ma non c'è solo il Parlamento, non è scritto che le forze democratiche siano morte.

La domanda è se esistano forze sociali, sindacali, civili e culturali, qui e in Europa, in grado di battere un colpo, di difendere una conquista di civiltà. Se non altro, in nome del diritto alla vita di chi lavora.

Se la risposta fosse negativa, avrebbe vinto chi accusa di ideologismo ogni critica allo stato di cose presenti.

Non sarebbe la fine della Storia, ma dovremmo prendere atto che bisognerà ripartire da molto lontano. Dalla fine dell'Ottocento.

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli eurocrati sarebbero molto felici di cancellare in un solo colpo qualche secolo di sudate conquiste, sono proprio allergici ai diritti dei lavoratori, ai diritti dei cittadini... ai diritti in genere insomma.
La cosa più raccapricciante è che cercano sempre di fare meno pubblicità possibile alle loro manovre, addirittura anche cercando di sviare noi comuni mortali con diciture che possono trarre in inganno (ad esempio il Trattato di Lisbona, ma che razza di Trattato o Costituzione sarebbe? Per chiamare le cose col loro nome avrebbe dovuto essere denominato Diktat!)

Io ci manderei Napolitano &company a lavorare full time in miniera!

Anonimo ha detto...

E' in atto una pericolosa involuzione.
Lo sfruttamento, l'abbruttimento del lavoro e della dignità dei lavoratori è uno dei segnali della deriva destrorsa che spaccia per modernità la mortificazione di fondamentali diritti e di epocali conquiste.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo: quindi essere di centro destra, destra e centro sinistra significa voler lavorare 65 ore settimanali? Solo noi comunisti vogliamo vivere?

Unknown ha detto...

Il lavoro nobilita l’uomo…e lo ammazza anche spesso….

zefirina ha detto...

io voglio lavorare solo 40 ore a settimana
la vita è altrove

ho firmato questo tipo di contratto e non voglio cambiarlo strada facendo

Pino Amoruso ha detto...

Siamo proprio alla fine!!! Vedo, ahimè, un futuro grigio. Possibile che agli italiani gli sta proprio bene tutto??? Intanto continuano a prendere una marea di voti (saranno regolari?). I sindacati che fine hanno fatto???
Che amarezza!!!

guccia ha detto...

L'esercito per le strade, Berlusconi che tenta di delegittimare la magistratura, la schiavitù invece del diritto al lavoro. E lo chiamano progresso, e la chiamano democrazia...

Anonimo ha detto...

Il ritorno indietro è stato preparato con arte e dedizione... Purtroppo non sappiamo ancora far sentire ancora la voce di chi dissente da questo sistema, ma si spera nel futuro e nella perseveranza dei pochi che cercano di muoversi nella direzione dei diritti. Ciao Giulia

il Russo ha detto...

Essendone io vittima,e sottolineo vittima, sottoscrivo l'appello: BASTA LAVORO PRECARIO!

ArabaFenice ha detto...

non si può vivere per lavorare ma è vero il contrario. per cui questa storia delle 65 ore è a dir poco preoccupante in un quadro di precarietà e insicurezza sul luogo del lavoro già di per sé molto tragico.
Ma siamo sicuri che è solo colpa del liberismo? non è al solito colpa di un sistema corrotto in cui le leggi, che ci sono, non vengono applicate e quando non vengono applicate non c'è nessuno che paghi per le proprie responsabilità? e i sindacati siamo proprio sicuri che svolgano bene il proprio ruolo? no, perché dalla mia esperienza di vita, anche se non lunghissima, per me i sindacati sono sinonimo di raccomandazioni, favoritismi, sistemi clientelari.

Pellescura ha detto...

Creo che alla sfiga di essere governati dal centro destra bisogna agiungere la sfortuna di essere italiani, ma mi sa che le due cose sono legate.

Pino Amoruso ha detto...

Ciao Franca, ho firmato la petizione (come non farlo) ed ho aderito a diffonderla con il mio blog!!!

A presto :)

Anonimo ha detto...

Io voglio lavorare tre ore al giorno.
Come ogni persona sana di mente dovrebbe fare.
E non dite che è impossibile, perché non è vero.

marina ha detto...

Credevo che certe conquiste fossero inscalfibili.
Lo credevo fino a qualche anno fa.
Dovremo vedere davvero il contratto individuale? !?!?Leggi: il ricatto individuale!
marina

Unknown ha detto...

E' davvero involuzione, sembra solo interesse per la notizia e per la morte, mai un interesse che coinvolga la gente sulla risoluzione dei problemi, sulle cause e sulle soluzioni, non questo è solo apatia e disinteresse. Sembra contare, crudelmente, solo la notizia.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

L'Unione Europea quando si tratta di rafforzare i poteri forti non ci mette un secondo a compattarsi.

E'una grave minaccia quella che il tuo post segnala è che è molto vicina oltre che dannatamente concreta.

Vedo davvero il rischio di uno scenario sempre più in fermento, teso, nervoso e pronto ad esplodere.

Perchè tira e tira la corda poi si spezza....

articolo21 ha detto...

L'uomo è diventato un bene di consumo.

Crocco1830 ha detto...

