Oggi sento la necessità di un partito organizzato e di farne parte
Di Haidi Gaggio Giuliani, su Liberazione del 22/02/2009
Scorro in internet la rassegna stampa: la Palestina non si trova più nelle prime pagine dei grandi giornali, tra le notizie importanti. Nessuna sorpresa: altre popolazioni martoriate non ci sono addirittura mai arrivate. Quasi per caso nella vecchia posta ritrovo alcune foto scattate a Tulkarem, tre anni fa, quando sono andata ad assistere alle elezioni con ragazzi e ragazze dei Giovani Comunisti; siamo in gruppo e sorridenti, qualcuno tiene il braccio sollevato, la mano stretta a pugno: un gesto identitario? Sono successe molte cose in questi tre anni; i social forum, che erano la nostra speranza, nati dallo spirito di Genova 2001, si sono per lo più disciolti come neve al sole; alcuni di quei ragazzi sono andati "oltre", dove non mi è chiaro e, quel che è peggio, temo non sia chiaro neppure a loro stessi. Siamo di fronte a una gravissima crisi economica frutto di venti anni di politiche liberiste che hanno precarizzato il lavoro, tagliato i salari e accresciuta la ricchezza di ladri ed evasori. Le fabbriche chiudono; i lavoratori continuano a morire. Non c'è sicurezza per loro. Rischia di scomparire il Contratto nazionale di lavoro, scompaiono cioè le garanzie collettive sui salari e sui diritti, conquistate in tanti anni di lotte. In cambio ricompaiono i manganelli contro gli operai, a Pomigliano, contro i lavoratori dell'Innse a Milano. Non c'è sicurezza per chi difende il proprio territorio, la vita dei propri figli: linea dura delle forze dell'ordine contro i No dal Molin a Vicenza, città d'arte con coprifuoco militare. Come in Valsusa, si pretende di gestire con la forza la pacifica contestazione degli abitanti. Ma la "grande informazione" non ne parla. Non c'è sicurezza neanche per le donne nelle vie delle nostre città e, soprattutto tra le pareti domestiche, perché non saranno certamente leggi più repressive, a difenderle, bensì una cultura più diffusa, una maggiore attenzione ai problemi delle persone, maggiore partecipazione alla vita nelle città. «Ser culto es el único modo de ser libre» , ricordava José Martí nell'ottocento, ma qui la cultura viene umiliata ogni giorno, la scuola pubblica impoverita: è meglio non allevare giovani cittadini capaci di pensare con la propria testa perché potrebbero un giorno diventare uomini e donne davvero liberi. Non c'è più neppure la speranza di poter morire in pace. In cambio ritornano le leggi razziali. Assistiamo quotidianamente a colpi di mano contro la giustizia e la civiltà: medici trasformati in spioni contro gli ammalati più poveri, tanto poveri da non possedere nemmeno un documento; legalizzate le ronde; proibito indagare negli affari di lorsignori. Vengono votate in Parlamento leggi ordinarie che svuotano di significato la Carta costituzionale. In questo panorama l'opposizione a volte cinguetta con la maggioranza, a volte balbetta; quello che un tempo era il blocco sociale della sinistra si va sbriciolando.
E allora io ho sentito, sento la necessità di un partito organizzato, e di farne parte. Un partito con le idee chiare. Che conosca le proprie radici e sappia anche riconoscere i propri errori; determinato a stare sempre dalla parte delle persone più deboli, sfruttate, derubate dei propri diritti, violentate nel corpo e nella vita. Voglio stare in un'organizzazione capace di discutere con forza al proprio interno e poi dichiarare apertamente quello che pensa e lavorare per raggiungere gli obiettivi individuati; capace di intervenire dove si apre un conflitto; e che quando decide di stare al fianco di grandi movimenti spontanei, come di piccole realtà, poi non li abbandona; capace altresì di denunciare le contraddizioni e di dare vita a nuovi conflitti. Voglio un partito determinato a risvegliare coscienze, disposto sempre a confrontarsi e a collaborare con altre organizzazioni, tutte le volte che è possibile; senza preconcetti ma senza nessun cedimento: un partito con le idee chiare, appunto. E voglio che il mio partito si faccia maestro e sappia fare scuola: deve sapere prima di tutto ascoltare i ragazzi e le ragazze, senza promettere facili carriere politiche ma insegnando con rigore sia la teoria come la pratica quotidiana. Perché è vero che moltissimi giovani sono nauseati dalla politica e pensano che non valga la pena di agire in una società come la nostra ma noi dobbiamo riuscire a dimostrare, come dicono le Madri argentine, che l'unica battaglia persa è quella che si abbandona. Ci riusciremo se sapremo essere onesti; se sapremo mettere da parte personalismi, leaderismi… Non si risale una montagna, non si conquista una cima da soli: si vince tutte e tutti insieme; ognuno con il proprio zaino, con il proprio carico di ricchezze e di errori, ma insieme.