Già qualche settimana fa, in parlamento europeo, grazie ai popolari, liberali e della destra europea, non è passato il paragrafo di una relazione sugli infortuni sul lavoro, con il quale si stabiliva che un posto permanente rappresenta un contributo importante ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro.
Ne avevo parlato qui, e già si imponeva una logica di ipocrita difesa della integrità fisica dei lavoratori.

Matteo ha detto...

In effetti è vero, stiamo tornando indietro... un'involuzione davvero pazzesca...

Chit ha detto...

Ormai siamo entità di cui ci si ricorda solo sotto elezioni per qualche promessa elettorale dopodichè... tutto svanisce. Questo non è che l'ennesimo esempio. D'altra parte, con un premier che dichiara "che il Paese deve uscire dalla chimera del posto fisso di lavoro"...

ROSA E OLIVIER ha detto...

Piú giù, in fondo alla Tuscolana,
oltre cinecittà, c'è un prato...
!?...passavo per un saluto!

Unknown ha detto...

La colpa non è del liberismo né dell'individualismo. La colpa non è nei termini ma risiede nella globalizzazione dei pensieri. Nella massificazione dei concetti che riducono l'uomo ad una macchina perfetta per l'abbattimento della concorrenza delle imprese. Oggi si richiedono operai sempre più qualificati e sempre più istruiti e questo serve non per valorizzare le persone che con sacrifici si sono guadagnati il pezzo di carta ma esclusivamente alle industrie e alle grandi imprese in particolare che grazie all'altissima richiesta di personale qualificato abbattono i costi di produzione finale con salari e stipendi a basso costo. Il tutto condito con l'aumento arbitrario delle ore e dei contratti di lavoro. Non c'è modo migliore per aumentare il profitto e la redditività delle imprese che nel complesso significa essere in grado di fare la concorrenza al colosso USA. L'UE ha paura degli USA e farebbe di tutto per dimostrare di avere un po' di muscoli. Altra faccenda poi sono i diritti umani, quelli non centrano nulla con l'economia...

Anonimo ha detto...

La domanda è se esistano forze sociali, sindacali, civili e culturali, qui e in Europa, in grado di battere un colpo, di difendere una conquista di civiltà. Se non altro, in nome del diritto alla vita di chi lavora.

Giaà.

Un conto è ripensare le modalità e l'organizzazione del lavoro (e non parlo tanto delle fabbriche, dove il discorso è già diverso) ma ad esempio nelle nuove professioni, negli uffici, ecc...

Ma un conto è la cupio dissolvi dei diritti, che vengono stracciati in nome di una modernità che puzza tanto di 1800.

Un sorriso un po' stentato.

Mister X di COmicomix

Giangidoe ha detto...

Da più parti ci dicono che qui in Italia lavoriamo meno ore (e per meno anni) dei nostri colleghi europei. Da altre ci dicono che i lavoratori italiani sono molto richiesti all'estero perchè sono "gran lavoratori".
Io non saprei cosa rispondere.
Col clima di sfiducia che cìè tra noi giovani, a me personalmente dovrebbe bastare già il semplice risultato di trovare un lavoro (anche se con un contratto a progetto oppure di collaborazione occasionale).
Eppure così non è e non sarà!

Anonimo ha detto...

Basta precariato!
Pe rquanto riguarda il tempo di lavoro io , di principio la penso come Alice(Su) 3 ORE E DECRESCITA.
Poi, se si è fortunati e il proprio lavoro piace, che ognuno faccia come vuole!!!

Romina ha detto...

"Si potrà lavorare anche 60, 65 ore a settimana, se solo il padrone lo vorrà".

La follia del mondo attuale: L'uomo esiste in funzione del lavoro, cioè della produzione e quindi dei consumi. Bisogna lavorare il più possibile per poi spendere il più possibile, e quindi incrementare il Sistema.
Sarebbe auspicabile una decrescita, invece.

francesca ha detto...

lo leggerò con calma, lo merita. Sto andando alla presentazione dell'ultimo libro di un amico...buona serata!

riccardo gavioso ha detto...

forse l'errore è stato pensare che certe conquiste di civiltà fosse acquisite e che nessuno avrebbe avuto il coraggio di toccarle. Certo non era facile pensare di poter ritornare indietro di un secolo, e ancor più difficile immaginare quanto ci costerà risalire la china.

buon fine settimana... finchè ce lo lasciano

Pino Amoruso ha detto...

Passo per un saluto veloce...
Buon fine settimana ;)

Alzata con pugno ha detto...

E' esattamente quello che ho pensato quando ho sentito la notizia. Quanto stiamo perdendo....

isline ha detto...

Scusa per l'assenza prolungata...
ma sono stata via da molti blog recentemente.
Sono molto demoralizzata dalla situazione che vedo attorno a me: si prospetta un futuro nero in molti campi, e sembra siamo solo in pochi a rendercene veramente conto.
Purtroppo le 48h servono a sbarcare il lunario: si lavora di più nella speranza di guadagnare qualcosa in più per sopreavvivere. Conosco molte persone per cui tante ore sono già da tempo una sottaciuta realtà.
La cosa più triste è che la vita vera è fuori dal lavoro, ma non c'è tempo per condurla!