Ecco, così penso alla mia Rifondazione. Ma se voglio davvero che sia sempre più così, e sempre più grande, ci devo stare dentro. E lavorare.
17 commenti:
Bisogna combattere per quello in cui si crede, e credere per quello in cui si combatte. In bocca al lupo e non mollare ;)
Penso che mai come ora ci sia la necessità di un partito vero di opposizione... forza e coraggio!
Ottimo quello che ha detto, molti di noi sta qui a parlare a vanvera, ci sono molte persone che ancora crede nel PD oppure in Di Pietro come opposizione. E allora bene che ci stiamo dentro.
E ti dico una cosa cara Franca. L'unico partito di opposizione completo di tutto, che parte dall'ambiente al lavoro, dalla legalizzazioni delle droghe leggere e alla legalità, ma senza giustizialismo. Quello è Rifondazione Comunista.
ps ieri sono stato alla sede centrale di rifondazione qui a Roma, tutta brava gente! E secondo me Ferrero può farcela!
Io credo che questa sia l'unica scelta per dare vita in Italia ad un'opposizione più credibile di quella del PD e meno schizofrenica di Di Pietro. Lo spazio c'è. Ora.
Certo partiti di un unico proprietario, partiti liquidi, partiti personali non servono.
speriamo...io lo so che ci lavora tanta gente che ci crede ma..sembra cosi' frantumata e disorganizzata..
ecco mi viene da pensare anche a me che sono troppo sbandati disorganizzati e a volte poco credibili..come se ognguno pensasse al proprio orticello
avete più sentito parlare di berti????
grande haidi!
con semplicità ha espresso i nostri sentimenti più profondi.
Apprezzo molte le parole di Haidi Giuliani, è sempre diretta ed efficace, ma le sue parole ci dicono anche che non possiamo crogiolarci nei complimenti bisogna lavorare, lavorare, lavorare.
Credo sia una necessità di tutti noi...
Bel pezzo, che credo sia trasportabile e vada applicato in un po' tutti i campi e le sfere, non solo nella politica. Stare dentro gli eventi per capirli e cercare di cambiarli perchè ormai è chiaro, nessuno può sentirsi esente dal rischio che prima o dopo travolgano anche lui!
credi che la sinistra italiana potrai mai avvicinarsi alle idee espresse da Haidi? se si votasse oggi alle europee non saprei veramente chi votare, ma non per la soglia o per la legge elettorale, ma proprio perché non mi riconosco più in nessun partito dello schieramento di centrosinistra.
ma se ci fosse un partito come quello qui descritto, bè... non avrei dubbi.
tommi
Un vero Partito d'opposizione, per ridare dignità alla politica. Buon 8 marzo
Un donna importante, che ha scritto cose chiare. Chi ha dubbi ed è nauseato dalla politica, confuso e indeciso, dovrebbe ascolarla.
un abbraccio speciale oggi, cara franca.
e buona lotta per tutti i 364 giorni!
ho trovato la lettera molto interessante, ma un punto mi fa porre una domanda: come si può collaborare..ma senza nessun cedimento? Quando si collabora le parti collaboranti debbono entrambe cedere su qualche punto se no si collabora solo con un altro se stesso
marina, con la sua vecchia fissazione
credo serva davvero un partito a sinistra, capace di catalizzare l'opposizione prima ancora di rappresentarla. Temo che troppi siano rimasti senza un punto di riferimento e la cosa gioca in favore del governo e della sua opposizione farlocca.
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